Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 1 (4 lettori)

probabilità recovery

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    Votes: 21 48,8%
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Stato
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tommy271

Forumer storico
Salve a tutti, vecchie conoscenze e a chi non mi conosce.
Prima di tutto sempre un vivo ringraziamento a tommy per essere ormai un faro guida impagabile per gli investimenti in distressed sovereign bonds :D con le sue rassegne stampa ed analisi sempre pacate ed equilibrate.
Abbiamo condiviso le battaglie del Peloponneso da cui io uscii illo tempore tagliando le perdite (da un pmc di circa 55 ottenuto dopo molto trading per limarlo verso il basso fino a una liquidazione totale a 42-44, più o meno il prezzo a cui è ora il Venezuela con i titoli lunghi a grosse cedola), senza più trovare una opportunità di entrata su quei lidi ora di nuovo in tempesta, perchè a mio giudizio l'Europa a guida tedesca era ed è diventato il posto più pericoloso al mondo dove fare investimenti finanziari e non solo finanziari. Siamo passati da una guerra al moral hazard in parte giusta e meritevole a fare però carte false e stracciare i contratti in faccia agli investitori ammantando il tutto con procedure da euroburocrati, ma di fatto calpestando il diritto in modo del tutto arbitrario.
Tutto questo OT per dire che nonostante tutto il Venezuela mi sembra per assurdo meno rischioso dell'Europa, laddove il Venezuela mantenesse intatta la sua volontà fino ad ora sempre rispettata (e anche manifestata) di pagare i debiti. Ovviamente in questo caso il cigno nero è questo shock petrolifero al ribasso. Il petrolio era la sua primaria garanzia implicita sul debito estero in $ perchè sua principale, quasi unica, fonte di dollari.
Così come l'ombrello di protezione europeo doveva essere la principale garanzia del club med e in particolare della Grecia. In Europa il cigno nero si è manifestato con la politica tedesca di "colpirne uno (quello messo obbiettivamente peggio) per educarne 100" (per ora, ma la strada delle C.A.C. resta comunque segnata).

Ovviamente sono della partita anche sul Venezuela da un annetto circa, con pmc poco sotto i 70 ed esposizione gestibile e comunque meno esposto di quanto fui in Grecia. Ho imparato ad avere grande rispetto e considerazione dei Cigni Neri :D.

In merito ai post sopra quotati, precisano un punto sul quale stavo per chiedere a chi avesse dimestichezza con le cifre, che pur se ho raccolto informazioni e letto preziosissimi contributi nell'arco di un anno di qua e "di la" ;) (ebbene si ho fatto il lurker :D) di persone preparatissime sulla realtà del Venezuela e sull'economia che gira intorno al petrolio, mi sembrava che qualcosa mi sfuggisse a fronte delle quotazioni attuali.
In realtà l'articolo ribadisce i conti che avevo in mente....ossia 21 mld di riserve e 21 mld di pagamenti complessivi verso il debito estero tra rimborsi e cedole per i prossimi due anni.
Quindi forse il timore è per la disponibilità di cash effettivo in $ ?
Quei 21 mld includono le riserve in oro ed altre immobilizzazioni non immediatamente svincolabili? Mi era sembrato di capire comunque che tra fondo pensione PDVSA e altri fondi ci fossero spazi di manovra interni per fare diciamo "partite di giro" e ottenere maggiore liquidità immediata.

Cioè, voglio dire, le attuali quotazioni e rendimenti sono da pre-default ma mentre la traiettoria economica del paese per ora è senz'altro disastrosa e stante così la situazioni di non riforme il destino appare segnato e le vicende del petrolio ora rappresentano solo il colpo di grazia, tuttavia il crack non mi sembra così imminente a fronte delle riserve, dei pagamenti dovuti nei prossimi due anni e dello spazio di manovra che teoricamente ci sarebbe anche nelle decisioni politiche.
In altre slide che girano in rete pare che per ogni $ di calo del petrolio il Venezuela perda mediamente una cifra stimata di 575 milioni di $ annui come mancate entrate e che a valori di 50 $ al barile siamo su 20 miliardi di entrate che mancano all'appello rispetto a un bilancio preventivo fatto su un prezzo di circa 90$/barile. Sembra che il bilancio preventivo 2015 sia stato fatto con valori che prima apparivano cautelativi, di 60 $ al barile (tenendo poi anche conto che la cesta venezuelana viene venduta a prezzi comunque inferiori alle quotazioni standard del petrolio) e tuttavia oggi il prezzo appare già superato al ribasso dalle attuali quotazioni, che io però spererei essere uno spike in basso o almeno un floor non destinato a durare troppo. Tale bilancio in ogni caso mi sembra che sia stato già valutato come "spazzatura" da alcuni analisti, non avendo introdotto vere novità e riforme incisive in direzione di un effettivo minor sperpero di risorse dovute in primis al cambio ufficiale truccato e più in generale ad una economia totalmente sussidiata, sia in modo palese con regali a pioggia che per altri versi in modo implicito grazie alle storture introdotte dal cambio che incentiva lo stesso contrabbando che si dice di voler combattere. Ma con simili discrepanze tra cambio ufficiale e in nero è come voler fermare il vento con le mani. Non freneresti il contrabbando e il mercato nero neanche rendendolo passibile di pena di morte :D.
Indubbiamente lo spazio di manovra è sempre più risicato al calare del petrolio, poichè calano le risorse e aumentano i sacrifici da chiedere a una popolazione forse già stremata da iperinflazione e scarsità di beni anche di prima necessità. A un anno dalle elezioni le decisioni da prendere sono difficili, da un lato aggraverebbero il malcontento della popolazione e si alienerebbe il consenso anche della parte più disagiata, dall'altro forse anche un default finanziario prima delle elezioni apparirebbe come dichiarare il proprio mandato fallimentare. Certo c'è poi sempre il rischio di propagandare il solito complotto massonico-giudaico-plutocratico-capitalistico e la perfida Albione etc etc...insomma tutto il repertorio da splendida autarchia e dichiarare il debito verso l'occidente come immorale. Ma sarebbe in controtendenza rispetto a come si è comportato fino ad ora il Venezuela che nell'era Chavez ha sempre onorato i debiti con atteggiamento orgoglioso, come quando mise alla porta FMI e BM pagando anticipatamente il debito (Venezuela confirma pago anticipado de deuda externa y dice "chao" a FMI y Banco Mundial - Archivo - Archivo Digital de Noticias de Colombia y el Mundo desde 1.990 - eltiempo.com).
D'altro canto è facile fare i superiori e sbattere in faccia al creditore Shylock la sua "libra di carne" quando i soldi ti piovono dal cielo (o meglio ti sgorgano dal sottosuolo) col petrolio in area 100$ al barile.
E' nelle stringenti difficoltà che si deve vedere quale atteggiamento terranno o potranno tenere.
Nuovamente un saluto a tutta la community e scusate questo torrenziale soliloquio :D da pigro sabato pomeriggio. Spero che tra le righe chi avrà avuto la pazienza di leggere possa aver trovato anche un utile riassunto di qualche dato che circola in rete che io mi sono permesso di evidenziare solo grazie ai preziosi contributi in questi mesi di molti "forumer".

Un saluto a Stockexchange, lungo post, risposte stringate ... :-o.

Le riserve del Banco Central (intorno ai 21 MLD) sono utilizzate principalmente per pagare i bonos soberanos e per distribuire dollari attraverso i cambi ufficiali.
Di queste (vado a spanne) circa 15 MLD immobilizzate in oro, altre 4 MLD in valuta estera liquida, altri 2 MLD "varie ed eventuali".

Altre riserve liquide disponibili (pare) essere individuate mediamente in 8/10 MLD attraverso fondos vari e attivi di PDVSA (dove vengono prelevati i $ per pagare i bonos).

Altri attivi (non liquidi) in società all'estero.
Quindi, molto a spanne, circa 40 MLD di $.

La recente immissione di 4 MLD di $ nelle riserve del Banco Central, era solo un giroconto di soldi già presenti nelle disponibilità del paese.
Qui, però, sono al sicuro dai vari maneggioni di Caracas :-o.

Quindi la disponibilità di liquidi necessari alla copertura delle scadenze per i primi sei mesi è effettiva. Dipende se vorranno spenderla ;).

Andare a capire il discorso del petrolio è più complesso, Obi Wan Kenobi è più ferrato di me.
Da quel che sappiamo il prezzo della "Cesta" è una variabile di diversi oil venduti dal Venezuela.
Ultimamente Eulogio Del Pino ha fatto un buon lavoro cercando di migliorare il prodotto, alzandone il prezzo. Il tutto, ahimè, reso quasi nullo dal crollo dei prezzi.
Su questo versante il Venezuela, al pari di tutti gli altri, vendeva l'oil eccedente con ampio sconto sul prezzo ... sul mercato libero di Rotterdam.

Il bilancio 2015 approvato l'altro giorno era carta straccia ... ora è proprio da buttare :eek:. Esemplificativo il fatto che il tutto era stato calcolato con un prezzo della cesta a 60$ ... praticamente identico al 2014 ... quando l'oil viaggiava su ben altri valori.

In sostanza, per uscirne, Maduro ha un margine sempre più stretto.
Intanto deve recuperare le mancate entrate ...:sad:.
Dove?
Aumentando il prezzo della benzina e smettendo di regalare dollari (anche se ultimamente le aste dei cambi ufficiali sono sempre più scarse).
Questi i provvedimenti più urgenti che potrebbero tamponare la situazione.
Poi facendo ripartire la produzione interna ... qui ci vuole più tempo, ma è realistico sistemando la faccenda dei cambi.

Qual'è il rischio?
Semplice, la piazza gli si può rivoltare contro e perdere l'appoggio dell'elite in uniforme che vive succhiando soldi al bilancio statale.
Ma è un rischio che deve correre ... un prezzo dell'oil a valori stabili così bassi non è sostenibile, stante l'attuale sistema di distribuzione.

Altrimenti può sempre dichiarare una moratoria sui debiti (la spesa è intorno ai 10 MLD annui nel 2015/2016) utilizzando i proventi dell'oil per mantenere l'attuale livello di spesa.
A livello di ripercussioni, potrebbe avere seri problemi sulle aziende dislocate all'estero e sul commercio dell'oil. Per i mercati finanziari la preoccupazione è minima, visto che gli è impedito l'accesso al credito ... già da ora.
In questo caso, anzichè tagliare di 20 MLD $ può fare una manovra più "leggera" da 10 MLD $.

Tutto qui ... :cool:.
 
Ultima modifica:

tommy271

Forumer storico
Prevén elevar en 10% productividad en empresas estatizadas para 2015


[FONT=&quot] Comisión entregará plan productivo el 18 de diciembre

[/FONT]











10:36 a.m. | Beatriz Caripa.- “En las primeras mesas de trabajo que se instalaron ayer (viernes) con voceros de 150 empresas estatales recuperadas, ocupadas y nacionalizadas se empezó a ensamblar la primera parte del plan para elevar los niveles productivos de estos centros de trabajo”. Esto lo manifestó Juan Arias, presidente de la Comisión Presidencial para el Sistema de Empresas Nacionalizadas, Recuperadas y Ocupadas, al tiempo que destacó: “el piso de la gran meta para elevar la productividad es de 10% para 2015 en promedio para todas las empresas, aunque no tengo ninguna duda de que muchas podrán alcanzar hasta 20% de su productividad en 2015.

Esto en una primera etapa, porque la gran meta es que seamos autosustentables, producir para nosotros internamente y luego enfocarnos en la exportación”.

El comisionado para el Sistema de Empresas Recuperadas informó que entregarán al presidente Nicolás Maduro el plan productivo el próximo 18 de diciembre en un acto público. Este plan lo empezaron a ensamblar en las mesas que se instalaron esta semana con la participación de los trabajadora de 150 empresas estatales como Lácteos Los Andes, Café Fama de América, Central Azucarero Santa Clara y otras.

“Empezamos a elaborar un diagnóstico de las necesidades, del estado integral en que se encuentra la productividad de cada una de las empresas... la metodología que usamos fue revisar empresa por empresa y luego ensamblar todo el plan”, puntualizó Juan Arias.

Añadió que este programa es una aproximación de un plan integral a gran escala que se proponen, pues “son unas 500 empresas que tenemos visualizadas entre las recuperadas, las nacionalizadas y las que vamos a crear; para todas trazaremos el programa de acción de elevar al máximo los niveles de productividad. Sobre todo contando con el apoyo de la clase obrera, esto es histórico, porque antes eran los patronos o el Gobierno los que se proponían elevar la productividad, ahora es la clase trabajadora”.

 

tommy271

Forumer storico
Escasez de medicinas llega al 60%, según Federación Farmacéutica


[FONT=&quot] Los anticonceptivos son escasos en todo el país, aseguró el dirigente gremial Freddy Ceballos

[/FONT]










11:34 a.m. | Últimas Noticias.- El presidente de la Federación Farmacéutica de Venezuela, Freddy Ceballos, indicó que la falta de divisas continúa, lo que incrementa el desabastecimiento de medicamentos en el país.

En declaraciones a Unión Radio Ceballos solicitó al Gobierno que publique la lista de las farmacias de su red que tienen los medicamentos que no se encuentran en las farmacias privadas. Agregó que es necesario que el público tenfa esa información.

Resaltó que el desabastecimiento de medicinas se encuentra en más de 60% en este momento. “Fallan hasta los anticonceptivos”.

Indicó que para 2015 hay preocupación en el sector y solicitó que se fortalezca la producción nacional para evitar “tantas importaciones de otros países.

Leer más en: Escasez de medicinas llega al 60%, según Federación Farmacéutica

***
Solite cose, nessuna novità ...
 

pipe74

Nuovo forumer
Sinceramente l'ho sempre pensato. C'è un però: se per combinazione la Russia dovesse dare attuazione a quest'idea, non sarei tanto sicuro che venga messa in ginocchio:

http://futurefastforward.com/images/stories/financial/GrandmasterPutinGÇÖsGoldenTrap.pdf

Ci sarà pure un motivo nell'acquisto forsennato di oro nei soli ultimi tre mesi per 55 tonn.

Puoi spoiegare meglio?
55ton di oro non sono nulla. Mi risulat che l'italia ne abbia 2500 e la Russia poco + di 1000. Hai voglia a comperarne 55 ton a volta.
 

ferdo

Utente Senior
Petrolio a buon mercato e le conseguenze collaterali - Traderlink

DT scrive ......Sei mesi fa la curva era in backwardation con prezzo dei contratti decrescenti (gli operatori vedevano forti correzioni), poi un mese fa la curva si è stabilizzata ed oggi, (verde), sta assumendo una configurazione a “contango”, ovvero con prezzi che tendono a salire aumentando la scadenza.

Chi ha scritto questo articolo pensava allora ke si stabilizzasse sui 75 - 80
 

b0nD

Nuovo forumer
Un saluto a Stockexchange, lungo post, risposte stringate ... :-o.

Le riserve del Banco Central (intorno ai 21 MLD) sono utilizzate principalmente per pagare i bonos soberanos e per distribuire dollari attraverso i cambi ufficiali.
Di queste (vado a spanne) circa 15 MLD immobilizzate in oro, altre 4 MLD in valuta estera liquida, altri 2 MLD "varie ed eventuali".

Altre riserve liquide disponibili (pare) essere individuate mediamente in 8/10 MLD attraverso fondos vari e attivi di PDVSA (dove vengono prelevati i $ per pagare i bonos).

Altri attivi (non liquidi) in società all'estero.
Quindi, molto a spanne, circa 40 MLD di $.

La recente immissione di 4 MLD di $ nelle riserve del Banco Central, era solo un giroconto di soldi già presenti nelle disponibilità del paese.
Qui, però, sono al sicuro dai vari maneggioni di Caracas :-o.

Quindi la disponibilità di liquidi necessari alla copertura delle scadenze per i primi sei mesi è effettiva. Dipende se vorranno spenderla ;).

Andare a capire il discorso del petrolio è più complesso, Obi Wan Kenobi è più ferrato di me.
Da quel che sappiamo il prezzo della "Cesta" è una variabile di diversi oil venduti dal Venezuela.
Ultimamente Eulogio Del Pino ha fatto un buon lavoro cercando di migliorare il prodotto, alzandone il prezzo. Il tutto, ahimè, reso quasi nullo dal crollo dei prezzi.
Su questo versante il Venezuela, al pari di tutti gli altri, vendeva l'oil eccedente con ampio sconto sul prezzo ... sul mercato libero di Rotterdam.

Il bilancio 2015 approvato l'altro giorno era carta straccia ... ora è proprio da buttare :eek:. Esemplificativo il fatto che il tutto era stato calcolato con un prezzo della cesta a 60$ ... praticamente identico al 2014 ... quando l'oil viaggiava su ben altri valori.

In sostanza, per uscirne, Maduro ha un margine sempre più stretto.
Intanto deve recuperare le mancate entrate ...:sad:.
Dove?
Aumentando il prezzo della benzina e smettendo di regalare dollari (anche se ultimamente le aste dei cambi ufficiali sono sempre più scarse).
Questi i provvedimenti più urgenti che potrebbero tamponare la situazione.
Poi facendo ripartire la produzione interna ... qui ci vuole più tempo, ma è realistico sistemando la faccenda dei cambi.

Qual'è il rischio?
Semplice, la piazza gli si può rivoltare contro e perdere l'appoggio dell'elite in uniforme che vive succhiando soldi al bilancio statale.
Ma è un rischio che deve correre ... un prezzo dell'oil a valori stabili così bassi non è sostenibile, stante l'attuale sistema di distribuzione.

Altrimenti può sempre dichiarare una moratoria sui debiti (la spesa è intorno ai 10 MLD annui nel 2015/2016) utilizzando i proventi dell'oil per mantenere l'attuale livello di spesa.
A livello di ripercussioni, potrebbe avere seri problemi sulle aziende dislocate all'estero e sul commercio dell'oil. Per i mercati finanziari la preoccupazione è minima, visto che gli è impedito l'accesso al credito ... già da ora.
In questo caso, anzichè tagliare di 20 MLD $ può fare una manovra più "leggera" da 10 MLD $.

Tutto qui ... :cool:.
Bell'intervento, buona anche risposta.
Certo che il default precluderebbe definitivamente l'accesso ala credito, precluso si, al momento, ma se gestita bene la situazione è con un recupero dell'oïl, solo temporaneamente.
Secondo me il succo e', anche se viene modificato di nuovo il regime dei cambi ufficiali, come probabilmente accadrà a breve, e anche con un ulteriore possibile aiuto della Cina di dimensione pari al precedente, se il prezzo dell'oïl si stabilizza strutturalmente su questi livelli il paese è' andato.
Quindi verosimilmente per i prossimi 6/9 mesi onoreranno gli impegni presi sul debito, dopodiché se il prezzo dell'oïl non ha recuperato (cosa del resto verosimile in considerazione delle sempre maggiori divisioni in seno all'opec, e del contango sulla curva formard) andremo in default.
 

tommy271

Forumer storico
Bell'intervento, buona anche risposta.
Certo che il default precluderebbe definitivamente l'accesso ala credito, precluso si, al momento, ma se gestita bene la situazione è con un recupero dell'oïl, solo temporaneamente.
Secondo me il succo e', anche se viene modificato di nuovo il regime dei cambi ufficiali, come probabilmente accadrà a breve, e anche con un ulteriore possibile aiuto della Cina di dimensione pari al precedente, se il prezzo dell'oïl si stabilizza strutturalmente su questi livelli il paese è' andato.
Quindi verosimilmente per i prossimi 6/9 mesi onoreranno gli impegni presi sul debito, dopodiché se il prezzo dell'oïl non ha recuperato (cosa del resto verosimile in considerazione delle sempre maggiori divisioni in seno all'opec, e del contango sulla curva formard) andremo in default.

Per il momento ... a favore del default :sad: ... depone il fatto che il Venezuela è praticamente escluso dall'accesso ai mercati.
Quindi cambierebbe poco o nulla.

Con i proventi dell'oil ... a parte tutte le complicazioni legali cui i creditori si attaccheranno (Citgo, sequestri forniture oil ecc) ... potrebbe gestire (pur con molta fatica) le entrate/uscite correnti.

E' anche vero che gli oneri (e il rimborso) sul debito (i famosi 10 MLD) non pesano tremendamente ... resta il fatto che una manovra da 20 MLD va fatta.

La faccia Maduro o qualcun'altro, non importa.

Se la Cina fornirà un'ulteriore linea di credito, lo farà in cambio di oil.
Vista l'impossibilità materiale del Venezuela di pompare oltre gli attuali livelli, dovrà essere a detrimento di altri fornitori.

A questo punto, il Venezuela deve aver chiaro come muoversi ... fossi a Caracas prenderei una decisione definitiva entro febbraio ... mese con circa 700 MLN di cedole.
Inutile sprecarle, per poi defaultare con la scadenza di marzo.
 
Stato
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