un,dos,tres,un pasito bailante by mototopo

DEGLI EURO
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di Paolo Majolino – (provo a chiarire, in via definitiva, come ci truffano)
E’ premessa evidenziare che la BCE è privata perché i suoi ‘azionisti’ sono privati; ad esempio un azionista con il 15% circa è la banca d’Italia che è una ‘istituzione pubblica’ ma di proprietà di privati al 95%!
Allo stesso modo lo sono le altre banche nazionali e quindi sono privati che ‘posseggono il controllo’ della BCE.
Gli euro stampati hanno – TUTTI – come anno di stampa il 2002 ed un numero di serie che inizia con una lettera. Per l’Italia è la S, per la Francia H, ecc.
E’ EVIDENTE CHE GLI EURO SONO STAMPATI OGNI ANNO E MESE E PUO’ CAPITARE DI TROVARNE ALCUNI CON LA FIRMA DEL PRESIDENTE DRAGHI CHE, NEL 2002, NON AVEVA TALE RUOLO ! A COMPROVA CHE NON SONO STATI STAMPATI TUTTI NEL 2002 MA LO SONO PERIODICAMENTE.
La BCE, NON indica la serie delle banconote emesse, a differenza della banca d’Italia e delle altre banche nazionali che, quando erano loro ad emettere banconote, rendevano note le serie.
Una banca commerciale, non potendo sapere le serie, come fa a verificare se la banconota è genuina?
In special modo oggi che la falsificazione ha raggiunto livelli di ‘eccellenza’.
Nel mentre prima un cassiere accedeva al controllo del numero sul biglietto se era nelle serie di emissione della banca d’Italia controllando appositi archivi, poiché questo non è possibile, hanno escogitato un tecnicismo.
Il totale dei numeri di ogni banconota deve dare una cifra a due numeri che, sommati, DEVONO dare SEMPRE un determinato numero in base al Paese e per l’Italia, le cui banconote iniziano con S, questo numero è 7 e quindi la somma dei singoli numeri deve dare una cifra del tipo 43, 52, 61 ed infatti 4+3,5+2,6+1: è sempre 7.
E’ un sofisticato software che nello stampare i numeri assegna questa combinazione numerica.
Detto ciò c’è da chiedersi perché mai è stata messa in atto questa ‘astuzia’.
Avevo e da tempo indicato una delle ragioni, vale a dire che questi ‘privati’ quando dicono che hanno ‘immesso’ 500 miliardi di euro è qualcosa che dobbiamo credere e basta non potendo verificare le serie; nei fatti – questi privati – possono aver stampato 100 miliardi di più o ben altra somma!
L’indicare sempre lo stesso anno non consente, a chi ha studiato statistica, di poter risalire, pur con approssimazione, a quante banconote la BCE stampa perché con l’indicazione dell’anno potrebbe essere possibile. Esemplificando, un po’ come con gli exit poll , verificando in una determinata area campione quante banconote di un certo taglio con un anno specifico ci sono, attuando semplici modelli matematici, si è in grado di sapere – ribadisco con ragionevole approssimazione – la quantità di banconote stampata di quel taglio.
Ero nella convinzione che la ratio sottostante fosse solo quella di stampare, celatamente, maggior denaro.
E non è così, ovvero e meglio, il tutto è fatto per ben altra e più consistente ‘ragione’.
E’ importante evidenziare che il bilancio della BCE presenta un’anomalia, vale a dire che al passivo è indicata la somma di denaro stampato ed emesso al valore ‘facciale’ e chiarisco con un esempio.
ATTIVO
1.000 mld € Crediti derivanti dall’allocazione delle banconote in euro all’interno dell’Eurosistema.
PASSIVO
1.000 mld € Debiti derivanti dall’emissione delle banconote in euro all’interno dell’Eurosistema
Nel mentre nei costi (passivo) andrebbe riportato il SOLO costo sostenuto per la stampa delle banconote; così non è, perché se facessero in questo (giusto) modo gli utili sarebbero così tanti la cui tassazione porterebbe un beneficio tale da poter azzerare il debito pubblico dell’area Europa!
Oggi ho scoperto, in via definitiva, un’altra e più concreta ragione sottostante al fatto che gli euro sono stampati TUTTI con lo stesso anno: 2002.
La BCE doveva risolvere il problema che, allorquando insisteva la restituzione del denaro prestato e dovendo riportarlo nelle entrate, ciò ripresentava la problematica di enormi utili che era stata risolta con l’indebita collocazione al passivo del denaro stampato!
Soluzione (astuzia): la BCE indica che il denaro che le è restituito lo distrugge ?!?
Nessuno ha mai assistito a questa distruzione e dovrebbero filmarla, stante ovviamente la presenza di Cittadini non collusi!
La banca d’Italia, quando emetteva le lire e ne doveva distruggere un quantitativo per necessità ‘fisiologiche’ di banconote usurate, oltre ad indicare taglio/serie, aveva il vezzo di regalare mazzetti di banconote tagliate, a maggior prova dell’avvenuta distruzione.
E’ opportuno ora ricordare cosa accadde tanti anni fa e che fu dante causa della creazione della banca d’Italia.
La Banca di Roma era una delle tre banche a cui era concesso l’emissione di banconote (previo corrispettivo di riserve auree in proporzione alle banconote emesse), ancorché la stampa avveniva per il tramite della banca d’Inghilterra che emetteva denaro solo sulla certezza delle proporzionali riserve auree della Banca di Roma che ebbe grosse difficoltà di liquidità perché impegnata a finanziare amici e politici che acquistavano immobili all’asta dei tanti sventurati caduti sotto le grinfie della banca che prestava a soggetti dei quali sapeva che avrebbero avuto difficoltà alla restituzione e quindi aggrediva il patrimonio poi messo all’asta. Il Governatore della Banca di Roma trovò il modo (truffaldino) di procurarsi liquidità. Rendeva noto alla banca d’Inghilterra di aver mandato al macero una certa quantità di denaro indicando taglio e serie e, giustamente, la banca d’Inghilterra le inviava denaro nuovo in proporzione a quando distrutto.
Accadde che un Direttore di una filiale siciliana della Banca di Roma ebbe tra le mani due banconote con la stessa serie. Avvisò prontamente, ligio al dovere, il Governatore e questo gli procurò l’essere stato poi ammazzato in circostanze mai chiarite ed invero, perché uomo probo, avvisò anche la Magistratura che avviò le indagini e fu uno scandalo messo poi politicamente a tacere perché erano coinvolti finanche ministri e presidenti del consiglio !
Nei fatti ciò determinò la nascita di un istituto terzo che emettesse denaro e quindi significò la costituzione della banca d’Italia.
Tutto ciò detto, la BCE doveva risolvere il problema di come non portare a bilancio in attivo la restituzione delle ingenti somme che presta ed ecco la ‘storia’ della distruzione del denaro.
E’ evidente che dovendo distruggere denaro è impensabile che sia denaro stampato nell’anno corrente o immediatamente prima e certamente chi restituisce le somme avute in prestito non fa incetta di banconote vecchie; ne consegue che non siamo in grado di valutare se le banconote sono distrutte ed in special modo se si distruggono quelle vecchie, nella considerazione che dal 2002 sono passati 10 anni e, ragionevolmente, quelle realmente emesse in quell’anno sono usurate e da ‘rottamare’. Con l’indicazione dell’effettivo anno di stampa e col passare degli anni non dovremmo più veder circolare banconote del 2002, poi del 2003 e così di seguito, con tutte le eccezioni ovviamente, ma la maggior parte delle banconote ‘vecchie’ non dovrebbe più vedersi con la stessa frequenza.
Tutto questo è reso vano dal fatto che le banconote stampate anche nel 2012 riportano come indicazione l’anno 2002!
Poiché TUTTE le banconote sono del 2002 non sapremo mai se c’è stata effettivamente una ‘distruzione’ ovvero, come è stato dimostrato, la BCE trasferisce questo denaro in conti esteri in Paesi offshore e la quantità di conti esteri in dote BCE è enorme e c’è da chiedere loro ‘A cosa vi servono questi conti bancari?’
B A S T A, B A S T A, B A S T A e B A S T A !
p. s. / di recente ho scoperto che questi ‘privati’ della BCE con una semplice delibera del loro Consiglio Direttivo, hanno determinato che l’8% degli euro stampati sono per loro uso ?!?
Comprendete bene che parliamo di somme inverosimili!

10
NOV
3
 
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Mediobanca: "Chiedere aiuti alla Bce per finanziare una bad bank italiana"

La soluzione dei mali finanziari d'Italia? Secondo il centro studi londinese di Mediobanca sarebbe quella di creare una bad bank, ovvero un veicolo societario dove fare confluire le attività "tossiche" delle banche della Pensiola, con una dotazione di capitale da 18 miliardi di euro fornita dal fondo salva Stati Esm. L'obiettivo è depurare gli istituti finanziari dalle perdite derivanti da derivati e altri asset di cattiva qualità a spese del fondo europeo (e della cittadinanza che dovrebbe così sottoporsi a nuove misure imposte dall'Ue), aumentando la copertura dei crediti "dubbi" e allineandola agli standard del vecchio continente. Mediobanca Securities rileva però nello stesso report come "l'incertezza politica attuale" impedisce la realizzazione del progetto, perché "all'Italia manca l'autorità per negoziare con le istituzioni europee" su questo tema.
Piazzetta Cuccia aveva già fissato in una ricerca pubblicata a ottobre il bisogno di capitale per una bad bank finanziata dall'Europa, segnalando che la carenza di capitale del sistema bancario ammontava a 33 miliardi, contro i 18 miliardi annunciati adesso. L'Europa, secondo il rapporto di oggi, non potrebbe negare l'aiuto all'Italia, visto il precedente della Spagna e il nostro contributo di 125 miliardi al fondo Esm. In soldoni si tratta di 21 miliardi a disposizione di uno "sforzo di pulizia" da realizzare con pesanti accantonamenti nel quarto trimestre senza compromettere né il mantenimento di "un adeguato livello di capitale" né il rispetto delle "attese di dividendo per azione", che verrebbe allineato al minimo previsto dal mercato. L'iniziativa di Mediobanca segue di alcuni mesi una dichiarazione dell'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti che, tra gli altri, aveva avvertito che il prossimo governo dovrà fare entro l'estate una manovra da 14 miliardi.
Mediobanca Securities segnala in dettaglio che, seguendo le indicazioni del report, il tasso di copertura dei crediti "dubbi" del sistema salirebbe al 50 per cento (ovvero 50 euro accantonati ogni 100 euro di crediti dubbi) a fronte di un tasso medio di copertura del 53% in Europa, dove tra l'altro le regole sulle sofferenze sono meno stringenti. Il maggior contributo, secondo il centro studi londinese, sarebbe di Intesa Sanpaolo (7,9 miliardi) e Unicredit (7,6 miliardi), che vedrebbero il loro tasso di copertura crescere al 59 e al 53 per cento. "Riteniamo che il mercato apprezzerebbe la creazione di una bad bank finanziata dall'Esm", conclude Mediobanca, "in quanto stimolerebbe la disponibilità di credito per far ripartire l'economia dopo la disciplina fiscale di Monti".



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Danestocrazia
Maurice Allais - Wikipedia, the free encyclopedia Nobel Memorial Prize in Economic Sciences - Wikipedia, the free encyclopedia
venerdì, dicembre 03, 2004

Il Procuratore Generale Tarquini spiega la truffa di Bankitalia


Da “La banca, la moneta e l’usura – La Costituzione tradita”, di Bruno Tarquini
[*], già Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello dell'Aquila (ed. Controcorrente, Napoli 2001)

"Le anomalie di un bilancio
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[…] la Banca d’Italia, nei propri bilanci, iscrive tra le poste passive la moneta che immette in circolazione. Questo ritiene di poter fare in virtù di un mero gioco di parole, che si risolve in definitiva in una presa in giro del popolo, sfruttando in modo truffaldino la formula che ancora si trova scritta sulle banconote (“Lire centomila – pagabili a vista al portatore” – firmato “Il Governatore”) e che, oggi, non avrebbe più alcuna ragione di essere, perché non significa nulla [1].

Infatti si tratta di un’obbligazione che l’istituto bancario si assumeva nel passato (nel tempo, cioè, in cui vigeva la convertibilità del biglietto di banca in oro) di convertire appunto la carta moneta nel metallo prezioso che ne costituiva la garanzia (base aurea).

Nei tempi attuali, in cui quella convertibilità è stata abolita ed è stato imposto il corso forzoso della moneta cartacea, quella “promessa di pagamento a vista” ha perduto ogni contenuto e non può, quindi, avere alcun valore. Tuttavia la Banca d’Italia ritiene ancora di potersene avvalere, confidando che la mera apparenza, che ancor oggi conservano i biglietti di banca, di cambiali a vista, e quindi formalmente di debito, le possa consentire legittimamente di considerare la moneta immessa in circolazione come una propria passività da iscrivere in bilancio tra le poste passive. Ed è noto come l’aumento artificioso del passivo, in un bilancio societario, determini un illecito annullamento dell’attivo [2].

Quindi l’Istituto di Emissione immette in circolazione banconote che sono non solo prive di alcuna copertura (neanche parziale) o garanzia, ma anche strutturate come false cambiali, che da un lato offrono una parvenza di legalità alla loro iscrizione nel passivo dell’azienda, dall’altro costituiscono un “debito inesigibile”, come affermano le stesse autorità monetarie, inventando una fattispecie giuridica di cui facilmente si può misurare l’assurdità. A parte, infatti, che la inesigibilità non può che riguardare il credito (perché è questo che, caso mai, non può essere esatto), con la formula del “debitore inesigibile” si fa decidere allo stesso debitore di non pagare il debito.

Una cosa è dire che “il credito” è inesigibile perché il debitore non può pagare, altra cosa è invece dire che esso è inesigibile perché il debitore (la Banca Centrale) per legge ha la garanzia di non dover pagare.

Riassumendo, delle due l’una: o la Banca d’Italia non è proprietaria della moneta al momento dell’emissione (come hanno affermato i rappresentanti del governo rispondendo alle interrogazioni parlamentari) ed allora appare del tutto ingiustificato che ne tragga un utile, tanto più che la banca stessa assume di essere debitrice dei simboli monetari emessi, così da iscriverli come posta passiva nel proprio bilancio; oppure la Banca Centrale (contrariamente a quanto dichiarato dai due Sottosegretari di Stato) è proprietaria di quella moneta e con giustificazione (solo apparente) ne ritrae un utile dal suo prestito al sistema economico nazionale, ma allora assume i contorni di un fatto illecito far figurare come poste passive operazioni che sono invece indubbiamente attive."

Note:

[*] Bruno Tarquini è nato ad Avezzano (L’Aquila) nel 1927. Laureatosi in giurisprudenza nel 1948 presso l’Università di Roma, è entrato giovanissimo in magistratura, percorrendone tutti i gradi. E’ stato pretore a Roma e, dal 1955, al Tribunale di Teramo, prima come giudice, poi come presidente; nel 1986 è stato trasferito alla Corte d’Appello dell’Aquila, dove ha svolto le funzioni di presidente della sezione penale e della Corte d’Assise di secondo grado, infine, nel 1994, è stato nominato Procuratore Generale della Repubblica presso la stessa Corte d’Appello. Gli studi giuridici e l’attività professionale non gli hanno impedito di alimentare le sue curiosità intellettuali, con particolare riguardo alla storia.

[1] Provi il cittadino a presentarsi ad uno sportello qualsiasi della Banca d’Italia, esibisca una banconota contenente quella (ormai inutile) promessa di pagamento e chieda di essere “pagato a vista”. E’ probabile che venga preso per matto!

[2] Sarebbe di certo giuridicamente infondato sostenere la legittimità della indicazione nel passivo della moneta al momento della emissione (ed a maggior ragione durante la sua circolazione), facendo ricorso a quanto stabilisce l’art.2424 del codice civile, secondo il quale il bilancio delle società per azioni deve indicare nel passivo (tra l’altro) anche “il capitale sociale al suo valore nominale…”, poiché non vi è alcun dubbio che nella massa di moneta creata e messa in circolazione dalla Banca Centrale non può sicuramente identificarsi il capitale sottoscritto e depositato dagli azionisti (“partecipanti”), dei quali costituisce un credito e,
quindi, per la società un debito. Quella moneta la stessa Banca d’Italia – come si dirà più oltre – la definisce “merce”.


posted by admin at 2:49 PM
 
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Argentina: il salario minimo garantito fa impazzire il FMI

La guerra tra le due Cristine e l'impatto sull'Europa. Sopratutto sull'Italia
In Gran Bretagna gli hanno dato un nome preciso e ormai la seguono come se fosse una telenovela nella sezione geo-politica: "The Christines at war",la guerra delle Cristine, che sarebbe una fiction a puntate davvero impossibile non seguire.
Ci siamo anche noi, dentro, naturalmente, e il nostro ruolo in questa telenovela non è certo dalla parte dei buoni. La Storia ci ha messo nella situazione di dover interpretare il ruolo di quei personaggi che quando entrano in scena, dopo le prime due battute, ci spingono a dare una gomitata al nostro compagno di poltrona per commentare "questo mi sa che fa una brutta fine". Non siamo certo gli eroi di questa fiction iper-realista. La nuova puntata (vera chicca per gourmet) si è svolta in un sontuoso teatro internazionale: la East Coast degli Usa, tre giorni fa uno scambio di battute al fulmicotone tra la segretaria del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, dalla sede di Washington –reduce da un incontro ufficiale con il ragionier vanesio- la quale, infantilmente ha minacciato l'Argentina usando di proposito una metafora calcistica "per il momento sto mostrando a quella nazione il cartellino giallo; ma c'è una inderogabile scadenza che è il 10 dicembre 2012. Superata quella data scatterà automaticamente il cartellino rosso e l'Argentina verrà espulsa dal Fondo Monetario Internazionale". La presidente argentina si trovava in quel momento a un tiro di schioppo, stava a New York, al palazzo dell'Onu. Da aggiungere che (gli sceneggiatori sono abili professionisti di mestiere) nell'esatto momento in cui madame Christine minacciava la senora Cristina, la presidente stava parlando all'assemblea dell'Onu a Manhattan perorando la causa dell'indipendenza del Sud America e chiarendo –con gravi toni minacciosi ben coperti dalla consueta retorica diplomatica- che il teatro internazionale geo-politico non è più quello degli anni'70 e che la grande stagione dello schiavismo colonialista è tramontata. Finito il suo intervento, i suoi segretari le hanno comunicato immediatamente l'esternazione della sua omonima francese. E la presidente Kirchner ha dichiarato subito: "L'Argentina è una grande nazione. Ma prima ancora è una nazione grande. Abbiamo un vasto territorio baciato dalla fortuna naturale. Abbiamo risorse nostre, che ci consentiranno la salvaguardia della nostra autonomia e della nostra indipendenza. Ma soprattutto siamo un paese orgoglioso che ci tiene alla propria dignità. Vorrà dire che staremo fuori".

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Sono Queste Forze Nascoste che "Hanno Eletto" il Presidente?

A quanto pare gli USA sembrano indirizzati verso quelli che potrebbero sembrare dei tagli alla spesa. Gli elettori sono ingenui, ci cascano ogni volta. Sono raggirabili, o per meglio dire, finché gl iassegni del governo arrivano nella cassetta delle lettere si lasciano raggirare. Infatti, si tratta del solito film che vediamo ripetuto in ogni governo del mondo: tagli alla spesa. Sappiamo già la fine, prima che l'orologio arrivi allo 0 la bomba verrà disinnescata; così sarà per i tagli alla spesa. Quindi, i cosiddetti tagli automatici tanto temuti dall'establishment politico ammontano a quasi il 2% della spesa federale totale (che nell'ultimo decennio è stata pari a $47 bilioni). Avere un'azienza sull'orlo del fallimento e rinunciare al caffè della mattina riuscirà a salvarla? Ma attenzione perché se vi aspettate che l'apparato statale rinunci al suo potere vi sbagliate, infatti Obama ha già lasciato intendere che già qualcosa "bolle in pentola." Cos'è? Che domande! Aumenti della spesa! Il governo tratta gli elettori come se fossero dei bifolchi analfabeti. I media mainstream fanno lo stesso.
___________________________________________________


di Bill Bonner


Oggi, Idi di Febbraio, teniamo il cappello in mano... chiniamo la testa... e lasciamo che la nostra bocca resti aperta per lo s...


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