Nelle ultime ore sta divampando la polemica in merito alla vicenda di
Indi Gregory, una neonata inglese di 8 mesi affetta da una malattia
degenerativa incurabile.
Il nome della malattia è quasi impronunciabile,
aciduria combinata D,L-2-idrossiglutarica, ed è una “novità”: è stata infatti scoperta solo
10 anni fa dai ricercatori dell’
Università di Bari Aldo Moro in collaborazione con un’equipe israelo-palestinese.
In più è una malattia
rarissima,
ereditaria e recessiva.
Che vuol dire?
Vuol dire che, mentre per alcune mutazioni genetiche basta che uno dei genitori sia “malato” , in questo caso bisogna invece che
entrambi i genitori siano portatori del gene “fallato”
.
Ed ancora non basta: ogni figlio di questa coppia avrà una probabilità del 25% di essere affetto dalla malattia, del 50% di esserne solo portatore sano e del 25% di essere sano e nemmeno portatore della mutazione.
Insomma è una specie di tragica lotteria della sfiga imprevedibile ed incontrollabile.
Il che fa sì che
dal 2014 (epoca della scoperta) ad oggi siano stati individuati solo circa
50 casi al mondo: cioè circa 5 all’anno. E nemmeno tutti con le stesse caratteristiche.
Decisamente un numero troppo esiguo per poter ragionevolmente pensare che si sia potuta trovare una cura ma
#noncelodicono.
Eppure il fulcro di tutto il dibattito,
anche se non sembra, sta proprio lì: la cura ci sarebbe, secondo alcuni, ma qualcuno la nasconderebbe. Per soldi e cinismo.
Prima però facciamo un passo indietro nella storia e cultura inglese…
Servi del Papa e servi della Regina.
I medici del
Queen’s Medical Center di Nottingham, com’è noto, preso atto che la piccola non solo non sia curabile, ma sia destinata ad aggravarsi ogni giorno di più, e con un’aspettativa di vita nell’ordine di qualche mese, hanno preso la sanissima decisione di non accanirsi ulteriormente.
L’hanno presa
non semplicemente in base al proprio sentire, ma in base a dei precisi
principi legislativi.
Nella terra di
Enrico VIII il quale, nel
1534, pur di potersi sposare Anna Bolena, non ci pensò su due volte e mandò a quel paese Roma, il Papa, e todo il cucuzzaro, e si fece la sua propria
Chiesa anglicana protestante,
non esiste che s’infierisca su una vita umana quando questa non ha più speranze.
Si tratta di un concetto culturale, uno stilema mentale, che a noi mediterranei sfugge: perché noi siamo ancora tutti intenti ad autoflagellarci col
peccato originale, il senso di colpa e la punizione divina.
Grazie a uomini i quali ci ricordano continuamente che siamo peccatori: sacerdoti, vescovi e Papi. E pure politici.
Invece il solo ed unico giudice dell’uomo e delle sue scelte, nella mentalità anglicana, è Dio: è a lui,
solo a lui ed a ciò che ha detto nelle Sacre Scritture, che ci si deve rifare.
Ognuno se le legge da sè, ste Scritture, e cerca di trarne il meglio.
Ciò significa, ad esempio, che
non esiste il sacramento della confessione: perché nessun uomo può assolvere un altro uomo dai suoi peccati.
E quindi
nessun uomo può, in nome di Dio, dire ad un altro uomo come comportarsi.
In più, fattore non da poco, nel Regno Unito non è lo Stato che “scende a patti” con la Chiesa:
non c’è un Papa capo della Chiesa e di uno Stato a sé stante, non si firmano con lui i Patti Lateranensi.
No. Lassù
il capo della Chiesa è la Regina (il Re, adesso). La quale, casualmente, è anche il capo dello Stato: vale a dire, in soldoni, che
lo Stato governa la Chiesa, non ci scende affatto a patti e nemmeno viceversa.
Ora… tutti abbiamo ben chiaro che una religione pervade il sentire comune, ed influenza quindi anche le leggi (vedi i Talebani, esempio estremo).
Una religione così ecumenica, la quale ha gettato alle ortiche l’idea del peccato originale (i pastori si sposano ed hanno pure figli), in cui in sintesi
la regola aurea è l’autodeterminazione del singolo (uno si legge le Scritture ed al massimo va dal pastore a farsele spiegare, ma di ciò che fa risponde solo a Dio nella sua cameretta e nella sua coscienza), che leggi può far partorire allo Stato?
Leggi che riflettono quella cultura in cui chi le ha scritte è cresciuto fin da piccolo.
Leggi in cui questa autodeterminazione regna sovrana.
Leggi libere dall’idea di una punizione divina e “volontà di Dio” da rispettare.
Per fare un esempio terra terra, talmente è pervasivo e radicato questo principio dell’autodeterminazione, che
gli inglesi non hanno la carta d’identità: basta mostrare la patente, una carta di credito. O al massimo ti dico chi sono e semmai tu controlli: mi autoidentifico dicendoti chi sono.
Per cui non è in base ad un cinico principio esclusivamente economico (“non stiamo a spendere soldi inutilmente per una bimba incurabile”) che la legge inglese permette ai medici di Nottigham di “staccare la spina”: è un
principio etico.
Il principio che, se vi è troppa ed inutile sofferenza, si dice basta.
Principio che lassù è applicabile per legge perché lassù
non c’è nessun uomo che possa dire cosa Dio vuole si faccia.
E la religione resta una scelta del singolo, non un’imposizione di Stato.
A meno che non ci si mettano di mezzo i social e la politica internazionale.
L’esperimento Brexit.
Quando, nel
2016, il Regno Unito decise di uscire dalla
Comunità Europea, la
vittoria del sì al referendum non fu schiacciante, ma di misura:
51,89% contro il 48,11%.
E fu il frutto di una precisa e mirata campagna:
- basata su fake news
- condotta sui social (soprattutto Facebook)
- in cui furono investiti un sacco di soldi.
Lo spiega molto bene la giornalista
Carole Cadwalladr in questo
TedTalk del 2019.
La Cadwalladr scrive da sempre per l’
Observer ed il
Daily Telegraph (non esattamente giornali di destra), e nel 2019 è stata candidata al Pulitzer insieme ad altri giornalisti del
New York Times per aver portato alla luce lo scandalo di
Cambridge Analytica.
Cambridge Analytica era una società britannica la quale, è stato dimostrato,
raccoglieva senza autorizzazione i dati degli utenti di Facebook (luogo di residenza, età, livello di studi, interessi, ma anche reaction, link aperti e link saltati, tempi di lettura…) e li incrociava per ricavarne precisi profili psicologici:
dettagli caratteriali,
paure e desideri.
E poi li vendeva ai propri facoltosi clienti: non già perché potessero fare innocue campagne pubblicitarie più efficaci, bensì
campagne elettorali.
In questo modo, con i dati di Cambridge Analytica, sono state condotte la campagna elettorale di
Donald Trump e quella per la
Brexit: soprattutto sui social.
Brexit la quale è stata il primo esperimento in
Europa di applicazione di questa tecnica: messo in atto da un, chiamiamolo così,
consorzio globale di destra sovranista.
Trump negli USA,
Putin in Russia,
Bolsonaro in Brasile,
Orban in Ungheria, fino ai nostrani
Salvini e
Meloni, sono tutti accomunati da molteplici caratteristiche, più o meno dichiarate a seconda dei casi e delle convenienze del momento: l’
avversione per l’Unione Europea, l’
uso massiccio dei social,
l’ostentazione della fede cristiana.
Peraltro si mormora siano tutti legati anche
economicamente a Putin, acerrimo nemico della Comunità Europea.
Anche nel Regno Unito.
Il video del discorso della Cadwalladr, infatti, è stato recentemente tagliato in una parte: in quella parte affermava che
Arron Banks aveva nascosto i suoi legami con la Russia.
Arron Banks è un facoltoso uomo di affari inglese e finanziatore di partiti, co-fondatore insieme a Richard Tice della campagna pro Brexit, pro uscita dall’UE.
Per quelle affermazioni
Banks ha querelato la Cadwalladr, e nel maggio 2023 ha vinto: la corte ha stabilito che
non vi erano prove sufficienti ed ha condannato la giornalista a risarcirlo per
un milione e 200mila sterline.
Lui l’ha definita una “conferma”, lei una sconfitta della libertà di stampa.
Ma cosa c’entra tutto ciò con la povera
Indi Gregory?
La pandemia Covid vista da destra.
C’entra.
Perché c’è un altro fattore che accomuna ed ha accomunato gli esponenti della destra sovranista mondiale, oltre a quelli che ho elencato prima: ed è stato l’
atteggiamento nei confronti della pandemia Covid.
Atteggiamento che è andato, a seconda dei soggetti, dalla minimizzazione del problema fino al negazionismo più spinto, passando anche per la
diffusione e legittimizzazione delle idiozie più assurde: in altre parole una pericolosa
propaganda antiscienza.
25 Aprile 2020: Trump suggerisce
iniezioni di candeggina e raggi UV. Emergerà in seguito che a suggerirgli il rimedio è stato
un “santone” il quale vendeva candeggina, poi incriminato.
22 marzo 2020: in Russia il Covid non c’è. Perché i medici sono costretti a mentire.
22 Luglio 2020: Bolsonaro invita i brasiliani a curarsi con
clorochina ed
idrossiclorochina. Poi rivelatesi
completamente inutili.
27 Luglio 2021:
Giorgia Meloni, all’epoca non ancora Presidente del Consiglio, interviene ad una manifestazione di piazza del Comitato Cure Domiciliari dell’avv. Erich Grimaldi, affermando che l’avvocato ed il Comitato avevano dimostrato che
il Covid si potesse curare a casa con “alcuni farmaci da banco ed alcuni integratori”. Quantomeno fuorviante.
E se la destra sovranista, quella destra così cattolica e così presente già da tempo sui social con mezzi forse non limpidi, con notizie non sempre veritiere, ha poi cavalcato il negazionismo del Covid diffondendo l’idea che tutto ciò che dice la scienza sia discutibile da chiunque, o addirittura non vero, secondo voi i genitori di Indi come la pensano in materia di scienza?
Loro sono i genitori della piccola Indi Gregory:
Dean Gregory e
Claire Staniforth.
Non pare siano sposati ma hanno
tre figlie, con buona pace dell’avvocato
Simone Pillon, il quale ne sta perorando la causa a difesa della vita della bambina e, stranamente, in questo caso, chiude un occhio sul fatto non siano uniti dal sacro vincolo del matrimonio: che in altre occasioni ritiene invece così fondamentale.
Quando è stato comunicato loro, durante la gravidanza, che il feto era affetto da quella grave ed incurabile malattia, si sono rifiutati di abortire: pur non essendo credenti (il padre dice di esserlo diventato ora).
E questi sono alcuni dei contenuti del profilo Facebook di Dean.
Dean è convinto che si possano vincere soldi giocando online.
Così come è altrettanto convinto che esista un’elite mondiale la quale difende l’Ucraina e le sue ragioni.
Ovviamente è no-vax, certo che ci sia stato un complotto dei poteri forti del pianeta, Bill Gates per primo, per costringere la gente ad indossare mascherine e farsi iniettare un veleno spacciato per vaccino.
Ovviamente segue tutti i peggio senatori repubblicani degli Stati Uniti e, tanto per non farsi mancare nulla, pare pure terrapiattista, scie chimiche e tutta quella roba là.
La compagna, nonché madre della bimba, non è da meno.
Questo è il suo post, rigorosamente copincollato, nel quale spiega orgogliosamente perché non si è vaccinata.
Quindi capito cosa c’entra Indi Gregory?
C’entra perché no, non ci troviamo solo di fronte al comprensibilissimo dolore, e la comprensibilissima ostinazione, di due genitori devastati dalla realtà.
Magari fosse solo così.
Qui ci troviamo di fronte ad una
non accettazione della realtà, la quale è stata indotta senza scrupoli. Con anni ed anni di lavorio paziente.
Due genitori, due persone fra le tante, a cui,
per interesse politico, è stato insegnato che
possono e devono dubitare della scienza.
Con contorno di bigottismo e finto cristianesimo: ma è solo una cornice come tante, la religione non c’entra nulla, è un’altra scusa acchiappa allodole.
Fino a queste estreme e forse imprevedibili conseguenze: vale a dire dubitare anche delle sentenze terribili ed incontrovertibili della scienza.
Il complottismo come nuova religione pagana.
In questo quadro generale, che la “mano amica” venga offerta da un Paese, il nostro, governato anch’esso dalla destra, quella stessa destra la quale ha insegnato a Dean e Claire a dubitare della scienza, ha un che di beffardo ed osceno.
Come uno sciacallaggio all’ennesima potenza, il quale non conosce vergogna né scrupoli.
Un corto circuito per cui chi è stato indottrinato a non accettare la legge della scienza fugge da un paese in cui quella legge vige, per cercare rifugio in un altro in cui, fra le righe, gli dicono “qui con la scienza ti salviamo, qui ti possiamo curare”.
Dean ha infatti dichiarato “il Regno Unito ha condannato a morte una bambina ancora viva invece di accettare l’offerta dell’Italia di curarla senza alcun costo per il governo britannico”.
Curarla.
CURARLA.
Questa è la sua convinzione: che sia curabile e che il suo Paese non voglia farlo solo per soldi.
E però i governi di
entrambi i paesi sono lì proprio grazie ai voti di chi ha creduto alla loro storiella che la scienza non esistesse: fosse non solo discutibile, ma addirittura un complotto menzognero.
Senza quei governi, e tutto questo intreccio di interessi alle spalle, forse quei genitori avrebbero già trovato pace: e con essi la loro piccolina.