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Si teme per default Ucraina, occhio a Unicredit
20/11/2009
Il Costo di protezione contro il rischio di default (Cds) sul debito sovrano dell'Ucraina per l'orizzonte di cinque anni è salito a 32% da 29% la scorsa settimana e da 21% lo scorso mese, secondo i dati di Phoenix partner group. Sui mercati oggi è salita la tensione riguardo a un possibile defualt del Paese, anche se i dealer dicono che non ci sono fatti nuovi di rilievo.
Settimana scorsa la società statale ucraina che gestisce le ferrovie ha detto di essere impegnata nella ristrutturazione di un prestito sindacato da 550 milioni di dollari organizzato da Barclays, dopo aver mancato il rimborso di una parte del finanziamento.
Da allora investitori e analisti stanno esaminando le implicazioni della ristrutturazione del debito delle ferrovie sulla posizione di bilancio dello Stato. L'agenzia di rating Fitch ha appena dichiarato di non avere alcuna notizia riguardo a un possibile default dello Stato.
L'Ucraina pesa per poco più dell'1% dei ricavi di Unicredit, che conta due controllate: Unicredit BankUcraine e Jsc Ukrsotsbank. Ora l'azione è ferma sulla parità in Borsa a 2,365 euro, mentre le altre banche viaggiano in rosso. Unicredit è attiva anche in Ungheria e oggi l'istituto, insieme ad altre cinque banche tra cui Intesa Sanpaolo, ha confermato, in una riunione con Fmi e Commissione Ue, il suo impegno a sostegno delle sue filiali presenti nel Paese.
"Le case madri si sono comportate come proprietari responsabili, aumentando le loro esposizioni durante l'anno e mantenendo sufficiente capitale nelle filiali; il rapporto del capitale del sistema bancario era del 13% lo scorso settembre", recita la nota del Fmi.
Entro le prossime settimane le sei banche presenteranno specifiche lettere bilaterali circa questo loro impegno. Tale garanzia comprende il mantenimento di un rapporto di adeguatezza del capitale e dell'esposizione almeno del 95% del livello del settembre 2008 per la durata del programma di finanziamento dell'Ungheria sponsorizzato da Fmi e Ue.
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