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Nelle ultime 24 ore, il greggio è aumentato del 7,51% chiudendo a 33,34 dollari al barile. Lo scorso 6 marzo a Vienna, l’Arabia Saudita e la Russia hanno discusso il taglio della produzione fino a 1,5 milioni di barili al giorno in aggiunta a quelli precedenti, quantità approvata il giorno precedente dall’Opec ma in attesa di essere ratificata dalla Russia che alla fine si è tirata indietro. L’Arabia Saudita ha risposto rompendo gli accordi precedenti e, di fatto, facendo franare il Cartello che includeva principali produttori escluso gli Stati Uniti e la Russia come alleato esterno.
Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 31,18$, in diminuzione del 6,48% rispetto alla chiusura di venerdì. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 29.76$ seguito da 28.35$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 33,23$ seguito da 35,29$.
Nello stesso tempo, l'XAU/USD è diminuito del 3,47% chiudendo a 1519,80 dollari l'oncia. Segnali di ripresa per le quotazioni del'oro che a inizio giornata segnano un progresso di oltre l'1% in area 1.53 dollari l'oncia dopo aver toccato un picco intraday a 1.574. La sponda arriva dalla nuova mossa in emergenza della Federal Reserve che ha portato i tassi a zero con l'avvio di un QE da ben 700 miliardi di dollari. L'asset rifugio per eccellenza è reduce da settimane difficili culminate venerdì nel calo ai minimi annui dopo ben quattro sedute consecutive in calo. La scorsa è stata la peggior settimana dal 2011. Tra gli operatori si segnalava settimaan scorsa la liquidazione di posizioni sul'oro per coprire richieste di margine in altre attività, in particolare azioni.
Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 31,18$, in diminuzione del 6,48% rispetto alla chiusura di venerdì. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 29.76$ seguito da 28.35$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 33,23$ seguito da 35,29$.
Nello stesso tempo, l'XAU/USD è diminuito del 3,47% chiudendo a 1519,80 dollari l'oncia. Segnali di ripresa per le quotazioni del'oro che a inizio giornata segnano un progresso di oltre l'1% in area 1.53 dollari l'oncia dopo aver toccato un picco intraday a 1.574. La sponda arriva dalla nuova mossa in emergenza della Federal Reserve che ha portato i tassi a zero con l'avvio di un QE da ben 700 miliardi di dollari. L'asset rifugio per eccellenza è reduce da settimane difficili culminate venerdì nel calo ai minimi annui dopo ben quattro sedute consecutive in calo. La scorsa è stata la peggior settimana dal 2011. Tra gli operatori si segnalava settimaan scorsa la liquidazione di posizioni sul'oro per coprire richieste di margine in altre attività, in particolare azioni.