Devo ricordare di famela prescrivere.
Perché allora Aifa ha deciso di restringere le possibilità di rimborso da parte del Servizio sanitario nazionale?
“Da un punto di vista economico la posizione di Aifa può essere comprensibile,
nell’ottica di un necessario risparmio per la sanità,
iniziando a tagliare su ciò su cui non si è sicuri.
Ma io inviterei a una maggiore cautela per due motivi:
il primo è che la vitamina D pesa molto poco sulle casse,
ma in compenso interviene sullo stato di salute generale della persona.
Il secondo motivo ha a che fare proprio con questo:
in termini di prevenzione, come spiegavo prima, la vitamina D interviene nella riduzione dei rischi di malattie importanti.
Quelle metaboliche come il diabete, quelle cardiocircolatorie (ictus e infarto), oncologiche o autoimmuni.
Insomma, se una persona sviluppa l’allergia, prendere la vitamina D non la fa guarire,
ma assumerla può contribuire a prevenire l’insorgere di altre patologie o al ridurne gli effetti”, conclude Colao.