Questi documenti, fondamentali per comprendere eventuali controindicazioni alla somministrazione,
non sono mai stati resi disponibili adducendo la seguente motivazione:
“nessuna possibilità di accesso agli atti perché non ravviserebbe un interesse pubblico prevalente rispetto a quello privato”,
e ciò nonostante a oggi siano state somministrate 11 miliardi di dosi e a fronte di 4 milioni di sospette reazioni avverse
e, seppur da dimostrarne la causalità, ben 40 mila decessi.
Il 1° aprile 2022 è stata dichiarata la fine dello stato di emergenza,
eppure si continua a vaccinare i bambini e le donne gravide,
si discute della quarta dose per i pazienti fragili
e, ancor più assurdamente, si mantiene l’obbligo per gli over 50 e per tutti i sanitari fino al 31 Dicembre 2022.
A questo punto è lecito chiedersi se le somministrazioni siano state autorizzate in assenza dei dati sulla sicurezza.
Se si parla già di quarta dose e si paventa la quinta, non è forse implicita la dimostrazione della scarsa efficacia?
E se questi vaccini non evitano la diffusione del virus negli ambienti di lavoro,
come possono la Federazione degli Ordini, gli Ordini dei Medici e gli Ordini delle Professioni Sanitarie
mantenere per i propri iscritti l’obbligo vaccinale?
Possono i rappresentanti di Ordini di professionisti giustificare la sospensione degli iscritti non vaccinati
basandosi sulle indicazioni fornite al Ministero dall’Agenzia Italiana del Farmaco,
entrambi sotto inchiesta per non aver fornito i dati sulla sicurezza di questi vaccini?
A chi, dunque, la responsabilità per i danni economici e morali subiti da questi professionisti cui è impedito di lavorare?