TROVATO FINALMENTE IL BATTERIO DEL MORBO DI MPS: SI CHIAMA MM
Postato il Venerdì, 01 febbraio @ 09:43:16 CST di
davide
DI SERGIO DI CORI MODIGLIANI
Libero pensiero
Il Monte dei Paschi di Siena ha un logo.
Si chiama “groviglio armonico”.
Sembra una barzelletta, invece è la realtà.
E’ la nostra situazione attuale, basata sul paradosso della surrealtà: ci dicono addirittura la verità già nel loro nome. Un logo che è una autentica minaccia all’intelligenza civica della nazione. Come a dire:
“cari magistrati, cara Europa, provateci –se vi riesce- a districarvi in questo perfetto groviglio di interessi che noi abbiamo costruito in 541 anni di Storia al servizio delle oligarchie del privilegio”.
Inevitabile, quindi, spendere ancora due parole su MPS.
E’ una grande occasione da non perdere per tutti, e per diversi motivi.
Procediamo punto per punto.
Qualunque cittadino italiano sarebbe autorizzato a porsi, oggi, una elementare domanda: “come mai il caso MPS esplode proprio al centro della campagna elettorale?”. Se, a essere coinvolti, fossero soltanto quelli del PD, la risposta sarebbe semplice: “sono quelli del PDL che tirano fuori gli scheletri dall’armadio degli oppositori”. Se invece fossero coinvolti soltanto quelli del PDL si potrebbe dire l’opposto e così via dicendo. In entrambi i casi si tratterebbe di una logica miope e banale, ma –in teoria- avrebbe anche potuto avere una sua piatta coerenza.
Poiché, mano a mano che trascorrono i giorni e si leggono le carte e i documenti e si viene a sapere di tutto (soprattutto dalla stampa estera europea) ed è ormai ufficiale che, a essere coinvolti siano stati il PDL, il PD, l’Udc, la Lega Nord, la lista Monti, le più forti logge massoniche toscane, l’Opus Dei, ne consegue che la domanda elementare ed essenziale merita ben altra risposta.
2). Ecco alcune notiziole ormai pubbliche e diffuse dovunque su MPS che qui sintetizzo: nell’autunno del 2007 MPS emette una delibera ufficiale firmata Gabriello Mancini (deputato ente fondazione mps) con la quale vengono “ingaggiati gli advisor che dovranno gestire, controllare e riferire l’andamento degli investimenti finanziari e l’intera procedura relativa all’acquisizione di Antonveneta”. Firmano l’accordo con tre società: J.P.Morgan, Credit Suisse a Banca Leonardo. Costo delle competenze 4.980.000.000 di euro (poco meno di 5 miliardi). Scelgono anche il delegato dell’intera operazione, Mr. Monti jr., il figlio dell’attuale premier dimissionario Mario Monti, in quanto direttore responsabile del marketing operativo europeo di J.P.Morgan, colosso finanziario statunitense. Il tutto con beneplacito della direzione di PD, PDL, Udc e logge massoniche locali. Due mesi dopo, una ulteriore delibera accredita a J.P.Morgan un successivo milione di euro secco extra, di cui non esiste fattura alcuna di riscossione essendo avvenuto su conto estero/estero. Il presidente di MPS è Muccari e vice presidente che deve mettere la firma è Francesco Caltagirone, suocero di Casini. Ma è necessaria l’autorizzazione definitiva sia del sindaco di Siena che del presidente della provincia, i quali autorizzano e firmano la delibera che dà pieni poteri a questi colossi di gestire i loro soldi. Non c’era nessun senese che non lo sapesse, anche perché non appena parte l’operazione arrivano soldi per tutti a Siena, dai grossi imprenditori al modesto barista che voleva ristrutturare il suo locale: MM.
Nel 2008 MPS eroga 222.000.400 di euro (duecentoventidue milioni di euro) come “cifra da devolvere come investimento di beneficenza nel territorio” e partono altri soldi che ricadono a pioggia sull’intera città e provincia. A novembre di quell’anno, lo Stato provvede a fare un prestito voluto da Giulio Tremonti di 2 miliardi di euro al fine (così è scritto) “di consentire all’istituto di rispettare i parametri e i dispositivi previsti dagli accordi europei”. Tale cifra viene investita nel seguente modo: 1 miliardo per acquistare bpt italiani, 600 milioni in derivati scelti da J.P.Morgan (cioè Mr. Monti jr.) e 400 milioni in “beneficenza” di cui si occupa la Banca Leonardo che chiude una joint venture per “gestire il patrimonio nel territorio” con la Banca Mediolanum. Non è dato sapere dove siano andati a finire questi soldi perché essendo una “fondazione benemerita” che non paga tasse, si avvale (nel rispetto della privacy!!) del diritto di non rendere pubblico il nominativo di chi gode della beneficenza dell’ente che deve risultare anonimo. Nel 2010, Tremonti fa avere alla banca circa 25 miliardi di euro, con i quali MPS fa lo stesso giochetto: acquista circa 15 miliardi di bpt così abbassa lo spread, ne investe 9 in speculazioni azzardatissime e un altro miliardo così, a pioggia, nel territorio, di cui si sa poco o nulla. Per celebrare la bontà dell’operazione viene chiamato come “consulente e advisor d’aggiunta” l’on. Gianni Letta, a nome di Goldman Sachs, il quale provvede a fare in modo che venga varata una delibera nei primi mesi del 2011 nella quale si sostiene che “la fondazione per fare cassa e poter dunque sostenere l’ònere dell’operazione di acquisizione di banche terze, delibera di cedere il pacchetto delle proprie azioni privilegiate nell’ordine di 370 milioni di euro al nuovo advisor aggiunto Goldman Sachs, nella persona del suo consulente delegato rappresentante on. Gianni Letta”. E così, si trovano insieme, nel 2011, la famiglia Monti, la famiglia Letta, la federazione del PD sia di Siena città che di Siena provincia, i Caltagirone, con il management direttivo che è composto da massoni indicati dalla federazione del PD. Nel solo 2010, Giulio Tremonti fa avere alla banca circa 40 miliardi di euro che seguono il solito giro di sempre, creando un vorticoso anello
virtuale di grande salute finanziaria delle banche italiane e di tenuta della nostra economia, perché si tratta, in pratica, dello stato che si compra i titoli da solo fingendo che li stia comprando il mercato. Ma l’economia, prima o poi vuol sapere i conti reali. E nel giugno del 2011 cominciano i guai. J.P.Morgan, Goldman Sachs e Credit Suisse si ritirano, “grazie e arrivederci abbiamo fatto il nostro lavoro”, e a MPS si accorgono che dei 32 miliardi complessivi investiti in derivati non soltanto non hanno guadagnato un bel niente, ma è tutto grasso che cola se riescono a recuperare sul mercato qualche miliarduccio. Devono quindi coprire il buco. Perché? Semplice: hanno messo in bilancio negli ultimi due anni le cifre dei guadagni sui derivati presentando il tutto come soldi acquisiti mentre, invece, erano virtuali. Quindi i bilanci erano truccati. Non si sa a quanto ammontino le perdite. Lo sanno soltanto, presumibilmente, Gianni Letta e Monti jr. Lo stato, però, in quel giugno del 2011 non ha davvero più soldi da dare a MPS, perché solo nel 2010 Giulio Tremonti ha fatto avere complessivamente al sistema bancario italiano 89 miliardi di euro, di cui circa 20 miliardi passati alle fondazioni (Lega Nord) di Banca Carige, Banco di Desio e Brianza, Banco di Brescia, Banco Popolare di Valtellina, Banca di Sondrio (per questo l’hanno voluto nella loro lista) che si comportano come MPS, lo stesso tipo di giochetto.
Ma a giugno del 2011 sono finiti i soldi. Il management di MPS è disperato: non c’è più lo Stato a tirar fuori il grano, come si fa? Ghe pensi mì, dice Mario Draghi, conosco gente in Europa. E così il 10 giugno del 2011 fa avere subito 350 milioni da 12 banche europee, altri 400 milioni dallo stesso consorzio e successivi 2 miliardi da un pool di altre 19 banche europee ma MPS è ormai un colabrodo, perché i soldi servono soltanto a pagare gli interessi composti sui derivati. Il management, infatti, ha venduto carta straccia a 10 a gente che si è assicurata: quella carta, a giugno del 2011 vale 2 quindi adesso MPS deve pagare anche l’assicurazione. E così, entra in campo lo spread.
Benvenuto!
Una parola ignorata dagli italiani fino al giugno del 2011. PD PDL Udc Lega Nord Massoni senesi e Vaticanensi pensavano che il giochetto fosse eterno. E invece non era così. MPS si rivolge quindi al mercato che gli sbatte la porta in faccia e si trova davanti a tre alternative: a) fallisce; b) vende titoli tossici che nessuno vuole; c) vende i bpt italiani di cui ne ha almeno 80 miliardi scadenza a 2 5 e 10 anni.
Sceglie l’opzione C.
Gli viene imposta da tutta la classe politica.
E così, l’intera classe politica italiana (con l’aggiunta della famiglia Monti) dà il via.
Ma il mercato è implacabile.
E quelli di Goldman Sachs e di J.P.Morgan sanno i conti veri di MPS (li hanno gestiti loro) e così spargono la voce che la banca è disperata perché “tecnicamente” è già fallita e consiglia ai clienti di acquistare a peso morto bpt italiani scommettendo sull’innalzamento alle stelle dello spread italiano puntando all’implosione del sistema economico italiano. Il bello è che, in questo giro perverso, partecipa addirittura MPS, perché i malati si comportano così: la terza banca italiana si lancia nel luglio del 2011 in una gigantesca operazione finanziaria puntando tutto sui debiti delle banche italiane, e le altre banche italiane la seguono. Da cui, finalmente si è riuscita a sapere la vera verità.
La truffa dello spread iniziata nel giugno del 2011 non era una truffa: era reale.
E non fu un attacco della speculazione internazionale, bensì un attacco suicida delle banche italiane, guidato da MPS che, per coprire le proprie perdite, vendeva sul mercato secondario miliardi e miliardi di bpt italiani come se fossero carta straccia, diminuendo il nostro potere d’acquisto, aumentando il disavanzo pubblico e rendendosi responsabili, nonché protagonisti, dell’ultima mazzata inferta alla Repubblica Italiana.
Merita rispetto gente così?
La magistratura ha già pronto un mandato d’arresto sotto l’infamante accusa di “associazione a delinquere finalizzata alla truffa nei confronti dello Stato, falso in bilancio, dichiarazioni mendaci agli ispettori di Bankitalia, aggiotaggio, e alterazione degli equilibri di mercato” contro l’ex presidente Mussari, e contro Baldassari, Toccafondi e Vigni. Il problema consiste che il procuratore della repubblica di Siena, dott. Salerno, che ha in mano l’inchiesta, sostiene “di avere ormai accertata la piena consapevolezza del management e dell’intera dirigenza della banca, la quale, però, nel frattempo è stata sostituita, e quindi si tratta di colpevolezze pregresse”. Un finale tutto italiano, quindi.
Nessuno sapeva nulla. Questi quattro signori sarebbero dunque quattro individui che, da soli, si svegliano un mattino e decidono di rubare dei soldi allo stato, ai correntisti e all’intera collettività senza che nessuno sapesse nulla al riguardo. Come scriveva Die Welt in Germania “soltanto gli italiani possono credere a simili fandonie”.
Nessuno, quindi, sapeva nulla?
Nessuno ne ha parlato, neppure in rete?
Sì, uno c’è.
E lo ha anche fatto a nome della sua compagine politica, un importante esponente politico della destra moderata, che si chiama Agostino Milani, il quale, a nome del suo gruppo (Futuro e Libertà) nel febbraio del 2011 denunciò il tutto mandando anche una lettera ufficiale a Mario Draghi. Si diede da fare per cercare di ottenere una interrogazione parlamentare. Era il momento dello scontro frontale tra Berlusconi e Fini, con il PD che guardava a distanza come se la faccenda non lo riguardasse. Non accadde nulla e si mise a tacere quello che –allora, nella primavera del 2011- era stato definito negli ambienti politici nazionali “il più grande e grave scandalo della storia della repubblica”. I soggetti politici di FLI che si impuntarono per portare avanti la loro lotta, sono stati prima isolati e poi censurati e, finalmente, allontanati dalla vita politica attiva. Martedì scorso, a Ballarò, il Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, ha dichiarato come se nulla fosse: “si sa che una banca non può fallire mai”.
Lo considero un avvertimento minaccioso, frutto del morbo MM.
Chi l’ha detto che una banca non può fallire?
Chi l’ha detto che un imprenditore mafioso non può fallire?
Chi l’ha detto che la Guardia di Finanza non può piombare con la mannaia sui capitali riciclati delle grosse famiglie mafiose?
Chi l’ha detto che c’è qualcuno al di sopra della legge di mercato che vale per tutti?
Ma dove vive questa gente.
Per nostra fortuna esiste la rete, che non perdona.
Perché quando si finisce in rete, lì si rimane.
Ragnatele impolverate, silenziose, assopite, che possono ritornare in vita soltanto in un unico caso: se qualcuno va a rispolverarle.
Ho saputo di questo articolo, a suo tempo pubblicato in un sito che non esiste più (il cittadino.it) per un caso davvero strano, attraverso un blogger olandese che segue le questioni italiane e poi fa un rapporto alle commissioni europee. In giro per l’Europa si sa anche della lettera consegnata a Mario Draghi e di successive pressioni da parte di deputati indignati, sia di destra che di sinistra che di centro. In Italia non è accaduto nulla.
Questo articolo, oggi, 20 mesi dopo, acquista un sapore completamente diverso.
Lo metto qui, in copia e incolla, come stimolo a riflettere. Per pensarci su.
Soprattutto per pensare e ripensare alla MM, il morbo pestilenziale che ha colpito l’intera provincia di Siena e di cui tutti fanno finta non sapere che esiste, che ha colpito un’intera provincia, e che in qualunque momento può ammalare l’intera popolazione italiana.
Auspico che il popolo senese riesca a trovare dentro di sé un guizzo di decenza e di decoro per insorgere.
Il mondo si è globalizzato, e lo hanno fatto anche i boss della criminalità organizzata, i rentier, le baronie, i capitalisti coloniali, autentiche cavallette del mondo post-moderno. Esiste una “questione nazionale” che dovrebbe essere seguita dal Ministero della Sanità Pubblica, perché si tratta di una gravissima malattia sociale: è la MM.
L’omertosa Mafia Mentale del popolo italiano ha devastato questa splendida etnia, composta da tutti noi, dalle Alpi al canale di Sicilia e ha condotto ad una deriva morale dalla quale nessuno dei partiti presenti in parlamento è immune.
Ecco l’articolo, pubblicato il 18 aprile 2011, che ha prodotto effetto zero.
Ringraziamo il web.
E facciamo in modo di aggrovigliare noi, grazie alla rete, i responsabili di questo sfacelo annunciato.
Per farli finire tutti come mosche fastidiose, arroganti e presuntuose, vittime della loro stessa natura.
Sergio Di Cori Modigliani
Fonte:
Libero Pensiero: la casa degli italiani esuli in patria
Link:
Libero Pensiero: la casa degli italiani esuli in patria: Trovato finalmente il batterio del morbo di MPS: si chiama MM
1.02.2013