ROMA - Un super scudo da 150 miliardi per il nostro sistema bancario. Oggi pomeriggio la Commissione europea ha annunciato il via libera alla richiesta dell'Italia di poter utilizzare una consistente garanzia pubblica per sostenere, qualora se ne presentasse la necessità, il sistema creditizio. La portavoce della Commissione ha sottolineato che l'Italia ha chiesto la misura "per ragioni precauzionali" e "che non c'è l'aspettativa che emerga la necessità" di usare lo scudo.
La cifra di 150 miliardi, citata poche ore fa dal
Wall Street Journal, viene confermata da fonti governative italiane. Si tratta di una cifra che rappresenta i tre quarti delle sofferenze lorde del sistema creditizio italiano e di conseguenza rappresenterebbe un vero e proprio scudo di ultima istanza di fronte a qualsiasi attacco speculativo. I titoli bancari hanno subito forti perdite in Borsa: Mps ha perso il 67% del suo valore dall'inizio del 2016, Unicredit il 60% e il comparto bancario nel suo complesso da inizio anno ha perso il 51,7%.
I 150 miliardi - che andrebbero a pesare sul debito e non sul deficit - serviranno come un tetto massima di garanzia a fronte di eventuali aumenti di capitale che saranno varati da qui a fine anno, dunque nei prossimi sei mesi, dalle banche italiane che hanno bisogno di ricapitalizzarsi a fronte di una svalutazione e ripulitura delle sofferenze. Il Tesoro, direttamente o attraverso la Cassa depositi e presiti, si farà dunque carico di sottoscrivere i titoli eventualmente inoptati costituendo una cintura di sicurezza. Il via libera della Commissione viene definito "un successo" in ambienti governativi dopo
il braccio di ferro tra il premier Renzi e la cancelliera Merkel degli ultimi giorni incentrato sulla richiesta dell'Italia di una interpretazione, all'interno delle regole Ue, che desse la possibilità di far fronte alla crisi delle banche italiane.