un,dos,tres,un pasito bailante by mototopo

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OTTIMO SPUNTO DI CARUSO SU UN PERICOLO DI CUI ABBIAMO GIA' PARLATO IN QUESTI GIORNI
Lo studio dei fenomeni di speculazione di massa porta a notare che le bolle si sviluppano in sequenze o a grappoli in un determinato periodo di tempo e che quindi tendono ad essere eventi che sono correlati uno con l’altro: ogni bolla, infatti, conduce a una crisi e la risposta a ciascuna di queste crisi a suo modo pone le basi per la bolla successiva.
Il grafico (S&P500 trimestrale 1928-2013) evidenzia molto bene – attraverso due nostri indicatori proprietari - come il mercato azionario americano sia in una delle situazioni di maggior tensione tecnica della sua storia.

Accoppiata con il livello di utilizzo della leva finanziaria più intenso di sempre,

e con la RIAPPARIZIONE DELL'HINDENBURG OMENhttp://www.francescocaruso.ch/hindenburg-omen/, questa situazione presenta connotazioni di lungo termine di grande cautela. Sul breve, come sempre, tutti credono di poter “uscire in tempo” e di trovare qualcuno che compra da loro a prezzi più alti. La Storia, evidentemente, insegna poco o nulla.


ATTENZIONE A CROLLI IMPROVVISI IN AMERICA...
 


16/08/13

L'ECUADOR AZZERA IL DEBITO PUBBLICO E SUBISCE UN GOLPE ( la mafia finanziaria non perdona . ndr )

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Il Segreto di come loro controllano il Mondo - Quella casa nel bosco

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<LI class="cat-item cat-item-39">LIBRE news<LI class="cat-item cat-item-1">Recensioni<LI class="cat-item cat-item-583">segnalazioni“Rf” si prenderà anche il nostro oro: e lo farà di nascosto


Scritto il 17/8/13 • nella Categoria: segnalazioni


Lo faranno di nascosto, tu non saprai nulla, e per noi italiani, oltre che per molti altri, saranno ancor più miserie sociali, tagli a tutti i servizi, fallimenti di aziende come piovesse, disoccupazioni record, con i coglioni mediatici che in prima serata si chiederanno… “perché questa crisi non passa?”. Ecco cosa sta per accadere: il 70% del debito pubblico italiano di più di 2 mila miliardi di euro sarà trasferito a un fondo europeo comune, chiamato Redemption Fund (di seguito Rf), dove saranno convogliate anche tutte le eccedenze di debito pubblico degli altri Stati dell’Eurozona. Cioè: siccome il Trattato di Maastricht stabilisce che il debito pubblico degli Stati non deve essere superiore al 60% del Pil, tutto ciò che eccede questo limite nei debiti pubblici dei 17 paesi dell’euro sarà trasferito in questo Redemption Fund. Ok? Saranno quindi cifre immense di trilioni e trilioni di euro, che diverranno a quel punto di proprietà del Rf.
Stop un attimo: l’idea di questo Rf è tedesca, e precisamente del Consiglio Tedesco di Esperti Economici, e già qui la cosa puzza. Infatti vedremo sotto dove sta il marcio. Il documento che ne parla è della Commissione Europea. Torniamo a questo Rf. Dunque gli Stati dell’euro trasferiranno tutte le eccedenze di debito pubblico sopra al limite del 60% sul Pil al Rf, ma saranno comunque tenuti a onorare quella parte del debito trasferita (cioè a ripagare interessi e scadenze). Ma il Rf farà una cosa nuova che dovrebbe aiutare tutti gli Stati, e soprattutto quelli più indebitati come Italia, Grecia, Portogallo. Il Rf venderà dei suoi titoli agli investitori per racimolare soldi, e con quei soldi i governi dell’Eurozona potranno a) finanziarsi; b) onorare il proprio debito pubblico che fu trasferito nel Rf.
Il vantaggio è che siccome i titoli del Rf saranno garantiti da tutti i 17 paesi euro, essi saranno, agli occhi dei compratori, super sicuri, quindi gli interessi che il Rf pagherà su di essi saranno molto bassi. Certamente più bassi degli interessi che Italia, Spagna, Grecia, Francia, Portogallo pagano oggi per finanziarsi coi propri titoli di Stato. E qui sta la parte vantaggiosa, cioè i 17 dell’euro si potranno finanziare e potranno finanziare i ri-pagamenti sul loro debito pubblico a tassi molto più bassi grazie a questi titoli Rf. Ok, quindi uno direbbe che ‘sto meccanismo del Rf è a fin di bene, no? No, perché il documento della Commissione Europea che descrive questo meccanismo specifica in toni perentori che l’adesione al progetto Rf da parte degli Stati comporta condizioni severissime, ultra severe, e indovinate un po’ di cosa si sta parlando? Ma sì! Ma certo! Dei soliti programmi di tagli feroci alla spesa pubblica, agli stipendi, alle pensioni, all’occupazione, a tutti i servizi pubblici.
Ecco cosa bolle in pentola con ‘sto Rf! Altro che vantaggi per lei, signor Ugo e signora Claudia. La Commissione infatti parla di “super potere d’intervento nei programmi di spesa dei governi”, come se non bastassero quelli che già ha grazie al Fiscal Compact. Ma c’è di peggio. I tedeschi hanno proposto che, al fine di garantire il ri-pagamento da parte degli Stati del loro debito: a) una quota del già micidiale prelievo fiscale di oggi sia trattenuta, oppure che si introducano nuove tasse, specialmente aumenti Iva, quindi… ancor più tasse; b) gli Stati partecipanti promettano in pegno, attenzione!, le loro riserve di moneta straniera e le loro riserve d’oro come garanzia sui ri-pagamenti, appunto. Vi rendete conto? La partecipazione in questo programma Redemption Fund comporta una nuova ventata killer di Austerità e addirittura la perdita totale di sovranità degli Stati persino sulle loro riserve monetarie e d’oro. Come ogni altro progetto di stampo sociopatico e di stampo Economicidio (cioè killer delle garanzie sociali di noi cittadini e della nostra economia per viviere) della Commissione Europea, anche questo diventerà realtà. fonte da libre
 
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La moneta cattiva scaccia la buona
di Cristoforo Barberi - 18/08/2013

Fonte: giornaledelribelle [scheda fonte]

http://www.giornaledelribelle.com/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=982
http://www.giornaledelribelle.com/i...ntent&task=view&id=982&pop=1&page=0&Itemid=10
http://www.giornaledelribelle.com/index2.php?option=com_content&task=emailform&id=982


moneta%20cattiva.jpg


La legge di Gresham, finanziere inglese, enunciata nel 1551,stabilisce che la cattiva moneta in circolazione scaccia quella buona. In parole povere le monete consumate o addirittura manomesse, diminuendo di peso, perdono il valore intrinseco, essendo di materiale prezioso, rispetto a quelle fior di conio.
Si creano così due sistemi monetari, uno gestito dai furbi e da chi può accumulare ed uno corrente usato dai fessi, dai poveri e da chi è costretto a farle circolare. I primi conservano e incassano monete nuove, pagano con le vecchie, i poveri non hanno tempo o possibilità di scelta ed usano le monete più correnti che sono come sono.
Sembra una banalità ma si creano due economie su piani diversi.
Questo concetto era stato addirittura descritto da Aristofane nella commedia “ Le Rane” ben quattro secoli prima di Cristo.
Questo chiaro concetto può essere esteso a vari campi dell’economia nel senso che ogni irregolarità danneggia la parte sana dell’economia stessa. Più si estendono sistemi irregolari, nel breve periodo apparentemente più vantaggiosi, più cresce la povertà generale nel lungo periodo. Alla fine non c’è più ricchezza per nessuno!
Il lavoro in nero oltre che irregolare danneggia il lavoro in chiaro. L’evasione fiscale danneggia il sociale. La concorrenza sleale ruba mercato all’economia regolare. L’offerta eccessiva fa calare i prezzi; sono cose che tutti possiamo riscontrare nella realtà odierna; ma si comincia ad intravvedere la fine che si farà.
La globalizzazione che permette una vasta mobilità dei popoli illude i poveri ad abbandonare i loro paesi, anziché spingerli a svilupparli, e li incanala verso i paesi più ricchi con il miraggio che sia conveniente per tutti. Per i poveri vale l’aspirazione ad un miglior tenore di vita, per i ricchi vale il calcolo di disporre di maggiore manodopera onde supplire alle carenze create dallo stato sociale, che permette ancora a molti di loro di vivere senza lavorare.
Una visione un po’ miope perché non considera i numeri della demografia: i ricchi destinati a diventare poveri sono circa un miliardo di esseri umani, i poveri sono circa cinque miliardi e saranno destinati solo ad essere solo un po’ meno poveri. I primi sono in forte decrescita, i secondi in crescita esponenziale. Il pianeta quindi può già specchiarsi, per il futuro, in quello che oggi sono la Cina o l’India; non potrà andare meglio.
Vale sempre il vecchio concetto che disponendo di una sola torta se la mangiamo in quattro le fette avranno una dimensione, se la dividiamo in venti, ammesso che basti, le fette avranno ben altra dimensione.
Chi si sposta verso i paesi ricchi apparentemente contribuirà all’arricchimento ma alla lunga scardinerà il sistema sociale: sanitario ed assistenziale. Il loro alto numero accrescendo la domanda di lavoro abbasserà i salari prima e gli stipendi poi, quando arriveranno poveri ma saranno diplomati o laureati.
In Italia ad esempio il salario base di un lavoratore non qualificato è ormai di trecento euro al mese, dieci euro al giorno, un euro l’ora. Ciò era assolutamente impensabile solo cinque o dieci anni fa.
E dire che esperti economisti e governanti per anni hanno sostenuto che ciò era una risorsa: lo è stato per tutti coloro che sfruttano questa gente. La vera risorsa sarebbe stato potenziare la crescita ordinata dei paesi poveri, combattere la corruzione e la cattiva ridistribuzione delle ricchezze naturali o prodotte dall’uomo nei loro paesi.
Può sembrare che queste idee siano false o che nascondano l’egoismo di chi avendole capite vuole essere lasciato in pace.
Non è così perché la famosa torta deve prima essere ingrandita e ciò è possibile operando proprio nei paesi poveri dove gli spazi sono enormi, le ricchezze naturali più abbondanti e braccia e menti molto più numerose.
Tornando al discorso della moneta, se importiamo povertà aumenteremo la povertà, se aumentiamo il lavoro nero sarà a scapito di quello in chiaro, se impostiamo una economia irregolare sarà a scapito di quella regolare, se salta lo stato sociale salta per tutti.
 
il giornalista che ha indagato sul caso Orlandi »











Come un paese della zona euro, in default, può stampare euro


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17 agosto 2013 |
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Autore Nicoletta Forcheri | Stampa articolo
Dall’articolo sotto si enucleano vari fatti interessanti:

1. che la Gran Bretagna non ha aderito al sistema TARGET2, pur partecipando alla BCE e pur non avendo adottato leuro come la Danimarca che pure appartiene a TARGET2.
2. che i TDS (titoli di Stato) sono altamente liquidi e cioè valgono moneta tra banche (donde il contingentamento della BCE degli stessi per evitare il rischio sotto)
3. che a partire dal momento che un paese ha privatizzato come l’Italia il suo sistema bancario si è dato la zappa sui piedi, il che è elementare ma l’autore sotto ragiona come se il paese X avesse entità da esso controllate ossia pubbliche, cioè ragiona da inglese.
4. che le sentenze dei tribunali possono essere aggiustate in senso favorevole per un dato paese, ma questo è valido nella sovranità di un paese come GB, FR e DE poiché non si è mai visto in Italia la magistratura deliberare contro le banche creditrici.
5. che l’euro non è una moneta unica “finale” in quanto la BCE non è pagatore di ultima istanza (ufficialmente) contrariamente alla BoE e alla sterlina che lo sono
6. last but not least, che stampando moneta a iosa, sia pur in una circostanza di default “si diluisce la ricchezza dei creditori” ergo si aumenta quella dei debitori… Non una parola sulla tanto paventata “inflazione”…
N. Forcheri
di Julian DA Wiseman, http://leconomistamascherato.blogspot.it/2011/08/defaulting-eurozone-country-can-print.html agosto 2011

Trad. a cura di Marco Saba, riveduto da N. Forcheri
(Originale inglese: English)

Argomento: I default sovrani sono sempre disordinati, ma un default sovrano nella zona euro può causare danni ancora maggiori, molto sparsi e non marginali, su una parte ancora ricca del mondo.

Cronistoria pubblicazione: tratto da www.jdawiseman.com/papers/finmkts/20110619_euro_defaulter_print_euros.html . Articolo coperto dai normali diritti di autore

Indice: Introduzione; La contraffazione; Le sterline presso la Banca d’Inghilterra; L’euro in TARGET2; La struttura legale del TARGET2 (molteplicità dei sistemi, le banche centrali hanno un credito perfetto, Il fallimento non si applica a una banca centrale, Qual’è la zona giuridica di competenza?); Alcune domande senza risposta; Conclusioni.

Introduzione

Ai fini di questo saggio, supponiamo che un paese sovrano dell’Eurozona, il paese X, sia a rischio di default. Questo paese sovrano potrebbe essere uno qualsiasi degli attuali Stati membri dell’Eurozona (AT, BE, CY, DE, EE, ES, FI, FR, GR, IE, IT, LU, MT, NL, PT, SI, SK), o un paese non-membro collegato al TARGET2 (DK), o qualsiasi altro paese sovrano (quando diventerà membro della UE).

Si supponga inoltre che il paese inadempiente agisca egoisticamente, se così facendo avesse la possibilità di ottenere un guadagno.

Questo saggio dimostra come la struttura di TARGET2 permette a un paese egoista in default, membro dell’Eurozona, di aiutare se stesso e i suoi amici con quantità illimitate di euro.

La contraffazione

Quindi, il paese X sa che il default è imminente e – ognun per sé – decide di prendersi quello che può.

* Il Paese X presta alle sue banche locali, senza garanzie, una quantità enorme di titoli di Stato la cui quantità teorica potrebbe corrispondere a diversi anni di PIL

* Questo debito pubblico è utilizzato come garanzia in TARGET2 per effettuare pagamenti di grosse dimensioni a soggetti di comodo in altri paesi della UE.

* Queste entità di comodo possono poi effettuare dei pagamenti ad altri, ivi compreso ad enti nello stesso paese originante, X.

Si rivelerà poi impossibile smontare tutte o in gran parte le operazioni effettuate. Quindi grosse quantità di euro verranno trasferite al paese X. Naturalmente, ci saranno problemi legali. Ma molte di queste cause dovrebbero avvenire nei tribunali del paese X, e citare in giudizio i paesi in bancarotta, presso i propri tribunali, di solito non è produttivo.

Chi è stato derubato? Probabilmente, il reato più simile è quello della contraffazione: il denaro è stato creato, in modo da diluire la ricchezza dei detentori di euro e diluendo così la ricchezza dei creditori. Infatti, se l’operazione viene eseguita in dimensioni abbastanza grandi, la diminuzione del valore della moneta in euro potrebbe essere sostanziale.

La Banca centrale europea è sicuramente al corrente del rischio di tale misfatto. Con le spalle al muro, la BCE sarebbe sicuramente disposta a spendere un sacco – un sacco! – per evitarlo. Gli operatori del mercato potrebbero pensare che questo riduce la probabilità di default. Ma se, in un momento testardo di reciproca distruzione, al paese X è permesso di fare bancarotta, e lo fa dopo questa rapina, il tasso del recupero in euro svalutato sarebbe minimo.

Purtroppo per il paese X, il denaro nuovo di zecca non può essere usato per impedire il default. È solo perché il paese X è inadempiente che sarebbe disposto a creare enormi quantità di obbligazioni. I soldi possono essere stampati, ma mai abbastanza per catturare la coda del debito [NdT: poichè il denaro-debito chiamato euro produce sempre ulteriori interessi da pagare cui non corrisponde il capitale inizialmente creato, una delle principali assurdità del nostro sistema monetario corrotto è che cerchiamo disperatamente di esportare con le guerre pacifinte: vedi Libia i cui ribelli sono finanziati dalla Banca Mondiale].

Il resto di questo saggio spiega come la struttura legale del TARGET2 non riesce a evitare che una banca centrale ostile esegua la contraffazione di enormi quantità di euro.

Le sterline presso la Banca d’Inghilterra

Per spiegare meglio, iniziamo con un semplice esempio sugli aspetti giuridici del sistema di pagamento, a cui la zona euro può essere confrontata. La GBP, la sterlina inglese, è una moneta con una sola banca centrale unificata che, per ragioni storiche, viene chiamata la Banca d’Inghilterra (‘BoE’, Bank of England).

Mettiamo che un milione di sterline siano da pagare, per un qualsiasi motivo, da qualcuno che ha il conto presso la Barclays a qualcuno che ha il conto alla Royal Bank of Scotland (‘RBoS’). Il cliente della Barclays ordina alla banca Barclays il pagamento. La Barclays riduce il saldo del conto del cliente di questo importo. La Barclays, attraverso il sistema di pagamento CHAPS [NdT: sistema di compensazione interbancaria - o settlement], istruisce la BoE di trasferire il denaro dal conto Barclays presso la BoE al conto RBoS sempre presso la BoE. Questa istruzione alla BoE contiene anche informazioni su quale conto RBoS è il beneficiario, e la RBoS aumenta il saldo di quel conto. Il pagamento è fatto.

Si osservi che ci sono due livelli. I clienti bancari ordinari fanno operazioni attraverso le banche, mentre le banche operano attraverso la banca centrale. Nel sistema della sterlina, il tipo supremo di denaro, noto anche come “denaro finale”, è il denaro della banca centrale. Le banche possono continuare a effettuare pagamenti fino a quando il denaro si esaurisce e la BoE smette di prestarne [NdT: e quindi di crearlo "ex nihilo", dal nulla, derubando i legittimi detentori della sovranità monetaria].

L’euro nel TARGET2

Ora supponiamo che un milione di euro debba essere versato da un cliente della Société Générale (‘SG’) in Francia, a un cliente della Danske Bank in Danimarca. (La Danimarca non è un membro della zona euro, ma la banca centrale danese è collegata al TARGET2). Così il cliente della Société Générale ordina alla SG stessa di effettuare il pagamento. La SG diminuisce il saldo del conto del cliente del rispettivo importo. La SG invia un ordine di pagamento su TARGET2, a cui entrambe le banche centrali sono collegate. La Banque de France riduce il saldo del conto SG in base a questo valore, e la Danmarks Nationalbank aumenta il saldo della Danske Bank per la stessa quantità. Infine, la Danske Bank accredita il conto del proprio cliente e il pagamento è fatto.

Davvero? Un momento: come fa la Banque de France a pagare la Danmarks Nationalbank? Non lo fa. Non esiste una moneta unica “finale” nella zona euro. Le banche centrali nazionali non regolano queste cose tra di loro. Fino a quando esse saranno solventi e affidabili, funziona. Ma vuol dire che un paese X fallito può effettuare pagamenti che non può pagare, e se tali pagamenti sono ad agenti dello stesso paese X, allora il paese X avrà pagato sé stesso [NdT, ciò è valido per i paesi che abbiano agenti/enti pubblici cioè banche pubbliche e controllate dal pubblico, donde l'importanza di mantenere un sistema pubblico di banche e società].

La struttura legale di TARGET2

Cerchiamo quindi di esplorare la struttura legale di TARGET2. Il do Indirizzi della BCE del 26 Aprile 2007 sul trasferimento espresso trans europeo automatizzato di regolamento lordo in tempo reale (TARGET2)cumento rilevante è “Indirizzo della BCE del 26 Aprile 2007 relativo a un sistema di trasferimento espresso transeuropeo automatizzato di regolamento lordo in tempo reale (TARGET2)” (TARGET2) (BCE/2007/2) GU L 237 dell’8.9.2007, pag. 1. Esso comprende la formulazione degli accordi che disciplinano il TARGET2.

Il TARGET2 è una molteplicità di sistemi
BCE/2007/2,
Allegato II, titolo I,
Art. 3, par. 5-6

5. TARGET2 è giuridicamente strutturato come una molteplicità di sistemi di pagamento composta da tutti i sistemi che costituiscono TARGET2, designati come «sistemi» secondo le rispettive normative nazionali di attuazione della Direttiva sul carattere definivo dei regolamenti. TARGET2-[inserire riferimento a BC/paese] è designato come «sistema» ai sensi del [inserire la disposizione nazionale pertinente di attuazione della Direttiva definitiva sui regolamenti].

6. La partecipazione a TARGET2 ha luogo con la partecipazione a un sistema costitutivo TARGET2. Le presenti condizioni descrivono i reciproci diritti e obblighi dei partecipanti a TARGET2-[inserire riferimento a BC/paese] e della [inserire il nome della BC]. Le regole di elaborazione degli ordini di pagamento (titolo IV) si riferiscono a tutti gli ordini di pagamento immessi o ai pagamenti ricevuti da qualunque partecipante a TARGET2.
Quindi TARGET2 non è una persona giuridica, anzi non è nemmeno una cosa sola. Si tratta di una molteplicità di sistemi, ciascuno dei quali è sotto il controllo di una banca centrale.

Il TARGET2 presuppone che le banche centrali abbiano un credito perfetto
BCE/2007/2 ,
Allegato II, titolo IV,
Art. 16, &1 e 3

1. Un partecipante può limitare l’uso della liquidità disponibile per gli ordini di pagamento nei confronti di altri partecipanti a TARGET2, escluse le BC, fissando limiti bilaterali o multilaterali. Tali limiti possono essere fissati solo in relazione a ordini di pagamento ordinari.


3. Con la determinazione di un limite bilaterale, il partecipante dà disposizione alla [inserire nome della BC] di non regolare un ordine di pagamento accettato se la somma dei propri ordini di pagamento ordinari in uscita verso un altro conto PM di un partecipante a TARGET2, al netto della somma di tutti i pagamenti urgenti e ordinari in entrata provenienti dal conto PM di tale partecipante a TARGET2, supera detto limite bilaterale.

Si osservi che il modello alla base di TARGET2 presuppone che le banche centrali abbiano un credito perfetto.

La procedura d’insolvenza non si applica a una banca centrale
BCE/2007/2,
Allegato II, titolo IX,
Art. 34, par. 1

Sospensione e cessazione straordinaria della partecipazione
1. La partecipazione di un partecipante a TARGET2-[inserire riferimento a BC/paese] cessa con effetto immediato e senza preavviso ovvero è sospesa se si verifica uno dei seguenti eventi di default:

a) l’apertura di procedure d’insolvenza;
BCE/2007/2 ,
Allegato II, titolo I,
Art. 1 (Definizioni)
- per «partecipante» (o «partecipante diretto») (participant or direct participant) si intende un soggetto che detiene almeno un conto Payment Module presso la [inserire nome della BC], 1
Poiché le regole di insolvenza si applicano a un partecipante, e che un partecipante detiene un conto Payments Module (PM) presso le rispettive banche centrali e, visto che presumibilmente una banca centrale non dovrebbe detenere un conto PM presso se stessa, quindi la procedura fallimentare non si applica a una banca centrale.

Quale giurisdizione?
BCE/2007/2 , § IV,
Art. 12, par. 1 e 3

Risoluzione delle controversie e legge applicabile
1. In caso di controversia tra le BC dell’Eurosistema relativamente al presente indirizzo, le parti interessate tentano di comporre la controversia in conformità di quanto previsto nel protocollo di intesa relativo alla procedura per la composizione delle controversie interne al SEBC.

3. Nel caso di una controversia del tipo di cui al paragrafo 1, i rispettivi diritti e obblighi delle parti sono determinati in via principale dalle norme e procedure stabilite nel presente indirizzo. Nelle controversie relative ai pagamenti tra i sistemi componenti TARGET2 trova applicazione, in via sussidiaria, la legge dello Stato membro in cui si trova la sede della BC dell’Eurosistema del beneficiario, a condizione che essa non contrasti con il presente indirizzo.
Ciò lascia spazio ad astuzie impreviste e alle conseguenti dispute. Che cosa accade se il paese X, sul bordo del default, fa quanto segue:

Crea tantissimi titoli di Stato, valutati generosamente, e li presta a una banca locale amichevole.
Tale banca, utilizzando i titoli appena emessi come garanzia, invia i soldi sul conto di un’entità di comodo nel paese Y non ìn default e appartenente al sistema TARGET2 (con X ≠ Y).
Metà di tale denaro viene poi reinviato a un altro ente del paese X.
E quindi? I tribunali del paese Y possono decidere se il pagamento in uscita, sostenuto da garanzie dubbie, sia valido o meno. Se è valido, allora la metà del denaro restante nel paese Y è moneta buona. Se non è valido, allora l’entità di comodo del paese Y fallisce, e il suo liquidatore si rivarrà per il pagamento con il paese X. Ma quest’ultimo caso verrà poi valutato dal Tribunale del paese X, le cui leggi potrebbero essere state “aggiustate” in senso sfavorevole per la condanna di tali azioni.

Nel determinare la validità dei pagamenti, la regola importante è tipicamente la legislazione locale del 1998 di attuazione della DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO che modifica la direttiva 98/26/CE concernente il carattere definitivo del regolamento nei sistemi di pagamento e nei sistemi di regolamento titoli e la direttiva 2002/47/CE relativa ai contratti di garanzia finanziaria per quanto riguarda i sistemi connessi e i crediti
http://ec.europa.eu/internal_market/financial-markets/docs/proposal/sfd_fcd_proposal_it.pdf
(la cui implementazione è un obbligo: si veda l’allegato II, Titolo I, Art. 3, par. 5 citato sopra).

Ma la legislazione locale e la giurisprudenza potrebbe variare, quindi le autorità del paese X potrebbero complicare ulteriormente le cose con l’invio di denaro, tramite entità di comodo, in molteplici giurisdizioni del sistema TARGET2.

Alcune domande senza risposta

Questo ragionamento lascia senza risposta alcune domande sgradevoli.

In quale momento la BCE potrebbe accorgersi di cosa sta succedendo, e quindi avviare il default formale staccando la spina? La stampa finanziaria ha generalmente descritto le azioni delle autorità dell’Unione europea, nella crisi attuale, come “buttare a calci il barattolo giù per la strada”. Questo passo sarebbe il contrario: la BCE direbbe che, poiché il paese X deve comunque fallire un giorno, la BCE fa avvenire il default immediatamente. Questa sarebbe una decisione difficile da prendere e da giustificare. Non è chiaro se sia legale.
Qual è la nazionalità dei dipendenti della BCE che potrebbe staccare la spina? Si può aver fiducia che non farebbero una telefonata rimandando di dieci minuti? Davvero possiamo fidarci ?
Sarebbe davvero possibile per il paese X di eseguire un atto ostile in diretta violazione degli obblighi derivanti dal trattato? Anche se non lo facesse, potrebbe forse il paese X minacciare di farlo? La BCE potrebbe davvero contare sul fatto che il paese X non lo farebbe ?
Conclusione

I default sovrani sono sempre disordinati, ma un default sovrano nella zona euro può causare danni ancora maggiori, molto sparsi e non marginali, su una parte ancora ricca del mondo. La BCE lo sa sicuramente ed è per questo che continua a insistere sul non-default. La BCE intende proprio questo.

- Julian DA Wiseman
19 giugno 2011
www.jdawiseman.com
1[per Payment Module (PM) si intende un modulo della Single Shared Platform o Piattaforma unica condivisa nel quale i pagamenti dei partecipanti a TARGET2 sono regolati sui conti PM, cioé un conto detenuto da un partecipante a TARGET2 nel paese membro presso una BC dell'Eurosistema, necessario per consentire a tale partecipante a TARGET2 di: immettere ordini di pagamento o ricevere pagamenti attraverso TARGET2; e regolare tai pagamenti attraverso tale BC dell'Eurosistema]


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Pubblicato in DOMINIO E POTERE














 
vero peso dell’Italia, occultato dai padrini dell’euro

Scritto il 19/8/13 • nella Categoria: segnalazioni



Opinion maker come Eugenio Scalfari e Giovanni Floris fanno operazioni di «spudorato terrorismo», perché «spaventavano il pubblico dicendo che, fuori dall’euro, l’Italia avrebbe perso qualsiasi peso economico» e hanno usato espressioni come «finiremmo come il Marocco, o l’Egitto, quei posti lì». Sorvolando sul «retrogusto razzistoide» di frasi di quel genere, che possono far presa «solo su chi ha una totale ignoranza della realtà economica del nostro tempo, e in particolare sul peso specifico del nostro paese nel contesto internazionale», Claudio Martini ricorda che l’Italia «è un paese molto importante, ma sopratutto molto ricco». Peccato che, nell’immaginario collettivo di tanti italiani, il nostro paese resta «una provincia piccola e marginale», che presto sarà «scalzata dalla Thailandia», e che comunque «non può reggere il peso dell’avanzata dei paesi emergenti», quindi deve “fare gruppo” con i cugini europei per resistere alla preoccupante ascesa dei “negri”, membri dell’ex “terzo mondo”. «Corollario: se si esce dall’esclusivo club euro si finisce come il Nord Africa».
Qui non c’è di mezzo solo il classico auto-razzismo degli italiani, sostiene Martini in un intervento su “Il-main-stream”, ripreso da “Come Don Chisciotte”. «Qui gioca un ruolo la mancata consapevolezza dell’incredibile divario che separa i paesi ricchi da quelli poveri». Prendiamo il Marocco: secondo dati ufficiali Fmi aggiornati al 2012, il reddito nazionale lordo del Marocco è di 97 miliardi e mezzo di dollari, mentre quello italiano assomma a 2.014 miliardi. «Avete letto bene: il Pil marocchino è meno di un ventesimo di quello italiano. E non pesa qui il divario di popolazione, visto che i residenti in Marocco sono grosso modo i 3/5 di quelli in Italia (38 milioni contro 59)». E l’Egitto? Inserire questo paese nel novero di quelli “che crescono” sembra davvero improprio, visto l’attuale caos politico-economico. «In ogni caso, il Pil egiziano nel 2012 era di 256 miliardi di dollari: grossomodo un decimo del Regno Unito, e un ottavo dell’Italia – con una popolazione che, secondo stime recenti, supera i 90 milioni».
Il divario resta abissale, continua Martini, non solo tra le due sponde del Mediterraneo. La Francia, con 65 milioni di abitanti, gode di un reddito pari a 2.600 miliardi di dollari, mentre l’intera area ex-sovietica, comprensiva di tutte le repubbliche, incluse quelle del Baltico, ha un Pil complessivo di appena 2.550 miliardi, pur contando più di 270 milioni di abitanti. Altro esempio: due rampantissimi paesi emergenti, Turchia e Iran – quest’ultimo potenza petrolifera, e presto nucleare. «Ebbene, questi due paesi, la cui popolazione complessiva supera i 155 milioni, hanno in due un Pil non superiore ai 1.300 miliardi, non distante da quello dei paesi del Benelux (1.270 e spiccioli; però questi di abitanti ne hanno 28 milioni)». E i vituperati Piigs (più Cipro e Malta) insieme fanno 130 milioni di residenti, ma – nonostante tutto – ancora oggi presentano un Pil complessivo che supera i 4.000 miliardi di dollari. Cifra di poco inferiore (4.100) a quella di cui gode l’insieme dei paesi del continente sudamericano, dalla Colombia all’Uruguay. Sia tra i Piigs che tra i sudamericani, metà del reddito è detenuta da un singolo paese: da noi l’Italia, da loro il Brasile. Eppure, il Sudamerica ha più di 360 milioni di abitanti.
Infine, i due confronti più impressionanti: se si somma il totale dei redditi complessivi dei paesi dell’Africa nera – escludendo quindi l’intero Nordafrica arabo – si arriva a poco più di mille miliardi di dollari, esattamente 1.030: cifra che equivale alla somma dei Pil di Norvegia e Svezia. Solo che, mentre i due paesi scandinavi contano appena 13 milioni di residenti, le stime degli abitanti dell’Africa nera variano tra i 700 e gli 800 milioni. «E questo – sottolinea Martini – nonostante la “potenza emergente” rappresentata dal Sudafrica, o una potenza petrolifera come la Nigeria». Ma il gran finale lo riserva la Germania: insieme alla Svizzera e all’Austria (totale popolazione: 97,5 milioni) il reddito dei paesi germanofoni supera la somma dei Pil di India, Indonesia, Thailandia, Malesia, Singapore, Filippine, Pakistan, Bangladesh, Nepal, Sri Lanka, Vietnam, Laos, Bhutan e Cambogia, cioè tutta l’Asia meridionale e sud-orientale. Le cifre: 4.620 miliardi, contro una cifra compresa tra i 4.550 e i 4.600. «Giova ricordare che i paesi sopra considerati rappresentano un terzo della popolazione mondiale», vale a dire quasi due miliardi e mezzo di persone.
«In buona sostanza, se restiamo attaccati ai dati – conclude Martini – Floris e Scalfari ci hanno detto che, uscendo dall’euro, perderemmo il 95% del nostro peso economico», fino a “finire come il Marocco”, o tuttalpiù l’88% (cioè diventando come l’Egitto). «Affermazioni enormi, paragonabili a quelle di un medico che asserisca che trascurare l’acne porta inevitabilmente al cancro alla pelle». Vere e proprie assurdità, riconosciute però come tali «solo da chi ha una minima cognizione di geografia economica: chi ce l’ha sa che l’Italia, come del resto gli altri paesi europei di grandi dimensioni, è un vero gigante economico; un gigante che non ha avuto bisogno dell’euro per formarsi, e che non scomparirebbe tornando alla propria valuta». Naturalmente, «si può comunque continuare ad affermare che fuori dall’euro conteremmo quanto le Tuvalu». Questa, chiosa Martini, è una tipica profezia che si auto-avvera: «Alla lunga, rimanendo nella moneta unica, potremmo davvero perdere quote di reddito e di ricchezza tali da farci escludere dal novero dei paesi ricchi».
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