*FOREX FOCUS: petrolio perde il 5%, Brent sotto 48 usd
MILANO (MF-DJ)--I future sul petrolio trattano sui nuovi minimi da 5 anni e mezzo, in scia ai timori per la produzione globale, con gli analisti sempre piú pessimisti sull'outlook del greggio.
Il future sul Brent, con scadenza a marzo, tratta sotto i 50 dollari a 48,65 usd/barile (-5,17%) dopo essere sceso sui minimi dal 18 marzo 2009 a 47,22 dollari. Il derivato sul Wti a febbraio, quota 46,03 usd/barile (-4,74%) dai 48,36 usd/barile dell'ultima chiusura.
Intanto Alwaleed bin Talal, membro della famiglia reale saudita, ha affermato che il greggio non raggiungerà mai più i 100 dollari al barile. Il principe non prevede alcuna ripresa. A detta dell'emiro, con l'offerta in eccesso sommata alla debolezza della domanda, il petrolio "andrà ancora più giù".
Sul mercato dell'oro nero, la strada per trovare "un nuovo equilibrio continua", afferma Jeffrey Curries, a capo della ricerca sulle commodity di Goldman Sachs, precisando che ora i mercati di capitale che finanziano la produzione di shale Usa stanno giocando un ruolo dominante. Le quotazioni dovranno rimanere basse piú a lungo per bloccare i flussi che sostengono l'output di shale statunitense, avverte l'esperto. Goldman Sachs ha tagliato la previsione media sul Brent per quest'anno a 50,40 usd/barile da 83,75 e sul Wti a 47,15 usd/barile da 73,75.
Anche Societe Generale ha ridotto le stime sul prezzo del Brent di 15 dollari a 55 usd/barile e del Wti di 14 dollari a 51 usd/barili per la media di quest'anno, attribuendo la causa all'aumento delle scorte previsto per la prima metá dell'anno. "Diverse forze di mercato continuano a provocare ondate ribassiste sulle quotazioni", sottolinea Mike Wittner, responsabile della ricerca sul greggio. Per il primo semestre si prezzano "fondamentali molto deboli", spiega l'esperto, aggiungendo che l'impazienza dei mercati potrebbe spingere le quotazioni su livelli tanto bassi da bloccare la produzione in Canada e Stati Uniti.
Pessimistica anche la valutazione degli strategist di Ig, secondo i quali nel breve periodo la flessione del greggio continuerá. "Al momento non vi è stato alcun segnale, tecnico o fondamentale, per una possibile inversione di tendenza. Il Wti potrebbe puntare i sostegni in area 45 dollari al barile, importante supporto di lungo periodo. Stesso discorso per il Brent che si avvicina a 47,50, soglia importante per il quadro tecnico", spiegano gli esperti.
Per Michael Hewson di Cmc Markets le quotazioni possono scendere addirittura verso i 40 dollari al barile. Tenere i prezzi bassi favorisce il gioco dei produttori del Golfo, come l'Arabia Saudita, che "manterranno sotto scacco i priduttori di shale Usa", sottolinea l'esperto.
L'andamento del petrolio continuerá a essere monitorato perchè rappresenta "un'incognita per le Banche centrali nel 2015", come affermano da Societe Generale, ricordando che "le aspettative sull'inflazione sono scese drasticamente nei Paesi avanzati".
Negli Stati Uniti, i prezzi al consumo piú deboli implicano che "la Fed avrá piú flessibilitá per normalizzare la politica" monetaria. Inoltre, le quotazioni piú basse del greggio possono "costituire uno stimoli per l'economia", quindi la banca mantiene la previsione di un primo rialzo dei tassi a giugno. Per quanto riguarda l'Eurozona, "il rischio che la deflazione si radicalizzi è cresciuto e spinge per ulteriori azioni della Bce e per un'implementazione piú rapida delle riforme", concludono da Societe Generale.