Cambi: Banche centrali sotto i riflettori
Continua la fase di incertezza sul mercato dei cambi con oscillazioni assai volatili tra i minimi visti negli ultimi giorni e livelli di correzione anche importanti.
I movimenti delle ultime settimane comunque sono determinati da diversi fattori che andiamo a riassumere:
1) Delevereging delle posizioni assunte negli anni di valute ad alto tasso e conseguente acquisto delle valute a basso tasso.
2) gli acquisti di valuta ad alto. Ieri sera siamo riusciti a raggiungere Morfeo con uno stato d'animo, tutto sommato, piu' rilassato, avendo letto del denaro da parte delle Banche Centrali.
Il FOMC si incontrera' alle 19.15 ora italiana (taglio previsto da 25 bp a 75 bp con la maggior parte degli analisti schierati nel mezzo), mentre la BoJ terra' il proprio meeting in fine settimana dal quale si capira' se il sentiment attuale di mercato, concernente un taglio di 25 bp, sara' stato corretto o meno.
La ripresa mostrata dal Nikkei in questa settimana potrebbe effettivamente aiutare l'istituto centrale ad abbassare i tassi anche se, ci si chiede, quale tipo di stimolo tale mossa potrebbe realmente produrre, se non quello di aumentare lo standing di Funding Currency dello yen, dal momento che sia la politica fiscale, sia quella monetaria sembrano impotenti davanti ad un'economia domestica stagnante.
Alla settimana prossima invece per BoE e BCE, le quali potrebbero tagliare i tassi di 50 bp ciascuna.
Comunque, la giustificazione piu' diretta per il movimento cui abbiamo assistito, e' forse da ricercare nel fatto che si siano ridotte le liquidazioni di posizioni da parte degli hedghe funds.
I dati macro pubblicati ieri negli Stati Uniti sono comunque a ricordarci che lo stress della situazione americana persevera indisturbato.
Il Conference Board Consumer Confidence ha fatto e' sceso a 38.00 in ottobre (molto peggio delle aspettative a 50.00 e del precedente 61.4), mentre il mercato immobiliare continua il suo rally negativo avendo raggiunto il 16% di perdita annuale, gli ultimi aggiornamenti sulla borsa americana che riportavano un bel +10.8% per lo S&P500 (il secondo piu' grande rialzo su base giornaliera da sempre) mentre il UsdJpy andava a bussare alle porte del 100.00 cavalcando il suo piu' ampio movimento daily dal lontano 1974, trascinando con se' le risk currencies.
Un numero di fattori potrebbe spiegare questa ripresa, compreso il divieto di short selling deciso dal Giappone ed i vicini tagli del costo.