Obbligazioni perpetue e subordinate Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulle obbligazioni perpetue... - Cap. 3

le perpetue di mps hanno tenuto bene ieri e praticamente non sono scese...

sarà un'ipotesi remota, ma se fa fusione o diventa oggetto di take-over c'è da guadagnare di più sul tier1 che sull'equity
 
le perpetue di mps hanno tenuto bene ieri e praticamente non sono scese...

sarà un'ipotesi remota, ma se fa fusione o diventa oggetto di take-over c'è da guadagnare di più sul tier1 che sull'equity

Ovviamente é così. Io infatti il T1 lo mantengo.
Avrei potuto liquidarlo allo stesso prezzo pagato.

Vi dirò di più, forse uno stress test così negativo non é stato poi così male per i possessori di T1 a questi prezzi. E infatti anche il mercato la pensa così.

Vediamo l'evolversi della vicenda.
 
le perpetue di mps hanno tenuto bene ieri e praticamente non sono scese...

sarà un'ipotesi remota, ma se fa fusione o diventa oggetto di take-over c'è da guadagnare di più sul tier1 che sull'equity

un piccolo sbandamento l' hanno avuto (solo in ask)
condivido la speranza che profumo e viola accettino l' onore delle armi e si apra la strada verso una fusione ma per adesso e' solo la speranza dei subbisti
 
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Un commento di oggi sul C.A. che mi trova d'accordo al 100%:


I mercati ci puniscono “Roma non si è fatta valere: favori a Francia e Germania” (ANDREA GRECO).

MILANO – Se importa il risultato, e non il colore del gatto, allora le banche italiane hanno un problema. Reduci dal terzo stress test europeo finito tra gli ultimi, punite dagli investitori che vendono alla rinfusa a Piazza Affari, dove ci sono otto banche italiane in coda ai 49 membri dell’indice Stoxx creditizio (-2%). Da settimane s’erano sparse voci zuccherose sull’esito dei test ai 15 gruppi domestici. Così non è stato. È italiano il record di deficit dei 131 scrutinati (Mps, 2,11 miliardi). Italiano il primato delle coperture sui crediti dopo la revisione (Aqr), per cui la Bce imporrà nei bilanci 2014 ben 12 miliardi di euro — lo stesso ammontare degli aumenti dell’anno — contro 7,6 in Grecia, 6,7 in Germania, 5,6 in Francia, 3 in Spagna.

Italiana anche la medaglia stress test, dove per il quadro macro l’Eba ha tosato i patrimoni tricolori di 35 miliardi, una manciata più che Francia e Germania, il doppio di Spagna e Grecia, con Irlanda a 12 miliardi e Portogallo a 6,7. Le banche italiane sono più brutte di quel che raccontano, o non sanno farsi capire oltreconfine?
«Non da oggi alcuni sistemi creditizi riescono a fare squadra meglio del nostro, e l’Italia bancaria si trova a far la figura del vaso di coccio — nota Andrea Resti, docente della Bocconi e vicepresidente del comitato consultivo dell’Eba che ha svolto gli stress test — . Forse alcuni governi europei si sono immischiati nei criteri degli esami, e il nostro no. C’è poi un aspetto delicato che riguarda i riconoscimenti che Bankitalia ha avuto nel nuovo organismo di vigilanza, con due italiani nel supervisory board». Se a Fabio Panetta e Ignazio Angeloni si aggiunge Mario Draghi, ci sono tre italiani illustri a Francoforte. Ma non è stato garanzia di successo per le vigilate domestiche, anzi. Alligna una “sindrome degli italiani” che fa dire tutto bene quando poi bene non va.
Gli operatori, ieri, hanno registrato con dovizia che le italiane lo fanno peggio. A volte per colpa loro, altre di regole e contesti dispari; l’effetto non cambia. Mediobanca Securities: «Le banche con grandi portafogli in azioni e bond sono finite meglio nell’Aqr, perché hanno ridotto più rapidamente gli attivi. Le banche tradizionali, in ritardo nel tagliare impieghi, hanno pagato prezzi più alti, vedi Mps, Ubi, Bpm». Anche i test di stress hanno graziato le banche di grandi impieghi e portafogli, più facili da smantellare. Si citano Commerzbank e Deutsche Bank come sorprese positive. La prima è zeppa di crediti navali, moloch da un centinaio di miliardi tra i più tossici al mondo, eppure la revisione Bce sullo shipping tedesco ha portato un solo miliardo di coperture (solo Commerz vi perde 600 milioni l’anno). Deutsche Bank è regina dei level 3, attivi di alto rischio come i derivati, trascurati dai controlli. Ma passi la potente lobby tedesca: «I test trattano in modo asimmetrico le banche periferiche: Spagna e Grecia vincono — continua Mediobanca — l’Italia perde per cattive stime macro, prospettive sui Btp, carenza di modelli interni». Le stime macro le ha scelte l’Esrb, organismo della Bce nato prima dell’idea di vigilanza unica. Erano pubbliche da mesi e pochi ebbero da ridire, salvo lamentarsi ora perché i bilanci delle 15 italiane sono stressati con cali del Pil dell’11,6% dal 2007, ben peggio di Spagna (-7,6), media Ue (-2,5), Francia (+0,8%), Germania (+1,3%). Lo scenario avverso dei test ha esasperato anche la crisi sovrana: 4 miliardi di impatto sulle banche italiane dal merito di credito, con tassi Btp risaliti al 5,8% dal 2,5% odierno, e usando il 2013 come dato di avvio, trascurando il successivo crollo dei tassi. Anche Ubs nota: «Germania sorprendentemente positiva, Spagna con forti livelli di capitale, Austria meglio delle attese, francesi vincitori relativi con rettifiche su crediti di soli 18 punti base contro 66 medi ». Già, la Spagna bancaria, salvata l’anno scorso con 40 miliardi (10 italiani) e che vanta un percorso netto nei test, guidato dal Banco de Espana che nel 2011 quotò Bankia per 3 miliardi e un anno dopo ne attestò il buco di 19 cacciando il governatore.
Forse le autorità volevano mandare un messaggio politico: «Malgrado i nuovi meccanismi di risoluzione comunitari per le banche, restano limiti alla mutualizzazione delle perdite: per questo la Bce ha usato una mano più ferma con le banche di paesi a rischio», dice un operatore. La Germania avrà pochi guai, se salta qualche Landesbank. Con buona pace dei mugugni dei banchieri italiani.
Da La Repubblica del 28/10/2014.
 
Un commento di oggi sul C.A. che mi trova d'accordo al 100%:


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Concordo (lamentarsi dopo è infantile-penoso) per la più parte, ma ti domando : " i test sono fatti per testare veramente la capacità delle banche di far fronte ad eventuali stress, o sono fatti per vedere chi è più furbo/potente ?"

Spero che anche tu concorderai (in realtà non c'è niente su cui concordare, mette giù solo asettici numerelli) con questo articolo (molto informato) del Sole.
Su BCP avete lobbato tu e Cap ?



Il Sole 24 Ore - Luca Davi - 29/10/2014 pg. 2

Commerz, se l'Eba è più ottimista degli analisti
«Soft test». Il paradosso della grande esclusa tra le bocciate
IL «MIRACOLO» TEDESCO Il bilancio dell'istituto esce dalle prove di stress test con utili maggiori rispetto a quelli previsti dagli analisti negli scenari ritenuti normali
Dovevano tratteggiare bilanci bancari ultra-deteriorati. Dovevano ipotizzare un peggioramento dello scenario economico e, di conseguenza, un pesante calo della redditività delle banche. Solo così gli stress test potevano testare in prospettiva la tenuta patrimoniale degli istituti. Così è stato praticamente per tutte le banche europee. Ma per Commerzbank, la seconda banca tedesca per dimensione, candidata numero uno in Germania a fallire le prove europee (salvo poi uscirne clamorosamente indenne), gli esiti degli stress test condotti da Bce ed Eba si sono rivelati non solo semplicemente buoni, ma paradossalmente più brillanti della migliore delle attese. Un autentico (e curioso) toccasana. Tanto che nelle previsioni dell'Eba, e pur in uno scenario economico di stress, la banca si rivela più redditizia di quello che persino il più ottimista tra gli analisti aveva previsto.
Basta guardare i numeri diffusi dall'Eba. Secondo lo stress test base, i cui criteri sono stati definiti in sede Ue, Commerzbank dovrebbe generare profitti al netto delle tasse pari a 2,051 miliardi di euro nel 2015, che salgono a 2,43 miliardi nel 2016. Il consensus di mercato - basato sulle attese del piano industriale della stessa banca e aggiornato a una settimana fa, quindi freschissimo - in media prefigura profitti rispettivamente a 1,65 miliardi e 2,11 miliardi, il 20% in meno. Ad essere superato a destra è anche l'analista più bullish, che ha fissato l'asticella massima a 1,86 miliardi per il 2015 e a 2,41 per l'anno successivo. Analogo discorso si può fare per l'utile netto, che per l'Eba diventa del 17% più alto delle attese.
E le altre? Solo a titolo di esempio, basti pensare che sempre nello scenario baseline Intesa Sanpaolo, la più solida tra le banche italiane, nel 2015 secondo l'Eba può generare al massimo 1,1 miliardi di euro, mentre il mercato se ne attende 3,04. Stessa cosa per SocGen, che secondo l'Authority l'anno prossimo può arrivare a 1,66 miliardi, meno di un terzo atteso dagli analisti (4,63 miliardi).
Dietro l'anomalia si nascondono la modalità con cui è stato condotto l'esame. Commerzbank ha sottoscritto un piano di ristrutturazione con la Commissione Ue prima del gennaio 2014. Motivo per cui l'analisi dei bilanci è stata condotta secondo principi non statici, ma dinamici, e quindi più morbidi, che probabilmente hanno sballato al rialzo le stime finali, superando anche quelle del mercato. Solo così si spiegherebbe il fatto che un'altra banca sotto tutela, come la portoghese Bcp abbia avuto utili 2015 per l'Eba (459 mln) superiori alle attese (344).
L'esito dell'Aqr ha spiazzato completamente gli investitori, che al contrario si attendevano che il gruppo - oggi controllato dallo Stato per il 17% dopo il salvataggio da 18 miliardi del 2009 - fallisse l'intero Comprehensive Assessment. Non è un caso che lunedì, all'indomani dei risultati, il titolo sia schizzato, segnando un balzo intraday del 9,5%, il più ampio da novembre 2013. La promozione Eba è «una sorpresa positiva vista l'esposizione considerevole della banca verso i settori delle spedizioni marittime e dell'immobiliare commerciale», ha scritto Citi in una nota. Ma la sorpresa (e la reazione borsistica) è stata così inattesa che persino lo stesso Cfo della banca diretta del gruppo, Comdirect, ieri si è affrettato a precisare che «non sono previste crescite nei profitti nel 2015». Forse, più che stress test, andavano chiamati soft test.
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© RIPRODUZIONE RISERVATA In milioni € Consensus analisti 31/12/2015 PROFITTI PRE-TASSE 2.051 1.657 UTILE NETTO (ATTRIBUIBILE) 1.336 1.133 31/12/2016 PROFITTI PRE-TASSE 2.438 2.114 UTILE NETTO (ATTRIBUIBILE) 1.600 1.464
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