Daee
Forumer storico
Quelli che pretendevano sempre il pair reviewed, altrimenti lo studio non era valido...
REVISIONE TRA PARI
Di recente, ho dedicato vari post a questo tema (1, 2, 3). Oggi semplicemente voglio condividere un'email che mi è arrivata qualche giorno fa, la quale mi chiede di valutare un manoscritto tra i cui autori figura anche ... il sottoscritto. E' ovviamente un errore dell'editor della rivista, indicizzata e pubblicata da una delle maggiori case editrici internazionali. E tuttavia l'errore rappresenta alquanto bene come ormai la revisione tra pari sia troppo spesso un adempimento formale da svolgere in tempi rapidi, selezionando i revisori a volte senza nemmeno conoscerli e sulla base di parole chiave che li indicizzano sui database scientifici, per mera analogia - troppe volte eccessivamente lassa - con le parole contenute nei titoli dei manoscritti proposti. Spesso, come probabilmente in questo caso, senza nemmeno leggere lo studio. La morale è sempre quella, come recitava una nota pubblicità dei miei tempi: uno studio vale per quel che c'è scritto, e per apprezzarne il valore bisogna saperlo leggere. Le valutazioni tra pari, così come le recensioni di tripadvisor, di google e di amazon, valgono il giusto, ma non possono sostituirsi all'esperienza diretta. La quale richiede tempo, conoscenze e applicazione. Nel frattempo, ho cortesemente declinato l'invito senza sottolineare la "gaffe" del collega, fosse mai che poi si risente. Certo, a rigore semantico si sarebbe trattato di una revisione indiscutibilmente "paritaria"...
O forse si tratta di logica 4.0...
REVISIONE TRA PARI
Di recente, ho dedicato vari post a questo tema (1, 2, 3). Oggi semplicemente voglio condividere un'email che mi è arrivata qualche giorno fa, la quale mi chiede di valutare un manoscritto tra i cui autori figura anche ... il sottoscritto. E' ovviamente un errore dell'editor della rivista, indicizzata e pubblicata da una delle maggiori case editrici internazionali. E tuttavia l'errore rappresenta alquanto bene come ormai la revisione tra pari sia troppo spesso un adempimento formale da svolgere in tempi rapidi, selezionando i revisori a volte senza nemmeno conoscerli e sulla base di parole chiave che li indicizzano sui database scientifici, per mera analogia - troppe volte eccessivamente lassa - con le parole contenute nei titoli dei manoscritti proposti. Spesso, come probabilmente in questo caso, senza nemmeno leggere lo studio. La morale è sempre quella, come recitava una nota pubblicità dei miei tempi: uno studio vale per quel che c'è scritto, e per apprezzarne il valore bisogna saperlo leggere. Le valutazioni tra pari, così come le recensioni di tripadvisor, di google e di amazon, valgono il giusto, ma non possono sostituirsi all'esperienza diretta. La quale richiede tempo, conoscenze e applicazione. Nel frattempo, ho cortesemente declinato l'invito senza sottolineare la "gaffe" del collega, fosse mai che poi si risente. Certo, a rigore semantico si sarebbe trattato di una revisione indiscutibilmente "paritaria"...
O forse si tratta di logica 4.0...