Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 1 (14 lettori)

probabilità recovery

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    43
Stato
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tommy271

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Inicia fiesta electoral en todo el país


[FONT=&quot] De acuerdo con las declaraciones de la rectora del Consejo Nacional Electoral (CNE), Tibisay Lucena, la tarde de este sábado ya habían sido instaladas el 100% de las mesas de votación

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06:23 a.m. | El Mundo .- Emen.- Al toque de la Diana Carabobo, pueblo venezolano se alista este domingo para participar en la jornada electoral en el que más de 19 millones de ciudadanos elegirán a los próximos diputados que integrarán la Asamblea Nacional (AN), para el período 2016-2021.

Acompañado de fuegos artificiales desde las cinco de la mañana, desplegada en todo el país, los electores y las bases de las organizaciones que coexisten en el Gran Polo Patriótico (GPP) comienzan la movilización de cara a la jornada electoral, que se iniciará a las seis de la mañana con la apertura de los centros de votación.

Centros de votación ya tienen en sus puertas a los electores que desean sufragar a primera hora. De acuerdo con las declaraciones de la rectora del Consejo Nacional Electoral (CNE), Tibisay Lucena, la tarde de este sábado ya habían sido instaladas el 100% de las mesas de votación.

Agregó que la acreditación de los testigos de las principales organizaciones políticas ha avanzado exitosamente, alcanzando casi el 100% de la cobertura.

Estados. De acuerdo con paneo informativo que transmite Venezolana de Televisión, los estados Zulia, Mérida, Monagas, Vargas y Distrito Capital iniciaron explosión de fuegos artificiales a las cinco de la mañana para motivar la intención del voto a nivel nacional.

En la Parroquia El Junquito, municipio Libertador; Parroquia El Valle y algunos centros de votación de Los Palos Grandes, tienen a sus electores mañaneros ya en cola cívica para ejercer su derecho al voto.



 

riky2013

Forumer attivo
progressione

una piccola progressione ...

ti mostro un progettino semplice da asilo ...

il tutto non è una previsione di prezzi ...ma solo una linea guida da tenersi in tasca ...ed avere dei riferimenti ...

quando imperversa la bufera è importante avere dei paletti dei punti di riferimento ...magari non accadrà mai ma ripeto ...devi progettare prima il viaggio in maniera da non trovarti perso ...nel deserto

progressione della 2028 9,25% : 40-32-25,6-20,48-16,38-13,10

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loss ipotetico all'ultimo livello circa 129 K euro

valore nominale acquistato 3200 K USD ....

ognuno giochi le sue carte
__________________

perche' hai scelto le obbligazioni venezuela e non PDVSA PER QUEST' ULTIMA CHE PROGRESSIONE DARESTI, NON SAREBBE MEGLIO DEVIRSEFICARE NEI VARI ANNI
 

riky2013

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Ultime news elezioni

In attesa di conoscere – si spera tra non molto – i risultati delle elezioni parlamentari venezuelane, credo sia interessante raccontare una, anzi, due storie che, tra loro intrecciate, aiutano non solo a meglio illustrare la vera natura del processo elettorale, ma anche a spiegare perché, a dispetto dell’unanime verdetto dei sondaggi, nient’affatto scontata sia una vittoria dell’opposizione; e soprattutto perché ancor meno certa sia, nel caso questa vittoria davvero si materializzi nelle urne, una sua tangibile traduzione in cambio politico.

Volendo ricorrere ad una molto elementare metafora sportiva: le elezioni venezuelane – quelle di domenica e tutte le altre che, con indubitabile frequenza, hanno riempito i 17 anni del governo chavista – sono come gare di corsa nelle quali tutti i concorrenti devono, come impongono i regolamenti, percorrere una uguale distanza (mettiamo: mille metri). Con l’unica ma non del tutto irrilevante differenza che, mentre il partito di governo quei mille metri li percorre usando una corsia con un 30 per cento di pendenza in discesa, all’opposizione tocca invece correre lungo un settore della pista – in precedenza molto opportunamente minato dagli stessi giudici di gara – che vanta la medesima pendenza, ma in salita. Il tutto con un aggiuntivo handicap: la certezza che, quale che sia l’ordine d’arrivo, nessuno potrà infine impedire al partito di governo – detentore di quello che in politica si chiama ‘potere reale’ – di salire sul podio a ritirare tutte le coppe, tutte le medaglie e tutti gli allori in palio. Giusto per capire: nel 2007, Hugo Chávez perse il referendum chiamato a modificare una sessantina d’articoli della Costituzione, ma nei mesi successivi alla sconfitta introdusse, ad uno ad uno – attraverso decreti legge ed alla faccia della Costituzione ‘più bella del mondo’ (ipse dixit) – tutte le proposte bocciate nelle urne. Così come, un anno più tardi, sconfitto nella corsa per la ‘alcaldia’ di Caracas – conquistata dall’oppositore Antonio Ledezma, oggi, guarda un po’, nome eccellente nel lungo elenco dei prigionieri politici del regime – il ‘comandante supremo ed eterno’ altro non aveva fatto che creare, sempre per decreto, una ‘alcaldia’ parallela alla quale consegnare, in termini di poteri e di danari, tutte le competenze dell’originale…

Ma veniamo alle due storie. La prima si racconta da sé ed è quella d’una lettera. Più specificamente: è la storia della lunga e molto dettagliata missiva con la quale Luís Almagro, già ministro degli esteri uruguayano sotto la presidenza di José ‘Pepe’ Mujica ed ora neoeletto segretario della Organizzazione degli Stati Americani, ha illustrato a Tibisay Lucena, la molto ossequiente signora che presiede il Consejo Nacional Electoral, le ragioni per le quali molto opportuno sarebbe stato accettare quella qualificata ‘osservazione internazionale’ che lui aveva a nome della OAS offerto e che lei aveva sdegnosamente respinto. Si tratta d’un lungo e minuzioso elenco – molto signorile nei toni ma implacabile nella sostanza – dei molti orrori che, dati alla mano, compendiano il cosiddetto ‘ventajismo’. Ovvero: lo scandaloso favoritismo che – con il CNE protagonista attivo o passivo – sfrontatamente avvantaggia il partito di governo a discapito delle più elementari regole della democrazia.

E proprio di questo elenco d’orrori è parte la seconda storia. Una piccola parte. Piccola e miserabile, specie se misurata sul metro dei grandi abusi – processi-farsa contro esponenti dell’opposizione, inabilitazioni di candidati, scandaloso uso di risorse pubbliche per la propaganda dei candidati filo-governativi, ricatti e violenze d’ogni tipo – denunciati da Almagro. Piccola, ma nella sua semi-comica meschinità capace di riflettere la cialtronaggine truffaldina che tanto spesso caratterizza, sullo sfondo d’una grande tragedia politica, il modus operandi del chavismo. E, per questo, a suo modo importante.

La storia è quella di ‘min-Unidad’. Di che si tratta? Min-Unidad (Min come Movimiento de Integridad Nacional) è un piccolo partito fondato nel lontano 1977 ed entrato, a suo tempo, nella coalizione d’opposizione (la MUD, o Mesa de Unidad Democratica). Nell’agosto di due anni fa, con motivazioni giuridicamente del tutto ridicole, il Tribunale Supremo di Giustizia (dal 2004, anno della sua riforma, una inerte appendice del governo) ha però sciolto il suo comitato direttivo e d’autorità l’ha sostituito con uno formato da chavisti di provata fede. E qui ha avuto inizio, sotto la molto ‘indipendente’ regia del CNE, una straordinaria farsa in cinque atti. Primo atto: il min-Unidad si presenta alle elezioni parlamentari ed il CNE provvede, nello stampare le schede elettorali, a collocare il suo simbolo – quasi identico a quello della MUD ed accompagnato dallo slogan “siamo l’opposizione” – proprio accanto a quello della MUD. La MUD protesta e le sue proteste sono ignorate dal CNE. Secondo atto: non contenta, min-Unidad cambia, con il consenso del CNE, il colore del suo logo per renderlo ancora più simile a quello della Mud. La Mud protesta, del tutto invano, presso il CNE. Terzo atto: la MUD, a questo punto, chiede di poter cambiare il colore del suo logo per distinguerlo da quello di min-Unidad. Il CNE respinge la richiesta. Quarto atto: sempre con il consenso del CNE, min-Unidad cambia uno dei suoi tre candidati con un misterioso personaggio che, casualmente, ha lo stesso nome e cognome – Ismael García – di uno dei più noti esponenti della MUD in lizza. La MUD protesta, il CNE tace. Quinto ed ultimo, spettacolare atto: il presidente Nicolás Maduro si presenta in TV, a reti unificate, per illustrare didatticamente e ‘neutralmente’ al volgo come si deve votare il 6 dicembre. Ed indovinate un po’ su quale simbolo si posa il suo presidenziale dito indice mentre pronuncia la frase: ‘questa è l’opposizione’…Se la vostra risposta è ‘sopra il simbolo di min-Unidad’, avete vinto un orsetto di peluche…

Queste erano le storie. Ed ora aspettiamo con serenità i risultati delle urne…

P.S. Il presidente Maduro, degno ‘figlio’ ed ‘apostolo’ del ‘comandante eterno’ anche in materia di levità di linguaggio, ha definito ‘señor basura’, signor immondizia, Luís Almagro per la sua lettera al CNE. E non pochi esponenti della sinistra latinoamericana – incluso il vecchio mentore di Almagro, Pepe Mujica – hanno fatto pronta e più o meno volgare eco. Dettaglio significativo: nessuno tra questi esponenti della sinistra ha avuto la decenza di entrare, anche solo di sfuggita, nel merito dei contenuti della lettera. In Sicilia, la chiamano omertà.
 

russiabond

Il mito, la leggenda.
una piccola progressione ...

ti mostro un progettino semplice da asilo ...

il tutto non è una previsione di prezzi ...ma solo una linea guida da tenersi in tasca ...ed avere dei riferimenti ...

quando imperversa la bufera è importante avere dei paletti dei punti di riferimento ...magari non accadrà mai ma ripeto ...devi progettare prima il viaggio in maniera da non trovarti perso ...nel deserto

progressione della 2028 9,25% : 40-32-25,6-20,48-16,38-13,10

size di incremento :100k -100k-200k-400k-800k-1600k-

prezzi mediati ottenuti : 40-36-30,80-25,64-21,01-17,50 ...questo è il valore del prezzo che ti ritrovi dopo aver acquistato l'ultima SIZE

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ognuno giochi le sue carte
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perche' hai scelto le obbligazioni venezuela e non PDVSA PER QUEST' ULTIMA CHE PROGRESSIONE DARESTI, NON SAREBBE MEGLIO DEVIRSEFICARE NEI VARI ANNI

tutte le PDVSA come la 2027 9,25 % NON hanno cac

ho preso una 9,25 con cac e pdvsa 2026 6% costavano meno delle altre ..
lavoro su gov e pdvsa

se c'è il botto completo cac o senza cac serve a un quazzo

diciamo che sono preferibili quelle senza cac

non credo per vari motivi ...che il botto sarà completo ma una via di mezzo ...

più o meno spintanea ...tanto per tirare a campare almeno qualche anno in attesa dei prezzi del petrolio più alti

questà è la terza volta che ci provo a riprenderle nelle ultime settimane se sparano su anche questa ennesima volta come le altre 2 rivendo e riparto più sotto come fatto in precedenza

nota bene IL venezuela e galassia la trado da svariati anni ...a parte un loss consistente nel 2014 credo fosse estate ...entrata 100 o vicino e uscito in stop a circa 93 avevo circa 900 K o forse più se ben ricordo dovrei rileggere la mia storia ...con il venezuela ho fatto sempre soldi ...
stavolta diciamo ci sono tutti gli ingredienti per fare la martingala in giù...se parte ... ho un thread dove spiego la tecnica ...se non parte rivendo e aspetto sempre sotto ;)


http://www.finanzaonline.com/forum/...to-martingala-obbligazionaria-russiabond.html
 
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riky2013

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Il nuovo ordine mondiale

SONO DACCORDO SUL FATTO CHE MADURO NON SIA UNO STINCO DI SANTO........MA E' ANCHE VERO CHE IL QUESTO ULTIMO DECENNIO NON SONO STATI RISPETTATI QUEI DIRITTI SACROSANTI COME LA SOVRANITA DI UNO
STATO..............VI PREGO DI...LEGGERE QUELLO CHE STO POSTANDO, QUANDO SI CRIMINALIZZA TROPPO UNA SITUAZIONE, PENSO SEMPRE CHE A MONTE CI SIA UN DISEGNO MOLTO PIU' LOSCO PER DESTABILIZZARE IL PAESE.........CHE DETIENE IL 7 PERCENTO SE NON DI PIU' DELLA PRODUZIONE MONDIALE DI OIL

BUONA LETTURA


Oggi 6 dicembre il popolo venezuelano è chiamato alle urne per rinnovare la Camera legislativa, che avrà tra l’altro il potere di ratificare i trattati internazionali per i prossimi 5 anni. Si tratta di un passaggio chiave per la “rivoluzione bolivariana” impressa dall’ex Comandante Hugo Chavez dalla sua prima vittoria elettorale nel 1999. Tornata elettorale, certo, importante ma a differenza di quello che molti oggi affermano, non decisiva in quanto il presidente Maduro resterà in carica fino al 2019. Negli Stati Uniti d’America, ad esempio, il presidente Obama, non è finito politicamente dopo aver perso la maggioranza al Congresso.

Quello che viene considerato un “regime”, si è dotato di un sistema di rilevazione di votazione tra i più efficaci al mondo. L’avvocato Eva Golinger, su RT di questa settimana, riprendendo quanto già detto dall’autorevole Centro Carter (presieduto dall’ex presidente Usa Jimmy Carter) scrive: “Il processo elettorale venezuelano possiede una tripla protezione contro i brogli. In primo luogo, ogni elettore presenta la propria carta d’identità con foto e impronte digitali che sono registrate e verificate presso la banca dati del Centro Nazionale Elettorale (CNE). Dopo, l’elettore si reca alla macchina elettronica per esprimere il proprio voto che viene immediatamente registrato nel sistema elettorale. Infine, la macchina produce una ricevuta di verifica che sarà depositata dall’elettore in un’urna. Per impedire la possibilità di effettuare una votazione doppia, un dito dell’elettore verrà segnato con inchiostro indelebile”. L’avvocato, inoltre, si sofferma su quel che avviene una volta concluse le operazioni di voto: “Alla chiusura dei seggi, sul 54% delle macchine viene effettuata una verifica, con la presenza di esponenti di tutti i partiti politici. Dopo la verifica si procede anche a un confronto con le ricevute presenti nelle urne”.

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In questi mesi l’opposizione, già protagonista di un colpo di stato nel 2002 contro Chavez (che ha scatenato una guerriglia urbana costata la vita a 43 persone e il ferimento di quasi 900 persone), ha scelto di continuare a utilizzare le solite tecniche di destabilizzazione e di fungere da tramite delle oligarchie finanziarie nord-americane e spagnole, per riappropriarsi delle enormi risorse energetiche tornate ad essere con la rivoluzione patrimonio del popolo venezuelano. Il suo obiettivo è palese: destabilizzare il Paese, abbandonare il regime di cambi fissi bolivar-dollaro, e proporre una nuova alleanza con gli Stati Uniti: il Venezuela e tutta l’America Latina di conseguenza, devono tornare a essere il ‘patio trasero’ degli Stati Uniti d’America.

Per questo è da tempo in atto una forte campagna mediatica volta a screditare il presidente Maduro e i principali dirigenti bolivariani come Diosdado Cabello, vicepresidente del Psuv e presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana. Paradigmatici in tal senso sono i maldestri tentativi di coinvolgere queste due figure in mai provati traffici di droga.

Scrive Nil Nikandrov su Strategic Culture che l’attacco della propaganda basata sulla storia di ‘parenti del presidente Maduro’ coinvolti nel traffico di droga, preparata dai servizi speciali degli Stati Uniti, si è rivelato un fallimento totale. Non c’erano prove, per questo la vicenda non ha avuto seguito.

Si è poi passati a descrivere i vari “misfatti del sanguinoso regime di Maduro”. Uno dei leader dell’opposizione, Luis Manuel Díaz, è stato ucciso durante un incontro pre-elettorale nello Stato di Guárico. Ancor prima che le forze dell’ordine avessero avuto il tempo di aprire un’inchiesta per l’opposizione era stato il ‘regime sanguinario di Maduro’ a compiere il crimine. Lilian Tintori, in particolare, la moglie del leader dell’opposizione in carcere Leopoldo Lopez, ha gettato benzina sul fuoco. I servizi degli Stati Uniti, prosegue Nikandrov, hanno scelto Lilian Tintori come il volto nuovo dell’opposizione venezuelana dopo che il marito è stato arrestato con l’accusa di attività terroristiche che hanno portato alla morte decine di persone.

Tintori ha ricevuto ampi fondi per i suoi tour in tutto il paese per esporre ‘i malefici della tirannia’. Secondo la Tintori, il Venezuela non aveva mai visto repressione crudele come nel corso di questo anno, con polizia e militari che possono usare le armi contro i cittadini. Più o meno, sottolinea correttamente Nikandrov, quello che Maria Corina Machado diceva nei suoi attacchi di propaganda contro l’allora presidente Hugo Chavez. Washington aveva riposto grandi speranze su di lei, ma la sua immagine si è offuscata col passare del tempo e ora il testimone è passato a Tintori (con il relativo finanziamento).

Nella guerra di destabilizzazione c’è poi il capitolo Luiz Almargo, l’attuale segretario generale dell’Organizzazione degli Stati americani (OSA), che non ha aspettato i risultati preliminari dell’indagine ed ha subito aderito alla campagna anti-Venezuela. Da ministro degli Esteri dell’Uruguay di José Mujica e amico del Venezuela a nemico della rivoluzione bolivariana, il passaggio è stato breve. Nei suoi commenti sulla morte di Diaz Almargo non ha perso tempo a dichiarare che: “Non è un caso isolato, si verifica in concomitanza con altri attacchi condotti contro altri leader politici dell’opposizione, in una strategia che cerca di intimidire l’opposizione”. E ancora: “L’assassinio di un leader politico infligge una ferita di morte per la democrazia”, ha scritto in un comunicato dell’OSA. Va sottolineato che, dopo questo accuse, José Mujica, l’ex presidente dell’Uruguay, si è pubblicamente dissociato dalle dichiarazioni di Almargo.

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha subito ovviamente condannato l’ uccisione di Diaz: “Questo è stato il più mortale dei numerosi attacchi recenti di intimidazione ai candidati dell’opposizione”, ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato, John Kirby, in un comunicato.

Kirby si è poi riferito a “persone in maschera” che sparavano in aria contro l’opposizione durante i comizi. Il Partito Socialista Unito del Venezuela ha detto di non avere alcun tipo di relazione con tali provocazioni (del resto è quasi comico pensare che per una tale operazione si decida di far indossare ai protagonisti le divise del partito), ma i media di opposizione riportano regolarmente tali notizie. E’ stato, in particolare, riferito che domenica scorsa nel quartiere della capitale di Petara una dozzina di uomini che indossavano camicie rosse e maschere, armati di fucili, pistole automatiche e revolver hanno bloccato l’ingresso ad un gruppo di opposizione. Hanno sparato in aria, almeno un centinaio di volte per disperderli. Le camicie rosse bolivariane sono regolarmente utilizzate dall’opposizione per screditare i sostenitori di Nicolas Maduro e Psuv.

L’ambasciatore del Venezuela presso l’Organizzazione degli Stati Americani, Bernardo Alvarez ha denunciato una campagna di destabilizzazione della destra nazionale e internazionale per delegittimare le elezioni del prossimo 6 dicembre: “Si stanno già preparando per denunciare una frode elettorale”. L’ opposizione ha infatti rifiutato di firmare un accordo di accettazione dei risultati elettorali proposto dall’Unasur e sottoscritto da Maduro in rappresentanza del Gran polo patriottico, la coalizione chavista che attualmente governa il paese.

Si prefigura dunque uno scenario da Piazza Maidan: le opposizioni che scendono in piazza a denunciare brogli e l’inizio degli scontri, senza dimenticare che, nel colpo di stato del 2002, anche il Venezuela ha conosciuto la macabra sorpresa di ignoti cecchini che sparano sulla folla con i media complici che poi incolpano il governo. Un film già visto che speriamo di non vedere ancora una volta. E tutto questo per far ritornare il Venezuela sotto il dominio degli Stati Uniti.
 
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junior63

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SONO DACCORDO SUL FATTO CHE MADURO NON SIA UNO STINCO DI SANTO........MA E' ANCHE VERO CHE IL QUESTO ULTIMO DECENNIO NON SONO STATI RISPETTATI QUEI DIRITTI SACROSANTI COME LA SOVRANITA DI UNO
STATO..............VI PREGO DI...LEGGERE QUELLO CHE STO POSTANDO, QUANDO SI CRIMINALIZZA TROPPO UNA SITUAZIONE, PENSO SEMPRE CHE A MONTE CI SIA UN DISEGNO MOLTO PIU' LOSCO PER DESTABILIZZARE IL PAESE.........CHE DETIENE IL 7 PERCENTO SE NON DI PIU' DELLA PRODUZIONE MONDIALE DI OIL

BUONA LETTURA

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E' proprio vero che l'attacco è la migliore difesa. :lol::lol::lol::lol:
Tutto quello che scrivono è vero, al contrario. :lol::lol::lol::lol:
 
Stato
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