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Dubito ... semmai mancate entrate.
Hai ragione, grazie
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I precedenti downgrades:
Rebaja de calificación crediticia de la deuda venezolana: Agencia Moody´s de “B3” a “Caa1” en septiembre 2014
Rebaja de calificación crediticia de la deuda venezolana: Agencia Standard & Poor de “B-” a “CCC+” en septiembre 2014
Rebaja de calificación crediticia de la deuda venezolana: Agencia Ficth Ratings de “B-” a “CCC” en diciembre 2014
Non so se hai/avete avuto modo di ascoltare Barisoni lunedì scorso (il 12/01). Non riesco a trovare il podcast, ma secondo me varrebbe la pena di ascoltare l'intervista a Leonardo Maugeri (ex Director of Strategy and Development di ENI) prima delle pausa delle 18.
In sintesi, la discesa dell'oil era prevedibile (vedi suo documento) stante la sovra-produzione mondiale (aiutata da un rallentamento delle economie occidentali), lo shale oil è un petrolio di qualità (simile a quello arabo e non come quello venezuelano, ricco di zolfo) ed arriva ad avere un break-even di 29$ nelle zone dove è più facile la sua estrazione (citava un giacimento in Dakota dove avviene 1/3 della produzione di shale). E' vero che per alcune zone il costo è sui 80/90 $ a barile, ma in media il costo è più basso, di molto. A suo giudizio, il calcolo del break-even sullo shale fatto dai sauditi è errato, per cui ci saranno fallimenti di alcune compagnie americane ma di fatto lo shale non cesserà e ,anzi, il prezzo continuerà a scendere o restare basso. Inoltre, considerati gli investimenti delle compagnie, queste non possono smettere di estrarre e quindi una riduzione del numeri dei barili è altamente improbabile.
Con un prezzo ai 40$, i sauditi hanno "mancate entrate" per circa 10MLD$/mese: secondo lui la cosa può essere sostenibile per 4-6 mesi ma poi dovranno trovare una soluzione.
La sua previsione è che il prezzo del greggio resti basso-stabile per i prossimi 6-8 mesi.
Scusate le imprecisioni, sicuramente l'ascolto del podcast potrà dare informazioni più accurate che potranno portare ad ulteriori commenti da parte degli attenti osservatori che scrivono in questo thread.
Non so se hai/avete avuto modo di ascoltare Barisoni lunedì scorso (il 12/01). Non riesco a trovare il podcast, ma secondo me varrebbe la pena di ascoltare l'intervista a Leonardo Maugeri (ex Director of Strategy and Development di ENI) prima delle pausa delle 18.
In sintesi, la discesa dell'oil era prevedibile (vedi suo documento) stante la sovra-produzione mondiale (aiutata da un rallentamento delle economie occidentali), lo shale oil è un petrolio di qualità (simile a quello arabo e non come quello venezuelano, ricco di zolfo) ed arriva ad avere un break-even di 29$ nelle zone dove è più facile la sua estrazione (citava un giacimento in Dakota dove avviene 1/3 della produzione di shale). E' vero che per alcune zone il costo è sui 80/90 $ a barile, ma in media il costo è più basso, di molto. A suo giudizio, il calcolo del break-even sullo shale fatto dai sauditi è errato, per cui ci saranno fallimenti di alcune compagnie americane ma di fatto lo shale non cesserà e ,anzi, il prezzo continuerà a scendere o restare basso. Inoltre, considerati gli investimenti delle compagnie, queste non possono smettere di estrarre e quindi una riduzione del numeri dei barili è altamente improbabile.
Con un prezzo ai 40$, i sauditi hanno "mancate entrate" per circa 10MLD$/mese: secondo lui la cosa può essere sostenibile per 4-6 mesi ma poi dovranno trovare una soluzione.
La sua previsione è che il prezzo del greggio resti basso-stabile per i prossimi 6-8 mesi.
Scusate le imprecisioni, sicuramente l'ascolto del podcast potrà dare informazioni più accurate che potranno portare ad ulteriori commenti da parte degli attenti osservatori che scrivono in questo thread.
ciao. maugeri aveva previsto la discesa dell'oil? certo... su 100 analisti 90 ipotizzavano che il prezzo medio del greggio sarebbe andato aumentando nel tempo, 9 dicevano che forse c'era una bolla su tutte le commodities e prima o dopo poteva succedere qualcosa, 1 sapeva cosa era lo shale oil ed il fracking ed ipotizzava che il boom avrebbe creato tensioni. la verità è che il mercato non lo aveva previsto (neppure gli arabi, e si sono mossi in ritardo di almeno 3 anni). le percentuali sugli analisti sono più o meno queste.
faccio notare che quest'estate, tanti ma tanti articolisti scrivevano balle vere e proprie anche su testate di un certo livello, senza sapere NIENTE su come gli USA potessero produrre greggio. tutt'ora si leggono nefandezze sulle esportazioni... giusto per dirne una: gli stati uniti NON possono esportare crudo.
sullo shale oil, stante quello che mi hai scritto, maugeri ha sparato un po' di imprecisioni o "detto quello che gli faceva comodo". il miglior crudo che si trova in circolazione è l'ultra light sweet dell'algeria. infatti non è un caso che sia quello che importa PDVSA per creare il blend con l'extra heavy della faja. per farti capire, siamo su API gravity maggiori di 45 e percentuali di zolfo minori dello 0.2%. lo shale ha una qualità simile solo per una piccola parte estratta.
di fatto, l'unico shale che è paragonabile al bench WTI (per tutto l'output) è quello proveniente da eagle ford. certo, oltre il 30% di tutto il totale, ma ce ne corre da dire che lo shale è un ottimo petrolio.
poi il dakota... mah... il dakota estrae dalla formazione bakken, tutto il northern great plains estrae fra il 10 ed il 15% della produzione totale. dai dati EIA, si legge che produce 300k barili al giorno di heavy e 800k di light, di cui buona parte sweet. il grosso problema è che non ci sono pipeline nelle vicinanze, per cui il greggio deve viaggiare via rail o via tires.
la produzione totale è in generale assimilabile a 50% output da heavy sour a medium sour, l'altro 50% invece di ottima qualità (tutto light ed in generale sweet).
per quanto riguarda tutto lo shale americano, i dati sono questi... poi ci sarebbe da chiedersi cosa vogliono "mangiare" le raffinerie per far uscire gli elaborati...
ho allegato le tabelle sia per quanto riguarda l'output che per l'input in base all'API gravity, zona di produzione e qualità dell'input...
p.s. gli arabi hanno riserve per 750 mld di usd. aldilà dei vari ragionamenti sulla bilancia commerciale (chissà come facevano prima del rally del 2008), possono fare quello che vogliono.