un,dos,tres,un pasito bailante by mototopo


PAROLIN L’AMERIKANO - IL SOSTITUTO DI BERTONE È DA ANNI “IL MIGLIOR INTERLOCUTORE CHE WASHINGTON ABBIA IN VATICANO”: I FILE DI WIKILEAKS SUI RAPPORTI TRA USA E IL L'ASTRO NASCENTE DI OLTRE TEVERE

12 SET 18:38
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Ad aver scommesso su di lui da oltre dieci anni è la diplomazia americana. Su 888 documenti segreti e riservati che riguardano il Vaticano, ben 124 si occupano di Parolin, un numero decisamente superiore a quello dei file su Bertone (86) o sullo stesso ministro degli esteri della Santa Sede, Dominique Mamberti (48 cablo)….
 
1. CON QUALCHE ANNETTO DI RITARDO INIZIANO A USCIRE LE INTERCETTAZIONE DEL PRESIDENTE DEL MONTE DEI PASCHI MUSSARI E CE N’È PER TUTTI: DESTRA E SINISTRA! - 2. NON SOLO CHIAMANO PER CHIEDERE FAVORI E FINANZIAMENTI GLI ESPONENTI VECCHI E NUOVI DEL PD: IN PRIMA FILA, MASSIMO D’ALEMA, ROMANO PRODI, GIULIANO AMATO, ENRICO LETTA, NICOLA LATORRE, PIERLUIGI BERSANI, PIERO FASSINO E MATTEO RENZI - 3. IN QUESTI BROGLIACCI COLPISCONO LE RELAZIONI DI INTERESSI MOLTO STRETTI TRA MUSSARI E DIVERSI ESPONENTI PDL, FALCHI E COLOMBE, PITONESSE COMPRESE: BERLUSCONI, GIANNI LETTA, GUIDO CROSETTO, LA SANTANCHÈ CHIAMA PER CONTO DI ANGELUCCI - 4. IL NEO GIUDICE DELLA CORTE COSTITUZIONALE GIULIANO AMATO PARLA CON MUSSARI, NELLA SUA QUALITA’ DI TENNISTA DELLA DOMENICA: “MI VERGOGNO A CHIEDERTELO MA PER IL NOSTRO TORNEO DI TENNIS AD ORBETELLO. È IMPORTANTE PERCHÉ NOI SIAMO ORMAI SULL’USO... CHE RIMANGA IMMUTATA LA CIFRA DELLA SPONSORIZZAZIONE. CIULLINI HA FATTO SAPERE CHE IL MONTE VORREBBE SCENDERE DA 150 A 125” -



http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-con-qualche-annetto-di-ritardo-iniziano-a-uscire-le-intercettazione-del-presidente-del-62635.htm
Guido Ruotolo per La Stampa
MASSIMO DALEMAPRODI ROMANO
Passi che il presidente della banca di Siena, stiamo parlando del Monte dei Paschi di Siena, abbia rapporti molto stretti con l'attuale Pd, un partito che ha tra i suoi dirigenti e militanti vecchi dirigenti e militanti del Pci. Poi bisogna vedere come si sono tradotti questi rapporti. E questo è un filone d'indagine che la a procura di Firenze ha iniziato ad approfondire avendo già raccolto diverse testimonianze.

Ma a leggere i brogliacci delle intercettazioni telefoniche del presidente di Mps dell'epoca, stiamo parlando del 2010, Giuseppe Mussari, colpiscono le relazioni di interessi molto stretti tra Mussari, cioé la banca, e diversi esponenti del Pdl, falchi e colombe, pitonesse comprese.

Per non dimenticare nessuno, in questi brogliacci si citano: Matteo Renzi, Massimo D'Alema, Romano Prodi, Giuliano Amato,Enrico Letta, Nicola Latorre, Pierluigi Bersani, Piero Fassino. Nomi di una squadra politicamente nota, quella del Pd a vario titolo. Poi ci sono le sorprese del Pdl: Silvio Berlusconi, Gianni Letta, Daniela Santanché, Guido Crosetto.

Il neo giudice della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, il 14 febbraio del 2010 parla con Mussari e gli chiede «se è vera la voce circa la sua candidatura all'Abi, in modo tale da fare qualcosa per sostenerlo». Mussari conferma l'indiscrezione. C'è un'altra conversazione registrata con Amato, il primo aprile di quell'anno. «Mi vergogno a chiedertelo - esordisce il professore Amato - ma per il nostro torneo ad Orbetello. È importante perché noi siamo ormai sull'uso... Che rimanga immutata la cifra della sponsorizzazione. Ciullini ha fatto sapere che insomma il Monte vorrebbe scendere da 150 a 125». Risponde Mussari: «Va bene. Ma la compensiamo in un altro modo». Amato: «Guarda un po' se ci riesci. Sennò io non saprei come fare. Trova un gruppo». Mussari lo tranquillizza concludendo: «Lo trovo. Contaci».

Il 24 febbraio Piero Fassino chiama Mussari per sapere quando lo potrà incontrare a Roma. Il presidente Mps è per una settimana in ferie. «Ricontattami quando rientri per fissare un incontro. Così facciamo un po' il punto totale».

Il 4 marzo tocca a Romano Prodi chiamarlo per invitarlo a un convegno sull'Africa: «Non ho nessuna intenzione di rientrare in politica». Con Mussari, Prodi vuole parlare «del pericolo futuro della speculazione internazionale».

Il 12 marzo Mussari si reca a Palazzo Grazioli. La sera prima, confida al sindaco di Siena Cenni, era a cena dal presidente Berlusconi insieme al direttore generale Mps, Antonio Vigni.

Il 17 marzo arriva la telefonata del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta: «E' possibile concedere al Teatro Biondo di Palermo un extrafido di 1.5 miliardi di euro garantito da finanziamenti assicurati dalla Regione e dal Comune». Mussari risponde che se ne occuperà «immediatamente».

Il 25 marzo Daniela Santanché gli chiede di fissare un appuntamento a Roma per il suo socio, Giampaolo Angelucci del gruppo Tosinvest (che è già cliente Mps). Il presidente Mussari le risponde che la ricontatterà il prossimo lunedì. Anche l'allora sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto, vuole incontrare il presidente Mps, e gli dà appuntamento per il martedì successivo in ufficio, al ministro della Difesa.

Il 6 aprile Mussari è a Roma, e dice al deputato che vuole dimettersi per candidarsi a sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, di aver incontrato Massimo D'Alema e «di averlo informato dell'iniziativa. A tal proposito D'Alema ha detto di voler prima sentire Casini». in un'altra occasione, Mussari parla di politica con D'Alema che lo va a trovare a Siena, in Banca.

La segretaria, il 19 aprile, gli rammenta che nella prossima andata a Roma dovrà incordare Bersani, Enrico Letta, Latorre, l'ingegnere Caltagirone. A Fabio Borghi, Mussari «gli dice di essere stato dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che aspetta che lo contatti telefonicamente per fissare un appuntamento».

GIULIANO AMATO


LETTA



Pubblicato da Un po' di verità... a 12:01 Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su Twitter
 









13 SET 2013 13:09
LA “BOMBA” MONTEPASCHI ERA IL SEGRETO DI PULCINELLA - ALL’INIZIO DEL 2010 IL “DRAMMA” ERA GIA’ CHIARO, MA PER UN ANNO E MEZZO SONO RIUSCITI A INSABBIARE TUTTO

Le intercettazioni di Mussari rivelano che nel gennaio 2010 era chiaro che per Mps era necessario un sostanzioso intervento sul capitale - Eppure, l’aumento avverrà solo nel giugno 2011, dopo l’incasso di 1,9 miliardi di “Tremonti Bond”- La Fondazione aveva l’incubo di scendere sotto il 50%...



Gianluca Paolucci per La Stampa
Mussari e Draghi
La situazione di Montepaschi era tale da richiedere interventi sul capitale già all'inizio del 2010. Malgrado ciò, l'aumento non sarà realizzato fino al giugno del 2011, un anno e mezzo dopo e dopo aver incassato i Tremonti-bond per 1,9 miliardi di euro, la somma più grande tra quelle richieste dalla banche italiane, sempre nel 2011.
GIUSEPPE MUSSARI E MARIO DRAGHI jpeg
Non basta: anche la situazione della Fondazione Mps era drammatica già nei primi mesi del 2010, quasi due anni prima che il problema venisse palesato e reso noto al mercato e dopo un aumento di capitale di Mps che vide la Fondazione - allora oltre 50% del capitale - indebitarsi pesantemente per mantenere la propria quota.
È lo scenario che emerge da una serie di intercettazioni raccolte dalla procura di Siena sulle utenze telefoniche di Giuseppe Mussari, allora presidente di Mps e non ancora diventato numero uno dell'Abi. In una telefonata tra Mussari e Marco Morelli del 13 gennaio 2010, ad esempio, l'allora direttore finanziario della banca senese illustra al presidente i contenuti di una chiacchierata con Francesco Gaetano Caltagirone, che di Mps era socio e vicepresidente.
Gabriello Mancini
«Caltagirone è dell'idea di non distribuire dividendi e di intervenire sul capitale con un convertibile», annota la pg. Qualche giorno dopo lo stesso Mussari parla con Enrico Bombieri di Jp Morgan. Si parla della sostituzione di Morelli, che andrà a Intesa Sanpaolo. Serve una figura qualificata, perché «sul capitale prima o poi un'operazione bisognerà pur farla».
MARCO MORELLI FOTO INFOPHOTO
In quei mesi evidentemente si è andati anche più in là con le valutazioni. Mussari parla, intercettato, con Walter Gubert, presidente di Jp Morgan con responsabilità sul Sud Europa. Il banchiere illustra a Mussari l'incontro avuto con il presidente della Fondazione, Gabriello Mancini, e con il dg Parlangeli.
«Voglio che tu sappia che li abbiamo visti - dice il banchiere - abbiamo parlato di varie cose. Il presidente era molto chiaro sul fatto che un aumento di capitale è da escludere, Parlangeli era più aperto ma tutti e due hanno detto beh, aspettiamo l'iniziativa della banca... Io ho cercato di non spingere ma allo stesso tempo di mostrare che le pressioni esistevano...».
Francesco Gaetano Caltagirone
Per fare un aumento di capitale in quell'inizio di 2010, infatti, oltre la metà dei soldi dovrà venire dalla Fondazione, che altrimenti si diluirà scendendo sotto al 50%. Cosa che a Siena nessuno vuole, allora. Il caso esploderà tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012, quando sarà palese che la Fondazione ha finito i soldi e rischia l'escussione delle azioni Mps date in garanzia alle banche finanziatrici.
Ma l'allarme scatta in realtà, si apprende oggi, già in quei primi mesi del 2010. A parlarne a Mussari è Carlo Ceccarelli, membro della Deputazione Mps. Ceccarelli si sfoga, usa parole dure e a rileggerle adesso fa una certa impressione la chiarezza di quanto accadrà.
Parla di un errore «del quale nessuno vuole assumersi la paternità» e dice al presidente della banca: «Noi porteremo al macero la Fondazione io sono molto preoccupato per l'istituzione... perché chi è Gabriello Mancini lo si sa, io ci sono amico e gli voglio anche bene, ma che non sia all'altezza lo posso dire perché non sa quanto fa uno più uno...».
E poi la stoccata finale: «È che i risultati Giuseppe non si sanno e verranno tutti a galla, verranno da qui alle elezioni del 2011 (quando si tennero le elezioni amministrative a Siena, ndr)». Profezia quasi esatta: verranno sì a galla, drammaticamente. Ma qualche tempo dopo, per le elezioni del 2013.
 
ventilato l’ipotesi di uscire dall’euro nel 2011, dixit Lorenzo Bini Smaghi


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12 settembre 2013 |
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Autore Nicoletta Forcheri | Stampa articolo
Fonte: http://blogs.telegraph.co.uk/finance/ambroseevans-pritchard/100025507/italy-floated-plans-to-leave-euro-in-2011-says-ecb-insider/ 12 Settembre 2013
Di Ambrose Evans-Pritchard - Traduzione a cura di N. Forcheri


Così adesso lo sappiamo: Silvio Berlusconi aveva proposto seriamente il ritiro dell’Italia fuori dall’euro a Ottobre/Novembre 2011, precipitandolo nella destituzione immediata dalla sua carica e attirandosi il siluramento da parte dei gendarmi della politica dell’Unione monetaria europea.
L’ex insider della BCE, Lorenzo Bini Smaghi ha tranquillamente infilato alcune bombe nel suo ultimo libro Morire di Austerità, che vale la pensa di essere letto per chi conosce l’italiano.
Bini Smaghi, fino a recentemente uno dei sei membri del Comitato esecutivo della BCE, e per molti anni l’italiano a Francoforte, dichiara che Silvio Berlusconi fu rovesciato dalla carica di primo ministro nel novembre 2011 non appena iniziò a sbattere le inferriate della gabbia dell’Unione economia e monetaria (UEM).
Nello specifico ha discusso (o minacciato?) il ritiro italiano dall’euro in riunioni private con altri governi dell’UEM, presumibilmente con la Cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, poiché non negozia ai livelli più bassi (“L’ipotesi d’uscita dall’euro era stata ventilata in colloqui privati con i governi degli altri paesi dell’euro“).
Lo avevamo sospettato, adesso è confermato.
Bini Smaghi rivela anche che la Merkel ha continuato a pensare che la Grecia potesse essere cacciata dall’euro fino all’autunno del 2012 quando lo Pfennig fece trapelare che ciò avrebbe scatenato un inferno con reazioni a catena che avrebbero ingolfato tutto il sistema. Poi la Merkel ha cambiato improvvisamente atteggiamento correndo ad Atene a lodare il neo governo per le sue azioni eroiche. “”Merkel l’ha capito solo nell’Autunno del 2012“.
Conferma che la Germania è sicuramente sul filo del rasoio con €574 biliardi di crediti che la Bundesbank ha nei confronti delle banche centrali di Grecia, Portogallo, Irlanda, Italia, Cipro e Slovenia.
Ci hanno sempre garantito che i crediti cosiddetti di Target2 nel sistema dei pagamenti della BCE fossero un aggiustamento tecnico senza rischi significativi.
Bini Smaghi dichiara che qualsiasi Stato dell’UEM che abbandona l’euro deve affrontare il probabile default sugli obblighi verso l’estero. “La banca centrale nazionale non sarebbe in grado di rimborsare i debiti accumulati nei confronti di altri Stati membri dell’eurosistema, che sono registrati nel sistema dei pagamenti interni dell’Unione (noto come Target2). L’insolvenza provocherebbe perdite sostanziale per le controparti in altri Stati dell’eurozona, ivi comprese le banche centrali e gli Stati.”
Gli elettori tedeschi potrebbero volerlo sapere prima delle elezioni di domenica della settimana prossima, visto che i loro dirigenti dicono loro cose del tutto diverse. Anche il partito anti euro AfD, classificato in quarta posizione nei sondaggi, a un passo dall’entrare nel Bundestag, potrebbe trovare la cosa degna di interesse.
Che io sappia la Bundesbank (e le banche centrali di Finlandia, Olanda e Lussemburgo) compensano i debiti di Target2 nei confronti del blocco Club Med vendendo titoli a banche registrate in Germania. Lo fa per ragioni di politica monetaria.

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Ciò significa che se l’euro salta, la Bundesbank deve ancora questa moneta alle stesse banche private come la Deutsche Bank ma anche la Nomura, Citigroup o la Barclays. Non è finzione. La Bundesbank non può fare default su questi titoli.
Forse sono un orso senza cervello, ma devo ancora sentire una spiegazione soddisfacente su come si possa congiurare senza dolore tale eventualità, secondo quanto ci spiega una lista di illustri economisti. Non li ho mai sentiti rispondere a questa domanda. Pubblicano lunghi documenti, gettando polvere negli occhi con tecnicismi come sanno fare gli economisti (spesso bleffando) ma senza mai andare al punto.
Il fatto è che Target2 è l’altra faccia della medaglia della fuga dei capitali intra UEM. Gli investitori privati sono usciti dal Club Med, facendo ricadere i loro titoli di credito sui contribuenti tedeschi e gli stati creditori del nord. Puoi mascherarlo come vuoi ma questa è la realtà.
Si, la Bundesbank potrebbe stampare moneta allegramente in questa crisi e dovrebbe farlo per evitare lo shock deflazionistico e su ben più ampia portata di quanto non sia mai stato suggerito nella costruzione dell’UEM. La Germania sicuramente ce la farebbe ma le sue dottrine monetarie ne uscirebbero a pezzi.
La posizione ufficiale della Bundesbank è che la controversia su Target2 è una tempesta in un bicchiere d’acqua. In realtà non ci credono neanche loro. Un banchiere della BC tedesca con funzioni dirigenziali Target2 ha detto in mia presenza che “è la sua preoccupazione di ogni notte”. Il presidente stesso della banca Jens Weidmann ha testimoniato l’anno scorso che gli squilibri sono “un rischio inaccettabile”.
Mi sa che qualcuno stia tentando di menar il cane per l’aia al popolo tedesco, e non Jens Weidmann che parla con splendida schiettezza. Sono in disaccordo con le sue teorie monetarie, ma la sua onestà intellettuale è magnifica.




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STAMPA LIBERA ha aggiunto Savino Frigiola: ricordo al blog 5 ore fa
5:05
Conferenza "Morire per Maastricht" - Roma 22 Luglio 2010 Il Borghese

di coordnazionale
2 anni fa
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http://www.coordinamentonazionele.net/
Gli interventi di Savino Frigiola e Filippo Malagola.





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STAMPA LIBERA ha aggiunto Sibilia sulla nomina di Amato: censurato al blog 5 ore fa
1:40
12/9/2013 Carlo Sibilia: "Giuliano Amato rappresenta il ribrezzo perpetrato dai partiti

di M5SParlamento
1 giorno fa
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12/9/2013 Carlo Sibilia: "Giuliano Amato rappresenta il ribrezzo perpetrato dai partiti





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STAMPA LIBERA ha aggiunto Nando Ioppolo: signoraggio creditizio e signoraggio cartolare al blog 20 ore fa
1:43:25
Nando Ioppolo - Signoraggio creditizio e signoraggio cartolare (by circolo degli scipioni)

di ACCADEMIA DELLA LIBERTA'
1 anno fa
3.141 visualizzazioni

Una spettacolare e chiara esposizione del sistema economico, del signoraggio, dei derivati e di quanto siamo schiavi.........





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DEBITO PUBBLICO: 5 RAGIONI PER UN DEFAULT PROGRAMMATO




http://4.bp.blogspot.com/-g8YYO-cvc...tluithA/s1600/industria-e-valore-aggiunto.jpg13 settembre. L'altro ieri il Centro Studi di Confindustria ha sfornato i numeri del disastro che ha subito il capitalismo italiano dallo scoppio della grande crisi iniziata negli Stati Uniti. Dal 2007 al giugno 2013 abbiamo avuto: Pil -8,9%; produzione industriale -25,1%; investimenti -27,1%; consumi della famiglie -7,6%; occupazione -7,2%. «Una tabellina da economia di guerra».

La crisi economica italiana, come non ci siamo stancati di sottolineare, è conseguenza della crisi sistemica del capitalismo occidentale, del capitalismo casinò. Sin dal 2009 noi dicemmo che l'Italia era l'anello debole della catena, e che il nostro paese l'avrebbe subita più pesantemente. Tra le ragioni anche il debito pubblico.

Onorare, saldare il debito "sovrano": è in nome di questo dogma che sono state applicate politiche devastanti d'austerità e rigore finanziario. Il risultato, vedi i numeri di cui sopra, è stato catastrofico. Che le cure da cavallo imposte dall'Unione, dalla Bce e dal Fmi (e recepite dai politicanti-Quisling italiani) avrebbero fatto fallimento, anche questo avevamo detto: lo stesso debito pubblico è passato al 131,7% del Pil (era al 120,8% a fine 2011 e salirà al 132,3% nel 2014). Ora sappiamo che la stessa fatidica soglia del 3% di deficit su Pil, è a rischio. Proprio ieri Letta ha ribadito il sacro principio: "serve stabilità per pagare il debito", che in caso di crisi di governo ci sarà il diluvio.

Nel novembre 2011, proprio mentre al governo s'insediava, imposto dall'esterno, il governo di Mario Monti, noi pubblicavamo un articolo nel quale non solo denunciavamo come "pistola scarica" le minacce di sfracelli se questo debito non fosse stato "onorato", ma spiegavamo perché, se si voleva evitare la catastrofe, occorreva procedere ad un default programmato e unilaterale.
Ci pare importante porle di nuovo all'attenzione dei nostri lettori.

[Le tabelle e i grafici sono tratti da Il Sole 24 Ore del 9, 10 e 11 settembre 2013]


Le cinque ragioni per il default programmato

La prima ragione per andare ad un default programmato del debito estero ( che può declinarsi in varie forme, dal ripudio puro e semplice, alla moratoria alla ristrutturazione negoziata) è quindi propria questa: che solo attraverso questo ripudio lo Stato può riconquistare una fetta della sua propria sovranità politica, cessando di fungere da Stato-esattore anti-popolare per nome e per conto della finanza predatoria internazionale.

La seconda ragione per ripudiare il debito estero è lampante. Quali benefici può avere il popolo italiano dal fatto che lo Stato agisce come esattore di prima istanza per drenare risorse ingentissime a vantaggio della finanza predatoria mondiale, anglosassone anzitutto? Nessuno. “Onorare” questo debito equivale ad accettare una rapina, equivale anzi a fornire denaro al predone malgrado quest’ultimo punti alla tempia una pistola scarica. E’ come se uno fornisse al boia la corda con cui impiccarsi. Il vantaggio del default programmato è che lo Stato disporrebbe delle sue risorse, che non finirebbero nel Pozzo di San Patrizio del capitalismo-casinò, ma potrebbero essere immesse nel mercato interno, per realizzare un piano generale per il lavoro, per sanare il paese dalle sue ferite strutturali, per finanziare la ricerca, l’istruzione pubblica, lo stato sociale, o anche solo per permettere alle aziende di finanziarsi a costi meno onerosi. Non c'è dubbio che un default, per quanto autodeterminato e programmato implica un periodo di sacrifici anche per le masse popolari, ma esso evita ad esse di subire un massacro sociale di proporzioni epocali.


La terza ragione di questo ripudio è che lungi dal rappresentare un cataclisma, la temporanea fuoriuscita dai mercati finanziari di capitale, può essere un grosso vantaggio. Stare in questi mercati può essere relativamente conveniente in fasi di espansione dei mercati finanziari, quando cioè si possono ottenere prestiti a tassi molto vantaggiosi. Tutti gli indicatori mostrano che dopo il 2008 prendere soldi in prestito sui mercati finanziari costa sempre più caro, che i prestatori si comportano come cravattari, come strozzini. Gli interessi che lo Stato deve pagare in questi giorni sono oramai al 7% (tre volte e passa più alti della Germania: in barba al fatto che saremmo in un’Unione!) con effetti devastanti per le imprese italiane che pagano interessi sempre più cari quando chiedono soldi alle banche. Quello greco è un caso clamoroso: se vuole vendere i suoi titoli a dieci anni Atene è obbligata dai mercati a pagare il 25% di interessi. Se si tiene conto che il Fmi presta soldi, anche a paesi a rischio come ad esempio quelli africani ad un tasso del 3/5%, quello verso la Grecia è un caso lampante di usura. Ci sarebbe da portare in tribunale come banditi tutti i prestatori.
Si deve uscire sì da questi mercati, riconvertendo il debito estero in interno, rivendendo i titoli di stato ai cittadini italiani —ad un tasso e con una durata stabiliti dallo Stato. Ciò che non solo metterebbe al riparo i risparmi degli italiani (preoccupazione di cui tutti i globalisti si riempiono la bocca), ma le casse dello Stato dalle scorribande della cleptocrazia imperialista.

Interessi sui titoli: L'Italia paga più della PoloniaVeniamo alla quarta ragione. Che fine fanno i debiti contratti dallo Stato con le banche italiane? Occorre nazionalizzare il sistema bancario e passare ad una banca unica nazionale a gestione pubblica, con la clausola che viene fatto divieto alle banche di agire come banche d’affari. In caso di nazionalizzazione, di presa di possesso delle banche creditrici da parte dello Stato, è evidente che lo stato diventerebbe creditore di se stesso, ovvero il debito verrebbe annullato. Dato che negli ultimi vent’anni le banche hanno spinto i risparmiatori a sbarazzarsi dei tioli per comperare le loro proprie obbligazioni, lo Stato si farebbe garante di questi risparmi cristallizzati in obbligazioni bancarie, convertendoli appunto in titoli di stato.

La quinta ragione è che un default programmato unilaterale, data la consistenza dell’economia e del debito italiani, manderebbe all’aria l’eurozona e spingerebbe, non solo noi, a ritornare alla sovranità monetaria, a battere moneta in proprio, potendo così di nuovo agire su una leva che ha una importanza straordinaria, sia dal punto di vista politico che da quello squisitamente economico, in funzione pro-ciclica o anticiclica. Che l’euro sia una gabbia mortale è dimostrato, senza andare troppo lontano, dai paesi membri dell’Unione europea che hanno mantenuto le loro valute nazionali: essi conoscono quasi tutti una crescita del Pil mentre chi usa l’euro, ora anche la Germania, sono in recessione. La sovranità monetaria, permettendo di agire sui cambi (svalutazione) e sui prezzi (inflazione), consente di agire sia sulle partite correnti (import-export) che sulla curva dei debiti pubblici e quindi su come si ripartisce la ricchezza nazionale.

Nb
Siccome al potere abbiamo dei comitati d’affari dei grandi predatori finanziari e della banche (che son giunti persino a mettere come primo ministro un “podestà forestiero": Mario Monti), per realizzare questo programma occorre un cambio di regime, occorre un governo popolare. Non sappiamo se questo cambio avverrà per tempo, è certo che esso consiste in una sollevazione generale. Se questo cambio di regime non ci sarà, la catastrofe economica e sociale sarà inevitabile.

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italia-impiccata-napolitano-245654.jpg

14 SET 2013 09:48
1. MA I CONTI PUBBLICI NON ERANO SOTTO CONTROLLO? E SENZA BISOGNO DI ALCUNA MANOVRA CORRETTIVA? LETTANIPOTE PROMETTE CHE NON SFOREREMO IL RAPPORTO DEFICIT/PIL DEL 3% DOPO CHE IL COMMISSARIO EUROPEO REHN HA SBUGIARDATO PINOCCHIO SACCOMANNI - 2. LETTA & SACCOMANNI SONO LA FOTO PERFETTA DI UNA CLASSE DIRIGENTE CHE HA COSTRUITO LE SUE FORTUNE SUL FALSO IN BILANCIO. A PARTIRE DAL DERIVATONE SOTTOSCRITTO DAL TESORO DI MARIO DRAGHI PER ENTRARE IN EUROPA, E POI VIA VIA CON LA NON CONTABILIZZAZIONE DI 80 MILIARDI DI DEBITI VERSO I FORNITORI DI STATO, LA CHIUSURA DI TUTTI E DUE GLI OCCHI SU MONTE DEI PASCHI, CARIGE, BANCA DI ROMA, UNIPOL-FONSAI, TELECOM, PER ARRIVARE AI CONTINUI ANNUNCI MENZOGNERI SUI CONTI PUBBLICI - 3. UNO SPETTACOLO CHE SI TINGE DI SQUALLIDO QUANDO IL PENSIONATO DA 20 MILA EURO AL MESE GIULIANO AMATO CHIAMA IL SUO COMPAGNO DI MERENDE DI SIENA MUSSARI PER OTTENERE UNA SPONSORIZZAZIONE DI 150 MILA EURO PER IL TORNEO DEI TENNIS DI ORBETELLO -



Superbonus per Dagospia
MARIO DRAGHI ED ENRICO LETTA FOTO INFOPHOTO
Ma come!? Non era tutto sotto controllo? I conti pubblici non erano a posto e non ci sarebbe stato bisogno di una manovra finanziaria? Lettanipote oggi promette che non sforeremo il rapporto deficit/pil del 3% dopo che il commissario europeo ha sbugiardato Saccomanni sbeffeggiando il suo ottimismo.
enrico_letta_vacanze_moglie_figli
E' la fotografia di una classe dirigente che ha costruito le sue fortune sul falso in bilancio. A partire dal primo e mastodontico falso in bilancio fatto con i derivati sottoscritti dal Tesoro Italiano con a capo Mario Draghi per entrare in Europa (si aspettano ancora la tanto annunciata trasparenza su quei numeri), e poi via via con la non contabilizzazione di 80 miliardi di debiti verso i fornitori, la chiusura di tutti e due gli occhi su Monte dei Paschi, Carige, Banca di Roma, Unipol Fonsai, Telecom, per arrivare ai continui e ripetuti annunci menzogneri sui conti pubblici.
LETTA CON ELMETTO
Dalle trovate funanboliche di Tremonti per non alzare le tasse alla strategia dello struzzo di Saccomanni, gli italiani assistono allo spettacolo di amministratori pubblici spendaccioni e bugiardi. Uno spettacolo che si tinge di squallido quando il signor 20 mila euro al mese Giuliano Amato chiama il suo compagno di merende Mussari per avere una sponsorizzazione di 150 mila euro per il torneo dei tennis di Orbetello.
Di mecenati, con i soldi degli altri, abbonda il paese cosi' che le fondazioni bancarie hanno elargito a destra e manca senza curarsi di come venivano gestiti gli istituti di credito di cui erano e sono azioniste.
bonino amato enrico letta interna nuova
Lettanipote sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ai tempi di Prodi se ne guardava bene di intervenire su Bassolino e i suoi sprechi e i suoi derivati mentre a Napoli bruciava la monnezza, il suo silenzio di bravo ragazzo politically correct gli e' valso l'appoggio della nomenclatura spendacciona e tassarola di destra e di sinistra fino ad incoronarlo Presidente del Consiglio come espressione del nulla perfetto, dell'inazione assoluta sulla finanza pubblica.
vignetta letta enrico
Al suo fianco uno dei maggiori responsabili morali del caso MPS che in Bankitalia ha preferito voltarsi dall'altra parte pur di non intervenire sugli amici di Orbetello e commissariare la banca prima del disastro.
Ma entro gennaio dovranno mettere mano ai conti e trovare almeno 20 miliardi per mantenere l'Italia sopra la linea di galleggiamento; quindi diranno che e' tutta colpa di Berlusconi quando lo spread tornera' in zona 300 e ci serviranno l'ennesima manovra fatta di nuove tasse.
ENRICO LETTA E BERLUSCONI
Ma mentre si attrezzano per galleggiare ancora una volta alle spalle dello sprovveduto sindaco di Firenze l'impresa italiana ha deciso di emigrare, di non assistere piu' allo spettacolo stucchevole dell'ennesima promessa "ripresina".
Senza la possibilita' di svalutare la propria moneta l'Italia non e' piu' competitiva, troppe tasse e pochi servizi ci collocano agli ultimi posti al mondo dei luoghi dove fare business. Ma loro, gli inossidabili della menzogna sui conti pubblici sono sempre li', sempre a dire che tutto va bene per poi tartassare di nuovo i propri concittadini e garantire la loro casta di tennisti di Orbetello.

fabrizio saccomanni direttore big x
2. SACCOMANNI NON ESCLUDE LA MANOVRA CORRETTIVA: STABILIZZARE I PRECARI CI FAREBBE SFORARE IL 3% - GIALLO SUL SECONDO DECRETO DEL FARE: RINVIATO, NORME TROPPO COSTOSE

Roberto Petrini per La Repubblica
Tuttavia la tensione sui conti pubblici, attestati nelle stime del governo per quest’anno a quota 2,9 per cento, può innescarsi da un momento all’altro. Lo testimoniano l’allarme della Bce, le preoccupazioni di Bruxelles ma anche il continuo braccio di ferro, sul quale devono vigilare i tecnici della Ragioneria generale dello Stato, e che può dar corso da un momento all’altro ad un preoccupante sforamento del deficit. SACCOMANNI PINOCCHIO

E’ il caso del cosiddetto decreto del «fare 2», circolato in bozze ieri abbondantemente, ma decisamente smentito dal ministero per lo Sviluppo economico. Al di là del merito il «giallo» sul decreto riguarda proprio i conti pubblici: una norma prevede infatti la stabilizzazione dei 350 mila precari della pubblica amministrazione (già prorogati fino a giugno e dunque fino al 31 dicembre) il cui costo (circa 30 mila euro ciascuno) raggiungerebbe i 3 miliardi. Si tratta in termini di Pil di circa lo 0,2, cifra in grado di portare il rapporto di quest’anno oltre la fatidica soglia del 3 per cento fissato a Maastricht. Il rischio manovra che avrebbe generato la norma, ha procurato il rinvio del decreto. Ma il pericolo è sempre in agguato. LETTERA DI ALMUNIA A SACCOMANNI PAGINA UNO

Il cronoprogramma delle prossime settimane ci dirà molto di più. Lo stesso Saccomanni ieri ha ricordato che il 20 settembre sarà presentata la «nota di aggiornamento» del Documento di economia e finanza: cioè il primo aggiornamento dei conti pubblici (giacché l’ultimo Def era di Monti-Grilli) e che il 15 ottobre la legge di Stabilità finanziaria dovrà arrivare in Parlamento e, per la «bollinatura», a Bruxelles. «Il ministro dell’Economia, con la presentazione del Def deve dire la verità al paese: non possiamo disinteressarci dell’andamento dei conti in corso d’anno», ha dichiarato ieri a Repubblica, Marco Causi, economista e capogruppo del Pd in Commissione Finanze della Camera.

Sul tavolo ballano una serie di cifre. Per quest’anno sono necessari circa 4 miliardi: le risorse per l’Iva (1 miliardo entro fine mese), per l’Imu (2 miliardi entro dicembre), per la cassa integrazione in deroga circa 550 milioni e altri 400 per le missioni militari. Il buon andamento dello spread e il maggior gettito Iva per l’operazione «crediti-imprese », potranno essere di aiuto, ma non potranno chiudere la partita per la quale sono necessarie nuove coperture. Altre risorse potranno venire dalla spending review e dalla cessione del patrimonio immobiliare. Tutto verrà tuttavia giocato sul pericoloso filo del 3 per cento.

Il quadro del prossimo anno è altrettanto denso: la manovra destinata a trovare risorse potrebbe raggiungere i 10-15 miliardi (dopo i 4 miliardi della Finanziaria 2013). Ebbene il problema Imu-service tax si riproporrà e costerà intorno ai 3 miliardi (insieme al patto di stabilità per i Comuni), se non si vorrà l’aumento dell’Iva bisognerà mettere sul tavolo 3,8 miliardi, per evitare l’aumento dei ticket ci vogliono altri 2 miliardi. Poi c’è la questione del cuneo fiscale: la Confindustria chiede 5 miliardi per l’Irap e i sindacati altri cinque per l’Irpef: magari ci si fermerà a metà strada, ma le risorse necessarie si gonfiano e si raggiungono i 10-15 miliardi per la legge di Stabilità del prossimo anno. Facendo sempre attenzione a non mettere un piede in fallo. FABRIZIO SACCOMANNI GIULIANO AMATO SACCOMANNI E CARLO DE BENEDETTI

Ultimo snodo sul piano economico, prima della Finanziaria, resta il «fare 2» che rischia così di essere il veicolo di micromisure in quanto con tutta probabilità finirà «collegato» alla legge di Stabilità. Per ora si annunciano 80 milioni per la circonvallazione di Lucca, il bando per una centrale a carbone nel Sulcis (Sardegna), l’istituzione di una anagrafe dei benzinai (misura anche prevederebbe la chiusura di 3 mila distributori non in regola entro il prossimo anno).
 
STAMPA LIBERA






Fukushima: siamo all’apocalisse planetaria ma a nessuno frega un *****


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13 settembre 2013 |
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Autore Redazione | Stampa articolo
Fonte: http://informare.over-blog.it/m/article-119922424.html

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Fukushima-Daiichi-Nuclear-Plant
Seguono sotto:
- Fukushima: una bomba radioattiva fuori controllo!
- LA TEPCO AMMETTE DI AVER DELIBERATAMENTE UTILIZZATO RILEVATORI DI RADIAZIONI CHE FORNISCONO DATI INFERIORI ALLA REALTÀ: LE EMISSIONI RADIOATTIVE SONO STATE BEN PIÙ ALTE DI QUANTO DICHIARATO
- Fukushima, la Tepco ha perso il controllo della situazione. Il Giappone chiede aiuto al mondo
- Torna l’incubo Fukushima, altri 350 serbatoi d’acqua radioattiva sono a rischio perdite
- 5 mila tonnellate di acqua radioattiva sotto la centrale nucleare di Fukushima
- Non vi immagineresti cosa sta accadendo a Fukushima ora
- Uranio impoverito, il business segreto della regina Elisabetta.
Un sentito ringraziamento alla scienza che, impostasi come indiscutibile faro dell’umanità per il suo progresso e la sua salvaguardia, abusa del suo potere per dedicarsi al controllo sulle masse, tramite nanotecnologia, la manipolazione genetica e del clima. Al servizio del profitto delle imprese (soprattutto di Big Pharma) e dei deliri di onnipotenza dei governi, ha venduto la sua etica e morale ed ora distrugge il pianeta senza premurarsi di porre vagamente un rimedio. E siamo qui a menarcela sulle questioni economiche mentre sono state poste le basi per la devastazione del creato per milioni di anni. I pochi scienziati che denunciano le nefandezze di una
scienza depravata, purtroppo rischiano la vita, sciacciati da una macchina ormai fuori controllo. Come accade in Brasile, solo per citare un “piccolo” e recente esempio.
Un sentito ringraziamento anche al Nobel per la Pace Obama che non trova di meglio che trascinare l’umanità nella Terza Guerra Mondiale e verso la distruzione planetaria.
Barbara
Fukushima: acqua contaminata e pesce radioattivo fino in Italia!
A poco piu’ di due anni dal sisma la TEPCO la società giapponese che gestisce la centrale nucleare di Fukushima ammette che la situazione è gravissima e che le conseguenze non riguardano piu’ solo il Giappone ma l’interno globo. Una notevole quantità di radiazioni si sta riversando nell’oceano pacifico
con conseguenze devastanti per l’habitat naturale ma anche per il pesce che arriva nelle nostre tavole. A diramare l’allarme è Shinji Kinjo, direttore di una task force dell’Autorità di regolamentazione nucleare. “Abbiamo una situazione di emergenza”, ha aggiunto.
Il livello di radiazioni nei pressi di tre serbatoi contenenti acqua contaminata nella centrale giapponese di Fukushima e’ 18 volte piu’ alto rispetto al 22 agosto, ovvero 1.800 millisievert all’ora. Lo ha reso noto l’operatore Tepco, a due anni e mezzo dall’incidente causato dallo tsunami del marzo 2011. Il nuovo livello di radioattivita’ e’ in grado di uccidere una persona esposta nel giro di quattro ore. Il 22 agosto il livello nella stessa area era di 100 millisievert/ora e la Tepco non esclude che l’aumento sia dovuto a infiltrazioni di acqua contaminata.
La legge giapponese fissa la soglia massima di esposizione a 50 millisievert/ora per i lavoratori delle centrali. Ad agosto era stato reso noto che un serbatoio aveva una perdita e l’agenzia per la sicurezza nucleare aveva poi elevato la gravita’ dell’incidente dal livello 1 (anomalia) al livello 3 (incidente grave). L’incidente seguito al sisma e allo tsunami dell’11 marzo 2011 provoco’ la fusione delle barre di carburante in tre reattori e la contaminazione radioattiva dell’aria, del terreno e dell’acqua, imponendo l’evacuazione di 160.000 persone. Intanto un milione di giapponesi hanno preso parte a una gigantesca esercitazione per simulare un terremoto di magnitudo 9,1 e verificare la prontezza dei servizi d’emergenza. Dal 1960 ogni anno nel Sol Levante si celebra la Giornata nazionale per la prevenzione dei disastri per commemorare il terremoto del 1923 che fece 100.000 morti. A due anni dal terribile sisma e tsunami del 2011, che produsse anche l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima, il governo nipponico ha aggiornato le stime per il caso di un terremoto di magnitudo superiore ai 9 gradi, previsto entro 30 anni, che potrebbe causare fino a 320.000 morti. Anche il premier Shinzo Abe ha partecipato all’esercitazione simulando una riunione d’emergenza del suo gabinetto.
Da Affari italiani
Fukushima: una bomba radioattiva fuori controllo!
GIAPPONE-Le perdite di acqua radioattiva nella centrale nucleare giapponese di “Fukushima-1? sono fuori controllo, ha detto il vice presidente della commissione per l’energia atomica del Giappone Tatsujiro Suzuki.
In precedenza il governo giapponese aveva annunciato investimenti per circa 500 milioni di dollari per la costruzione di un blocco di ghiaccio intorno ai reattori nucleari. Secondo Suzuki, una parete di ghiaccio sotto il reattore danneggiatopotrebbe fermare temporaneamente la fuoriuscita di acqua contaminata nel terreno, anche se non sarà facile per il futuro trovare una soluzione duratura.
Fonte: Irib
Lo sai
LA TEPCO AMMETTE DI AVER DELIBERATAMENTE UTILIZZATO RILEVATORI DI RADIAZIONI CHE FORNISCONO DATI INFERIORI ALLA REALTÀ: LE EMISSIONI RADIOATTIVE SONO STATE BEN PIÙ ALTE DI QUANTO DICHIARATO
Data: Giovedì, 05 settembre
DI MIKE ADAMS
naturalnews.com
Dall’impianto nucleare di Fukushima-Daiichi, non escono solo radiazioni. Ogni settimana sembra venir fuori un altro pezzo di verità che finora era stata deliberatamente occultata al mondo. Ieri la TEPCO ha finalmente ammesso di aver fornito dati sulle radiazioni avvenute del 20 % inferiori ai dati reali.
Ma il punto cruciale qui è capire come la TEPCO abbia potuto fornire questi dati ingannevoli fin dall’incidente del 2011. Pare che (si legga sotto) la TEPCO abbia volutamente utilizzato dei rilevatori di radiazioni calibrati al ‘ribasso’ (es.: che non superano mai i 100 mSv). Quando questi rilevatori raggiungono il massimo dei limiti radioattivi rilevati, invece di passare ad utilizzare congegni a più largo raggio di rilevazione, continuano a segnalare sempre il loro livelli massimi, facendoli passare per dati “reali” di esposizione.
Cosa??? Già, proprio così. Siamo seri. Ed ecco come lo abbiamo scoperto.
EMISSIONI RADIOATTIVE 18 VOLTE PIÙ ALTE DI QUELLE DICHIARATE IN PRECEDENZA
Secondo un comunicato stampa della TEPCO riportato da Bloomberg Japan (1), “TEPCO ha dichiarato di aver rilevato un’altissima concentrazione radioattiva di 1800 mSv l’ora nella zona periferica del serbatoio”.
Si trattava di acqua altamente radioattiva che fuoriusciva dagli ormai noti “serbatoi di stoccaggio”, serbatoi che, in primo luogo, non sono mai stati progettati per fungere da stoccaggio a lungo termine. In precedenza, la TEPCO dichiarò che questi serbatoi registravano una radiazione di soli 100 mSv all’ora, occultando praticamente il 95% dell’effettivo livello di radiazione. (2)
E anche qui, stessa storia:
A proposito del livello orario di radiazioni di 1800 mSv, il Prof. Ito Tetsuo, della Kinki University (Biologia delle Radiazioni) ha affermato che: “Se una persona viene esposta a simili livelli per ore, possiamo parlare di una sola cosa, e si chiama morte. Il 100% delle persone esposte a livelli del genere moriranno entro 30 giorni”.
Anche la BBC sta seguendo la vicenda, in caso si voglia sentire la notizia in inglese, ecco il link BBC (3) :
“Le autorità giapponesi hanno avvertito che i livelli di radiazione intorno all’impianto nucleare di Fukushima sono 18 volte più elevati di quanto si pensasse. Si viene ora a sapere che i livelli radioattivi rilevati sabato scorso nelle vicinanze del serbatoio di stoccaggio in questione, erano tali da essere letali dopo solo quattro ore di esposizione.”
“I nuovi dati avranno conseguenze dirette sulle dosi radioattive a cui sono stati esposti gli addetti dell’impianto che la settimana scorsa sono stati lì continuativamente, tentando di contenere la perdita (servizio da Tokyo di Rupert Wingfield-Hayes della BBC).”
E si tratta comunque di una minimizzazione: il termine “conseguenze dirette” vuol dire che quei tecnici sono già praticamente morti.
COME SI È PASSATI DA 100 MSV A 1800 MSV? E’ CHE ALLA FINE HANNO INIZIATO AD UTILIZZARE UN DIVERSO RILEVATORE DI RADIAZIONI.
Quindi, esattamente, come ha fatto la TEPCO a rilevare fino a poco fa solo 100mSv e poi all’improvviso dichiara 1800 mSv l’ora?
Non ci crederete quando ve lo diremo: utilizzavano un rilevatore di radiazioni calibrato per un massimo di 100mSv.
Con la stessa logica potrò brevettare a breve la “miracolosa dieta Fukushima (4)”, una dieta che prevede una bilancia in grado di pesare al massimo 60 kg. Quando la usi, il tuo peso non ha alcuna importanza: la bilancia segnerà al massimo 60 kg. Miracolo della dieta Tepco…
In altre parole, alla TEPCO, le misurazioni sono state eseguite con rilevatori di radiazioni (5) progettati in modo tale da non essere in grado di misurare l’intera gamma di radiazioni presenti nell’ambiente. Il livello di radiazione segnalato, quindi, corrispondeva al limite massimo misurabile dai quei rilevatori a ‘bassa frequenza’.
Tutto questo è talmente disonesto da sfociare nel crimine. Non solo quelli della TEPCO (6) sono ricorsi a un giochetto di prestigio utilizzando dei rilevatori a ‘corto raggio’, ingannando così il mondo intero, ma hanno anche mentito con il “max 100 mSv” per stabilire il tempo massimo di esposizione consentita ai tecnici impegnati nell’intervento di emergenza.
??Risulta infatti che i calcoli effettuati hanno un margine di errore di ben 18 volte. Questo significa che tutti gli addetti dell’impianto che hanno lavorato in quell’area negli ultimi giorni sono stati esposti a radiazioni del 1800% superiori a quanto gli era stato detto.
COLTI IN FLAGRANTE NEL GIOCHETTO DEL ‘RIBASSO’
E’ inconcepibile che la maggiore società di impianti nucleari del paese non sia dotata di rilevatori di radiazione in grado di misurare 1800 mSv all’ora. Quest’ ingannevole strategia di dichiarare emissioni inferiori è palesemente intenzionale. Fa parte di una deliberata volontà della TEPCO di mentire al Giappone, ai propri dipendenti e al mondo intero sulla reale portata del disastro nucleare verificatosi a Fukushima.
Ed è stato un approccio che la TEPCO ha seguito fin dal primo giorno dell’incidente: MENTIRE!
Va ricordato che la TEPCO era anche dietro quella bizzarra propaganda governativa in stile lavaggio-del-cervello (7) che andava diffondendo tra la gente la notizia che per diventare immuni alle radiazioni bastava bere molta birra e ridere tanto.
Abbiamo anche saputo da notizie diffuse nel 2011 che la TEPCO spesso spegneva il sistema di rilevazione delle radiazioni per non far spegnere i sistemi di allarme. Radiazioni? Quali radiazioni?
E ora sappiamo anche che la società ha volutamente utilizzato dei rilevatori calibrati a un massimo di 100 mSv. Qualsiasi spiegazione farebbe comunque acqua, perchè chiunque utilizzi delle strumentazioni scientifiche sa bene che se le misurazioni superano il massimo rilevabile, va utilizzato uno strumento di gamma superiore!
In altre parole, se il contachilometri della tua macchina segna al massimo 180 kmh e tu vai a tavoletta sull’autostrada superando i 180 kmh, questo non significa che stai andando a 180 kmh solo perché il contachilometri segna 180. Questo discorso è più che ovvio. Eppure la TEPCO ha continuato a girare intorno al suo impianto con i suoi rilevatori truccati, dichiarando che quel livello “massimo” segnalato fosse il dato reale.
SE LA TEPCO HA MENTITO SULLE EMISSIONI RADIOATTIVE, SU COS’ALTRO HA MENTITO?
Questo ci porta ad un altro punto importante dell’articolo: su cos’altro ha mentito finora la TEPCO? Su tutto, pare. La TEPCO ancora non ammette che l’impianto abbia subito un incidente di fusione del nocciolo. Ancora non ammette che l’impianto stia per collassare, nel qual caso si sprigionerebbe un’immensa nube radioattiva che devasterebbe l’intero Nord America. E, ovviamente, non ammette di aver bisogno di un sostegno internazionale per risolvere il problema.
Di conseguenza, grazie all’arroganza e alla disonestà criminale del management e dei burocrati della TEPCO, un’altra massiccia fuoriuscita radioattiva è praticamente inevitabile. Basta un altro terremoto.
Mike Adams
Natural News
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63
Fukushima, la Tepco ha perso il controllo della situazione. Il Giappone chiede aiuto al mondo
Il Wall Street Journal – non il ciclostilato dei centri sociali – lo scrive papale papale: a Fukushima la Tepco – la società proprietaria della centrale nucleare con tre reattori in meltdown e multiple perdite d’acqua radioattiva – ha perso il controllo della situazione. Per la precisione il WSJ specifica che questa è l’opinione di molti (non espressamente nominati) esperti nucleari. Ma la sostanza non cambia di una virgola, per farsi un’opinione del genere non è indispensabile essere esperti nucleari: basta seguire il flusso delle notizie.
L’ultima, di fonte Reuters, è che secondo l’autorità nucleare giapponese la Tepco non ha sorvegliato con sufficiente cura le condizioni dei mille serbatoi in cui stocca l’acqua radioattiva (la crisi nucleare al rallentatore che va avanti dal terremoto e dallo tsunami del 2011 ha avuto un’impennata quando si è scoperto che almeno uno di essi perde).
Un particolare (omesso da Reuters) dà l’idea di cosa concretamente significhi l’ “insufficiente sorveglianza”. La Tepco – che risparmia anche sulle provette – ha installato un solo strumento per misurare il livello dell’acqua nell’intero gruppo di cinque ciclopici serbatoi intercomunicanti (ciascuno ha una capacità di 1000 tonnellate) da cui proviene la perdita. E vai a scoprire dove è il buco, posto che l’acqua è troppo radioattiva perchè qualcuno possa anche solo avvicinarsi.
Ma questo è solo un esempio, è solo una delle ciliegine che ornano (si fa per dire…) questa immane tragedia. Il quadro generale è impressionante. Così impressionante che gli orgogliosi samurai del Sol Levante, fino all’altro giorno preoccupati solo di minimizzare, ora chiedono aiuto al mondo intero.
Il vero nocciolo della faccenda è che nessuno, a due anni e mezzo dall’inizio della tragedia, sa dove si trovi – e in che condizioni sia – il combustibile nucleare che si è fuso insieme ai tre reattori. In più, fra terremoto, tsunami ed esplosioni avvenute nei primi giorni della tragedia, gli edifici della centrale nucleare – che teoricamente dovrebbero mantenere al proprio interno qualsiasi perdita radioattiva – sono più bucati di un colabrodo.
Però il combustibile, ovunque esso sia, deve essere raffreddato senza sosta. La Tepco pompa continuamente acqua sugli (ex) reattori: essa diventa fortemente radioattiva e si accumula negli scantinati e nell’intrico di tubi che costituiscono il ventre della centrale nucleare. Un ventre tutt’altro che ermetico.
Da una parte, la Tepco versa acqua. Dall’altra parte la estrae dai sotterranei: per questo l’area di Fukushima è tappezzata di serbatoi di acqua che, pur se sottoposta a parziale decontaminazione, rimane altamente radioattiva: ribadisco che la recente perdita di 300 tonnellate riguarda acqua già trattata, eppure ha una radioattività pari a 80 milioni di becquerel al litro.
Ma il bilancio dell’acqua che si accumula nei sotterranei e dell’acqua che ne viene estratta non è in pareggio. Togliere l’acqua radioattiva è come cercare di vuotare il mare con un secchiello. C’è anche l’acqua di falda: mille tonnellate di acqua di falda tutti i giorni attraversano l’area di Fukushima. E’ acqua proveniente dalle montagne che si trovano alle spalle della centrale; si getta nell’Oceano Pacifico, sul quale Fukushima si affaccia.
Si calcola che 400 tonnellate di quest’acqua entrino tutti i giorni negli scantinati di Fukushima (è l’acqua radioattiva che Tepco estrae, decontamina parzialmente e stocca); le altre 600 tonnellatevanno nell’oceano. Da due anni. Si suppone che 300 tonnellate siano radioattive e le altre 300 no.
In ogni caso i prelievi di acqua di falda effettuati nella zona attorno a Fukushima mostrano livelli elevati o elevatissimi di radioattività. Ci si è sempre concentrati sulla vana costruzione di barriere per fermare l’acqua radioattiva di falda a valle di Fukushima ed impedirle di raggiungere l’oceano. Di recente si è cominciato a parlare di un bypass da costruire a monte di Fukushima, per scaricare nell’oceano l’acqua prima che diventi radioattiva. Pare che ormai sia troppo tardi.
Blogeko
Torna l’incubo Fukushima, altri 350 serbatoi d’acqua radioattiva sono a rischio perdite
Scritto da: Marina Perotta – mercoledì 21 agosto 2013
Torna l’incubo Fuskushima poiché la perdita di 300 tonnellate di acqua radioattiva è stato valutato livello 3 della scala INES, il che vuol dire: grave e ci sono altri 350 serbatoi che rischiano di rilasciare perdite
TEPCO ammette la fuoriuscita dialtra acqua radioattiva sversata nell’oceano Pacifico a causa di un serbatoio che si è bucato:l’incidente nucleare viene ora valutato dal Japan’s nuclear authority come livello 3 (grave) nella scala INES (che prevede 7 livelli).
Il problema è che TEPCO, che proprio ieri ha tenuto l’ennesima conferenza stampa straordinaria e urgente, ha dichiarato che ci sono altri 350 serbatoi contenenti acqua radioattiva dello stesso tipo che rischiano di usurarsi precocemente e rilasciare così il liquido radioattivo nell’oceano Pacifico. Non solo: come fa notare Iori Mochizuki di Fukushima Diary, nella zona in cui si trova il serbatoio che TEPCO ha dichiarato danneggiato e da cui è fuorisucita l’acqua contaminata ve ne sono altri 3 collegati a quello rotto e poi altri 26 serbatoi in cui sono state immagazzinate in totale 25.610 m3 di acqua radioattiva.
La classificazione del livello 3 su una scala che va da 0 a 7 corrisponde al rilascio di una grade quantità di materiale radioattivo all’interno dell’installazione. L’incidente accorso a Fukushima Daiichi lo scorso 11 marzo 2011 fu classificato nel suo insieme Livello 7 della scala INES.
L’acqua radioattiva ha contaminato anche il suolo penetrando in due grosse intercapedini formando dei laghi sotterranei il che sta ponendo ancroa un altro problema, ossia la risalita di queste acque.
La radioattività misurata a circa 50 cm al di sotto di queste falde è pari a 100 millisieverts per ora.
Da Ecoblog
5 mila tonnellate di acqua radioattiva sotto la centrale nucleare di Fukushima
Un lago sotterraneo contenente più di 5 mila tonnellate di acqua radioattiva è stato scoperto sotto la centrale nucleare di Fukushima Daiichi, come ha ammesso la TEPCO
Secondo il comunicato il trizio radioattivo è pari a 8,7 milioni di bequerel per litro, ossia 145 volte sopra i limiti. L’acqua si è accumulata in una cavità al di sotto del secondo reattore nucleare dopo lo tsunami causato dal sisma dell’11 marzo 2011 e che a causato l’incidente nucleare alla centrale ancora in atto.
Gli esperti giapponesi hanno già espresso preoccupazione per l’alto livello del trizio radioattivo riscontrato in mare nelle prossimità della centrale e dovuto a perdite non controllate. La settimana scorsa i rappresentanti di TEPCO hanno per la prima volta ammesso la fuga di acqua radioattiva nell’Oceano Pacifico.
Riferisce l’Asahi Shimbun che si sta valutando se l’acqua radioattiva dalla vasca sia filtrata in mare e se così fosse si pone la necessità di impermiabilizzare il terreno.
Il 27 luglio, TEPCO aveva annunciato che un livello estremamente alto di cesio, pari a 2,35 miliardi di becquerel per litro d’acqua è stato rilevata nell’acqua accumulata nella vasca. Un funzionario della TEPCO ha riferito che sono al lavoro per controllare le perdite nel terreno e per evitare ulteriori perdite in mare.
Resta di fatto che la centrale nucleare è ancora in equilibrio precario e che sembra davvero difficile mantenere il controllo e sopratutto gestirlo.
Da Ecplanet
Non vi immagineresti cosa sta accadendo a Fukushima ora
Difficile, visto che i mass media non ne parlano…
A Fukushima, l’acqua radioattiva presente nel sottosuolo avrebbe infatti oltrepassato la ‘barriera’ di contenimento.
Ecco un aggiornamento ..
Catherine
La Tepco NON ha nessuna idea di come stabilizzare i reattori.
Di recente abbiamo sentito brutte notizie da Fukushima. Ma è peggio di quanto pensiate.
Il Wall Street Journal nota che i livelli di radiazione FUORI dall’impianto sono probabilmente piu’ alti che dentro il reattore:
Alcuni funzionari della NRA [Nuclear Regulation Authority] hanno detto che nel suolo ci sono presumibilmente perdite di acqua altamente contaminata, che finisce con il confluire nelle falde acquifere ed anche nell’oceano.
In questi giorni si rileva la piu’ alta concentrazione di radioattività dal marzo 2011, dopo il terremoto e tsunami.
Ma come è possibile che FUORI sia piu’ radioattivo che dentro il reattore? I reattori hanno perso
l’isolamento e gli esperti non hanno idea di dove siano i nuclei nucleari.
Ed i problemi intercettati alle falde acquifere sono solo la punta dell’iceberg…
Japan Times sottolinea:
I livelli di cesio nell’acqua sotto l’impianto nr 1 di Fukushima si alzano tanto piu’ si scende in profondità, rivela la Tepco. Tepco ha trovato 950 milioni di becquerels di cesio e 520 milioni di becquerels di sostanze radioattive nell’acqua , che emettono raggi beta, tra cui lo stronzio, da 13 metri sottoterra.
Ad 1 metro di profondità l’acqua conteneva 340 milioni di becquerels e un campione da 7 metri ne conteneva 350 milioni
Il Cesio, un elemento metallico, è soggetto a gravità.
Yomiuri riporta che l’acqua freatica, altamente radioattiva, potrebbe cominciare ad arrivare alla superficie dell’impianto di Fukushima:
“Il portavoce della TEPCO, Noriyuki Imaizumi ha rivelato che il livello dell’acqua delle falde freatiche contaminate del reattore 2 si è alzata rapidamente, dopo un test fatto al lato del mare”.
“Se il livello dell’acqua continua a salire, potrebbe raggiungere la superficie,” ha detto Imaizumi, un general manager della società, per la divisione relativa all’energia atomica, alla conferenza stampa di lunedi. Persino la Tepco ammette che i problemi alle falde freatiche sono causate dalla mancanza di programmazione.
La Reuters nota che le sbarre del serbatoio di Fukushima si corroderanno in appena un paio di anni ed un operario dell’impianto rivela che “la Tepco dice di non sapere quanto ancora terranno i serbatoi”:
Da saluteolistica.blogspot.it
Uranio impoverito, il business segreto della regina Elisabetta
Scritto da: Davide Mazzocco – mercoledì 7 agosto 2013
La Casa Reale britannica, incurante dell’impatto ambientale, avrebbe investito nell’uranio circa 4 miliardi di sterline. Una rivelazione shock sull’intreccio fra Buckingham Palace e società produttrici di armi
La notizia, se confermata, è destinata a fare parecchio rumore. Secondo il gruppo pacifista Stop the War Coalition, la regina Elisabetta II, una delle donne più ricche e potenti del pianeta, avrebbe fatto affari con l’uranio impoverito, portando ingenti guadagni nelle casse di Buckingham Palace. Nel video, pubblicato su Youtube, gli attivisti raccontano di come, in sessant’anni, il capitale della Casa Reale Britannica sia cresciuto da 300 milioni di sterline a 17 miliardi di sterline. Come? Con investimenti nell’industria petrolifera nazionale (BP) e nelle aziende che producono armi che utilizzano l’uranio impoverito, come la Rio Tinto Zinc.
Il video cita l’esperto Jay M. Gould che nel 1996 pubblico The Enemy Within, libro nel quale rivelava come la casa reale britannica, ma soprattutto la regina in prima persona, avesse investito una cifra di circa 4 miliardi di sterline nell’uranio attraverso la Rio Tinto Zinc, la compagnia mineraria fondata nel 1950 (con il nome Rio Tinto Mines) da Ronald Walter Rowland, per volontà della casa reale britannica.
Nel video si sostiene che la Regina e gli altri reali abbiano investito nell’uranio impoverito, senza farsi troppi scrupoli sulle conseguenze sanitarie e ambientali delle loro speculazioni. Le armi all’uranio impoverito sono state utilizzate dai militari degli Stati Uniti durante la prima Guerra del Golfo contro l’Iraq, nel 1991. Da allora sono diventate di uso comune in numerosi conflitti, fra cui quelli in Afghanistan, nei Balcani e, nuovamente, in Iraq. Secondo il Ministero della Difesa degli Stati Uniti solamente in quel conflitto furono utilizzate fra le 315 e le 350 tonnellate di uranio impoverito in bombe, granate e proiettili.
Secondo Doug Rocchi, che fu responsabile del Pentagono per i progetti sull’uranio impoverito, la decontaminazione dell’ambiente dove è stato utilizzato uranio impoverito è impossibile.
A ventidue anni dal primo conflitto ea quasi dieci anni dalla “guerra preventiva”, in Iraq continua a crescere il numero di malformazioni, leucemie e patologie genetiche attribuibili all’utilizzo di uranio impoverito.
I problemi del Medio Oriente, però, sono distanti dagli affari della casa reale, quegli affari che nascondono parecchie zone d’ombra che la stampa mainstream bada bene a tenere sotto silenzio, interessandosi piuttosto ai cappellini delle principesse e al nome del Royal Baby.
Via | Stop The War Coalition
Ecoblog
Fonte: DIETRO IL SIPARIO


SAT 7 SEP 2013
 
Pubblicato in data 12/set/2013 “L’Unione economica, monetaria, finanziaria e sociale europea: procedure operative e tempi d’attuazione” conferenza interuniversitaria organizzata dalla II Università degli Studi di Napoli in collaborazione con la Commissione Europea nei giorni dal 9 al 14 giugno al Palazzo Reale di Caserta. Intervento del Prof. Auriti al convegno tenutosi a Caserta 12-06-1996 Così [...]:D:D:D:D:D:D;);););););):Y:Y:prr::yeah:

12:59
La proprietà popolare della moneta - prima parte

di Pierre Louis
1 giorno fa
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"L'Unione economica, monetaria, finanziaria e sociale europea: procedure operative e tempi d'attuazione" conferenza
 

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