Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 1

probabilità recovery

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Stato
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ristrutturazione venezuela pdvsa

Si allontana, almeno per ora, lo spettro di un default del Venezuela. Il governo di Caracas ha appena onorato una scadenza debitoria da 1,5 miliardi di dollari su un bond in scadenza l’8 ottobre 2014, mentre la compagnia statale Petroleos de Venezuela (PDVSA) si appresta a rimborsare, per il 28 del mese di ottobre, un prestito da 3 miliardi. I rimborsi che il presidente venezuelano Nicolas Maduro non ha mai messo in dubbio erano stati presi di mira dalla speculazione internazionale e dai fondi d’investimento che, cavalcando il momento di difficoltà del Venezuela e il crollo dei prezzi delle materie prime (oro e petrolio), hanno fatto affari d’oro. Solo a pochi giorni dalla scadenza, il bond Venezuela 8,50% ottobre 2014 si poteva comprare a 98 per un rendimento superiore al 50% annuo. Vera manna per quei gestori di fondi hedge che per fine anno devono mostrare ai loro clienti di aver fatto meglio del mercato (o di non aver perso soldi). Naturalmente tutto è stato orchestrato ad arte con la benedizione di Standard & Poor’s che ha abbassato il rating del Venezuela a CCC+ a ridosso della scadenza di ottobre e dall’impennata dei CDS venezuelani, anch’essi manovrati, che sono saliti fin sopra 1.800 punti.



Venezuela, le riserve scendono ai minimi degli ultimi 11 anni

[fumettoforumright]Che la speculazione ci abbia marciato sopra di gran carriera è fuori dubbio. Questo, però, non significa che il Venezuela non abbia problemi finanziari. Anzi. Nel 2014, in totale, il debito pubblico da ripagare ha raggiunto quota 5 miliardi di dollari, che saliranno a 5,3 nel 2016 e a 5,5 miliardi nel 2017. Date le difficoltà del paese, appare al momento impossibile rifinanziarsi sui mercati internazionali e col prezzo del petrolio crollato a 85 dollari al barile, le entrate in valuta pregiata del paese saranno più basse, al punto da spingere Caracas a convocare una riunione dell'Opec. Ne soffriranno ancora di più le importazioni con la popolazione già allo stremo. Già le riserve statali sono sotto i 20 miliardi di dollari, ai minimi degli ultimi 11 anni, e con la situazione economica interna del paese che continua a peggiorare, non si prevedono certo momenti di gloria per Maduro. Secondo alcuni sondaggi, il presidente rischierebbe anche di andare incontro a una destabilizzazione sociale a causa dell’iperinflazione e della mancanza di generi di prima necessità in molte zone del paese. Non ultima è arrivata la tegola della sentenza del tribunale internazionale presso la World Bank che impone al Venezuela di risarcire 1,6 miliardi di dollari alla major americana Exxon Mobil, quando nel lontano 2007 Chavez nazionalizzò le attività del giacimento Cerro Negro su rifiuto degli americani di costituire una partnership con PDVSA. Anche se la cifra, alla fine, è di molto inferiore alle pretese USA (più di 16 miliardi di dollari), rappresenta comunque una ulteriore uscita a bilancio in un momento particolarmente delicato per le finanze pubbliche.

PDVSA valuta allungamento scadenze dei bond 2016 e 2017

Cosa succederà allora? Esclusa la via del default con contestuale ristrutturazione del debito che comprometterebbe, non solo l’economia di Caracas, ma avrebbe ripercussioni dirette sull’intero mercato del petrolio, il governo venezuelano sta cercando delle misure tampone per evitare di rimanere a secco con le riserve. Allo studio – secondo fonti governative riportate dalla Reuters – ci sarebbe la proposta di allungare le scadenze su 3 obbligazioni internazionali emesse da PDVSA in scadenza fra il 2016 e 2017 per circa 7 miliardi di dollari fino al 2022-2023. Si tratta per la precisione dei bond PDVSA 5,125% 2016 (XS0460546798), PDVSA 5,25% 2017 (XS0294364103) e PDVSA 8,50% 2016 (USP7807HAK16). L’operazione – secondo il Wall Street Journal – avrebbe lo scopo di diluire nel tempo , allungandone le scadenze, il programma di rimborsi preventivato dal Venezuela e dalla sua compagnia petrolifera statale. L’offerta, se si farà, sarà quindi su base volontaria per i possessori dei bond in questione che andrebbero a percepire un premio rispetto all’attuale rendimento dei titoli, già molto alto. Dalla manovra di exchange offer, sarebbero invece escluse le scadenze debitorie del 2015: 1,4 miliardi di dollari per il bond PDVSA 5% ottobre 2015 il cui rendimento è al 26% e il bond governativo Venezuela 7% 2015 che rende il 21%. Per entrambe le emissioni, gli emittenti hanno già riacquistato ampie quote sul mercato utilizzando temporaneamente soldi del fondo pensione statale, come già avvenuto per il rimborso delle obbligazioni PDVSA da 3 miliardi di dollari in programma fra due settimane.
 
Si allontana, almeno per ora, lo spettro di un default del Venezuela. Il governo di Caracas ha appena onorato una scadenza debitoria da 1,5 miliardi di dollari su un bond in scadenza l’8 ottobre 2014, ...

Non è che hai postato un articolo del 2014? Certo offre cmq spunti validi, a un anno di distanza i discorsi son sempre gli stessi..
 
Tweet da Caracas:


Chiusura bonos



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Reuters: BCV negocia con China un intercambio de monedas por $3.000 millones


[FONT=&quot] China es el principal prestamista de Venezuela. El financiamiento chino a Caracas otorgado desde el 2007 asciende a $50.000 millones

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06-11-2015 03:46:05 p.m. | Reuters.- El Banco Central de Venezuela discute con su contraparte de China la posibilidad de realizar un intercambio de monedas, una operación que le permitiría al país sudamericano aumentar el nivel de sus menguantes reservas internacionales, dijeron a Reuters dos fuentes familiarizadas con la negociación.


De concretarse, el "swap" con el Banco Popular de China permitiría contabilizar en las reservas de Venezuela yuanes por un equivalente de 3.000 millones de dólares, detalló una de las fuentes, generando liquidez para importar productos chinos sin tener que usar dólares cruciales para el pago de deuda externa.


Las discusiones para el posible intercambio de bolívares por yuanes comenzaron "al menos desde principios de año", agregó la fuente.


No quedaba claro si las partes estaban cerca o no de cerrar el acuerdo, coincidieron los dos entrevistados, que pidieron mantener sus nombres en reserva por no estar autorizados a hacer declaraciones.


El Banco Central de Venezuela no respondió a solicitudes de información hechas por Reuters. Una funcionaria del Banco Popular de China dijo que no tenía información sobre un posible "swap".


China es el principal prestamista de Venezuela. El financiamiento chino a Caracas otorgado desde el 2007 asciende a 50.000 millones de dólares.


Con la caída del precio del crudo, los controles cambiarios que no funcionan bien y la baja en el precio del oro, las reservas internacionales de Venezuela se han erosionado y rondan mínimos de 12 años mientras el país sufre una recesión con alta inflación y escasez de productos básicos.


A fines del año pasado, el presidente socialista Nicolás Maduro aprobó una ley para que el Banco Central pueda contabilizar en sus reservas otras divisas diferentes al dólar o al euro, y metales preciosos distintos al oro monetario.


"Nuestra cooperación con Venezuela es muy importante para nosotros. En línea con los principios de equidad e intereses mutuos, así como de cooperación y ganar-ganar, siempre hemos adelantado y fortalecido nuestra cooperación en una variedad de áreas que incluyen la financiera", dijo Hua Chunying, portavoz del ministerio de Exteriores de China.


Sin embargo, la funcionaria aseguró que no estaba "familiarizada" con un intercambio de monedas.


China ha concretado "swaps" con bancos centrales de más de una veintena de países. Con Argentina, por ejemplo, firmó un acuerdo para intercambiar el equivalente de hasta 11.000 millones de dólares que ingresaron a sus reservas desde el año pasado.


¿Beneficio para China?


Pekín ha dejado claro en los últimos años su interés por destronar al dólar como divisa de referencia. Después de haber sufrido una profunda depreciación en sus monedas, más países latinoamericanos que exportan materias primas a China podrían optar por el yuan para abaratar costos.


Pero en el caso de Venezuela, no quedaba claro de inmediato cuál podría ser el interés del gigante asiático por bolívares, una moneda atada a un férreo control de cambios desde el 2003 que se sigue depreciando en el mercado negro. En parte por eso las negociaciones entre los dos bancos centrales se están prolongando, dijo una de las fuentes.


Venezuela ha aplicado este año distintas recetas para elevar sus activos líquidos en reserva: al menos dos canjes de oro monetario por efectivo y la liquidación de parte de sus certificados de ahorro en el Fondo Monetario Internacional (FMI).


Con estos mecanismos el país obtuvo unos 10.000 millones de dólares este año, según cálculos de la firma local Síntesis Financiera. Petróleos de Venezuela (Pdvsa), la mayor fuente de ingresos estatales, inyectó a las reservas otros 11.900 millones de dólares hasta octubre, un tercio de lo que colocó en el 2014.


Así, las reservas del país se ubican en 14.819 millones de dólares, un desplome desde los alrededor de 22.000 millones del cierre del año pasado y el monto más bajo desde marzo del 2003, cuando la industria petrolera estuvo detenida por una huelga.


La caída en picada de las reservas mantiene preocupados a los inversores por la posibilidad de que el país no logre cumplir con sus deudas, aunque Maduro ha dicho que el Gobierno nunca ha dejado de pagar su deuda y que los temores son producto de una campaña de sus opositores de derecha.


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Aspetto ancora i famosi 5 MLD di $ che son stati promessi a Maduro dai cinesi.
Ora leggo di 3 MLD.
 
Gobierno planifica reducir intermediarios en cadena de comercialización


[FONT=&quot] Arreaza, informó que se está diseñando una estrategia que comprende desde los productores agrícolas hasta los comercios

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06-11-2015 11:36:11 a.m. | Emen.- El gobierno venezolano estudia la creación de un sistema que reduzca el número de intermediarios en la cadena de distribución que comprende desde los productores agrícolas hasta comercios, a fin de garantizarle al pueblo el acceso a los rubros a precios justos, informó el vicepresidente Ejecutivo, Jorge Arreaza.


En declaraciones ofrecidas a VTV desde el Mercado Mayorista de Coche, en Caracas, recalcó que las inspecciones continuarán en todo el país y contemplarán la producción, distribución, mayoristas y comercialización para combatir las distorsiones en la venta de productos.


Luego de una jornada de fiscalización efectuada en horas de la madrugada, Arreaza explicó que los rubros hallados en situación irregular serán vendidos a precios justos al pueblo a través de los mercados comunales a cielo abierto.


Recordó que la semana pasada se realizaron 3.500 mercados comunales en las diferentes zonas populares del país, incluso caseríos, “donde también la comunidad incorporó su producción para la venta”, refirió.


“Tenemos que hacer lo que corresponda para que el pueblo sepa cuándo está comprando un producto rescatado de la especulación”, resaltó el vicepresidente.


Indicó que a partir de la próxima semana empezarán a publicar en los diarios de circulación nacional la lista de precios justos, con la revisión respectiva y el sistema de evaluación empleado.


Toma de mercados mayoristas


En compañía de autoridades del Comando Nacional de Precios Justos, Guardia Nacional Bolivariana (GNB), Superintendencia de Precios Justos (Sundde), inspectores obreros, populares y milicianos, entre otros, Arreaza dirigió en la madrugada la fiscalización en el Mercado de Coche, Caracas, donde fueron detectadas toneladas de azúcar y café acaparadas en uno de los locales.


Explicó que el azúcar “fue fabricada o empaquetada el 4 de agosto de 2015, un producto de altísima rotación, de necesidad del pueblo, que no sólo está aquí reposando, sino además el azúcar que se estaba vendiendo afuera no se corresponde ni lejanamente con los precios regulados, así como el café”, acotó.


El alto funcionario recordó que desde el sábado el Comando Nacional de Precios Justos viene realizando fiscalizaciones en el Mercado de Quinta Crespo. “Se pudieron decomisar 110 toneladas de productos que no tenían factura que iban a ser colocados en el mercado informal a precios especulativos”.


El comandante general de la GNB, Néstor Reverol, ratificó que tiene más de 8.000 efectivos que trabajan en conjunto con la Milicia Nacional Bolivariana, con más de 3.000 equipos de la Sundde para supervisar el despacho y venta de productos “a precios justos”.


También en Lara


A través de un contacto televisivo con el Mercado Municipal de Barquisimeto, Mercabar, estado Lara, se informó que fueron detectadas dentro de un camión 29 toneladas de azúcar con precio especulativo.


Esta jornada la dirigió el superintendente de Precios Justos, César Ferrer, en compañía de efectivos de la GNB y Milicia Nacional Bolivariana.


Ferrer denunció que una planta de producción de galletas, de marca conocida, tenía acaparadas más de 20 toneladas de harina de trigo integral vencida que pretendían vender a sobreprecio como alimento para animales. También informó sobre el vencimiento de materia prima destinada a la producción de alimentos con la excusa de no tener empaques dónde despachar el producto, aunque en el lugar se encontraron miles de bobinas de empaques.


Ferrer apuntó que este operativo contempla la revisión de 10 galpones y más de 300 locales, tarea para la cual se activaron 360 funcionarios.


Carabobo: 90 toneladas


Por otra parte, en el Mercado de Mayoristas de Tocuyito, estado Carabobo, en inspección a cargo de 280 efectivos de la GNB y la Milicia Nacional Bolivariana, fueron incautadas 90 toneladas de productos alimenticios y de aseo personal acaparados.


En este establecimiento, el ministro para el Comercio, José David Cabello, informó que la mercancía estaba acaparada en unos depósitos, cuyos dueños no se habían hecho presentes.


Reportó que al momento de llegar a las instalaciones fue detenido un vehículo tipo familiar que poseía una gran cantidad de artículos básicos en su interior y era conducido por personas que se daban a la tarea de vender los productos a precios especulativos.


A través de su usuario en la red social Twitter, @jdavidcabello, manifestó en dos mensajes: “Estamos asegurando el cumplimiento de leyes con precios justos y abastecimiento seguro...”.


Cabello hizo un llamado al Poder Popular “a sumarse a esta campaña contra la especulación y a denunciar a los especuladores. Exhortamos al pueblo a sumarse a esta batalla...Denuncien al bachaquero @sundde_ve”.


Con información de Desiree Lozano y AVN


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Si evita sempre di affrontare i problemi.
 
Petróleo venezolano sube $1,26 y promedia $39,90 en la semana


[FONT=&quot] Con esta alza, el precio promedio del crudo rompe con una racha de tres semanas de caídas

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06-11-2015 01:00:00 p.m. | Emen.- El precio del petróleo venezolano subió $1,26 para cerrar la semana de 02 al 06 de noviembre en un promedio de $39,90, beneficiado por "reportes de disminución de los suministros de Libia y Brasil", informó el Ministerio de Petróleo y Minería.

Con esta alza, el precio promedio del crudo rompe con una racha de tres semanas de caídas y se acerca nuevamente a los $40.


El promedio del año se mueve a $46,78 por barril, muy por debajo de los $60 que espera el Gobierno y más cercano a la estimación que presentó para 2016 de $40.


La próxima semana el presidente Nicolás Maduro insistirá en Arabia Saudita en una propuesta de banda de precios que permita tener un precio internacional del petróleo entre $70 y $80.

 
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