"Domani comincio la mia chemioterapia ma non mi sento solo.
Leggo che in America le segnalazioni di effetti avversi post vaccinali Covid sono circa 2 milioni,
il che significa che i malati veri, concreti saranno almeno dieci volte tanto,
ma che il loro ente deputato si è comportato esattamente come la nostra Aifa,
come tutti gli altri enti “di controllo” al mondo.
Controllo della verità.
Da impacchettare, da soffocare.
Il Vaers americano custodisce, come gli omologhi europei, tanto di registro segreto con gli effetti avversi, quelli reali.
C’è stata e come se c’è stata una cospirazione globale:
hanno mentito; hanno illuso; hanno ricattato; hanno obbligato; ci hanno ammalato.
Molti di noi sono morti, altri ne moriranno, per chi c’è dentro si annunciano mesi, anni durissimi:
io dovrò sopportare 7 cicli da 3 giorni l’uno, ogni 28 giorni, con somministrazioni di 6 ore.
Il mio linfoma è un tipo, così mi hanno spiegato, indolente, stava lì da tempo, forse da anni, non si faceva sentire.
Ora, io posso benissimo capire che per uno specialista, uno scienziato,
il paziente è uno che deve sapere il giusto, inutile atterrirlo con dettagli che tanto non capisce e non gli servono.
Io però non sono proprio un paziente standard, sono anche un giornalista che su certe cose si informa da anni.
E so, con certezza so che se il mio linfoma è un tipo che “scatena un eccesso di anticorpi, però malati”,
questo è precisamente, indubitabilmente, inesorabilmente l’effetto del vaccino anticovid.
Del quale assunsi due dosi due estati fa.
Questo effetto, in linea generale, me lo confermò il famigerato, per la mafia dei medici,
non certo per me, dottor Stramezzi, durante una diretta televisiva;
l’ho riscontrato in plurimi studi, articoli di giornale, l’ho ritrovato nelle considerazioni di luminari come l’inglese Dalgleish,
come il nostro Tarro, come non so più quanti.
E i farmaci monoclonali vanno a bloccare gli effetti maledetti della letale proteina spike.
Quella che i virologi puttane, che il giornalismo medico da meretricio
aveva garantito fermarsi concentrarsi solo sul virus, senza possibilità di errore,
e invece errava per l’organismo, minandolo, distruggendolo.
Del resto, le decine di sanitari incontrati in questi 75 giorni di limbo
(il mio cancro è stato scoperto procedendo ad esami di routine, poi sempre più mirati,
a seguito di una frattura da caduta ad una spalla), non hanno quasi mai contestato la correlazione:
magari non arrivavano ad ammetterla apertamente, perché pure tra i camici vale la regola di don Abbondio,
e poi furono proprio loro a consigliare forsennatamente il vaccino (oggi si reinoculano in 350 fanatici su 35mila...).
Ha ragione la mia amica Silvana, furono tutti ipnotizzati,
qualcosa che andava al di là della scienza e perfino della magia, della credenza, della superstizione, dello zelo, dell’irrazionalità."