(4) Gli amici di Ettore_61 e non solo..... (12 lettori)

veilfast

Forumer storico
Tesoro usa: Si' a ricapitalizzazione banche

Secondo alcuni fonti di Wall Street, al ministero del Tesoro degli Stati Uniti gli uomini di Henry Paulson stanno per rendere pubblico il provvedimento che dara' il via alla ricapitalizzazione delle banche Usa con fondi del governo.

Il ministro del Tesoro Henry Paulson e' pronto a intraprendere misure di natura straordinaria utilizzando l'eccezionale autorita' che gli deriva dal piano di salvataggio approvato di recente dal Congresso Usa.
Stando a un rapporto letto da un giornalista della TV Cnbc Usa, non solo Paulson avra' il potere di riacquistare i debiti "tossici" in portafoglio alle banche, come era previsto fin dall'inizio, ma sta adesso accelerando i piani per iniettare direttamente capitali negli istituti di credito che risultano sotto-capitalizzati.
Secondo una fonte governativa anonima del Tesoro Usa, il piano offrira' una formulazione uguale per tutte le banche che vorranno farne uso, in pratica non negando l'iniezione di capitali a nessun istituto.
Un annuncio ufficiale non ci sara' prima di diversi giorni.
Ma questo rumor potrebbe gia' avere qualche effetto, per mitigare il drammatico blocco del mercato creditizio. Intanto il G7 studia una dichiarazione di principio comune sull' impegno di salvare le banche ed evitare il fallimento degli istituti di credito delle maggiori dimensioni.
Lo riferiscono fonti europee.
index.asp
 

dona46

Forumer storico
vorrei chiedere al moderatore se si può bannare per avatar osceni e provocatori, nel caso segnalo certi individui che apparentemente fanno i seri ma nella sostanza non lo sono
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dona46

Forumer storico
ed ora seriamente, devo dire che, dopo essermi fatta una girata per i blog, aver scoperto come funziona , i collegamenti i rimandi, l'ideatore dell'impostazione della nuova veste tipografica merita moltissimi complimenti e un grande IN BOCCA AL LUPO
 

ettore_61

?????????????????????
ed ora seriamente, devo dire che, dopo essermi fatta una girata per i blog, aver scoperto come funziona , i collegamenti i rimandi, l'ideatore dell'impostazione della nuova veste tipografica merita moltissimi complimenti e un grande IN BOCCA AL LUPO

Effettivamente, la nuova piattaforma e molto bella e professionale.....
Mi associo .

:up::up::up::up::up::up:
 

dona46

Forumer storico
Tra sabato e domenica, tra Washington e Parigi, i Grandi devono trovare
"l'arma nucleare" contro la crisi. Protezione statale del mercato interbancario
Nel week end l'ultima spiaggia
48 ore per evitare il crac globale



di FEDERICO RAMPINI

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Un broker della borsa di New York



È L'ULTIMA spiaggia, è il weekend in cui i leader mondiali devono fare il miracolo. Un frenetico susseguirsi di vertici - oggi si chiude il G7 a Washington, domani si ritrova l'Eurogruppo a Parigi - deve riuscire in 48 ore a dare una parvenza di controllo su una situazione impazzita. La ricchezza bruciata nelle Borse rispetto a un anno fa raggiunge 14.300 miliardi di dollari: è sparito esattamente l'intero Pil annuo degli Stati Uniti.

E queste sono "solo" perdite su azioni, non includono i crolli obbligazionari, né le bancarotte o le altre insolvenze di debiti. Sotto la pressione dell'onda di panico, i governi e i banchieri centrali tentano da ieri sera di mostrare un fronte comune. Per placare il terrore deve uscire una sorpresa dal G7 o dal vertice europeo, un eccezionale sussulto di leadership. Ieri sera il primo incontro del G7 ha partorito una bozza in cinque punti, le cinque priorità su cui si concentra l'azione dei governi: impedire fallimenti di grandi istituzioni finanziarie; scongelare i mercati del credito; ricapitalizzare le banche; garantire sicurezza ai depositanti; aumentare la trasparenza dei bilanci. Un'aggiunta finale promette politiche macroeconomiche anti-recessione.

Quel documento diffuso da Washington nella serata non scioglie un'ambiguità. Non si capisce quanto sia un riassunto razionale di tutto ciò che i singoli governi hanno fatto finora, e continueranno a fare ciascuno per conto suo. Oppure se il G7 segnali il passaggio a un'azione comune, pienamente coordinata, quindi anche con energie unificate, risorse moltiplicate. "La risposta fin qui non ha avuto un carattere globale", denunciava ieri il Fondo monetario internazionale. Basteranno le dichiarazioni comuni per cambiare il segno degli avvenimenti?

http://oas.repubblica.it/5c/repubbl..._180x150.gif/35353132343231313438613638383130

Le mosse più importanti in riserva sono di tre tipi. Primo: una ricapitalizzazione massiccia delle banche con l'uso di fondi pubblici (e quindi nazionalizzazioni parziali o totali). Secondo: l'annuncio che gli Stati estenderanno la protezione pubblica non soltanto ai depositi dei risparmiatori, ma garantendo perfino i prestiti che gli istituti di credito si fanno tra loro sul mercato interbancario. Terzo: il varo di forme di solidarietà tra paesi che vadano ben oltre la concertazione già attuata fra le banche centrali.

Il primo punto è già contenuto nel documento del G7 che promette iniezioni di capitali per stabilizzare le banche. Il secondo, cioè l'ombrello di protezione statale esteso dai depositi dei risparmiatori fino all'intero mercato interbancario, potrebbe essere "l'arma nucleare" in grado di colpire l'epicentro strategico della crisi che è il crollo di fiducia tra banche e la paralisi nei flussi di credito: è sostenuto dagli inglesi, ha l'inconveniente dei costi incalcolabili e potenzialmente illimitati. Infine, le solidarietà intergovernative per essere credibili devono poggiare su strumenti nuovi e risorse consistenti: rispunterà forse in seno all'Eurogruppo di Parigi l'idea del fondo unico europeo sul modello dei 700 miliardi di dollari del piano Paulson (per ricomprare dalle banche i titoli-spazzatura).

Resta però il dubbio che non basti, visto che Wall Street ha già digerito e dimenticato l'esistenza del fondo Paulson con una lunga serie di cadute.
La vigilia del weekend al cardiopalmo è stata turbata anche dalla dichiarazione a mercati aperti di Berlusconi, sull'ipotesi di chiudere le Borse per "preparare una nuova Bretton Woods", battuta poi rimangiata dall'interessato e smentita perfino dalla Casa Bianca. La conferenza di Bretton Woods in cui vennero ridisegnate le regole dell'economia mondiale durò dal primo al 22 luglio 1944 e forse oggi non basterebbero neppure tre settimane per rifare quell'impresa storica, permessa allora da una leadership americana tanto illuminata quanto unipolare, nonché dalla statura di personaggi come Roosevelt, Churchill e Keynes. La voce della chiusura delle Borse mondiali circolava da giorni nelle sale mercati, ma come un'ipotesi di pura disperazione. Tutti i limiti coercitivi imposti contro la speculazione ribassista sono stati dei clamorosi autogol, erano in vigore quando il Dow Jones perse 777 punti in una sola seduta: finché le grandi piazze finanziarie restano aperte vuol dire che, sia pure a prezzi in caduta libera, c'è ancora chi compra. L'alternativa è molto peggiore.

Spezzare la spirale vorticosa dei crolli è diventato sempre più complicato via via che si sovrappongono due paure: alla glaciazione del credito si aggiunge la certezza di una recessione mondiale. Le due malattie si acutizzano a vicenda. Perfino le più costose nazionalizzazioni bancarie hanno effetti deludenti: ieri è tornata ad allargarsi a livelli d'allarme la forbice tra i tassi d'interesse dei Bot americani, e i rendimenti che devono offrire sul mercato gli istituti Fannie Mae e Freddie Mac per finanziare i loro mutui.

Visto che i due colossi del credito immobiliare sono sotto controllo pubblico, vuol dire che ormai non basta più neppure la garanzia federale che Washington offre.
Il ministro del Tesoro britannico, Alistair Darling, ha fatto la diagnosi più realistica: "Abbiamo bisogno di decisioni internazionali subito, o si va al collasso mondiale dei mercati".

Il conto alla rovescia è cominciato, il lunedì mattina si avvicina a grandi passi. Nessuno può permettersi che questo weekend sia una replica dei vacui G4 o Ecofin dei giorni precedenti, con dichiarazioni altisonanti a cui non ha fatto seguito una vera azione di squadra. Nessuno osa immaginare che cosa accadrebbe alla riapertura dei mercati.
(11 ottobre 2008)
 

ettore_61

?????????????????????
Tra sabato e domenica, tra Washington e Parigi, i Grandi devono trovare
"l'arma nucleare" contro la crisi. Protezione statale del mercato interbancario
Nel week end l'ultima spiaggia
48 ore per evitare il crac globale



di FEDERICO RAMPINI

ap_14104097_15050.jpg
Un broker della borsa di New York



È L'ULTIMA spiaggia, è il weekend in cui i leader mondiali devono fare il miracolo. Un frenetico susseguirsi di vertici - oggi si chiude il G7 a Washington, domani si ritrova l'Eurogruppo a Parigi - deve riuscire in 48 ore a dare una parvenza di controllo su una situazione impazzita. La ricchezza bruciata nelle Borse rispetto a un anno fa raggiunge 14.300 miliardi di dollari: è sparito esattamente l'intero Pil annuo degli Stati Uniti.

E queste sono "solo" perdite su azioni, non includono i crolli obbligazionari, né le bancarotte o le altre insolvenze di debiti. Sotto la pressione dell'onda di panico, i governi e i banchieri centrali tentano da ieri sera di mostrare un fronte comune. Per placare il terrore deve uscire una sorpresa dal G7 o dal vertice europeo, un eccezionale sussulto di leadership. Ieri sera il primo incontro del G7 ha partorito una bozza in cinque punti, le cinque priorità su cui si concentra l'azione dei governi: impedire fallimenti di grandi istituzioni finanziarie; scongelare i mercati del credito; ricapitalizzare le banche; garantire sicurezza ai depositanti; aumentare la trasparenza dei bilanci. Un'aggiunta finale promette politiche macroeconomiche anti-recessione.

Quel documento diffuso da Washington nella serata non scioglie un'ambiguità. Non si capisce quanto sia un riassunto razionale di tutto ciò che i singoli governi hanno fatto finora, e continueranno a fare ciascuno per conto suo. Oppure se il G7 segnali il passaggio a un'azione comune, pienamente coordinata, quindi anche con energie unificate, risorse moltiplicate. "La risposta fin qui non ha avuto un carattere globale", denunciava ieri il Fondo monetario internazionale. Basteranno le dichiarazioni comuni per cambiare il segno degli avvenimenti?



Le mosse più importanti in riserva sono di tre tipi. Primo: una ricapitalizzazione massiccia delle banche con l'uso di fondi pubblici (e quindi nazionalizzazioni parziali o totali). Secondo: l'annuncio che gli Stati estenderanno la protezione pubblica non soltanto ai depositi dei risparmiatori, ma garantendo perfino i prestiti che gli istituti di credito si fanno tra loro sul mercato interbancario. Terzo: il varo di forme di solidarietà tra paesi che vadano ben oltre la concertazione già attuata fra le banche centrali.

Il primo punto è già contenuto nel documento del G7 che promette iniezioni di capitali per stabilizzare le banche. Il secondo, cioè l'ombrello di protezione statale esteso dai depositi dei risparmiatori fino all'intero mercato interbancario, potrebbe essere "l'arma nucleare" in grado di colpire l'epicentro strategico della crisi che è il crollo di fiducia tra banche e la paralisi nei flussi di credito: è sostenuto dagli inglesi, ha l'inconveniente dei costi incalcolabili e potenzialmente illimitati. Infine, le solidarietà intergovernative per essere credibili devono poggiare su strumenti nuovi e risorse consistenti: rispunterà forse in seno all'Eurogruppo di Parigi l'idea del fondo unico europeo sul modello dei 700 miliardi di dollari del piano Paulson (per ricomprare dalle banche i titoli-spazzatura).

Resta però il dubbio che non basti, visto che Wall Street ha già digerito e dimenticato l'esistenza del fondo Paulson con una lunga serie di cadute.
La vigilia del weekend al cardiopalmo è stata turbata anche dalla dichiarazione a mercati aperti di Berlusconi, sull'ipotesi di chiudere le Borse per "preparare una nuova Bretton Woods", battuta poi rimangiata dall'interessato e smentita perfino dalla Casa Bianca. La conferenza di Bretton Woods in cui vennero ridisegnate le regole dell'economia mondiale durò dal primo al 22 luglio 1944 e forse oggi non basterebbero neppure tre settimane per rifare quell'impresa storica, permessa allora da una leadership americana tanto illuminata quanto unipolare, nonché dalla statura di personaggi come Roosevelt, Churchill e Keynes. La voce della chiusura delle Borse mondiali circolava da giorni nelle sale mercati, ma come un'ipotesi di pura disperazione. Tutti i limiti coercitivi imposti contro la speculazione ribassista sono stati dei clamorosi autogol, erano in vigore quando il Dow Jones perse 777 punti in una sola seduta: finché le grandi piazze finanziarie restano aperte vuol dire che, sia pure a prezzi in caduta libera, c'è ancora chi compra. L'alternativa è molto peggiore.

Spezzare la spirale vorticosa dei crolli è diventato sempre più complicato via via che si sovrappongono due paure: alla glaciazione del credito si aggiunge la certezza di una recessione mondiale. Le due malattie si acutizzano a vicenda. Perfino le più costose nazionalizzazioni bancarie hanno effetti deludenti: ieri è tornata ad allargarsi a livelli d'allarme la forbice tra i tassi d'interesse dei Bot americani, e i rendimenti che devono offrire sul mercato gli istituti Fannie Mae e Freddie Mac per finanziare i loro mutui.

Visto che i due colossi del credito immobiliare sono sotto controllo pubblico, vuol dire che ormai non basta più neppure la garanzia federale che Washington offre.
Il ministro del Tesoro britannico, Alistair Darling, ha fatto la diagnosi più realistica: "Abbiamo bisogno di decisioni internazionali subito, o si va al collasso mondiale dei mercati".

Il conto alla rovescia è cominciato, il lunedì mattina si avvicina a grandi passi. Nessuno può permettersi che questo weekend sia una replica dei vacui G4 o Ecofin dei giorni precedenti, con dichiarazioni altisonanti a cui non ha fatto seguito una vera azione di squadra. Nessuno osa immaginare che cosa accadrebbe alla riapertura dei mercati.
(11 ottobre 2008)

Ho spostato i soldi su marte......:rolleyes:
 

ettore_61

?????????????????????
Mibtel x zietta

ciao zietta.
Che mi dici....arriviamo a 10512 a chiudere il gap-up?
Mi sembra che se la correlazione del ciclo di aleale si mantiene .....ci dovremmo arrivare......e anche velocemente visto con che velocita' scendiamo dai massimi...........

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