Banche: il recupero crediti si e' arenato (MF)
MILANO (MF-DJ)--Il primo e il secondo pilastro sono definiti, ma per il terzo bisognerà ancora aspettare, e non poco.
Il fondo Atlante, il meccanismo studiato dal governo insieme a Cdp e alle più importanti banche, fondazioni e assicurazioni per mettere in sicurezza il sistema finanziario italiano, dovrebbe infatti garantire sia l'acquisto dei crediti deteriorati in carico alle banche sia gli aumenti di capitale attraverso l'acquisto delle eventuali quote inoptate, ma la terza gamba, ossia l'accelerazione dei tempi di recupero dei non performing loan acquistati (aspetto fondamentale perché il Fondo Atlante non finisca per crollare sugli stessi azionisti), è ancora di là da venire. E senza uno stralcio di parte delle misure contenute nel disegno di legge delega di riforma del diritto fallimentare, bisognerà aspettare ancora a lungo.
Il testo in questione, si legge su MF, che porta il titolo alquanto criptico di "Delega al Governo per la riforma organica delle discipline della crisi d'impresa e dell'insolvenza", è stato licenziato dall'esecutivo ai primi di febbraio, nella stessa seduta nella quale il Consiglio dei ministri aveva approvato il decreto sulle Bcc e sulle garanzie nella cessione delle sofferenze bancarie, proprio le stesse misure diventate legge la scorsa settimana. Ma i due mesi intercorsi non sono bastati a far compiere al disegno di legge delega un solo passo nell'iter parlamentare. Il provvedimento è ancora nei cassetti della commissione Giustizia della Camera, che comincerà a esaminarlo soltanto lunedì 18 aprile. Prima deve ancora concludere il lavoro sulle unioni civili e la magistratura onoraria, altre due riforme del diritto da tempo in discussione.
Il tipo di veicolo legislativo scelto sconta però una lentezza intrinseca difficilmente aggirabile. Per diventare legge, bisogna che un testo sia approvato senza modifiche da entrambi i rami del Parlamento, il che di solito comporta una triplice lettura, che per un disegno di legge così complesso è un'assoluta certezza, visto che né i deputati né i senatori rinunceranno a riscrivere il testo almeno in parte. Ma anche una volta approvato definitivamente il disegno di legge, perché diventi operativo ci voglio i decreti attuativi, per scrivere i quali il governo ha un tempo massimo di un anno. Gli stessi decreti, però, prima della loro emanazione devono essere di nuovo discussi dalle due Camere, alle quali spetta un parere obbligatorio (ma non vincolante). Un percorso, insomma, che di solito non si conclude prima di due anni.
fch
(END) Dow Jones Newswires
April 13, 2016 03:14 ET (07:14 GMT)
Meditate gente, meditate.