raga state legendo i file di wikileaks sul ns paese:-( a cominciare da zilvio definito un clown a mastella che cerca di bloccare l'estradizione degli agenti della cia, roba da matti :-(
nsomma un premier facilmente manipolabile. Scrive David Thorne, il capo della diplomazia americana a Roma succeduto a Spogli con l’insediamento di Barack Obama alla Casa Bianca: “Dobbiamo assecondare la convinzione di Berlusconi di essere uno statista esperto”.
Come era già emerso in passato, l’unico elemento di preoccupazione per gli americani è il rapporto fra B e Vladimir Putin. Una relazione fra i due leader che aveva fatto chiedere al segretario di Stato Hillart Clinton se esistessero investimenti personali fra i due in grado di orientare la politica energetica dei due paesi.
Al di là della partita energetica, unica fonte di incomprensione fra Roma e Washington, il fatto che gli States facciano il tifo per il Cavaliere perché più facilmente assecondabile agli interessi americani, emerge chiaramente in un cablogramma datato aprile 2008: “Se vince Veltroni la situazione sarà eccellente. Se ritorna Berlusconi sarà molto eccellente”.
Traduzione. Spataro si arrabattava perché gli agenti della Cia venissero estradati dagli Stati Uniti ed ecco che salta fuori la richiesta “preventiva” di D’Alema: una lettera, da Washington, a lui, nella quale in pratica gli Usa assicuravano la loro “inerzia” su una eventuale procedura di estradizione. Quel che è avvenuto in seguito lo sappiamo dalle cronache. Il ministro prodiano della Giustizia, Clemente Mastella, si guarderà bene dall’inoltrare, oltre Oceano, l’istanza dei pm di Milano, tornati alla carica proprio tre mesi prima del viaggio americano di D’Alema, nel gennaio 2007. Silenzio assoluto. Che equivale a “inerzia”.