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PERCHÉ USA, INGHILTERRA, UNIONE EUROPEA E ISRAELE VOGLIONO DISTRUGGERE LA SIRIA ?
Postato il Sabato, 14 settembre @ 13:20:16 CEST di davide
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DI ADRIAN SALBUCHI
informationclearinghouse.info

Una giovane dalla voce delicata che vive la crisi siriana la descrive con molto più buon senso, verità e onestà dei potenti governi occidentali e dei loro mass media controllati dal denaro come burattini.

Identificandosi semplicemente come “siriana, patriota, anti-neocon, anti-nuovo-ordine-mondiale, anti-sionista”, lo scorso anno ha aperto un suo canale YouTube (YouTube/User/SyrianGirlpartisan).
In un breve video (nove minuti) spiega “otto ragioni per cui il Nuovo Ordine Mondiale odia la Siria”. Faremmo tutti bene ad ascoltarlo …

Nella foto: La banca centrale della Siria in Sabaa Bahrat Square a Damasco

Le sue “Otto ragioni principali per cui ci odiano” è un eccellente resoconto, applicabile praticamente a quasi tutti i Paesi rispettabili del mondo: nessuna banca centrale controllata dai Rothschild; nessun debito dal FMI; nessun OGM, petrolio o oleodotti; società anti-segrete, anti-sioniste; laicismo e nazionalismo.

Il suo breve messaggio si svela come una sorta di manuale di buon senso, che spiega perché gli Stati Uniti, l'Inghilterra, L'Unione europea (specialmente la Francia) e Israele sono così ansiosi di distruggere la Siria, un Paese il cui leader non si piegherà di fronte alle élite del Nuovo Ordine Mondiale immerse a fondo nelle strutture di potere pubbliche (i governi) e private (le aziende e le banche) delle potenze occidentali.

Descrive queste otto ragioni in maniera succinta e convincente, dando molto da pensare con la speranza di ispirare una profonda ricerca interiore. Questo è vero soprattutto per i cittadini di USA, Inghilterra, UE e Israele, i quali sono gli unici che possano applicare una pressione diretta sui loro politici eletti di Washington, Londra, Parigi, Tel Aviv e delle altre capitali occidentali, costringendoli a smettere di comportarsi come dei folli criminali globali e a iniziare a prestare attenzione alle parole delle persone in una maniera responsabile e democratica.

Le otto ragioni per cui il Nuovo Ordine Mondiale odia la Siria

1) La Banca Centrale siriana è pubblica e controllata dallo Stato – In altre parole, gestisce la valuta nazionale stando al servizio del popolo siriano e non dei banchieri internazionali, controllati dalla Rothschild, che operano nei loro covi di New York, Londra, Francoforte, Tel Aviv, Basilea e Parigi.

Questo significa che il volume di valuta che essa emette è adeguatamente sincronizzato con i bisogni reali dell'economia del lavoro, della manodopera, della produzione e di tutto ciò che è utile al popolo siriano, invece di essere sincronizzato con finanziatori stranieri parassiti, usurai e speculatori. Questi ultimi cercano di controllare le banche centrali locali in modo da limitare artificialmente il volume valutario disponibile per i veri bisogni economici, specialmente per quanto riguarda i crediti senza interesse necessari per finanziare infrastrutture utili all'economia: centrali elettriche, strade, lavori del gas, abitazioni, iniziative e imprese private. Questo costringe gli attori produttivi – pubblici e privati – a fare ricorso a prestiti bancari con interessi letali, dando il via all'infinita catena di debiti portando alle cosiddette “crisi del debito pubblico” che colpiscono ogni Paese per decenni.

Distorcendo artificialmente il volume della “valuta pubblica” emessa dalle banche centrali nazionali, che non generano interessi, le nazioni vengono così forzate a ricorrere a prestiti di “valuta privata” ad alto tasso di interesse concessi dalla società segreta monopolistica e privata dei bankster nelle mani di Rothschild, Rockefeller, Warburg, Goldman Sachs, HSBC, CitiCorp e JP Morgan Chase.

È chiaro che si tratta di una buona ragione per eliminare la Siria.

2) La Siria non ha debiti con il FMI – Questo significa che la leadership siriana capisce che il FMI – un'agenzia pubblica multilaterale composta dai governi membri – è controllata dai mega-banchieri internazionali e che agisce come loro revisore contabile e polizia finanziaria ogni qualvolta uno dei suoi membri più deboli finisce nei guai con il debito nazionale, che è un altro modo per dire che raggiungono un punto in cui non possono ricavare abbastanza denaro dalle loro economie reali – il lavoro, la fatica e la manodopera della loro gente – per darlo a quei banchieri parassiti privati internazionali.

In un certo senso, il vero lavoro del FMI è comportarsi come l'autorità tributaria internazionale, solo che non tassa direttamente le persone, ma piuttosto delega agli uffici nazionali. Iniziate a capire le vere radici delle “crisi del debito” che colpiscono Cipro, Grecia, Irlanda, Argentina, Spagna, Italia, USA, Inghilterra, Portogallo e Francia?

Di fatto, le nazioni islamiche rifiutano i prestiti bancari frazionati e le pratiche degli interessi come qualcosa di immorale. Questo è quanto fatto dalla Libia di Gheddafi e quello che la Siria e l'Iran stanno facendo ora.
Dunque, un buon motivo per eliminare la Siria, così come hanno eliminato la Libia e ora puntano sull'Iran.

3) La Siria ha bandito le sementi OGM – Bashar al-Assad ha bandito l'uso di sementi OGM per poter “preservare la salute umana”, sapendo benissimo che i Monsanto di questo mondo vogliono controllare tutte le provviste alimentari del mondo, dato che con l'imminente crisi globale non si tratterà solo del petrolio, ma anche della quantità di cibo che ogni nazione riuscirà a mettere sulla tavola del suo popolo.

Ecco perché dopo aver invaso l'Iraq gli Stati Uniti hanno ordinato l'uso esclusivo di sementi Monsanto. Ecco perché i deboli stati clientelari come l'Argentina stanno avvelenando la loro terra e la gente si sta inginocchiando di fronte alle richieste della Monsanto.

Una buona ragione per la Monsanto per eliminare la Siria.

4) La popolazione siriana è ben informata sul Nuovo Ordine Mondiale – I suoi media e le sue università discutono apertamente dell'influenza delle élite al potere della comunità internazionale. Ciò significa che afferrano perfettamente il fatto che in Occidente il vero potere non è nelle mani della Casa Bianca, del n.10 di Downing Street, del Congresso o del Parlamento, ma piuttosto è gestito dalla potente rete di gruppi di pressione alla guida del Consiglio di Relazioni Internazionali di New York, la Conferenza Bilderberg, la Commissione Trilaterale, l'Americas Society, il World Economic Forum e l'Istituto di Affari Internazionali di Londra, che a loro volta interagiscono con i mega-banchieri, i media, le università, l'esercito, le multinazionali e le aziende di tutto il mondo.

Come spiega adeguatamente la nostra giovane amica, i siriani osano parlare di società segrete come la loggia Skull & Bone dell'università di Yale, tra i cui membri spiccano l'ex presidente George W. Bush e l'attuale Segretario di Stato John Kerry.

Una buona ragione per questi pezzi grossi per ordinare al loro galoppino Obama di eliminare la Siria.

5) La Siria possiede massicce riserve di petrolio e gas – E ci risiamo! Ogni volta che l'Occidente va in guerra per proteggere “la libertà, i diritti umani e la democrazia”, c'è sempre puzza di petrolio, che sia in Iraq, Libia, Kuwait, le Malvinas, l'Afghanistan … La Siria possiede riserve terrestri e marine di petrolio e gas e sta contribuendo alla costruzione di un massiccio oleodotto con l'Iran, ma senza il controllo dei giganti petroliferi occidentali. Di certo, la piena militarizzazione di tutte le zone di riserva e produzione petrolifera, nonché la militarizzazione delle rotte di trasporto per “portare il petrolio a casa” da ogni punto del mondo, è una strategia fondamentale comune a Inghilterra e Stati Uniti.

Un buon motivo per la BP, la Exxon, la Royal Dutch Shell, la Texaco, la Total, la Repsol e la Chevron per voler eliminare la Siria.

6) La Siria è chiaramente contro il sionismo e Israele – Israele opera un apartheid criminale contro i palestinesi occupati. La leadership siriana non ha problemi ad accusare Israele di essere quello che è: un'entità razzista imperialista e genocida, come mostrato dal Muro dell'Odio che il governo israeliano ha eretto intorno alla Palestina. Israele gestisce quello che può essere definito solo come un mega campo di concentramento stile Auschwitz, con milioni di prigionieri maltrattati, umiliati e spesso uccisi.

Questa chiara visione politica veniva condivisa dalla Libia di Gheddafi e dall'Iraq di Saddam e oggi anche da Iran, Cina, Russia e India.

Un buon motivo per i giganti politici come l'AIPAC (American-Israeli Public Affairs Committee), il World Jewish Congress, l'ADL (Anti-Defamation League), Likud, Kadima e Netanyahu/Lieberman per voler eliminare la Siria.

7) La Siria è uno degli ultimi Stati musulmani laici in Medio Oriente, mentre gli ebrei sionisti che credono nella supremazia della loro razza, come pure i rinati cristianiisraelo-Bushisti in occidente, hanno bisogno che tutti si adeguino alla volontà del loro oscuro dio demiurgo che possiede il suo “popolo eletto”.

L'ordine della élite del potere internazionale è chiaro: tutti devono credere nella superiorità di Israele, mentre la nostra giovane amica siriana nota che la Siria, come l'Iraq di Saddam, la Libia di Gheddafi e l'Iran, potrebbe non esserne convinta.

Aggiunge che in Siria “fare domande sulla religione non è educato”, dal momento che la Siria è stata per millenni la culla delle religioni originarie e che questi millenni hanno insegnato ai siriani ad essere sensibili, tolleranti e rispettosi di ogni fede. Una cosa che di certo non si vede negli sceiccati arabi filo-occidentali, né negli Stati Uniti, in Inghilterra e nell'Unione europea, con la loro paranoia anti-islamica, dove le leggi passano imponendo le più lampanti menzogne culturali, politiche e storiche ordinate da bigotti che insistono sul fatto che il loro dio non accetterà altro che le vittime sacrificali del loro olocausto.

Un altro ottimo motivo per fanatici neocon e la loro polizia orwelliana per eliminare la Siria.

8) La Siria mantiene e protegge fieramente la sua identità nazionale politica e culturale – la nostra amica sottolinea come la Siria “si tiene stretta la sua unicità” mentre rispetta quella degli altri. L'imminente governo mondiale aborre praticamente chiunque si metta contro agli standard di pensiero, comportamento e “valori” stabiliti, dove le mega-marche occidentali, i centri commerciali e le dittature della moda “fanno sembrare ogni posto uguale all'altro, il che porta ad un mondo davvero noioso”.

Oggi, anche tra i giovani, il pensiero rivoluzionario occidentale si riduce alla scelta tra Coca Cola e Pepsi.

Un buon motivo per Coca Cola, Pepsi, McDonald's, Levi's, Lauder, Planet Hollywood e Burger King per voler eliminare la Siria.

La nostra giovane amica siriana conclude il messaggio ricordandoci che “la caduta della Siria potrebbe essere il punto di svolta per la vittoria del Nuovo Ordine Mondiale”, aggiungendo che oggi “la Siria è in prima linea contro il Nuovo Ordine Mondiale”.

Parole sagge di una giovane donna che comprende il fallimento catastrofico della classe politica delle potenze occidentali, che ormai hanno capovolto il nostro mondo, dove i criminali peggiori hanno infettato i governi e le strutture private di potere, che sia a Washington, New York, Londra, Parigi, Berlino, Roma, Bogotà, Madrid, Tokyo, Seul, Amsterdam, Buenos Aires o Riad.

Se a volte Hollywood serve come vetrina per rivelare i recessi più oscuri della psiche malata della élite dei potenti occidentali, allora potremmo anche dire che stanno recitando la saga del “Pianeta delle Scimmie”, in cui una strana e infernale inversione genetica mette degli animali orrendamente distruttivi al posto delle potenze mondiali, mentre gli umani vengono imprigionati nelle gabbie e fatti schiavi.

È questa oggi la metafora migliore per descrivere gli USA di fronte al dramma in Siria?

Gli otto punti summenzionati sono una buona guida per rimettere in carreggiata tutti i nostri Paesi per quanto possibile in questo mondo fuori controllo.

A prescindere dall'essere americani, europei, arabi, musulmani, cristiani, ebrei, buddisti, indù o shintoisti, è arrivato il momento per noi cittadini di far sentire la nostra voce nelle strade, con gli amici, i vicini e i familiari, i colleghi di scuola e del lavoro, attraverso i social network, chiedendo che i governi occidentali cosiddetti “eletti democraticamente” smettano di fare quello che stanno facendo e comincino a fare quello che gli chiediamo. Ora. Immediatamente. Dobbiamo riprenderci le nostre nazioni.

La nostra giovane amica siriana è sicuramente l'esempio che tutti noi dobbiamo seguire.

Adrian Salbuchi
Fonte: INFORMATION CLEARING HOUSE. NEWS, COMMENTARY & INSIGHT
Link: Why The US, UK, EU & Israel Want To Destroy Syria
9.09.2013
 
Fondamentale: La Finanza Anglosassone Scappa dall’Italia, LCH Clearnet NON Garantisce più La Liquidità a Breve per le Banche Italiane.

14 settembre 2013Di FunnyKing
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Mettetevi seduti perchè la materia può sembrare ostica ma in realtà è piuttosto semplice, partiamo dai fatti messi a nudo da Repubblica:
Non sono tempi facili per le banche italiane. Come non bastassero i timori per le perdite sui prestiti offerti ai clienti e per l’esame della vigilanza europea che le aspetta, di fronte a loro si presenta una nuova trappola.
Nessuno l’ha vista avvicinarsi, perché è sepolta in un codicillo di un regolamento di settanta pagine stipulato il 5 agosto a Londra. Ma quel passaggio sembra disegnato apposta per complicare l’accesso al finanziamento internazionale delle banche in Italia e obbligarle a spostare le loro attività nella City: l’opposto di ciò che serve ora che la materia prima essenziale per il paese è la fiducia.
Il regolamento in questione è stato redatto da London Clearing House Clearnet (Lch), la piattaforma controllata dal London Stock Exchange che garantisce gli scambi fra banche o grossi investitori. Lch è quella che gli addetti chiamano una “controparte centrale”, un soggetto che si interpone fra chi offre e chi richiede certi titoli o del denaro e garantisce che nessuna delle parti perda soldi se l’altra fallisce.
Alleata di Lch è Cassa compensazione e garanzia, l’entità che svolge lo stesso mestiere in Italia: entrambe sono parte del London Stock Exchange (Borsa di Londra o Lse), dato che l’intero gruppo Borsa italiana è controllato dai britannici dal 2007. Quella delle “controparti centrali” è la parte invisibile del sistema finanziario, la rete di condutture della liquidità di cui si dimentica sempre l’esistenza fino a quando non si rompe. Ma è attraverso questa rete che le banche si finanziano ogni giorno. Citi, il colosso di Wall Street, stima che in Italia gli istituti abbiano prestiti a breve termine per 70 miliardi di euro in ogni momento dato da parte di grandi banche globali come Morgan Stanley o JpMorgan. Il tutto intermediato da Cassa compensazioni, a fronte di titoli di Stato presentati in garanzia dagli italiani. Sono operazioni chiamate “repo” o “pronti contro termine”, un flusso di denaro in prestito a scadenza di un giorno o di una settimana che permette alle banche di operare: senza di esso, il mondo del credito finirebbe in ginocchio in poche ore, in Italia come ovunque.
Il problema è ora che l’ingranaggio potrebbe incepparsi. Sono gli stessi manager della Borsa di Londra, in un atto di sottile sabotaggio, ad aver deciso di gettare sabbia nelle ruote italiane. La svolta prende la forma di una modifica alle norme che nel caso di “transazioni nel mercato italiano del reddito fisso” – si legge nel regolamento di agosto – spezza il legame decennale fra Lch di Londra e Cassa compensazione in Italia. Il gruppo della City annuncia che non interverrà più a garantire le banche globali impegnate nei prestiti a breve termine qualora la sua “alleata” (sic) italiana andasse in default. In altri termini, Londra non vuole più il rischio delle attività italiane che controlla. Così dissuade di fatto i grandi gruppi esteri dall’offrire prestiti a breve termine alle banche italiane, perché non sarebbero più garantite se esse si svolgono attraverso Cassa compensazioni.
È come sfilare il tappeto da sotto i piedi delle banche italiane. In un rapporto agli investitori, Citi sostiene che ciò può ridurre i prestiti e alzare gli interessi per il sistema creditizio tricolore e raccomanda di vendere Btp, bond e azioni degli istituti quotati a Milano. Per Unicredit o Intesa Sanpaolo sarebbe una strana nemesi: furono loro, in qualità di primi soci, a voler vendere il gruppo Borsa italiana al London Stock Exchange nel 2007 contro il parere di Mario Draghi e Tommaso Padoa-Schioppa (allora rispettivamente governatore e ministro dell’Economia). Fra l’altro, ciò rende più difficile per gli istituti usare titoli del Tesoro in garanzia presso Cassa compensazione per ottenere la liquidità di cui hanno bisogno.
A dire il vero, il mercato non se n’è accorto. I tassi sulle operazioni a breve termine da agosto sono persino scesi dallo 0,40% allo 0,26%. Per ora le banche non rischiano lo stesso credit crunch che le famiglie o le imprese subiscono da tempo. E potrebbero comunque sempre rivolgersi alla Bce, benché equivarrebbe ad ammettere di aver bisogno di una bombola ad ossigeno. Ma il rapporto di Citi trae conclusioni drastiche: “Lch Clearnet ha portato un colpo significativo alla posizione di finanziamento di molte banche italiane – scrive – creando potenzialmente pressione al rialzo sugli spread sovrani”.
L’obiettivo di Londra è chiaro: proteggersi dal rischio Italia e spingere le banche del paese a venire nella City per finanziarsi. Ciò porterebbe in Gran Bretagna i guadagni su quelle operazioni invisibili ma svolte ogni giorno su scala colossale. In passato Lch aveva tentato di delocalizzare a Londra i fondi di Cassa compensazione, ma fu fermata dalla Banca d’Italia un anno fa. L’istituto centrale ha ingiunto a Cassa di mantenere i conti proprio in Via Nazionale e di investirli in titoli di Stato. Non è un caso: il portafoglio di Cassa vale ogni giorno fra cinque e dieci miliardi di euro ed è in grado di coprire un’asta del Tesoro anche nei momenti di massima tensione sui mercati.
È una sorta di rete di sicurezza sulle emissioni di debito pubblico. Gianluca Garbi, fondatore di Banca Sistema ed ex top manager del gruppo Borsa Italiana, non nasconde l’irritazione: “Non so a cosa punti il London Stock Exchange – dice – . Ma non è la prima volta che prova a portare via i conti di Cassa e ha sempre fallito miseramente”. Difendere le condutture invisibili del sistema finanziario diventa insomma un interesse vitale per le istituzioni. Sarà per questo che Londra ha scelto di sfidarlo nel momento della loro massima debolezza in Europa.
Traduco semplificando e schematizzando:
Come noto la Borsa Italiana e il London Stock Exchange sono sono integrate in un unico gruppo
Dunque anche i due sistemi di clearing* Cassa di Compensazione e Garanzia e LCH Clearnet sono integrati
Fino al 5 Agosto entrambe i sistemi di clearing erano responsabili in solido se una delle controparti di mercato avesse fatto default
Dal 5 Agosto in poi la parte inglese LCH Clearnet NON grantice più se ad esempio una banca italiana NON restituisse un prestito a brevissimo o a breve termine (i così detti REPO)
Citigroup se ne è appena accorta e ha raccomandato il SELL sui titoli di Stato Italiani
E’ un attacco (diranno le solite checce isteriche in malafede), o è una fuga da un paese marcio di debiti, corruzione e con un politica da avanspettacolo?
Scegliete voi, non ha importanza. Ciò che conta è il segnale dato prima da LCH e poi amplificato da Citigroup che “guarda caso” fa uscire adesso il suo report e non mi stupirei se intanto avesse già giudiziosamente liquidato le sue posizioni sull’Italia (per favore astenersi complottisti, avreste fatto la stessa cosa tutti voi, ipocriti del *****).
Guarda caso il decennale dal 5 Agosto in poi:


più in dettaglio:
 
:cool::cool::cool::cool::cool::cool::cool::cool::cool:Street golpista: ancora al potere i killer di Kennedy

Scritto il 13/9/13 • nella Categoria: segnalazioni



C’era un patto segreto tra Kennedy e Khruscev: mettere fine alla guerra fredda, disarmare i missili nucleari e collaborare persino nelle missioni spaziali. L’uccisione di Jfk mise fuori combattimento anche il leader sovietico. Da allora, per decenni, sia a Mosca che a Washington hanno comandato i falchi. Chi erano, negli Usa? Politici, ma in realtà emissari dell’élite finanziaria: Wall Street. Con alle spalle personaggi oscuri, già in affari con la Germania nazista, che dopo la guerra reclutarono nei loro servizi segreti la crema dell’apparato hitleriano di intelligence. Lo sostiene il giornalista investigativo tedesco Mathias Broeckers, autore di un nuovo dirompente libro-inchiesta sulla fine di John Fitzgerald Kennedy: nel 1963, dice Broeckers, è come se fosse finita la democrazia americana, congelata da un colpo di Stato. «In America, la democrazia effettiva tornerà solo quando verrà completamente “sdoganata” la verità sull’omicidio di Dallas». Un giallo per il quale l’allora braccio destro di Nixon, Roger Stone, oggi accusa nientemeno che l’ex presidente George Bush, uomo di Wall Street e dei petrolieri texani. Suo figlio, George Walker, gestirà poi l’altro grande “terremoto opaco” destinato a cambiare il mondo, l’11 Settembre.
La Cia, dichiara Broeckers in una lunga intervista concessa a Lars Schall e riportata su “Come Don Chisciotte”, era in realtà uno strumento degli interessi finanziari fin dall’inizio. Missione dell’intelligence: operazioni segrete, di cui informare – non sempre, e non completamente – il presidente. «Dal momento che il “padre” della Cia Allen Dulles era un avvocato di Wall Street e suo fratello John Foster guidava la politica estera, le operazioni sotto copertura sono state un affare di famiglia gestito dai fratelli Dulles e i loro clienti di Wall Street. Questo è quello a cui Jfk cercò di porre termine e quello che lo ha condannato a morte». I clienti Dulles, aggiunge Broeckers, erano i banchieri e le grandi società, che erano in ottimi rapporti d’affari con la Germania nazista negli anni ‘30 e anche durante la guerra. «Alcuni di loro, come Prescott Bush – nonno di George W. – sono stati incriminati per “aver collaborato con il nemico”.
E Allen Dulles, capo della Oss in Svizzera durante la guerra, ha organizzato un sacco di questi rapporti», compresa «l’integrazione segreta del capo delle spie naziste Reinhard Gehlen e di alcune centinaia di suoi ufficiali delle Ss nell’esercito degli Stati Uniti», per la costituzione dell’apparato Cia. Tutto questo, Dulles l’ha fatto «in privato, senza alcuna posizione ufficiale», tra il 1945 e il 1947, «dal suo ufficio al “Council on Foreign Relations”». E’ funque «una perfetta ironia, o meglio un grande cinismo», il fatto che sia stato il pupazzo dei petrolieri del Texas, Lyndon Johnson, a incaricare Allen Dulles, nemico di Kennedy, per gestire la Commissione Warren, incaricata di fingere di indagare sull’attentato. «Dal momento che aveva funzionato così bene ci hanno riprovato, questa volta senza successo», quando hanno tentato di piazzare “Bloody Henry” Kissinger alla guida della commissione d’inchiesta per l’11 Settembre.
Il blackout democratico dell’America comincia dunque il 22 novembre 1963. Per un motivo molto preciso, secondo Broeckers: dopo lo stop dei test nucleari, Jfk aveva annunciato ai suoi confidenti che sarebbe andato a Mosca, dopo la rielezione, per negoziare un trattato di pace. In pubblico aveva già annunciato di voler fermare la corsa agli armamenti, al fine di porre fine alla guerra fredda. In un memorandum della National Action Security aveva parlato di una collaborazione con i russi nello spazio. Dopo lo scambio di lettere segrete con Khruscev, che ha concluso la crisi dei missili, era in buoni rapporti con il leader sovietico, che al Cremlino aveva chiesto allo stesso modo il disarmo. La morte di Jfk ha incoraggiato gli estremisti sovietici a sbarazzarsi di lui. «Con Kennedy vivo, Khruscev sarebbe rimasto al potere e la guerra fredda avrebbe potuto essere conclusa negli anni ‘60. Ecco perché la morte di Jfk ha ancora importanza: è il crimine più importante della seconda metà del 20° secolo, è ancora irrisolto e ha segnato in un certo modo la fine della Repubblica americana. Da allora il complesso finanziario-militare-industriale ha comandato, e nessun presidente dopo Jfk ha avuto le palle per sfidarlo».
Il giornalista tedesco, che ha alle spalle decine di saggi e lavora attualmente per il quotidiano “Taz” e la webzine “Telepolis”, insiste sulla ragione capitale – interamente geopolitica – dell’omicidio Kennedy: «Jfk aveva fatto passi definitivi per porre fine alla guerra fredda. Aveva negato il coinvolgimento dell’esercito nella Baia dei Porci, ereditato dal suo predecessore; aveva risolto la crisi dei missili a Cuba attraverso il contatto diretto e segreto con Khruscev; aveva assicurato uno stop ai test nucleari coi sovietici e aveva ordinato il ritiro dal Vietnam. Tutto questo contro la volontà dei militari, della Cia, e anche di molti membri della sua amministrazione». Era un uomo pieno di nemici: i “comunisti incalliti” in Russia, Cina e Cuba, ma anche gli israeliani, cui Jfk aveva dismesso le armi nucleari. Ce l’aveva con lui pure la Federal Reserve, a causa della sua idea di un nuovo dollaro “del governo”, con copertura in argento, sottratto al controllo dei banchieri. E poi la mafia, a causa della sua rinuncia a invadere Cuba: le “famiglie” speravano di «riavere indietro i loro casinò e bordelli». Altri nemici, i sudisti razzisti, che non perdonavano a Kennedy l’impegno per i diritti civili. «Ma nessuno di loro – avverte Broeckers – aveva i mezzi e le opportunità per l’omicidio e, soprattutto, i mezzi per coprire il tutto negli anni». Chi aveva quei mezzi? «Solo la Cia e l’esercito per la realizzazione, e l’Fbi e l’amministrazione Johnson per la copertura».
Ormai la verità sta venendo a galla, dopo decenni di reticenze e depistaggi. Le prime crepe negli anni ’80, quando si è scoperto che erano falsi i tesserini dell’Fbi esibiti ai poliziotti sulla Dealey Plaza di Dallas. Responsabile della stampa di quei documenti era la “divisione tecnica” della Cia, presieduta da Sidney Gottlieb, famoso per il progetto “Mk ultra”, attività di manipolazione mentale con ipnosi, sieri della verità, Lsd e messaggi subliminali. Tesserini falsi, su cui non indagarono mai né l’Fbi né la Commissione Warren. «Questo fatto da solo esclude che la mafia, i russi, i cubani, i cinesi o altri assassini autonomi abbiano fatto questo di proprio conto: e anche se questi gruppi fossero stati in grado di ottenere tesserini autentici dei servizi segreti, il fatto che questa contraffazione non sia stata investigata porta immediatamente l’Fbi di Hoover in cima agli indagati». Oggi, il team tecnico dell’Arrb (Assassination Records Review Board) ha stabilito al di là di ogni dubbio che l’autopsia e le radiografie di Kennedy, custodite negli archivi nazionali, sono state manipolate: «Nessun mafioso, banchiere o cubano sarebbe stato in grado di farlo».
Quei falsi clamorosi, continua Broeckers, sono stati fabbricati all’ospedale militare di Bethseda, dove l’autopsia di Jfk è stata supervisionata da Curtis LeMay, il capo di stato maggiore dell’esercito americano, che era «uno dei nemici più accaniti di Jfk». LeMay era in vacanza a pescare, e quando ha avuto notizia della sparatoria di Dallas «è tornato a Washington subito – non per un’emergenza militare, ma per sedersi nella sala autopsie e fumarsi un sigaro», al cospetto del cadavere del suo nemico. Eppure, «le false immagini e radiografie, presentate da allora ad ogni ricercatore, sono una delle ragioni principali per cui la “teoria del proiettile magico” poteva reggere per così tanto tempo: solo i militari, da cui sono state fatte quelle foto e radiografie, erano in grado di organizzare quei falsi e metterli in archivio». Sempre grazie all’Arrb, ormai ci sono diverse prove che sia stato manipolato, il giorno dopo l’assassinio, persino il famoso filmato realizzato quel giorno a Dallas da un testimone, il sarto Abraham Zapruder, munito di cinepresa. «Tuttavia, anche l’attuale “originale” sembra mostrare chiaramente un colpo da davanti, dalla collinetta erbosa – dato che il falso non era perfetto». E il fatto che alla Commissione Warren sia stata mostrata solo una brutta copia in bianco e nero «indica che gli autori erano consapevoli di ciò». Altra prova della copertura: per anni, nessuno ha saputo che il film di Zapruder era stato poi acquistato dal gruppo Time/Life, esattamente come quello di un altro videomaker amatoriale, Orville Nix, il cui film è stato acquisito dalla United Press e fatto scomparire.
Il risultato della Commissione Warren è stato chiaro fin dall’inizio, perché la commissione non ha fatto nessuna indagine diretta e dipendeva interamente dai dati forniti dall’Fbi. «Hoover sapeva delle numerose tracce lasciate dalla Cia; nel caso, sapeva che avevano portato prove false di viaggi fatti da Oswald in Messico per accusarlo di essere comunista – e ha concluso, solo due giorni dopo la sparatoria, che a Dallas c’era solo il tiratore solitario Lee Harvey Oswald». Hoover odiava i Kennedy, in particolare il suo capo Robert Kennedy, ed era il responsabile principale dell’operazione congegnata per incastrare Oswald e coprire il caso. La Cia, aggiunge Broeckers, ha fabbricato le prove false per quella che Peter Dale Scott (“La politica sommersa e la morte di Jfk”) chiama “la fase 1 della copertura”, cioè il collegamento “comunista”, quello che ha permesso a Lyndon Johnson – gridando al pericolo di una guerra nucleare – di premere sui membri della commissione per far loro prendere posizione e assicurarsi così il successo della “fase 2”, ovvero il risultato della loro pseudo-inchiesta: lo “squilibrato” Oswald, un pazzo solitario.
«Tra tutti i crimini – osserva Broeckers – l’omicidio è quello con il maggior numero di casi risolti dai tribunali: non ci sarebbe stato alcun bisogno di tutte le coperture degli ultimi 50 anni se Lee Harvey Oswald fosse stato un pazzo solitario». Perché era necessario che Jack Ruby lo uccidesse? «Si conoscevano bene. E dato che Oswald era una risorsa di Fbi e Cia, doveva essere messo a tacere prima che potesse parlare». Ma attenzione: non c’era solo il piano per uccidere Kennedy a Dallas. Ce n’era almeno un altro, in programma per una visita di Kennedy a Chicago. «Era un complotto con evidenti parallelismi con quello di Dallas – un ex marine preparato come capro espiatorio, che ottenne un posto di lavoro in un edificio alto sul percorso che il corteo doveva percorrere un po’ di settimane prima, e che si era addestrato con gli esuli cubani, come Oswald». Andò a monte. «Per caso, i tiratori scelti furono avvistati da un albergatore e la visita di Chicago fu annullata». Perché Jfk morì proprio il 22 novembre 1963? Il giornalista tedesco non ha dubbi: «Aveva fatto un cambiamento radicale, da presidente, verso una politica di riconciliazione e di pace. Aveva fatto arrabbiare i nemici, in campo militare e nella Cia. E quando ha annunciato la fine della guerra fredda, nel suo discorso del 10 giugno 1963, si è condannato a morte».
Per il giornalista, questa motivazione è decisamente più forte di qualsiasi altra, compresa quella – pure rilevante – del coinvolgimento sistematico della mafia in parecchie operazioni targate Cia. «Dal “Progetto Luciano” nel 1943 – l’aiuto del boss della mafia imprigionato Lucky Luciano, all’invasione della Sicilia – la mafia è diventata lo strumento preferito della Cia per le operazioni segrete e per generare fondi neri dal business della droga: dovunque arrivava l’esercito Usa o la Cia stava facendo “cambiamenti di regime” – accusa Broecker – i soldi della droga erano essenziali per il finanziamento delle operazioni, dal Sud-Est asiatico negli anni ‘60 fino ad oggi in Afghanistan». E dal momento che l’agenzia governativa di Langley «non può vendere la “roba” direttamente, ha bisogno dei mafiosi per farlo, e ottenere la loro quota per finanziare i signori della guerra», chiamati a seconda dei casi “combattenti per la libertà” o “terroristi”. Illuminante il caso di aziende come la Permindex, che è stata «una società di copertura per la Cia, l’Mi6 e il Mossad», perfettamente utile come «linea per il riciclaggio di denaro e il traffico d’armi». Continua Broecker: «Hanno lavorato insieme alla banca Meyer Lansky in Svizzera, che era gestita da Tibor Rosenbaum, che ha gestito la maggior parte del traffico d’armi del Mossad». Jim Garrison, il procuratore di New Orleans incaricato di indagare sull’omicidio Kennedy, stava andando nella giusta direzione? «Certo, perché Clay Shaw, proprietario del “New Orleans International Trade Mart” e uno dei direttori di Permindex, stava chiaramente lavorando con la Cia. Ecco perché il caso di Garrison è stato sabotato da Washington fin dall’inizio».
Determinante la disponibilità omicida dell’intelligence “deviata”, e facilmente spiegabile: «Gli uomini dei servizi segreti erano per lo più sudisti, che rifiutavano profondamente la politica dei diritti civili di Jfk. Hanno gestito la sicurezza a Dallas in modo molto blando». Abraham Bolden, il primo afro-americano che Jfk aveva portato ai servizi segreti nel 1961, dice che quando ha provato a contattare la Commissione Warren per parlare dell’atteggiamento razzista dei suoi colleghi è stato incriminato da falsi testimoni corrotti e incarcerato. Oltre alla falsificazione dell’autospia e delle radiografie all’ospedale di Bethseda, i militari furono decisivi anche nell’alterare la testimonianza dei medici. Pressioni, depistaggi, manipolazioni. «I primi interrogatori di Marina Oswald non erano della polizia di Dallas, ma di ufficiali dell’intelligence militare, che hanno anche fornito un traduttore di dubbia serietà per le sue testimonianze e hanno contribuito in primo luogo a incastrare Oswald».
Da dove sono venuti i fondi per il colpo di Stato? Mathias Broeckers fa i nomi di due miliardari, i petrolieri texani Haroldson L. Hunt e Clint Murchison: «Sono i più probabili finanziatori, anche se non ci sono prove». Si sa che paragono di tasca loro l’annuncio sul giornale Dallas il giorno prima della visita, che indicava Kennedy come comunista e traditore. «Odiavano profondamente Jfk e avevano Lyndon Johnson in tasca, la loro assicurazione che tutto sarebbe stato coperto in modo corretto». Un nuovo e ben documentato libro di Richard Belzer (“Hit List”) elenca 1.400 persone con una connessione con l’omicidio e, nei primi tre anni dopo l’assassinio, 33 di loro sono morti per cause non naturali. «La probabilità che questo accada per caso è di 1 su 137 miliardi». Ergo: l’unica spiegazione ragionevole è proprio quella del colpo di Stato, denunciato dallo stesso Gore Vidal quando dice che negli Usa ormai comanda «un sistema con un unico partito e due destre», sorretto dai grandi media che «fanno il lavaggio del cervello alla popolazione 24 ore al giorno e promuovono le guerre per il dominio imperiale globale», incluse le «operazioni segrete in tutto il mondo per garantire questo predominio». E questo, conclude Broeckers, andrà avanti «finché la verità sull’operazione segreta, il colpo di Stato contro la presidenza di Jfk, verrà tenuta nascosta».
(Il libro di Mathias Broeckers, “Jfk: Staatsstreich in Amerika”, colpo di Stato in America, è stato appena pubblicato – per ora solo in tedesco – dalla Westend Verlag di Francoforte, agosto 2013. Autore di svariati saggi e libri-inchiesta, Broeckers si è occupato di misteri irrisolti, potere e traffico di droga, terrorismo e politica sommersa).
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IL GIURAMENTO GESUITA
Ecco un piccolo estratto:
“Io, inoltre prometto e dichiaro che quando avro’ l’opportunità faro’ segretamente e apertamente una guerra senza fine contro tutti gli eretici, protestanti e liberali.
Quando non sarà possible farla apertamente, usero’ segretamente il veleno, strangolamento, spada, pallottole senza riguardo del grado, dignità e autorità della persona o persone, qualsiasi possa essere la condizione della sua vita, sia pubblica che privata. Lo faro’ in ogni momento che mi sarà ordinato da qualsiasi agente del Papa o da un superiore della fratellanza della sacra fede, della Società di Gesù.
… a conferma di tutto questo, io, in conseguenza di quanto dichiarato, dedico la mia vita, la mia anima, e tutti quelli che sono i poteri che risiedono nel mio corpo, e con questo pugnale che ora ricevo, apporrò la firma scrivendo il mio nome col mio stesso sangue, a testimonianza estrema di ciò che ho affermato; e nel caso mi dimostrassi mendace o debole nella mia determinazione, che possa la mia fratellanza, e i miei compagni soldati della Milizia del Papa (Gesuiti), tagliare di netto le mie mani e i miei piedi, che la mia gola sia tagliata da orecchio ad orecchio, che il mio ventre sia aperto e che dello zolfo venga al suo interno versato, oltre a tutte le ulteriori punizioni che potranno essermi inflitte sulla Terra, e possa la mia anima essere torturata dai demoni in un inferno eterno per sempre.”

REVISIONISTI STORICI
 
Revolution Harry
3 dicembre 2009
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com



Il titolo è stato preso da una citazione di Edwin A. Sherman, autore del libro intitolato 'The Engineer Corps of Hell', scritto nel 1883. Esso non sferra certamente i pugni, ma questo è un sentimento abbastanza comune tra coloro che vedono il Vaticano, e più in particolare i Gesuiti, al centro dell'agenda cospirativa per creare un governo mondiale. Quelle che seguono sono una serie di citazioni tratte da un elenco esaustivo fornito da Greg Szymanski nell' Investigative Journal. Prese nel loro insieme sembrano suggerire che Sherman fu corretto nella sua analisi scioccante e brutale. Perlomeno indicano che coloro che stanno diventando consapevoli del programma di governo mondiale e del caos e degli sconvolgimenti che lo circondano, dovrebbero opportunamente gettare uno sguardo diffidente nella direzione dell'Ordine dei Gesuiti
Tenetelo a mente.
"Dal 1815, i Gesuiti [Nota ed.: tramite i loro agenti, i Rothschild] avevano il completo controllo sull'Inghilterra. Se un leader non faceva come gli veniva detto, sarebbe stato utilizzato il denaro per ucciderlo, calunniarlo [Nota ed.: l'assassinio di un personaggio è la tattica preferita dai Gesuiti], distruggerlo, ricattarlo, o semplicemente rimuoverlo dalla carica. Ciò che è stato fatto in Inghilterra è stato fatto in molti Paesi."
Bill Hughes (dal suo libro The Enemy Unmasked)

“Secondo me se le libertà di questo paese – gli USA – saranno distrutte, avverrà per la scaltrezza dei sacerdoti Cattolici Romani Gesuiti, perché essi sono i più abili e pericolosi nemici della libertà civile e religiosa. Essi hanno istigato LA MAGGIOR PARTE delle guerre degli USA”.
Marchese de LaFayette (1757-1834; statista e generale francese. Egli ha prestato servizio nell’Esercito Continentale Americano al comando del Generale George Washington durante la Guerra della Rivoluzione Americana)

“L’opinione pubblica è praticamente all’oscuro delle schiaccianti responsabilità dei Gesuiti nell’inizio delle due guerre mondiali – una situazione che può essere spiegata in parte dalle gigantesche risorse economiche a disposizione dei Gesuiti, che conferiscono ad essi il potere in numerose sfere, in special modo dopo l’ultimo conflitto”.
Edmond Paris (Autore del libro The Secret History of the Jesuits)

"I Gesuitisono una società segreta, una sorta di ordine massonico con la super aggiunta di caratteristiche di odiosità rivoltante, e mille volte più pericolosa"
Samuel Morse (1791-1872, inventore americano del telegrafo; autore del libro Foreign Conspiracy Against the Liberties of the United States) ((Nota: Per l'intera citazione di Morse da cui è tratto questo spezzone, si prega di vedere la fine di questo documento))

“I Gesuiti sono un’organizzazione MILITARE, non un ordine religioso. Il loro capo è il generale di un esercito, non il semplice abate di un monastero. E lo scopo di questa organizzazione è il potere – potere nel suo esercizio più dispotico – potere assoluto, potere universale, potere di controllare il mondo con la volontà di un solo uomo [il Papa Nero, il Superiore Generale dei Gesuiti]. Il Gesuitismo è il più assoluto dei dispotismi [sic] – e nel contempo il più grande ed enorme degli abusi…”.
Napoleone I (Napoleone Bonaparte; 1769-1821; imperatore dei francesi)

"L'Inquisizione Romana è stata amministrata dai Gesuiti dal 1542"
F. Tupper Saussy (Autore del libro Rulers of Evil)

"Secondo i documenti di un prete Gesuita di fama [Thomas J. Campbell] tra il 1555 e il 1931 la Compagnia di Gesù [cioè, L'Ordine Gesuita] fu espulso da almeno 83 paesi, città stato e città, per il suo coinvolgimento negli intrighi politici contro il benessere dello Stato. Praticamente ogni istanza di espulsione fu a causa di intrighi politici, infiltrazioni politiche, sovversioni politiche, e istigazione all'insurrezione politica" (1987)
JEC Shepherd (Storico canadese)

"E' impossibile leggere la storia elisabettiana [cioè, la storia che circonda la Regina Elisabetta I d'Inghilterra, regina dal 1558 al 1603] se non nel contesto di un armata di Gesuiti, maestri della menzogna, della slealtà, del tradimento, dell'infiltrazione, della sovversione, dell'assassinio, dell'insurrezione, della guerra civile e della coercizione, che trescarono per il bene del papato, e la sconfitta di tutti i nemici dei Papi nel mondo."
JEC Shepherd (Storico canadese)

“Se risalite la Massoneria, attraverso tutti i suoi Ordini, finché non raggiungete il capo Massone del Mondo, scoprirete che quel terrificante individuo e il Capo della Compagnia di Gesù [il Superiore Generale dell’Ordine Gesuita] sono la stessa persona”
James Parton (storico americano)

“La Compagnia di Gesù [l’Ordine Gesuita] è il nemico dell’uomo. L’intera razza umana deve unirsi per il suo rovesciamento… Perché non c’è alternativa tra la sua totale estirpazione e la corruzione e degradazione assoluta dell’umanità”
Robert J. Breckinridge (pastore ed autore)

“I Gesuiti… sono semplicemente l’esercito di Roma per la sovranità terrena del mondo nel futuro, con il Pontefice di Roma come imperatore… il loro ideale è quello… La semplice brama di potere, di guadagni terreni sporchi, di dominio – qualcosa di simile ad una servitù della gleba universale con essi [i Gesuiti] come padroni – è tutto quel che rappresentano. Forse non credono nemmeno in Dio”.
Fyodor Dostoyevsky (1821-1881; famoso romanziere russo)

"Nei circoli Cattolici Romani è ben noto che Papa Nero è il termine utilizzato per il [Superiore] Generale dei Gesuiti. Mentre il Papa è sempre vestito di bianco, e il [Superiore Gesuita] Generale di nero, il contrasto è evidente. Ma quei Romanisti che non amano molto i Gesuiti, e il loro numero non è limitato, usano il termine per indicare che il Papa Nero governa il Papa Bianco, anche mentre il primo [cioè, il Papa Nero] è obbligato a fare, per lo meno, uno spettacolo di sottomissione a quest'ultimo. (1986)"
MF Cusack (ex-suora di Kenmore; autrice del libro 'The Black Pope')

"Ahimè, io lo sapevo che [cioè, i Gesuiti] mi avrebbero avvelenato, ma non mi aspettavo di morire in una maniera lenta e crudele. (1774)"
Papa Clemente XIV (che abolì per sempre l'Ordine dei Gesuiti nel 1773)

"[Il Gesuita Adam] Weishaupt istituì la [versione moderna degli] Illuminati specificamente per essere un'organizzazione di facciata dietro la quale si potevano nascondere i Gesuiti. Dopo essere stati [ufficialmente] aboliti dal [Papa] Clemente XIV nel 1773, i Gesuiti usarono gli Illuminati e altre organizzazioni per svolgere le loro operazioni. Pertanto, le organizzazioni di facciata sarebbero state incolpate per i problemi causati dai Gesuiti."
Bill Hughes (autore di The Secret Terrorists e The Enemy Unmasked)

"[L'Illuminato addestrato dai Gesuiti Adam] Weishaupt e i suoi compagni gesuiti tagliarono gli introiti al Vaticano lanciando e guidando la rivoluzione francese; diressero Napoleone alla conquista dell'Europa Cattolica, [e] alla fine Napoleone buttò Pio VII nel carcere di Avignone fino a che non concordarono, come prezzo per la sua liberazione, la re-istituzione dell'Ordine dei Gesuiti. Questa guerra dei Gesuiti al Vaticano fu chiusa dal Congresso di Vienna e dal segreto Trattato di Verona del 1822"
Emanuel M. Josephson (storico e medico americano)

"Perché i Gesuiti usano i loro implacabili nemici, gli ebrei, per favorire i loro progetti per il dominio del mondo? I Gesuiti non fanno mai nulla allo scoperto dove possono essere esposti. Se essi verranno riconosciuti come colpevoli, saranno incolpati e subiranno le conseguenze, ma se potranno usare qualcun altro come causa dei problemi mondiali, soprattutto un nemico che essi possono distruggere in questo processo, allora porteranno a compimento due dei loro obiettivi simultaneamente. Il popolo ebraico è il perfetto capro espiatorio. Dal momento che i Rothschild sono agenti dei Gesuiti che operano sotto la copertura ebraica, il loro utilizzo [cioè, dei Rothschild] dietro la formazione degli Illuminati nel 1776, getta effettivamente l'onere di questa cospirazione sugli Ebrei. I Rothschild non sono certo gli unici agenti dei Gesuiti che operano sotto un fronte Ebraico."
Bill Hughes (dal suo libro The Enemy Unmasked)

"Essi [cioè, i Gesuiti] si sono così costantemente immischiati negli intrighi di corte e di stato che devono, giustamente, essere rimproverati di correr dietro al dominio del mondo. Essi costarono ai re le loro vite, non sul patibolo, ma per assassinio, e altrettanti dolori come la società degli Illuminati; essi erano i primi tra la folla, in ogni caso, che applaudirono le scene di omicidio a Parigi [durante la Rivoluzione Francese]"
Hector Macpherson (Autore del libro The Jesuits in History)

"Uno degli scopi principali dei Gesuiti era quello di distruggere ogni traccia di protestantesimo e i suoi principi, compresa la libertà religiosa, il repubblicanesimo, il governo rappresentativo, e un'economia costruita intorno ad una classe media forte. Un altro scopo dei Gesuiti era quello di espandere notevolmente la potenza e il controllo del papato in tutto il mondo."
Bill Hughes (dal suo libro The Enemy Unmasked)

"Durante questo Congresso [di Verona, in Italia, nel 1822], si è deciso che l'America sarebbe stata il bersaglio degli emissari dei Gesuiti e che l'America doveva essere distrutta a tutti i costi. Ogni principio Costituzionale [Statunitense] doveva essere dissolto e nuovi principi gesuitici dovevano essere istituiti, al fine di esaltare il Papato nel dominio dell'America."
Bill Hughes (dal suo libro The Secret Terrorists)

"[Il Presidente degli Stati Uniti] James Buchanan fu avvelenato [nel 1857] e quasi morì. Egli sopravvisse perché sapeva che gli era stato somministrato un veleno di arsenico e così informò i suoi medici. Sapeva che i Gesuiti [avevano] avvelenato [i Presidenti] Harrison e Taylor [con l'arsenico].
L'Ordine dei Gesuiti adempiva al suo giuramento contro coloro che dovevano essere avvelenati o uccisi, o doveva essere fatto tutto il necessario per eliminare coloro che si opponevano ai loro piani. Dal 1841 al 1857, abbiamo visto che tre Presidenti [Statunitensi] sono stati attaccati dai Gesuiti come delineato nei Congressi di Vienna, Verona e Chieri. Due sono morti e uno scampato appena [dalla morte]. Essi [cioè, i Gesuiti] non permettono a nulla di intralciare la via del dominio totale dell'America e della distruzione della Costituzione [Statunitense]."
Bill Hughes (dal suo libro The Secret Terrorists)

"Sembrerebbe che i Gesuiti ebbero in mente, fin dall'inizio della guerra [la guerra di secessione americana 1861-1865], di trovare l'occasione per la dipartita [cioè, l'assassinio] del Sig. [Abramo] Lincoln."
Thomas M. Harris (Generale di Brigata dell'Esercito degli Stati Uniti; autore del libro Romes Responsibility for the Assassination of Abraham Lincoln)

"La politica preferita dai Gesuiti è quella dell'assassinio"
Generale di Brigata Thomas M. Harris

"L'organizzazione della Gerarchia [Cattolica Romana] è un dispotismo militare completo, di cui il Papa è il finto [cioè, l'evidente, l'apparente] capo; ma di cui il Papa Nero [Nota ed.: il Superiore Generale dei Gesuiti] è il vero capo. Il Papa Nero è il capo dell'ordine dei Gesuiti, ed è chiamato Generale [cioè, Superiore Generale]. Egli non solo ha il comando del suo ordine, ma dirige e controlla [anche] la politica generale della Chiesa [Cattolica Romana]. Egli [il Papa Nero] è il potere dietro il trono, ed è il potenziale vero capo della Gerarchia. L'intera macchina è sotto le più severe norme della disciplina militare. Tutto il pensiero e la volontà di questa macchina, il progettare, il proporre e l'eseguire, si trova nella sua testa. Non c'è indipendenza di pensiero, o di azione, nelle parti subordinate. L'obbedienza cieca e assoluta agli ordini dei superiori in autorità è il dovere giurato del sacerdozio di ogni ordine e grado."
Generale di Brigata Thomas M. Harris

"I Rothschild erano Gesuiti che usarono il loro background ebraico come facciata per coprire le loro attività sinistre. I Gesuiti, lavorando attraverso i Rothschild e [il finanziere Nicholas] Biddle, hanno cercato di ottenere il controllo del sistema bancario degli Stati Uniti."
Bill Hughes (dal suo libro The Secret Terrorists)

"Ogni volta che scoppia un movimento totalitario, sia comunista che nazista, un Gesuita si trova nel ruolo di consulente o leader; nella Cuba [Comunista] c'è Padre Armando Llorente e in Argentina i neo-nazisti sono guidati da Padre Menvieille."
Emanuel M. Josephson (1968)

"Oggi essi [cioè, i Gesuiti] sono più forti negli Stati Uniti che in ogni altro paese europeo, dove vennero espulsi come una minaccia al governo. (1912)"
Jeremiah J. Crowley

"Sopra tutte le cose, i Gesuiti sono confessori. I loro servizi verso i reali furono sollecitati come un bisogno, mentre essi furono assegnati ad ascoltare le confessioni di aristocratici, imperatori, re, regine, principi, principesse, amanti [reali], quelli ad ogni livello di governo, tutti loro rivelarono i loro piani segreti, i loro intimi peccati, i loro pensieri più segreti, quindi la loro vita diventò praticamente un libro aperto ai Gesuiti."
John Daniel (Autore del libro The Grand Design Exposed)

"Nell'accordo per salvare Roma [cioè, la gerarchia della Chiesa Cattolica Romana] dalla difficile situazione della perdita del suo controllo del mondo del protestantesimo, e per preservare la supremazia spirituale e temporale che i papi [avevano] usurpato durante il Medioevo, Roma adesso vendette la Chiesa [Cattolica Romana] alla Società di Gesù [cioè, i Gesuiti]; in sostanza i Papa si arresero nelle loro mani."
John Daniel

"Otto anni prima del tentativo [Spagnolo] di invadere Armada [del 1588], i Gesuiti furono sediziosamente attivi macchinando il rovesciamento del governo inglese. Utilizzando diversi travestimenti, pseudonimi e codici segreti, scivolarono dentro e fuori dall'Inghilterra. Il Gesuita Robert Parson, nel 1580, condusse e in seguito organizzò una missione per portare altri Gesuiti in Inghilterra per il loro impiego in un lavoro di sovversione. Quando la [tentata] invasione [della Spagnola Armada] fallì, i maestri di intrighi [cioè, i Gesuiti] si rivolsero verso un altro schema bizarro. In quella che è conosciuta nella vostra enciclopedia sotto il nome di Congiura delle Polveri, tredici nobili Cattolici e cinque Gesuiti escogitarono una cospirazione per pianificare di far esplodere 36 barili di polvere da sparo nella cantina della Camera dei Lords, e uccidere re Giacomo I insieme ai membri della [Casa] del Popolo, mentre erano riuniti per l'apertura del Parlamento il 5 novembre 1605. Il loro piano era di far saltare il palazzo del Parlamento e scatenare il caos fuori, incitando il popolo alla piena insurrezione.
Ma prima della data in cui doveva essere fatto esplodere [cioè, il tunnel pieno di esplosivi], gli esplosivi furono scoperti, portando all'arresto di tutti i soggetti coinvolti. Dei cinque Gesuiti coinvolti, due fuggirono, uno morì in carcere e due furono condannati e giustiziati"
John Daniel

"La Chiesa [Cattolica Romana] governa il mondo; il Papa [Bianco] regge la Chiesa; [e] i Gesuiti [Nota ed.: guidati dal Papa Nero, il Generale Superiore dei Gesuiti] governano il Papa [Bianco], che era ed è nel programma dell'Ordine [cioè, Società] di Gesù [cioè, l'Ordine dei Gesuiti]."
John Daniel

"Il sesto e ultimo evento da considerare è il barbaro massacro irlandese, con la sua data di lancio del 23 Ottobre, che celebra anche la festa Cattolica di Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti.
Ancora una volta la trama è promossa dai Gesuiti, preti e frati, che eccitano l'ignorante popolo Cattolico Irlandese alla frenesia di commettere le più inaudite crudeltà. Nella lontana Francia, il Cardinale Richelieu, il ministro francese, aveva promesso ai cospiratori [Cattolici Irlandesi] un approvvigionamento notevole di uomini e denaro. In un sol colpo, i cattolici insorsero contro i loro vicini protestanti ignari e pacifici, e non vennero risparmiati ne per età, ne per sesso, ne per condizione. Comandato e dichiarato dai loro leader sacerdotali fanatici, nessun Protestante avrebbe patito di vivere più a lungo rispetto a loro, aggiungendo che non era più peccato uccidere un protestante che uccidere un cane, e che il loro soccorso o protezione era un crimine della natura più imperdonabile.
L'attacco infuriava, e quando fece il suo corso 150 mila protestanti laici furono mutilati, massacrati e morirono.
Per il ricercatore imparziale, la storia puzza dei massacri del Cattolicesimo, dove intere città e popolazioni furono spazzate via senza pietà, solo perché adoravano Dio in un modo che era diverso dal cattolicesimo romano."
John Daniel

"Con un sincronismo provvidenziale, quando [il dittatore italiano] Mussolini prese il potere in Italia grazie a Don Sturzo, Gesuita e capo del partito Cattolico, Monsignor Seipel, un Gesuita, divenne cancelliere d'Austria. Mantenne la posizione fino al 1929, con un interregno di due anni, e, in quegli anni decisivi, guidò la politica interna austriaca sulla strada reazionaria e clericale; i suoi successori lo seguirono su quella strada che portò all'assorbimento di tale paese nel blocco tedesco. La sanguinosa repressione dei moti della classe lavorativa gli valse [cioè, al Monsignore Gesuita Seipel] il soprannome di Keine Milde Kardinal, il Cardinale Senza Pietà"
Edmond Paris (Autore del libro The Secret History of the Jesuits)

"Nei primi giorni di maggio (1936) [il Cavaliere di Malta Tedesco Franz] von Papen entrò in trattative segrete con il (Cancelliere austriaco) Dr. Schussnigg, lavorando sul suo punto debole [cioè, era un devoto Cattolico Romano] e gli mostrò come sarebbe stata vantaggiosa una riconciliazione con [il leader nazista Adolf] Hitler anche per quelli che sarebbero stati gli interessi del Vaticano; l'argomento poteva sembrare strano, ma Schussnigg era molto devoto, e von Papen fu il ciambellano [cioè, un alto funzionario in alcune corti reali] [Tedesco] dei papi.
Non sorprendentemente, fu il ciambellano [cioè, in Germania, il Cavaliere di Malta Franz von Papen] segreto [dei papi] che condusse l'intera faccenda, che si concluse, l'11 marzo 1938, con le dimissioni del pio Schussnigg (allievo dei Gesuiti), in favore di Seyss-Inquart, capo dei nazisti austriaci. Il giorno dopo [il 12 marzo 1938], le truppe tedesche entrarono in Austria e il governo fantoccio di Seyss-Inquart proclamò l'unione del paese al [Nazista Tedesco Terzo] Reich. L'evento fu accolto da una dichiarazione entusiasta dell'arcivescovo di Vienna, il cardinale Inntzer (un gesuita)."
Edmond Paris (Autore del libro The Secret History of the Jesuits)

"Soprattutto io ho imparato dai Gesuiti. E così fece anche Lenin, per quanto mi ricordo. Il mondo non ha mai conosciuto nulla di così splendido come la struttura gerarchica della Chiesa Cattolica [Romana]. Ci sono state alcune cose dei Gesuiti che erano semplicemente appropriate per l'utilizzo nel partito [nazista]."
Adolf Hitler (1889-1945; leader nazista e Cancelliere della Germania dal 1933 al 1945)

(Commento ndr: Quello che segue è una citazione simile di Hitler presa dal libro di Edmund Paris The Vatican Against Europe):
"Ho imparato soprattutto dai Gesuiti. Finora, non vi è stato nulla di più imponente sulla terra che l'organizzazione gerarchica della Chiesa Cattolica [Romana]. Una buona parte di questa organizzazione l'ho trasportata direttamente nel mio partito [Nazista]. La Chiesa Cattolica deve essere additata come un esempio. Vi dirò un segreto. Sto fondando un ordine [Nota ed.: le SS Naziste]. In [Heinrich] Himmler [che sarebbe diventato il capo delle SS naziste] io vedo il nostro Ignazio di Loyola [Nota ed.: il fondatore dell'ordine dei Gesuiti ]."
Adolf Hitler

"Le SS erano state organizzate da [Heinrich] Himmler secondo i principi dell'Ordine dei Gesuiti. Le regole del servizio e gli esercizi spirituali prescritti da Ignazio di Loyola [Nota ed.: il fondatore dell'Ordine dei Gesuiti], rappresentarono un modello che [Heinrich] Himmler si sforzò con attenzione di copiare. L'obbedienza assoluta era la regola suprema; ogni ordine doveva essere eseguito senza alcun commento."
Walter Shellenberg (Capo della Sicherheitdienst (SD) Nazista)

"Il termine Gesuita è diventato il sinonimo di termini come inganno, raggiro, infiltrazione, intrigo [e] sovversione...molti Gesuiti organizzati sono stati giustamente descritti come pericolosi, traditori dei lavoratori, nella seduzione di molti al servizio del Pontefice Romano e lontano dalla fedeltà nazionale (1987)."
JEC Shepherd (storico canadese)

"La presenza dei Gesuiti in qualsiasi paese, Romanista [cioè, Cattolico] o Protestante, è probabile che partorisca disturbo sociale."
Lord Palmerston

"Non c'era travestimento che loro (i Gesuiti) non potessero assumere e, quindi, non c'era nessun posto nel quale non potessero penetrare. Potrebbero entrare inascoltati nell'armadio del Monarca, o nel Gabinetto dello Statista. Essi potrebbero sedere invisibili alle convocazioni o alle Assemblee Generali, e si mescolerebbero insospettati nelle deliberazioni e nei dibattiti.
Non c'era lingua che non potessero parlare, e nessun credo che non potessero professare, e quindi non vi era nessuna persona tra la quale non potessero soggiornare, e nessuna chiesa i cui membri non potessero entrare e le cui funzioni essi non potessero adempiere. Essi potevano esecrare il Papa insieme ai Luterani, e prestare giuramento alla Lega Solenne con i Covenanter [Nota ed: movimento Scozzese Presbiteriano]"
JA Wylie (Autore del libro The History of Protestantism)

"Gli assassini di San Bartolomeo [cioè, i Cattolici che macellarono i Protestanti Ugonotti Francesi nel 1572, a cominciare dal massacro di San Bartolomeo il 24 agosto], gli inquisitori e i Gesuiti sono dei mostri prodotti dalla fantasia maligna, sono gli alleati naturali dello spirito delle tenebre e della morte (1883)."
Edwin A. Sherman (Autore del libro The Engineer Corps of Hell)

"I fatti tristi della questione sono che il Vaticano è stato il maggiore giocatore nell'arena geopolitica per molti secoli. E, negli ultimi quattro secoli, l'Ordine dei Gesuiti (operativo dall'interno del Vaticano) ha avuto un ruolo di primo piano sia nel campo geopolitico che nell'arena teologica ed è stato un giocatore molto grande (attraverso i suoi Cavalieri di Malta) in ambito finanziario e nella comunità di intelligence internazionale! Più studio la storia e giro sulle pietre, più trovo le orme e le impronte digitali del Vaticano e, ancora, più in particolare, il suo Ordine dei Gesuiti, coinvolto nelle più sinistre e malvagie attività!
Infatti, l'Ordine dei Gesuiti (cioè, la Società di Gesù, la Compagnia), presieduta dal Superiore Generale dei Gesuiti (cioè, il Papa Nero) è il nemico più formidabile della libertà religiosa e civile che il mondo abbia probabilmente mai visto. I Gesuiti divennero così famosi in Europa per fomentare guerre e rivoluzioni, e per l'assassinio dei capi di Stato, che furono espulsi da 83 paesi, città stato e città entro il 1931, molto spesso da monarchi Cattolici Romani!
Il Superiore Generale Gesuita, il Papa Nero, non solo controlla il suo potente Ordine dei Gesuiti, ma controlla anche i Cavalieri di Malta, il livello massimo dei Cavalieri di Colombo, e i livelli massimi della Massoneria. Attraverso il suo controllo dei livelli più alti delle società segrete (in particolare i Cavalieri di Malta e gli alti livelli dei Massoni), egli controlla le agenzie di intelligence alla cima del mondo. Un buon esempio di questo si è verificato nella seconda guerra mondiale: l'uomo al top dell'intelligence dell'OSS (in seguito CIA) fu il Cavaliere di Malta William Wild Bill Donovan; l'uomo al top dell'intelligence nella Germania Nazista sul fronte orientale tedesco fu il Cavaliere di Malta Generale Reinhard Gehlen; e l'uomo al top dell'intelligence nell'Unione Sovietica fu il Cavaliere di Malta Principe Anton Turkul (che usò i sacerdoti Gesuiti come suoi corrieri). Pertanto, l'Ordine dei Gesuiti aveva il controllo dei combattimenti più importanti, ed era in grado di dirigere la guerra nella direziona che voleva, e in questo processo massacrare milioni dei suoi bersagli favoriti (ebrei, protestanti e cristiani ortodossi).
Inoltre, a causa del suo controllo delle gerarchie Vaticane (attraverso il suo Ordine dei Gesuiti e la Massoneria P2), il Superiore Generale dei Gesuiti ha anche il controllo e l'impiego della Congregazione per la Dottrina della Fede (vale a dire, l'Ufficio dell'Inquisizione), della Curia Romana e delle finanze Vaticane (che sono notevoli)! Se tutto questo non rende il Papa Nero l'uomo più potente sulla faccia della terra, non so cosa dovrebbe farlo.
Le società segrete, e più in particolare l'Ordine dei Gesuiti con i suoi Cavalieri di Malta e i massimi livelli della massoneria, devono essere esposte e rimosse dalle nostre coste, o l'America non sopravviverà!"
Darryl Eberhart (2005; Curatore delle newsletters Tackling the Tough Topics e Examining the Tough Issues.)

(Nota: quello che segue è la citazione completa di Abramo Lincoln da cui è stato preso il breve estratto nella prima pagina di questo documento):

"Questa guerra [Civile Americana del 1861-1865] non sarebbe mai stata possibile senza la sinistra influenza dei Gesuiti. Lo dobbiamo al papato se ora vediamo la nostra terra arrossata dal sangue dei suoi figli più nobili. Anche se ci sono state grandi differenze di opinione tra il Sud e il Nord sulla questione della schiavitù, ne Jeff Davis [Presidente della Confederazione], ne nessuno degli uomini di punta della Confederazione, avrebbero osato attaccare il Nord, se non avessero contato sulle promesse dei Gesuiti, che sotto la maschera della democrazia, erano a disposizione, se ci avessero attaccato, il denaro e le armi della Chiesa Cattolica Romana e anche della Francia. Avrò pietà per i sacerdoti, i vescovi e i monaci di Roma negli Stati Uniti, quando la gente si renderà conto che essi sono, in gran parte, responsabili per le lacrime e il sangue versato in questa guerra. Io nascondo alla nazione quello che so su questo argomento, perchè se la gente sapesse tutta la verità, questa guerra si trasformerebbe in una guerra di religione e assumerebbe al tempo stesso un carattere dieci volte più selvaggio e sanguinario. Diventerebbe spietata come sono tutte le guerre di religione. Diventerebbe una guerra di sterminio da entrambe le parti. I protestanti sia del Nord che del Sud si unirebbero sicuramente per sterminare i preti e i gesuiti, se potessero ascoltare quello che mi ha detto il professor [Samuel B] Morse [Nota ed: famoso per il codice Morse] sulle trame fatte nella stessa città di Roma [cioè, presso il Vaticano] per distruggere questa Repubblica, e se essi potessero imparare di come i preti [Cattolici Romani], le suore e i monaci, che sbarcano ogni giorno sulle nostre coste, con il pretesto di predicare la loro religione, istruire la gente nelle loro scuole, avere cura dei malati negli ospedali, non siano altro che emissari del Papa, di Napoleone e di altri despoti Europei, che servono a minare le nostre istituzioni, alienare i cuori della nostra gente dalla nostra Costituzione e dalle nostre leggi, distruggere le nostre scuole e preparare un regno di anarchia così come hanno fatto in Irlanda, Messico, Spagna, e ovunque ci siano persone che vogliono essere libere."

(Nota: Quella che segue è la citazione completa di Samuel Morse da cui il breve estratto riportato sulla prima pagina di questo documento)

Esaminiamo le operazioni di tale società austriaca [la Fondazione di San Leopoldo], perchè è al lavoro intorno a noi, si, in questo paese [cioè gli Stati Uniti]. Con sede a Vienna [Austria], sotto la direzione e il controllo immediato del [Principe austriaco] Metternich, essa si fa già sentire attraverso la Repubblica [Americana]. I suoi emissari sono qui. E chi sono questi emissari? Sono Gesuiti. Questa società [Cattolica Romana] di uomini, dopo aver esercitato la propria tirannia per più di duecento anni, diventò infine tanto terribile per il mondo, minacciando l'intera sovversione di tutto l'ordine sociale, che anche il Papa [cioè, Clemente XIV], di cui essi erano soggetti devoti [cioè, i Gesuiti] (dovevano esserlo, con il voto della loro società), fu costretto a scioglierli [nel 1773].
Essi, comunque, non furono soppressi che per 50 anni; prima del declino dell'influenza del Papato e del Dispotismo era loro richiesto l'utile lavoro per resistere alla luce della libertà Democratica, e il Papa (Pio VII) in contemporanea con la formazione della Santa Alleanza [in Europa], faceva rivivere l'Ordine dei Gesuiti in tutto il loro potere. [Commento ndr: Papa Pio VII restaurò la l'Ordine Gesuita nel 1814, in cambio della sua liberazione dal carcere, dove trascorse cinque anni sotto la persuasione dei Gesuiti]
E gli Americani hanno bisogno di sentirsi dire ciò che sono i Gesuiti? Se sono ignoranti, lasciate che si informino sulla loro storia, senza indugio, senza che perdano tempo; il loro lavoro è davanti a voi negli eventi di ogni giorno; sono una società segreta, una sorta di ordine massonico con la super aggiunta di caratteristiche di odiosità rivoltante, e mille volte più pericoloso. Essi non sono solo dei preti, o sacerdoti di un credo religioso, sono commercianti, avvocati, editori e uomini di ogni professione, non avendo un simbolo esteriore (in questo paese [cioè, gli USA]) da utilizzare per essere riconosciuti, essi sono in quasi tutta la vostra società. Essi possono assumere qualsiasi natura, quella degli angeli della luce o dei ministri delle tenebre, per realizzare il loro unico grande fine, il servizio per il quale sono invitati, a prescindere di quale servizio possa essere.
Essi [cioè, i Gesuiti] sono uomini istruiti, preparati, e giurano di cominciare in ogni momento e in ogni direzione, e per qualsiasi servizio comandato dal generale del loro ordine [cioè il Superiore Generale dei Gesuiti, il Papa Nero], senza confini di famiglia, comunità, o paese, entro i legami che legano gli uomini normali, e sono venduti per la vita alla causa del Pontefice Romano.
(Commento editoriale alla precedente citazione: I Gesuiti si vendono a vita solo secondariamente alla causa del Pontefice Romano, ma si vendono soprattutto per la causa del loro leader massimo, il Superiore Generale dei Gesuiti)
link articolo originale: REVOLUTION HARRY: The Jesuits are monsters [and] the natural allies of the spirit of darkness and of death
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Debito pubblico: un piano preciso per regalare l’Italia ai falsari di Wall Street

Pubblicato da ImolaOggiECONOMIA, NEWSset 13, 2013

http://www.imolaoggi.it/2013/09/13/debito-pubblico-un-piano-preciso-per-regalare-litalia-ai-falsari-di-wall-street/

13 sett – Notizia sensazionale: il debito pubblico italiano non è più ripagabile, perché ormai supera i 2.000 miliardi di euro, oltre il 130% del Pil. Per assorbirlo, l’Italia dovrebbe fare due cose, entrambe estreme: non fare più deficit (assoluto pareggio di bilancio: parità tra spesa pubblica e introito fiscale) e in più varare, per molti anni, ulterori manovre “lacrime e sangue” da 100 miliardi l’anno, irrealistiche perché palesemente insostenibili. «La verità che nessun politico è disposto ad ammettere è che il debito pubblico italiano non è più ripagabile», avverte Marcello Foa. Ma c’è di peggio. La tragedia è che nessun politico – parafrasando Foa – è disposto ad ammettere che il debito pubblico non dovrebbe mai essere un problema, essendo infatti il vero “mestiere” dello Stato: che solo attraverso il deficit – la spesa pubblica, o spesa a deficit positiva – può continuare a pagare stipendi a medici e insegnanti e costruire strade, ferrovie, scuole e ospedali, cioè strutture e servizi avanzati senza cui non potrebbe vivere neppure l’economia di mercato.
In condizioni di normale salute socio-economica, quella che in Italia ha prodotto gli straordinari progressi del dopoguerra, il debito pubblico è Mario Draghiesattaente la “benzina” (l’unica possibile) dello sviluppo complessivo della comunità nazionale, pubblica e privata. Viceversa, se si pretende – come oggi, vigendo l’ideologia neoliberista di Bruxelles – che siano i cittadini, mediante le tasse, a “finanziare” i servizi pubblici, allora cessa virtualmente la funzione principale dello Stato: in teoria, a quel punto, i cittadini potrebbero saltare l’ostacolo e privatizzare direttamente i servizi di cui necessitano. Ed è esattamente l’obiettivo strategico dei neoliberisti: eliminare lo Stato democratico dalla faccia della terra e spogliarlo dei suoi beni strategici, che vengono privatizzati – non dai cittadini, ovviamente, ma dall’élite che ha progettato l’intera operazione, cioè la stessa oligarchia feudale che ha trasformato in dogma l’illusione che il mercato sia autosufficiente. Oligarchia che ha sempre colpevolizzato lo Stato, come se il debito pubblico (cioè il suo “mestiere” fisiologico) fosse una sorta di peccato, di malattia, di vergogna da nascondere.
Secondo Foa, che pure critica spesso le sleali e pericolose politiche di rigore promosse dall’élite mondiale attraverso gli obbedienti tecnocrati della Troika europea (Ue, Bce e Fmi), giustizia vorrebbe che per riequilibrare i bilanci in rosso si facesse “un’eccezione”, come quella che dal 2009 è stata fatta per salvare le grandi banche, tecnicamente fallite, a catena, dopo il crac di Wall Street del 2007. In via del tutto eccezionale, si dovrebbe cioè consentire un temporaneo alleggerimento finanziario costituito da «misure straordinarie, uniche, non ripetibili», per poi tornare a una «normalità» nella quale, tra le altre cose, gli Stati siano «messi nelle condizioni di non abusare del proprio potere». Una “normalità” – mai esistita, peraltro – fatta di «mercati che funzionano senza correttivi o salvataggi indebiti», di tassazioni «ragionevoli, che incentivino il consumo e il risparmio e non penalizzino – anzi premino – gli imprenditori che creano ricchezza e posti di lavoro». Una normalità ideale, dunque, in cui «le banche e le banche centrali non siano più onnipotenti», e in cui «politici, cittadini, banchieri, Foaimprenditori siano chiamati a rispondere delle proprie azioni. Tutto questo è davvero irragionevole?».
No, certo: sarebbe un mondo perfetto, ancorché irrealistico. Specie se si tiene conto di un aspetto capitale: il debito pubblico – cioè quello che lo Stato contrae con i propri cittadini – è fatto apposta per non essere mai ripagato finanziariamente, perché la “paga” del debito pubblico sono i beni e i servizi che lo Stato crea per i cittadini, spendendo i loro soldi in anticipo, a deficit, per il benessere della cittadinanza. Storia: nessuno Stato moderno ha mai dovuto ripagare il suo debito pubblico. Quello italiano, poi, è esploso all’inizio degli anni ’80. Non per colpa delle “cicale” italiane, ma sotto la pressione della grande finanza anglossassone: che ha convinto la Banca d’Italia (Ciampi) a divorziare dal Tesoro (Andreatta), cessando di essere il “bancomat” del governo, cioè il fornitore a costo zero del denaro necessario alla nazione. Da quel momento, per sostenere infrastrutture e servizi per i cittadini, lo Stato ha dovuto attingere denaro dal mercato privato, a caro prezzo, mettendo in vendita titoli di Stato da ripagare (quelli sì) con gli interessi.
Risultato: il debito pubblico è praticamente raddoppiato di colpo, a vantaggio della speculazione finanziaria. Rimediare in modo naturale, cioè tornando indietro e rimettendo insieme Bankitalia e Tesoro? Operazione oggi tecnicamente impossibile, dopo l’adesione all’euro: la banca centrale italiana non è più comunque autorizzata ad emettere, per l’Italia, banconote spendibili. Di conseguenza, allo Stato – neutralizzato e paralizzato dalla finanza privata – non restano che le tasse (ora sì) per far funzionare i servizi. E non tasse qualsiasi, ma le super-tasse del rigore: quelle che strangolano le famiglie, fanno chiudere le aziende e seminano disoccupati. Un circolo mortale: se l’economia peggiora, cala di pari passo il volume dei contributi Montifiscali e quindi esplode il debito pubblico, col suo fardello cronico e ormai esponenziale di interessi passivi pluriennali.
Non è stato un incidente, ma un piano: solo così, disabilitando la funzione pubblica dello Stato sovrano – emissione di moneta per sostenere la spesa pubblica – sarebbe stato possibile privatizzare completamente la finanza e l’economia, e regalare profitti stellari ai “Masters of Universe”, i falsari di Wall Street che convocarono Mario Draghi sul Britannia per progettare la grande rapina che poi l’opinione pubblica avrebbe chiamato crisi economica, crisi finanziaria, crisi dell’Eurozona. Quando il paese cresceva, il debito pubblico era “nostro”, era decisivo per il progresso e il benessere della nazione. E’ questa la verità che conta, quella che “nessun politico è disposto ad ammettere”. Nessun politico di oggi, s’intende. Perché quelli di ieri – insieme alla loro economia e alla loro industria di Stato, così temuta dalla concorrenza tedesca e francese – sono stati spazzati via dalla cupola finanziaria non appena l’Italia, caduto il Muro di Berlino, ha cessato di avere importanza geopolitica. I politici di oggi non la ammettono, quella verità fondamentale, perché loro stessi sono stati selezionati, allevati, addomesticati e messi al potere proprio dai grandi pianificatori internazionali della rapina che continuiamo a chiamare crisi.
libreidee
 
MIMESI E NEMESI: ZALESKI STA A BAZOLI COME LIGRESTI STAVA A CUCCIA: ENTRAMBI SERVIVANO PER IL “DIRTY JOB”

Nel 2007 Zaleski era tra gli uomini più ricchi del mondo, oggi si batte per salvare le sue fortune in Italia e altrove - La sua finanziaria ha 2,4 miliardi di debiti e non ha ancora fatto il bilancio 2012 - Unicredit vuole rientrare al più presto della sua esposizione, Intesa dell’amico Bazoli aspetta ancora…



Stefano Cingolani per "Il Foglio"
Noi che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza / noi non si poté essere gentili" (Bertolt Brecht, "A coloro che verranno", 1939).
Bazoli Zaleski
Shen Te era una ragazza che voleva fare del bene nel miserrimo Sezuan e tutti s'approfittavano di lei. Così, per salvare il suo negozietto decise di trasformarsi in Shui Ta, il cugino che seguiva la legge bronzea degli affari e interpretava la parte dell'orco.
Giovanni Bazoli, uomo di sofisticata cultura e amante del teatro, deve aver visto la pièce di Bertolt Brecht messa in scena al Piccolo Teatro da Giorgio Strehler, prima di scegliersi il cugino cattivo e mettere gli occhi su Romain Zaleski. Che poi così cattivo non è perché nessun ritratto schematico s'addice al finanziere francese di origine polacca. Prima salva Bazoli, poi viene egli stesso salvato e il destino vuole che adesso sia lui a mettere nei guai il proprio mentore. Come nell'"Anima buona del Sezuan". Mimesi e nemesi.
Secondo un osservatore attento e malizioso del potere economico italiano, Zaleski sta a Bazoli come Ligresti stava a Cuccia: entrambi servivano per fare il dirty job. La finanza non è un pranzo di gala, quanto più è alta tanto meno segue i dettami di monsignor Della Casa.
Una cosa è certa, il professor Bazoli, avvocato a Brescia, viene scelto per controbilanciare Enrico Cuccia nel momento in cui crolla il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi e si tratta di decidere se liquidare tutto o ricominciare. E' una sorpresa, pochi lo conoscono, nonostante abbia un gran pedigree: il nonno Luigi fu tra i fondatori del Partito popolare, il padre Stefano docente di Diritto, tra i membri dell'Assemblea costituente, amici della famiglia Montini e di Giovanni Battista che sarà poi Papa Paolo VI. E Nanni come lo chiamano gli intimi, è sposato con Elena Wührer, la signora della birra.
Zaleski Bazoli
Bisogna fare un tuffo nel tempo per riannodare i fili dell'intrigante storia parallela e delle lotte che hanno percorso i tempi d'oro della finanza italiana. E' il 1982, Beniamino Andreatta, ministro del Tesoro, già consigliere di Aldo Moro, la testa economica più lucida della Dc, sa che l'Ambrosiano, banca della curia milanese, è troppo importante per gettarla a mare.
Chiede allo Ior di pagare il fio, un miliardo di dollari o poco più, e affida l'impresa di ricostruire il baluardo della finanza cattolica meneghina a quell'avvocato già svezzato alla rude professione guidando il locale Banco San Paolo.
La nomina viene approvata da Carlo Azeglio Ciampi, governatore della Banca d'Italia, che condivide il progetto di avere a Milano un polo diverso da Mediobanca se non proprio alternativo, come sottolinea Giancarlo Galli, uno dei maggiori conoscitori della finanza cattolica che con Bazoli frequentava i seminari su etica e affari istituiti da Carlo Maria Martini, il gran gesuita arcivescovo di Milano.
Equilibrio di poteri o divide et impera, in ogni caso Cuccia era diventato potentissimo, avendo preso sotto le sue ali protettive anche la Fiat alla cui guida aveva messo Cesare Romiti. Legata all'impresa c'è anche la sorte della Rizzoli-Corriere della Sera, le cui azioni erano custodite nel Banco Ambrosiano. Bazoli invita Gianni Agnelli a tornare nel giornale, Cuccia sconsiglia, inutilmente, l'operazione, ingoia la sconfitta e prepara la controffensiva.
SALVATORE LIGRESTI A MILANO
La vendetta si serve fredda e il momento arriva nel 1989. Bazoli vuole assorbire la Cattolica del Veneto rompendo così l'equilibrio che aveva tenuto insieme i principali azionisti nel Nuovo Banco Ambrosiano: Gemina, creatura di Cuccia, guidata da Romiti, la Banca popolare di Milano presieduta da Piero Schlesinger, il San Paolo di Brescia che faceva capo a Bazoli. Schlesinger, in difficoltà, mette in vendita la sua quota. Si fa avanti Cuccia il quale, usando Gemina, la Banca Commerciale e le Assicurazioni Generali, progetta di creare un grande conglomerato finanziario nel quale far finire anche l'Ambrosiano.
Bazoli vola a Roma, va da Ciampi, da Giulio Andreotti e da Bettino Craxi protestando contro lo strapotere di Mediobanca. Tutti comprendono, nessuno è in grado di aiutarlo. A quel punto spunta oltralpe un cavaliere bianco, il Crédit Agricole, potentissima banca mutualistica scaturita dal ricco mondo della campagna francese. Chi fa da maestro di cerimonie è proprio Zaleski. Sul momento esatto del fatal incontro c'è nebbia fitta. L'interpretazione più probabile è che sia avvenuto quando Zaleski entra a Brescia dove Bazoli è dominus. Da quel momento in poi, i loro destini si sono incrociati come sentieri calviniani fino a oggi, quando il cerchio si chiude.
CUCCIA LIGRESTI
Intesa Sanpaolo ha presentato il proprio bilancio per il primo semestre 2013 con un crollo del risultato netto: dagli 1,27 miliardi dello stesso periodo dell'anno scorso ai 422 milioni registrati al 30 giugno. Mancano all'appello oltre 800 milioni dovuti a maggiori accantonamenti su crediti dubbi, pare proprio riconducibili a un unico cliente: quel Romain Zaleski che ha beneficiato di credito praticamente illimitato dalle principali banche italiane, Intesa Sanpaolo in testa a tutte.
Negli anni d'oro i crediti incagliati ammontavano a sette miliardi, ma ancor oggi la cifra è impressionante: a parte Intesa, Unicredit è esposta per oltre 500 milioni, Mps e Ubi per quasi 400 milioni complessivi. In totale, s'arriva a due miliardi di euro, garantiti da un portafoglio di titoli che, agli attuali prezzi di mercato, non vale più di un miliardo. La perdita per le banche è praticamente certa e le svalutazioni alla fine appaiono nei bilanci (è dal 2008 che le linee di credito erano di fatto "congelate").
ligresti salvatore
Cinque anni fa Zaleski era un vero re dei salotti, azionista importante, oltre che di Intesa, anche di Ubi, Montepaschi, Mediobanca, A2A e Assicurazioni Generali. Protagonista della vita intellettuale milanese, con gli Amici della Scala, ed europea. A San Pietroburgo la famiglia possiede una casa lungo la Neva dove viene spesso ospitata la nomenclatura internazionale.
Ad Amsterdam c'è una fondazione Zygmunt Zaleski guidata da Marie-Christine, figlia di Romain. Quando la crisi ha fatto sentire i suoi primi effetti, due banche straniere, la Royal Bank of Scotland e Bnp Paribas, si sono affrettate a battere cassa facendosi ridare i loro 1,6 miliardi di esposizione complessiva e se la sono data a gambe. Le banche italiane, invece, timorose di toccare una matassa eccellente dai fili sottili e delicati, si sono tenute il buco del giocatore di bridge che, a suo dire, "non sa nulla di finanza".
Bazoli ha inviato Pietro Modiano, già direttore generale di Intesa, a sistemare la Carlo Tassara, holding italiana di Zaleski. La cura ha ridotto i debiti a 2,4 miliardi, ma nel frattempo le azioni in portafoglio sono crollate e oggi valgono appena un miliardo. La vecchia società bresciana non ha ancora fatto il bilancio 2012. All'ennesima richiesta di proroga, il numero uno di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha inviato una lettera per pretendere il rientro. Davvero un destino per molti versi parallelo a quello di Ligresti.
Ma come si è arrivati a questo punto? Torniamo al cavaliere bianco, quando Bazoli usa Zaleski per giocare la carta francese e salvare il "suo" Ambrosiano da Cuccia. Allora, per la prima volta il finanziere esce dall'ombra. Era sceso nella Leonessa d'Italia quasi per caso nel 1983, perché la compagnia per la quale lavorava, la Comilog (miniere di manganese nel Gabon) gli aveva chiesto di recuperare il pagamento di forniture alla Carlo Tassara, azienda siderurgica della Valcamonica con un migliaio di dipendenti.
Enrico Cucchiani Giovanni Bazoli Banca Intesa
Zaleski prende in mano l'azienda, la risana, ne acquista il 25 per cento dalla famiglia Tassara con l'acqua alla gola e convince la Comilog a prendere il resto. Poi comincia una serie di offensive finanziarie nella Falck che era in mano a Mediobanca e nella Compart-Montedison, irritando Cuccia. Compra, vende e si riempie le tasche. Di qua e di là dalle Alpi. Lo stesso fa in Francia con il gigante siderurgico Arcelor. A questo punto i giornali si chiedono chi è il raider venuto dal nord e scoprono un personaggio per molti aspetti sorprendente.
ENRICO CUCCHIANI GIOVANNI BAZOLI
Zygmunt che dà il nome alla fondazione olandese, è il padre morto nel 1967 a 85 anni, letterato polacco di origini nobili, esule in Francia, dove insegna all'Istituto di lingue orientali della Sorbona e si dice abbia fatto i soldi in Borsa speculando con le miniere. Romain nasce a Parigi nel 1933 e sembra avviato lungo il cursus honorum dell'élite transalpina. Ma la patria chiama e nessun polacco può tapparsi le orecchie. Zygmunt Zaleski Lubicz, che si fa chiamare anche Debron, decide di tornare a Varsavia, nonostante i minacciosi venti di guerra.
E' il 1939, Hitler invade la Polonia. Gli Zaleski sostengono la resistenza e vengono arrestati. E' un momento terribile, segnato persino da un passaggio nell'inferno di Buchenwald. Quando l'Armata rossa si sostituisce all'occupante nazista, la famiglia riesce a tornare in Francia. Nel Dopoguerra Romain riprende gli studi, si laurea all'Ecole des mines, una delle scuole dove si forgia la classe dirigente, fa il militare in Algeria dove incontra il giovane Jacques Chirac, sposa un'aristocratica polacca, Hélène de Prittwitz, e poi si lancia in quel territorio a cavallo tra politica e affari che è il tessuto connettivo del sistema francese.
Entra al ministero dell'Industria e si avvicina all'Udf, la formazione politica centrista di Valéry Giscard d'Estaing che diventa presidente della Repubblica nel 1974. Il brillante amministratore che ha aiutato a gestire le finanze del partito si butta nell'industria, prima alla Revillon e poi alla Comilog, senza spezzare mai i suoi legami, nella migliore tradizione francese. Intanto, il vento cambia: nel 1981 vince l'Union de la gauche guidata da François Mitterrand, Zaleski lascia la politica e di lì a poco anche il suo paese per tuffarsi interamente in altre avventure, tutte italiane.
NAPOLETANO E GHIZZONI A BAGNAIA
Un personaggio così a Brescia non può non farsi notare, ma senza dubbio non fa parte del sistema Bazoli, come lo chiama Giancarlo Galli. La sua famiglia è cattolica, ma niente a che vedere con quella del professore. Soprattutto, lo stile non può essere più diverso. Eppure, lo ieratico avvocato per il quale la lentezza è un valore e ama parlare di etica o di teologia, quando le cose si mettono male, in quel 1989 capisce che la morale machiavellica di Brecht può essergli molto utile. Per fare il bene ci vuole qualcuno che tenga a bada i malvagi. Il cugino cattivo.
Zaleski sfugge ai media, vive a Milano in una villetta non appariscente, e proclama senza peli sulla lingua che lui ammira Bazoli, ma non sta dalla sua stessa parte politica. "Sono un uomo di destra", confessa. "Da giovane mi piaceva il generale De Gaulle, oggi apprezzo Nicolas Sarkozy. In Italia l'unico politico che conosco e stimo è Giulio Tremonti". Altro che alter ego del professore, più che mai Shui Ta. Tanto che tutte le operazioni da raider nelle quali si lancia, sembrano fatte a posta per mettere in difficoltà Mediobanca.
IL FINANZIERE ROMAIN ZALESKI
A cominciare dalla scalata alla Falck: spende oltre 200 miliardi di lire in due anni e nel 1998 ha il 35 per cento del gruppo siderurgico. Intanto, stringe i suoi legami bresciani proprio mentre l'Ambroveneto guidato da Bazoli sta per fondersi con la Cariplo che Cuccia vorrebbe portare (anch'essa) sotto la sua bandiera. Zaleski diventa il primo azionista di una finanziaria, la Mittel, presieduta da Bazoli, che possedeva pacchetti importanti, anche in Rcs. Bloccato in Falck, nell'ottobre del 2000 cede la sua quota a Compart, la società energetica della Montedison. "E' uscito di scena", scrivono i giornali. Ma una settimana dopo spunta di nuovo: ha in mano il 6 per cento di Compart, con gran dispetto di Mediobanca.
Che cosa vuol fare? Lo si capisce di lì a poco, nella primavera successiva, quando comincia a rastrellare le azioni Edison (la società energetica scaturita dalla vecchia Montedison) insieme a Edf, l'ente elettrico dello stato francese. Accanto a loro scende in campo la Fiat guidata da Paolo Fresco che si è scrollata di dosso la dipendenza dalla Mediobanca dell'èra Cuccia.
Undici anni dopo, il 24 maggio 2012, mentre al ministero dell'Industria c'è Corrado Passera, già amministratore delegato di Banca Intesa, Edf prende l'intero controllo di Edison. Zaleski prova a protestare, ma cede. Non ha più le forze. Ormai tutto è cambiato. Nel 2007 era ancora tra gli uomini più ricchi del mondo. Oggi si batte per salvare le sue fortune in Italia e altrove, come in Polonia dove possiede una banca. La figlia Hélène, 44 anni, occhi azzurri capelli biondi a caschetto, ha rafforzato la presa su Argepa, la cassaforte di famiglia, che controlla il 40 per cento circa della Carlo Tassara. Ha pagato da sola tutto l'aumento di capitale da 42,3 milioni (12,3 di nominale e 30 di sovrapprezzo), salendo dal 22 per cento al 28 per cento.
Zaleski e moglie Helene
I fratelli Wladimir e Konstantin si sono diluiti dal 22 per cento al 20,3 per cento a testa (di cui il 13,2 per cento è in usufrutto a Romain Zaleski e alla moglie Hélène de Prittwitz). Ma i rapporti in famiglia sono buoni, e tutti concordano che sia la primogenita, adesso, a sostituire in qualche modo l'anziano genitore. Ha lavorato a lungo in Assurances générales de France (Agf), dice che il suo "apporto è valutare se gli investimenti sono interessanti". Vive in Belgio ma viaggia come una trottola, dividendosi tra il Lussemburgo, la Polonia, dove va due o tre volte al mese, e l'Italia, dove ha messo piede solo nel '95.
La crisi, dunque, è passata come la scopa manzoniana. Bazoli che proprio nel 2007 aveva raggiunto l'apice della sua lunga carriera fondendo Intesa con il Sanpaolo di Torino e conquistando una posizione egemone rispetto ai piemontesi, ha cominciato a perdere colpi. Lo si è visto ultimamente nello scontro tra gli azionisti di Rcs sull'aumento di capitale. Da sempre lord protettore del Corriere che aveva salvato nel 1984, questa volta non può che assistere alla presa di potere da parte di John Elkann, i suoi tentativi di mediare con il gran nemico Diego Della Valle, falliscono. Intanto, anche in politica Bazoli ha perso smalto: non basta a sbarrare la strada a Roberto Maroni in Lombardia il suo sostegno a Umberto Ambrosoli, il figlio dell'avvocato Giorgio fatto assassinare da Michele Sindona, quell'eroe borghese che proprio Cuccia mancò di salvare.
Il vecchio capitalismo delle relazioni eccellenti dove tutti si conoscono e si fanno le scarpe, vive tempi bui. Nessuno ha preso il posto del patron di Mediobanca, nonostante in molti ci abbiano provato; e tra questi Bazoli. Gli intrecci si stanno sciogliendo, anche se non si capisce in quale direzione. E pure per Zaleski arriva la resa dei conti. La sua finanziaria custodisce pacchetti azionari dal nome altisonante, ma sono piccoli e non hanno più un ruolo strategico.
Unicredit vuole rientrare al più presto dalla sua esposizione, Intesa è disposta ad aspettare, ma non troppo a lungo. Nella banca, del resto, Bazoli presiede il consiglio di sorveglianza, mentre le redini sono in mano a Enrico Cucchiani, un manager che non scherza, ha studiato in America e ha gestito per anni gli affari del colosso assicurativo tedesco Allianz nell'Europa del sud. Le generazioni passano. L'età si fa sentire. I trentenni e i quarantenni di oggi sono lontani ben più di mezzo secolo per cultura, per modi, per Weltanschauung. Forse oggi non c'è più bisogno del cugino cattivo, oggi Shen Te e Shui Ta sono una persona sola
 
che Andreatta fosse la mente piu' lucida della dc si nutre qualche dubbio,il sig ......., dimentica da chi fu fatta la separazione tra b.italia e ministero del tesoro
 
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E questo è il loro devastante corollario. (FONDAMENTALE DA LEGGERE)



Dato per assodato che:
a) il governo dell’Italia intera risiede a Bruxelles presso la Commissione Europea e a Francoforte presso la Banca Centrale Europea, e NON più a Roma, in virtù dei Trattati europei ratificati dall’Italia (Maastricht, Lisbona, Fiscal Compact, MES, Europact et al.) che hanno privato il nostro governo di ogni reale potere (esecutivo, monetario e parlamentare) trasferendoli appunto a Bruxelles e a Francoforte.
b) di conseguenza il governo di Roma e il Parlamento italiano sono oggi istituzioni di facciata con poteri risibili e nessun potere sovrano di sostanza…
… vi mostro quale è il vero devastante corollario di tutto l’odierno funzionamento della UE e soprattutto dell’Eurozona, in particolare dei principali Trattati di cui sopra.
Dovete sapere che i primari Trattati di Maastricht, il Fiscal Compact, il MES, l’Europact, cui si aggiungono le concessioni di spesa pubblica offerte il 3 luglio all’Italia dalla Commissione Europea e il futuro Trattato per la nascita del Redemption Fund per i debiti pubblici dell’Eurozona, dovete sapere che tutti questi contengono la seguente clausola:
A PATTO CHE IL PAESE ADERENTE ADOTTI STRINGENTI MISURE DI AGGIUSTAMENTO DELLA SPESA PUBBLICA
Cioè, la nazione che ha ratificato o che ratificherà quegli accordi, come l’Italia, dovrà impegnarsi obbligatoriamente a
a) TAGLIARE LA SPESA PUBBLICA IN SERVIZI, SANITA’, ISTRUZIONE E INFRASTRUTTURE
b) TAGLIARE I SALARI PUBBLICI E LE PENSIONI
c) PRIVATIZZARE TUTTO CIO’ CHE E’ RIMASTO PUBBLICO, INCLUSA L’ACQUA E LE INFRASTRUTTURE VITALI DEL PAESE
d) LICENZIARE FETTE D’IMPIEGO PUBBLICO, ANCHE FRA GLI IMPIEGHI VITALI COME INSEGNANTI, VIGILI DEL FUOCO, POLIZIA E SANITARI
e) LIBERALIZZZARE OGNI SETTORE DELL’ECONOMIA, ANCHE QUELLI STRATEGICI PER L’INTERESSE PUBBLICO
f) RIDURRE AL MINIMO IL WELFARE E GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI


Ripeto che tutti i primari Trattati europei e quelli costituenti l’Eurozona contengono queste imposizioni, TUTTI.
Ora, la cosa da capire è che esse sono il dogma, la Bibbia, la spina dorsale dell’ideologia Neoliberista e Neoclassica delle elite del Vero Potere, cioè degli speculatori finanziari, dei tecnocrati bancari e dei mega industriali. Esse sono la loro linfa vitale, la loro mira primaria, il loro tutto. Sono in realtà questi dogmi, Bibbia, spina dorsale, raccolti in quella clausola, che devono essere imposti a milioni di cittadini e ai loro governi, e i Trattati assieme alla UE stessa e all’Eurozona sono solo IL VEICOLO per imporli. Capite? Non il contrario. Cioè:
A noi hanno raccontato che i Trattati, la UE e l’Eurozona sono il cuore di tutto, sono il goal finale di un grande lavoro, che sono le istituzioni cardine del futuro europeo. Ma non è vero. Il cuore di tutto, il goal ultimo, l'istituzione cardine del futuro europeo è quella clausola Neoliberista e Neoclassica socialmente distruttiva, che deve devastare intere società ed esautorare gli Stati per il profitto di pochi, mentre il resto, cioè i Trattati, la UE stessa e l’Eurozona sono solo uno scivolo ben oliato con cui imporre quella distruzione del bene pubblico. Oltre a questo scopo, i Trattati, la UE e la zona euro sono cose irrilevanti.
Ed ecco che oggi quell’impotente pupazzetto anemico di Letta deve in realtà obbedire all'ADOZIONE DI STRINGENTI MISURE DI AGGIUSTAMENTO DELLA SPESA PUBBLICA perché l'Italia le ha ratificate, quindi continuerà senza scampo a
a) TAGLIARE LA SPESA PUBBLICA IN SERVIZI, SANITA’, ISTRUZIONE E INFRASTRUTTURE
b) TAGLIARE I SALARI PUBBLICI E LE PENSIONI
c) PRIVATIZZARE TUTTO CIO’ CHE E’ RIMASTO PUBBLICO, INCLUSA L’ACQUA E LE INFRASTRUTTURE VITALI DEL PAESE
d) LICENZIARE FETTE D’IMPIEGO PUBBLICO, ANCHE FRA GLI IMPIEGHI VITALI COME INSEGNANTI, VIGILI DEL FUOCO, POLIZIA E SANITARI
e) LIBERALIZZZARE OGNI SETTORE DELL’ECONOMIA, ANCHE QUELLI STRATEGICI PER L’INTERESSE PUBBLICO
f) RIDURRE AL MINIMO IL WELFARE E GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI…
… per l’esclusivo profitto di un nugolo di grandi speculatori del Vero Potere, e portando ulteriore distruzione all’economia vitale per noi cittadini, e noi siamo milioni. Sta accadendo.
Tutto il resto sono ......................................p.b.
 
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