C'è un sacco di gente che pensa che avendo una laurea in tasca sia un passo avanti a chi non c'è là ( dentisti, latin Budapest, avvocati.... ) .. fa niente che siano impaludati in investimenti rischiosi ....
Purtroppo il collocamento di titoli destinati all'insolvenza in percentuali di portafoglio individuale superiori al 10% ha sempre fatto leva, storicamente e statisticamente, su una tipologia particolare di risparmiatore che, contrariamente all'opinione popolare, non è affatto totalmente privo di formazione, ma dispone di un grado d'istruzione, da un lato, sufficiente per imprimere in sé stesso la semplice convinzione di essere in grado di prendere decisioni razionali in materia finanziaria, dall'altro lato,
non sufficiente per prendere in concreto decisioni razionali.
Si tratta, in pratica, di persone abbastanza istruite per acquisire l'illusione di capire, ma non abbastanza istruite per capire ciò che stanno facendo.
Ciò che è singolare è la ricorrenza di questa tipologia di persone a distanza di secoli.
E' molto interessante studiare questi fenomeni e vedere che il soggetto odierno costruisce intorno a sé, e a sua protezione, un mondo immaginario basato sulle emozioni e non sui calcoli: per esempio, le straordinarie ricchezze minerarie del Levante per le signore del XIX secolo che avevano collocato un terzo dei risparmi in titoli in default, come il petrolio del Venezuela per gli esempi contemporanei.