DAL SITO DI CONSULENZA " BERNASCONI "
Dal settembre del 2005 abbiamo regolarmente pubblicato un commento tecnico giornaliero. Non eravamo più in grado di proseguire con questa offerta gratuita.
Su questa pagina continuerete a trovare la nostra opinione - in maniera succinta e per quel che riguarda gli indici, ridotta all'S&P500.
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Non guardate solamente il ramo in primo piamo che é a fuoco. Cercate anche di scorgere dove conduce il cammino sullo sfondo anche se é più difficile da vedere.
Gli investitori panicano e osservano unicamente il drammatico calo dell'Euro. Non bisogna perdere però di vista il quadro generale. Abbiamo ancora una ripresa economica anemica. Solo col tempo la riduzione della spesa pubblica con l'intento di contenere i deficit ed i debiti provocherà la prossima recessione. Il crollo delle borse non é imminente anche se la via per i prossimi anni é segnata.
Venerdì le borse europee sono crollate insieme all'Euro che la sera ha toccato un minimo ai 1.2360 su USD. Abbiamo l'impressione che gli investitori esagerano. Il calo dell'Euro sotto gli 1.2450 potrebbe essere una falsa rottura alla quale potrebbe seguire una consistente ripresa che coinvolgerebbe anche i listini azionari. Il fatto che l'S&P500 é sceso fino ai 1126 punti per poi reagire é positivo. Il rialzo di lunedì fino a mercoledì é stato ora compensato dal calo di giovedì e venerdì riportando equilibrio. Se la nostra valutazione grafica é corretta la settimana dovrebbe iniziare in maniera positiva.
Sul medio termine prevediamo un movimento laterale di mesi con forti oscillazioni ed in un range di 1065-1120 punti di S&P500. Un test dei margini di questo range é nei piani ma non imminente.
Stamattina il Nikkei .
I futures americani
Gli indici azionari europei
Il cambio EUR/USD stamattina é a 1.2360. Il nostro obiettivo a 1.2450 é stato raggiunto e superato. Pensiamo però che si tratti di una falsa rottura del supporto e prevediamo un veloce ritorno sopra gli 1.2450 ed in direzione 1.30.
L'oro é tornato a 1232 USD/oncia. Abbiamo l'impressione che i 1250 USD toccati settimana scorsa costituiscano a medio termine un punto d'arrivo del rialzo e probabile resistenza per i prossimi mesi.
Passiamo ora ad esaminare la situazione (charts a sei mesi) dell'S&P500.
L'S&P500 (-1.88% a 1135 punti) é sceso fino a 1126 punti prima di reagire e contenere le perdite. La reazione verso l'alto dei primi tre giorni di settimana scorsa sembra essere stata abbastanza forte da controbilanciare l'impulso ribassista di inizio maggio. Il minimo a 1065 punti dovrebbe essere significativo. Di conseguenza ora dovrebbe svilupparsi un movimento laterale intorno ai 1170 punti ed in un'ampio range tra i 1220 ed i 1065 punti.
Se la nostra valutazione generale é corretta questo inizio di settimana dovrebbe essere positivo e far risalire l'S&P500 sui 1170-1180 punti.
Scenario 2010 (aggiornato a marzo 2010)
Nel corso del 2010 ed al termine di alcuni mesi di distribuzione prevediamo una sostanziale correzione delle borse dopo il rally di marzo 2009 - gennaio 2010. Probabilmento l'S&P500 toccherà nel corso di quest'anno un minimo tra i 740 ed i 820 punti. La performance annuale dovrebbe essere negativa e l'S&P500 dovrebbe terminare il 2010 intorno ai 900 punti.
Ora che la recessione sembra alle nostre spalle,
le stime ufficiali per per gli utili operativi 2009 (al 3 novembre 2009) delle societâ dell'S&P500 sono risalite a 56.22 USD. Quelle per il 2010 sono addirittura al'incredibile livello di 74.99 USD. Capitalizzando gli utili 2009 con un P/E normale di 15/16 si arriva ad un valore teorico dell'S&P500 di 900 punti. In questi dati é però scontato un recupero marcato dell'economia ed un forte aumento degli utili delle imprese. Ricordiamoci che gli utili operativi 2008 delle società dell'S&P500 sono stati di 15.09 USD. Debitiamo inoltre che i dati relativi al 2010 siano realistici.
In America si differenzia tra Operating Earnings (i guadagni ripuliti da tutti quelli che il Management definisce perdite o guadagni straordinari) e i Reported Earnings (che sono i soldi guadagnati o persi dalla società indipendentemente dalla loro provenienza o causa). Fino all'inizio del 2000 tra questi due valori le differenze erano trascurabili. Poi é arrivata la moda di definire tutte le grandi perdite come eventi straordinari che non vengono più attribuiti alla normale attività della società. Il risultato é una sovrastima sistematica dei guadagni. Una prova? Le stime ufficiali per i Reported Earnings 2010 per l'S&P500 sono a 45.50 USD (contro i 74.99 USD di Operating Earnings). La capacità delle società di generare profitti viene sistematicamente gonfiata. Se un giorno gli investitori aprissero gli occhi si renderebbero conto che una oggettiva valutazione dell'S&P500 con i tassi d'interesse sul USTB a 10 anni al 3.70% (stato ad inizio marzo 2010) é sui 790 punti (nostro calcolo). Immaginatevi cosa potrebbe succedere se i tassi d'interesse aumentassero!
Ammettiamo che stimare ora correttamente gli utili delle società e determinare un giusto rapporto P/E per capitalizzare questo valore é un'impresa ardua. Troppe sono le variabili e le incognite.
La nostra valutazione tecnica e fondamentale é però che i 1150 punti di S&P500 raggiunti a gennaio 2010 corrispondono ad una sopravalutazione.
La prossima dovuta sostanziale correzione ci dirà a quale punto si trova la congiuntura mondiale.
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