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“D’Alema mi fece cacciare per il Montepaschi”

26/01/2013 - Pierluigi Piccini, ex sindaco di Siena, racconta un aneddoto particolarmente interessante...



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di Redazione
http://www.giornalettismo.com/archives/author/redazione/



Il m.paschi e Democratici di Sinistra sono due cose diverse, come soptengono gli ex del partito? Camilla Conti sul Fatto ci racconta che le cose non sono andate esattamente così. E chiama a testimoniare l’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini:

Che c’entrava Bnl con la nomina della Fondazione Mps?
C’entrava eccome. Bisogna fare un salto indietro all’estate del Duemila quando il sottoscritto subisce pressioni da D’Alema per sponsorizzare il progetto di mandare a nozze Mps con la romana Bnl. Ipotesi che mi ha subito lasciato molto perplesso. In queste pressioni vedevo un palese conflitto di interessi con il mio ruolo di amministratore.
E dopo che successe? D’Alema si rifece avanti?
Nel 2001 arriva una lettera del ministero del Tesoro, firmata dall’allora direttore generale Mario Draghi, che solleva una incompatibilità fittizia: come sindaco avrei potuto nominare una parte della deputazione amministratrice della Fondazione che a sua volta avrebbe dovuto decidere sulla mia nomina, innescando così un potenziale conflitto di interessi. Io non sarei stato più sindaco e ci sarebbe comunque stata una nuova deputazione. Nel 2003 la Corte di Cassazione annulla quella lettera come atto illegittimo. Bisogna chiedersi allora cosa, e chi, ci fosse dietro quella lettera. Chiediamocelo. La mia risposta è che D’Alema ma anche l’allora governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, così come Giuliano Amato e Luigi Berlinguer fossero convinti che io non ero più affidabile.
 
Movimento Libertario

La proprietà è un diritto naturale e le tasse sono un furto.


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Postato da leonardofaccoeditore il 26 gennaio 2013 | 3 Responses
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[URL="http://www.movimentolibertario.com/2013/01/il-denaro-e-la-legge/#"]5[/URL]

DI GIOVANNI BIRINDELLI
Alla base dello Stato moderno (o totalitario) stanno due frodi: quella della legge e quella del denaro. Il potere politico ha infatti sostituito la legge e il denaro con cose a cui dà lo stesso nome, rispettivamente, ma che non hanno niente a che vedere con essi. Grazie a queste due frodi è stato possibile spianare la strada al totalitarismo “vecchio” (nazismo, fascismo, comunismo) e a quello “nuovo” (la cosiddetta “socialdemocrazia” contemporanea); è stato possibile distruggere l’economia di mercato e creare il declino economico di lungo periodo. Il tutto a beneficio di chi detiene il potere politico (la cosiddetta “Casta”) e, nel breve periodo, di alcuni di coloro che da questa si sono fatti comprare (con i soldi espropriati ad altri) per ottenere determinati privilegi.
Se, a causa della loro enormità (oltre che della mancanza di strumenti), sono pochi coloro che riescono a vedere queste due frodi, sono ancora di meno coloro che riescono a vedere la relazione causale esistente fra di esse.
Non deve sorprendere che l’oggetto di queste due frodi siano stati la legge e il denaro. Essi infatti hanno una caratteristica comune che li rende insopportabili per il potere politico: come tutte le istituzioni sociali che non sono il risultato del disegno razionale dell’uomo, la legge e il denaro sono entrambi il risultato di un processo spontaneo e disperso di selezione culturale di usi e convenzioni di successo. In altri termini, la legge e il denaro sono due ordini spontanei e quindi vincoli: cose che il potere politico non può cambiare a proprio piacimento dall’oggi al domani.
La legge che vieta il furto, per esempio, è il risultato di un processo spontaneo di selezione culturale di usi e convenzioni che inizia con l’osservazione che la convenzione di distinguere ciò che è di Tizio da ciò che è di Caio riduceva la conflittualità all’interno della società, la quale quindi, introducendo questa convenzione, prosperava e diventava più forte rispetto ad altre che non la introducevano. Questo processo “finisce” con la lenta e graduale trasformazione di questa convenzione (inizialmente introdotta per motivi di interesse) in principio morale, e quindi generale e astratto (che, in quanto tale, deve essere rispettato di per sé, indipendentemente da questioni di interesse): questo principio è la legge.
Ciò che rende la legge un vincolo, anche e soprattutto per il potere politico, è proprio il modo in cui essa è nata: il fatto cioè che non sia stata decisa, che sia indipendente dalla volontà di chiunque, anche e soprattutto dell’autorità. Non è difficile quindi capire le ragioni per cui il potere politico sia stato ansioso di liberarsi della legge. Per poter “stampare” tutte le “leggi” che voleva, il potere politico ha sostituito la legge (il principio generale e astratto, il limite al potere) col suo inverso (il provvedimento particolare, lo strumento di potere). Naturalmente, nel fare questo il potere politico ha dato a quest’ultimo lo stesso nome (“legge”) così che le persone, credendo di rispettare la legge, seguissero come pecore i suoi comandi (il totalitarismo si regge sulle persone perbene).
Una volta sostituita la legge col suo inverso, il potere politico è diventato illimitato e non ha avuto più nessun ostacolo a distruggere e dissanguare le persone e l’economia per il proprio interesse particolare e/o per un arbitrariamente definito “interesse del paese” (Mario Monti, almeno in questo, gliene va dato atto, eccelle).
Anche il denaro è il risultato di un processo di selezione culturale di usi e convenzioni di successo. Nell’economia di baratto, per avere tot mele Tizio doveva dare in cambio a Caio, che aveva mele da vendere, tot uova. Il processo spontaneo di selezione culturale di usi e convenzioni che porta al denaro inizia con l’osservazione che, all’epoca, esisteva una merce (per esempio il bestiame) che non solo Tizio e Caio ma che tutti o quasi tutti volevano (nelle parole di Menger e di Mises, rispettivamente, la merce “più esitabile” o “più commerciabile”); e che, se utilizzava questa merce al posto delle uova delle sue galline, per Tizio era molto più facile entrare in possesso di tot mele (in quanto non doveva necessariamente trovare ogni volta la persona che in quel momento voleva tot uova). Questo processo finisce quando la merce più commerciabile è generalmente riconosciuta e utilizzata e corrisponde alle esigenze di una determinata epoca. Nella nostra epoca, la merce che avrebbe le caratteristiche della merce più commerciabile, cioè la capacità di essere denaro (se il suo uso come mezzo di scambio non fosse vietato dall’autorità), è probabilmente l’oro.
Come la legge, e per le stesse ragioni, anche il denaro è un vincolo: l’oro, per esempio, non può essere stampato a piacimento. Estrarlo costa e comunque, tranne che in casi straordinari, la sua quantità non varia molto velocemente e comunque non arbitrariamente. Quindi dove il mezzo di scambio è solamente il denaro, per esempio l’oro (o, il che è lo stesso, banconote a cui corrisponde una quantità fissa di oro e che, presentandole in banca, possono essere convertite in oro in ogni momento senza rischi di non trovare immediatamente una quantità di oro corrispondente), il potere politico è limitato: se vuole finanziare una guerra, per esempio, oppure i giornali, le infrastrutture, il cinema, la ricerca, le mostre, i concerti, le olimpiadi, oppure gli stipendi e i vitalizi dei parlamentari o le centinaia di milioni di euro l’anno per il Quirinale, eccetera… se vuole finanziare tutto questo e altro, dicevo, e, poniamo, gli è impossibile alzare ulteriormente le tasse e il debito pubblico (per esempio perché è al limite in entrambi i casi – ogni riferimento alla situazione italiana è puramente intenzionale), non può farlo.
Non sono difficili da capire, quindi, le ragioni per cui lo Stato, in Europa guarda caso in corrispondenza dell’inizio della Prima Guerra Mondiale, sia stato ansioso di liberarsi del denaro, cioè di abbandonare la parità aurea: come nel caso della legge, ciò gli consentiva di stampare quante banconote voleva e quindi di aumentare ulteriormente, mediante l’inflazione, le tasse sui cittadini senza che loro se ne accorgessero. Come dice Gary North in Cosa è il Denaro, se non si fossero liberati del denaro, gli Stati europei non avrebbero potuto finanziare la Prima Guerra Mondiale e quindi questa non ci sarebbe stata (né la Seconda): “per finanziare le guerre i governi avevano necessità di inflazionare la massa monetaria. Lo standard aureo glielo impediva, così i politici e i banchieri centrali lo impedirono per decreto”.
L’effetto economicamente distruttivo dell’abbandono del denaro, tuttavia (cioè della sua sostituzione con un pezzo di carta e oggi nemmeno con questo, visto il divieto dell’uso del contante per consentire l’ulteriore espansione dello Stato totalitario), va ben oltre l’inflazione: esso consiste anche e soprattutto in una distorsione della struttura produttiva (misdirection of production), cioè dell’allocazione del capitale. Stampando moneta, il potere politico (o per esso il suo agente: le banche centrali cosiddette “indipendenti”, cioè nominate dal potere politico e titolari, grazie a questo, di un monopolio legale), ha prodotto informazioni sbagliate, in particolare sul tasso d’interesse (ogni volta che un prezzo -in questo caso il prezzo del capitale finanziario- viene fissato arbitrariamente, cioè fuori dal libero mercato, si producono informazioni sbagliate e si mette in moto un processo di distruzione economica). Sulla base di queste informazioni sbagliate sono stati fatti investimenti sbagliati. La recessione è il modo in cui l’organismo dell’economia di mercato cerca di ripulire sé stesso da questi investimenti sbagliati. Tuttavia, se la stampa di denaro (ma più in generale l’interventismo economico da parte dello Stato) e quindi la produzione di informazioni sbagliate non smettono di essere possibili, il ciclo economico e quindi il declino non si fermeranno (con buona pace di coloro che vorrebbero “fermare il declino” senza aggredire le frodi che lo hanno prodotto). Come sinteticamente riassume Friedrich von Hayek in Monetary Theory and the Trade Cycle, “[cambiamenti nella quantità di moneta - per esempio la stampa di moneta legale da parte delle banche centrali oppure un'espansione del credito che, grazie al meccanismo della riserva frazionaria, non richiede un aumento del tasso d'interesse] fanno sì che un determinato prezzo (il tasso di interesse) devii dalla posizione di equilibrio, e … deviazioni di questo tipo necessariamente producono tali cambiamenti nella posizione relativa dei vari settori produttivi che dopo è inevitabile il precipizio verso la crisi”.
Quindi sia la “legge” fiat che il “denaro” fiat servono allo Stato per “governare l’economia”, cioè per distruggerla. Ora, tutti quei (pochi, purtroppo) economisti che oggi si riconoscono nella Scuola Austriaca conoscono molto bene gli effetti economici distruttivi della contraffazione del denaro e, più in generale, dell’interventismo economico da parte dello Stato. Ma non tutti tengono nella dovuta considerazione il fatto che la contraffazione del denaro, e più in generale l’interventismo economico, sono resi possibili dalla contraffazione della legge e che quindi, se si vuole impedire la prima contraffazione occorre anche, necessariamente, impedire la seconda.
Come dice Bruno Leoni in La libertà e la legge, “Anche quegli economisti che hanno difeso nel modo più brillante il libero mercato dall’interferenza delle autorità hanno, di solito, tralasciato la considerazione parallela che nessun libero mercato è veramente compatibile con un processo di legislazione centralizzato da parte delle autorità”. Facendo riferimento alla stampa di moneta legale, Gary North giustamente sostiene che “[P]oiché gli Stati sono essi stessi dei contraffattori, non vogliono nella maniera più assoluta che qualcuno invada il loro campo d’azione. Le leggi odierne contro la contraffazione sono semplicemente il risultato di una particolare forma di guerra fra bande criminali”. Ma se oggi la contraffazione (così come la violazione dell’uguaglianza davanti alla legge -vedi progressività fiscale-, il furto e qualunque altra violazione della legge intesa come principio) può essere resa legale in alcuni casi particolari decisi dall’autorità, ciò è dovuto solo e soltanto al fatto che oggi per legge si intende non il limite al potere arbitrario (il principio generale e astratto che esiste indipendentemente dal volere e dalle decisioni dell’autorità) ma lo strumento di potere arbitrario (il provvedimento particolare deciso dall’autorità). In altre parole, se oggi la contraffazione (per esempio) è permessa in alcuni casi particolari (guarda caso allo Stato che detiene il monopolio della violenza), ciò è dovuto in ultima istanza al fatto che il potere politico (quello di approvare provvedimenti particolari) non è separato da quello legislativo (quello di scoprire, custodire e difendere principi generali e astratti che valgono per tutti, Stato incluso, sempre, senza eccezioni, allo stesso modo).
Per sconfiggere lo Stato totalitario e produttore di miseria, cioè lo Stato moderno e la cosiddetta “socialdemocrazia”, occorre agire contemporaneamente su più fronti, non solo su quello economico. Le politiche keynesiane (ma anche quelle monetariste) non vanno combattute solo sul piano economico: ciò che le rende possibili è un’idea astratta di legge che chi le difende non è in grado di difendere. Ci vuole un approccio integrato
 
Tremonti e il circolo degli Illuminati di Davos

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Tremonti e il circolo degli Illuminati di Davos:
Se vi state ancora chiedendo chi sono gli “Illuminati” e che “mestiere” fanno…questa è la risposta (parziale) di Tremonti, pubblicata sul sito Byoblu….e notate, nell’articolo che segue, il modo in cui Draghi parla di globalizzazione, come se fosse una cosa caduta dal cielo, per caso.
Naturalmente, nessuna persona con un minimo di capacità di pensiero ci crede ma gli autoproclamatisi “padroni del mondo” continuano a parlare come se loro fossero gli unici a meritare il privilegio di “guidare” il mondo. Si tratta di un vero e proprio delirio di onnipotenza o forse di banalissima paura della morte non superata, infantilismo psicologico che li spinge a giocare in questo modo con i destini delle persone….decidete voi
[ame="http://www.youtube.com/watch?v=Me2vHh25Soo"]
tremonti-illuminati-davos%25255B3%25255D.jpg
[/ame]
Giulio Tremonti su Monte Dei Paschi di Siena a SkyTg24: "Monti ha chiesto la fiducia su Monte Dei Paschi di Siena, adesso lasci il Circolo degli Illuminati di Davos e venga a.............


Pubblicato daMaurizio Barbero *****************






 
...moto :) ...se dovessi consigliare tre buoni testi sulla teoria bancaria/monetaria attuale e sul resto di cui uno per non consapevoli avresti in mente qualcosa?
 
ciao free.lieto di sentirti.nn sono adatto a dare consigli,nn sono nessuno.scrivo solo e posto pezzi ,cosi' chi nn sa',puo' capire come avviene la grande truffa.chi gestisce la creazione della moneta ,gestisce il tutto,dalla piramide con le sue diramazioni.in genere gli economisti,sanno bene che quello che dicono nn e' vero e funziona alla rovescio,piu tardi di scrivo ,cosa potresti leggere. ciao a presto.il mondo e' illusione.vedi mps
 
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La “mazzetta” da Due Miliardi di Euro, Pensate davvero che sia colpa di Mussari. Ma non fatemi ridere.

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La "mazzetta" da Due Miliardi di Euro, Pensate davvero che sia colpa di Mussari. Ma non fatemi ridere.

Bum. Ci siamo sta arrivare lo Tsunami e non è quello di Grillo, è un fetente Tsunami di guano legato alla più grande mazzetta della storia Italiana. Due miliardi di euro legati all'operazione Banco Monte dei Paschi – Antonveneta.

Un conto è quando un giornale indipendente come il Fatto Quotidiano (onore a Marco Lillo) toglie il coperchio sui derivati fatti dal Banco MPS per aggiustare il bilancio 2009 2010 spostando perdite attuali più in la nel tempo.

Ma quando è La Repubblica a mettere in prima la gestione del banco MPS titolando sulla madre di tutte le mazzette (enimont è storia vecchia) vuole dire che dalle procure sta arrivando qualcosa di grosso. In piena campagna elettorale, e potenzialmente capace di distruggere gli equilibri politici, certamente di fare fuori il Partito Democratico dalla corsa elettorale.

Partiamo dalla notizia su La Repubblica:



(la notizia continua)​

E' evidente il tentativo del giornale di larga diffusione più vicino al Partito Democratico di agire in contropiede, dando lui per primo la notizia e cercando di fare passare due tesi:​


Mussari è il primo responsabile

Ci hanno mangiato su tutti i partiti (e non solo il Partito democratico)


Sostenere che Giuseppe Mussari sia stato l'architetto della complessa operazione Antonveneta che avrebbe fatto uscire dalle casse del Monte dei Paschi i 2 miliardi di euro di tangente è semplicemente R-I-D-I-C-O-L-O. E poi… ma avete presente Mussari? Quello li sarebbe il genio del male, l'architetto dell'operazione? Ma dai.

E' semplicemente impossibile pensare spostare una cifra del genere e farla franca senza vaste coperture da parte di chi era preposto alla vigilanza (qualche domanda su Banca d'Italia dunque su Antonio Fazio e Mario Draghi.. ce la vogliamo fare? ). E' altresi risibile la tesi che quei (presunti) 2 miliardi di euro fossero destinati al s...
 
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Emiliano Brancaccio: MPS è solo la punta dell'iceberg

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MPS è solo la punta dell'iceberg


Una nuova crisi bancaria è alle porte dell'Europa


Checchino Antonini intervista Emiliano Brancaccio


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«Trovo maldestro, al limite del comico, il tentativo di certi media di valutare il caso del Montepaschi come un effetto di ingerenze politiche nella gestione bancaria. Sergio Rizzo, sul Corsera, ha addirittura candidamente affermato che il problema chiave sarebbe la dipendenza della banca senese dal potere politico. A suo avviso, quindi, per risolvere i problemi di MPS è sufficiente che la politica faccia un passo indietro e lasci la banca alle logiche del mercato. Ma qualsiasi osservatore che non abbia il prosciutto dell'ideologia liberista sugli occhi sa bene che questa è una interpretazione fuorviante e manichea dei fatti. La verità è un'altra: la crisi di MPS è soltanto il segno precoce e più evidente di una crisi bancaria di carattere sistemico, che ha le sue radici nell'onda speculativa che ci ha portato al tracollo dell'ottobre 2008 e dei cui danni si stanno facendo carico sempre di più i bilanci pubblici e i contribuenti».





L'economista Emiliano Brancaccio non conosce le banche semplicemente alla luce dei suoi studi sul "capitale finanziario" di Rudolf Hilferding, ma parla per conoscenza diretta dei fatti. Nel 2006 era stato chiamato in Banca Toscana per contribuire al risanamento del piccolo istituto di credito territoriale, di proprietà del Monte dei Paschi di Siena. Due anni dopo, nonostante i progressi di gestione, Banca Toscana venne improvvisamente chiusa e incorporata nel Monte.


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Mps, spunta la pista della maxi tangente per l'acquisizione di Antonveneta

Il "peccato originale" fu l'acquisto di Antonveneta dicevano gli analisti finanziari e ora sembrano essersene sempre più convinti gli inquirenti di Siena. Ma a quel peccato, commesso ormai cinque anni fa da Monte dei Paschi per l'acquisto dell'istituto veneto già al centro di un caso giudiziario, potrebbe essere gravato anche da un altro reato: la corruzione. Ovvero il pagamento di un maxi tangente, tra uno e i due miliardi di euro perché l'"affare" tra Mps e Santander, che vendeva, andasse a buon fine.
L'esborso di Mps, ben 10,1 miliardi come da bilancio, sarebbe stato, come riportano il Sole24ore e la Repubblica, appesantito da una mazzetta. Il pagamento, stranamente, fu diviso su due conti correnti: 7 miliardi su uno, due miliardi su un altro. Soldi che potrebbero essere passati dall'Inghilterra per arrivare in Brasile. E forse rientrare, in parte in Italia, attraverso lo scudo fiscale. Tra le risposte che gli investigatori della Finanza cercano, e alcune rogatorie sarebbero state portate a termine in Spagna, Brasile e Regno Unito, anche il motivo della cessione di Interbanca (la banca d'affari braccio operativo della popolare padovana) poi riacquistata dalla banca spagnola e ceduta a GeCapital.
Se Mps non avesse pagato così tanto l'istituto veneto, forse non avrebbe dovuto giocare la rischiosissima carta dei derivati per coprire i buchi causati dagli strumenti strutturati Alexandria e Santorini. Il pasticciaccio brutto dei derivati, come rivelato dal Fatto Quotidiano, ha quindi riportato d'attualità l'inchiesta della primavera dell'anno scorso, e che aveva subito un'accelerata in autunno, sull'anomala acquisizione. Nell'inchiesta ci sono quattro indagati, tra cui tre componenti dell'ex collegio sindacale, cui viene contestato di aver esposto false informazioni alla Banca d'Italia) che chiedeva delucidazioni sulla "compatibilità della complessiva operazione di rafforzamento patrimoniale da 1 miliardo di euro nel core capital") e ostacolo all'organo di vigilanza. Un'altra ipotesi di reato, questa contro ignoti, riguardava la possibilità di una manipolazione del mercato sul titolo del Monte nei mesi precedenti ovvero l'aggiotaggio. A questa si potrebbe aggiungere ora la corruzione. Intanto per ora l'inchiesta sembra, come sostiene il Corriere della Sera, anche allargarsi su presunti maxi premi ai manager...



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Draghi a Davos: rivolete la sovranità? Datecela!

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Draghi a Davos: rivolete la sovranità? Datecela
 
Soros: La crisi dell'Italia è artificiale. Piazza Affari in lieve ribasso, ma MPS vola

La giornata odierna è stata caratterizzata dall'assemblea degli azionisti di MPS, che ha iniziato la seduta di Piazza Affari in rialzo del 3,94% proseguendo con un giusto sprint sino alla chiusura. Basterà questo a porre un freno agli allarmismi degli ultimi giorni (per approfondimenti leggi MPS: tutto ciò che i clienti devono sapere in 7 punti)? L'a.d. Fabrizio Viola ha asserito: "Entro i primi 15 giorni di febbraio contiamo di concludere il nostro lavoro di verifica, ci vuole un pò di (...)
 

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