Provo a sviscerare meglio questo post in cui avevo risposto alla tua domanda.
Trovo estremamente sbagliato prendere decisioni di investimento in base al prezzo di carico, si rischia di guidare guardando lo specchio retrovisore invece che avanti.
L'errore classico è vendere i titoli appena sono in gain (da qui il detto "vendi, guadagna e pentiti"; in realtà se il titolo ha buoni "fondamentali" continuerà a correre e si potrebbero perdere gain ulteriori) e mantenere in portafoglio quelli che sono in perdita (tipicamente si rimane incastrati in vere e proprie ciofeche, che continuano inesorabilmente a perdere

, pensa solo ad esempio a chi ha comprato azioni Telecom negli ultimi decenni).
Molto più utile risulta fare una valutazione dei titoli in base all'attuale prezzo di mercato, per vedere se, in base alle prospettive future, è correttamente valutato.
Ai prezzi attuali (diciamo a 63 di mid-price) il rendimento in "perpetuo" è pari al 158,73% dell'IRS a 10 anni + 0,198%. So bene che dato il livello attuale dell'IRS (2,18% circa) il rendimento può sembrare misero, ma val la pena di fare due considerazioni:
a) molto probabilmente i tassi decennali sono destinati a salire ancora: l'impressione è che il "great bond bull market" sia ormai alle spalle e che nei prossimi anni i tassi ritorneranno gradualmente (fino a un certo punto

, vedi lo scrollone che c'è stato a partire da maggio scorso

) a livelli più "normali". In questo caso i titoli indicizzati saranno fra i più ricercati, perché permetteranno di difendere meglio il portafoglio (non a caso sono fra quelli che dall'inizio dell'anno hanno performato di più

);
b) in ogni caso si tende troppo spesso a dimenticare che non sono questi titoli a "non rendere una fava", ma è l'IRS (al cui livello sono indicizzate le cedole) che è ad un livello spaventosamente basso. Se prendiamo l'IRS come indicatore, sebbene approssimativo, del tasso decennale "risk free", avere quasi il 160% di quel tasso (+ 0,2%) non fa poi tanto schifo

. In pratica è un tasso quasi doppio rispetto al Bund decennale. Può sembrare poca cosa a chi è/era abituato a ben altri rendimenti, ma è bene essere consapevoli che in questo contesto tassi di gran lunga superiori sono ottenibili solo aumentando esponenzialmente il livello di rischio.
Se poi, come tendo a fare io, si ipotizza uno YTM a fine 2022 la musica cambia radicalmente: il rendimento lordo a scadenza, ipotizzando un IRS costante del 2,18% (tutto il resto, in caso di ulteriore salita, sarà grasso che cola

), è del 7,92%! Su carta del bancoposta tedesco, ormai controllato al 100% da Deutsche Bank.
P. S. Disclaimer: le prime le ho comprate poco dopo l'emissione, incrementando successivamente sia nel 2009 che a fine 2011. Non ne ho quasi mai vendute, se non per diversificare su indicizzate di altri emittenti che costavano meno.

Maneggiare con cautela:
(per qualche anno è davvero stato un) titolo rischiosissimo