Appunti di geopolitica

corriere del ticino,oggi


IL COMMENTO

LA TRAPPOLA AFGHANA E LA FARSA ELETTORALE

OSVALDO MIGOTTODa guerra al terrorismo, dopo gli attentati dell’11/9 che determinarono la necessità di smantellare le basi di al Qaida in Afghanistan, a guerra logorante condotta con il difficile obiettivo di stabilizzare l’intera regione.

Il conflitto che da quasi otto anni oppone la comunità internazionale, ed in modo particolare i Paesi aderenti alla NATO, ai talebani in Afghanistan diventa sempre più difficile da gestire.

Non solo per il crescente coinvolgimento di estremisti islamici provenienti dal vicino Pakistan, ma anche per le crescenti difficoltà che si riscontrano nella gestione del potere a Kabul.

La comunità internazionale che aveva investito molto, sia in termini finanziari che in termini umani per garantire il successo delle votazioni presidenziali dello scorso 20 agosto, è ora confrontata con un crescente numero di denunce di brogli.

Le ultime, in ordine cronologico, sono quelle riportate ieri dal New York Times (NYT). Il presidente uscente afghano Karzai avrebbe creato centinaia di seggi inesistenti, dove nessuno ha mai votato, per far giungere a suo favore centinaia di migliaia di voti. Inoltre, sempre secondo le testimonianze raccolte dal NYT, i sostenitori di Karzai avrebbero aumentato i voti a suo favore anche nei seggi legittimi.
Il giornale statunitense ha raccolto queste nuove imbarazzanti rivelazioni tra funzionari afghani e occidentali.

Il presidente uscente respinge le accuse sostenendo che Washington sta cercando di indebolire lui e i suoi collaboratori per renderlo più malleabile.

Che Karzai non fosse uno stinco di santo nella gestione del potere a Kabul era cosa ormai nota, ma se queste nuove denunce nei suoi confronti venissero confermate, il voto dello scorso 20 agosto, organizzato tra mille difficoltà e sotto la minaccia di attentatida parte dei talebani, si rivelerebbe una vera e propria farsa.

E questo proprio nel momento in cui la comunità internazionale sta cercando di organizzare il passaggio delle responsabilità, soprattutto per quanto concerne la gestione della sicurezza interna, alle autorità afghane.

È infatti di domenica scorsa l’annuncio fatto da Germania, Gran Bretagna e Francia, col sostegno degli USA, di voler convocare entro la fine dell’anno una conferenza per spingere le autorità di Kabul ad assumersi sempre maggiori responsabilità in fatto di sicurezza, governabilità e sviluppo.

Di fronte al crescente numero di morti fra i soldati occidentali presenti in Afghanistan, è evidente il desiderio dei Paesi NATO impegnati in loco di voler ridurre al più presto la loro presenza in questa regione così pericolosa.

E il peggio potrebbe ancora arrivare, perché se agli attacchi dei talebani verrà ad aggiungersi uno scontro interno per il controllo del potere, dovuto al mancato riconoscimento della vittoria di Karzai alle presidenziali di agosto, il passaggio di responsabilità dagli occidentali alle autorità afghane diventerebbe impraticabile.

Infatti il ritiro del contingente NATO da un Afghanistan caratterizzato da una lotta per il potere, sarebbe quasi con certezza il detonatore di una nuova e più vasta guerra civile dagli esiti imprevedibili.

La diplomazia avrà dunque il suo da fare nelle prossime settimane per cercare di portare ad una indispensabile intesa i due principali contendenti alla presidenza, facendo così in modo che la trappola afghana non si faccia ancora più pericolosa a seguito di una farsa elettorale che rischia di produrre danni ben più gravi di quelli finora causati dagli estremisti islamici
 
LA SVOLTA DI OBAMA

RUSSIA UTILE IN FUNZIONE IRANIANA

GERARDO MORINA

Sul piano della politica internazionale due notizie rilevanti si sono susseguite ieri a distanza di poche ore: l’annuncio da parte di Obama della revisione complessiva del sistema missilistico in Europa nel cui ambito si colloca la rinuncia americana alla costruzione di uno scudo missilistico sul Vecchio Continente; e la rivelazione, in base al rapporto segreto di cui sarebbe venuta in possesso l’Associated Press, che l’AIEA (l’Agenzia internazionale per l’energia atomica) ritiene l’Iran in grado di costruirsi un ordigno nucleare e in procinto di sviluppare un sistema missilistico dotato di testate nucleari.

Entrambi le notizie sono accomunate da un «trait d’union» di fondo: è l’Iran a costituire oggi il maggior pericolo per la comunità mondiale e come tale va trattato.
Per il Cremlino, che aveva sempre considerato lo scudo missilistico americano soprattutto in funzione antirussa, la svolta americana è un successo politico indiscutibile.

Per Obama si tratta invece di una carta diplomatica giocata al fine di compiacere la Russia e volersela così ingraziare in funzione iraniana.


Una funzione che può essere pro o contro Teheran. Pro, perché mira a ricercare la collaborazione di Mosca nel tentativo di portare l’Iran verso un «appeasement».

Contro, perché la Russia si troverebbe comunque ad essere utile se si dovesse passare a misure più forti quali le sanzioni.

Sempre che Mosca giunga a sottoscrivere un piano di sanzioni, dal momento che finora , insieme alla Cina, si è sempre dimostrata contraria: per ragioni economiche (investimenti in Iran) e per ragioni interne e strategiche (la capacità di avere risorse adeguate per giocare in futuro un ruolo di potenza regionale).
Molte rimangono comunque le implicazioni della scelta americana.

In primo luogo essa costituisce un segnale importante in base a cui Obama intende intraprendere una politica estera più cauta e flessibile di quella abbracciata dalla precedente amministrazione.


In secondo luogo, co
me si è già ricordato, il fine è il «risettaggio» dei rapporti tra Washington e Mosca, con l’intento di conquistarsi la collaborazione di un alleato indiscutibilmente utile sullo scacchiere internazionale.


In terzo luogo, occorrerà saggiare le ripercussioni che la scelta di Washington avrà sui Paesi dell’ex cortina di ferro entrati oggi nella sfera americana (si tratta principalmente, ma non solo, di Polonia e Repubblica ceca, Paesi che avevano dato il loro assenso alle installazioni sul proprio territorio dello scudo missilistico USA) chiamati a digerire politicamente il dietrofront americano e messi così di fronte ad una sorta di possibile crisi d’identità.

Resta inoltre da vedere che cosa Mosca è effettivamente disposta a concedere in cambio. Sanzioni contro l’Iran? Non è certo.


A quanto è dato di capire, la svolta di Obama potrebbe piuttosto portare ad una riduzione dell’arsenale nucleare di Mosca e consentire di concludere un nuovo trattato russo-americano sulle armi strategiche entro fine anno, quando scade lo START.


Inoltre verrebbe assicurato il proseguimento della cooperazione da parte di Mosca nel mettere a disposizione propri convogli navali per l’approvvigionamento delle truppe che combattono in Afghanistan.

Ma c’è di più, se si considera che la questione nucleare iraniana ha assistito nelle ultime settimane a nuovi sviluppi.


L’Iran si è detto pronto al dialogo, tanto da lasciare intravvedere di accettare un incontro in ottobre con le grandi potenze attraverso un vertice del gruppo 5+1 (USA, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna più la Germania).


Nello stesso tempo l’Iran sta sviluppando capacità militari. Per Teheran si tratta di mezzi pacifici.

Per il resto del mondo, l’Iran nutre propositi aggressivi.

E seTeheran si dota di armi nucleari, la sua influenza regionale aumenterà. Una prospettiva, questa, che non piace né a Washington né a Mosca.

Per la prima ciò porterebbe ad una minore influenza americana nell’area mediorientale.

Ma anche Mosca vuole aumentare la propria influenza, riportandola a quella che un tempo era dell’Unione Sovietica.


Di qui la necessità che Russia e Stati Uniti non si trovino più in campi nettamente opposti, ma si parlino e collaborino attivamente.


CORRIERE del ticino,oggi
 
Interessante, Gabrio.


Assieme a qualche altro movimento che si è intravisto potrebbe essere che il tutto entri in un piano un po' piu' vasto di relegare la Cina e le sue mire planetarie in un ambito un po' meno importante.....

Comunque un cambiamento di rotta notevole...Quasi un ritorno ad un bipolarismo "allargato"...
 
NATO-Russia, nuovo inizio

L’Alleanza propone un sistema di difesa comune

Diversi gli obiettivi da condividere: primo fra tutti quello della difesa dagli attacchi missilistici
RASMUSSEN «Sono convinto che, dopo anni di incomprensioni, sia giunto il tempo di voltare pagina», ha detto il segretario NATO. (Key)
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BRUXELLES «I am not a dreamer», «Non sono un sognatore», dice il segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen, lanciando alla Russia la proposta che fino ad oggi sembrava invece proprio un sogno: dopo l’addio allo scudo antimissile in Europa annunciato giovedì da Obama, simbolo della guerra fredda al tempo di Bush, ieri la NATO ha proposto a Mosca di lavorare insieme ad un sistema di difesa comune. E Mosca plaude all’idea.
È «un nuovo inizio nelle relazioni NATO-Russia» quello a cui ieri ha dato il via il capo dell’Alleanza atlantica, che non a caso sceglie la sua prima vera apparizione pubblica per tendere la mano a Mosca e inaugurare l’era del dopo-scudo. «Sono convinto che, dopo anni di incomprensioni, sia giunto il tempo di voltare pagina e rafforzare la cooperazione in tutte le aree di comune interesse», ha detto Rasmussen.
Diversi gli obiettivi che possono diventare comuni, secondo il segretario generale. Primo fra tutti quello della difesa dagli attacchi missilistici: «La proliferazione balistica è una minaccia per la NATO, ma anche per la Russia, e studiare modi per contrastarla è un interesse strategico per entrambi», ha spiegato. E dal momento che «sia la NATO sia la Russia hanno una solida esperienza in fatto di difesa missilistica – ha aggiunto – dobbiamo esplorare la possibilità di legare i sistemi di difesa di USA, NATO e Russia».
Il segretario non entra nei dettagli, ma Mosca gradisce l’idea: «Proposte molto positive quelle della NATO», dice l’inviato della Russia presso l’Alleanza, Dmitri Rogozin. Già il presidente Dmitri Medvedev e il premier Vladimir Putin avevano accolto con soddisfazione il «giusto, responsabile e coraggioso» annuncio con cui Obama ha bloccato lo scudo della discordia. E per dare un segno concreto del gradimento ieri Mosca ha annunciato che congelerà le misure militari programmate in risposta allo scudo, tra cui i missili Iskander nell’enclave baltica di Kaliningrad.
Ma il nuovo capitolo della storia Russia-Alleanza atlantica si arricchirà anche della cooperazione sul fronte della lotta al terrorismo e alla minaccia nucleare. In particolare quella dell’Iran: «Ci aspettiamo che la Russia eserciti la massima pressione politica possibile affinché Teheran rinunci alle sue ambizioni nucleari», ha detto Rasmussen, secondo cui occorre muoversi per evitare che, dopo Corea del Nord e Iran, altri Paesi pensino al riarmo nucleare.
Poi ci sarà il rafforzamento della cooperazione in Afghanistan, «un’area dove possiamo fare molto insieme, stabilizzare il Paese è nell’interesse di tutti» e l’analisi comune delle minacce del 21. secolo, che si potranno individuare e combattere insieme. «Abbiamo punti di vista diversi su molte cose, non possiamo negarlo, ma le sfide alla sicurezza saranno le stesse anche in futuro», ha concluso il segretario generale.
 
NATO-Russia, nuovo inizio

L’Alleanza propone un sistema di difesa comune

Diversi gli obiettivi da condividere: primo fra tutti quello della difesa dagli attacchi missilistici
RASMUSSEN «Sono convinto che, dopo anni di incomprensioni, sia giunto il tempo di voltare pagina», ha detto il segretario NATO. (Key)
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BRUXELLES «I am not a dreamer», «Non sono un sognatore», dice il segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen, lanciando alla Russia la proposta che fino ad oggi sembrava invece proprio un sogno: dopo l’addio allo scudo antimissile in Europa annunciato giovedì da Obama, simbolo della guerra fredda al tempo di Bush, ieri la NATO ha proposto a Mosca di lavorare insieme ad un sistema di difesa comune. E Mosca plaude all’idea.
È «un nuovo inizio nelle relazioni NATO-Russia» quello a cui ieri ha dato il via il capo dell’Alleanza atlantica, che non a caso sceglie la sua prima vera apparizione pubblica per tendere la mano a Mosca e inaugurare l’era del dopo-scudo. «Sono convinto che, dopo anni di incomprensioni, sia giunto il tempo di voltare pagina e rafforzare la cooperazione in tutte le aree di comune interesse», ha detto Rasmussen.
Diversi gli obiettivi che possono diventare comuni, secondo il segretario generale. Primo fra tutti quello della difesa dagli attacchi missilistici: «La proliferazione balistica è una minaccia per la NATO, ma anche per la Russia, e studiare modi per contrastarla è un interesse strategico per entrambi», ha spiegato. E dal momento che «sia la NATO sia la Russia hanno una solida esperienza in fatto di difesa missilistica – ha aggiunto – dobbiamo esplorare la possibilità di legare i sistemi di difesa di USA, NATO e Russia».
Il segretario non entra nei dettagli, ma Mosca gradisce l’idea: «Proposte molto positive quelle della NATO», dice l’inviato della Russia presso l’Alleanza, Dmitri Rogozin. Già il presidente Dmitri Medvedev e il premier Vladimir Putin avevano accolto con soddisfazione il «giusto, responsabile e coraggioso» annuncio con cui Obama ha bloccato lo scudo della discordia. E per dare un segno concreto del gradimento ieri Mosca ha annunciato che congelerà le misure militari programmate in risposta allo scudo, tra cui i missili Iskander nell’enclave baltica di Kaliningrad.
Ma il nuovo capitolo della storia Russia-Alleanza atlantica si arricchirà anche della cooperazione sul fronte della lotta al terrorismo e alla minaccia nucleare. In particolare quella dell’Iran: «Ci aspettiamo che la Russia eserciti la massima pressione politica possibile affinché Teheran rinunci alle sue ambizioni nucleari», ha detto Rasmussen, secondo cui occorre muoversi per evitare che, dopo Corea del Nord e Iran, altri Paesi pensino al riarmo nucleare.
Poi ci sarà il rafforzamento della cooperazione in Afghanistan, «un’area dove possiamo fare molto insieme, stabilizzare il Paese è nell’interesse di tutti» e l’analisi comune delle minacce del 21. secolo, che si potranno individuare e combattere insieme. «Abbiamo punti di vista diversi su molte cose, non possiamo negarlo, ma le sfide alla sicurezza saranno le stesse anche in futuro», ha concluso il segretario generale.

Finalmente qualcuno che di politica e di grandi temi (che poi sono -stranamente :D- quelli che vanno ad interessare direttamente la vita di tutti i giorni...) ci capisce qualcosa....:):):up:

Estremamente interessante...bravo Gabrio...:up::up::up:
 
corriere del ticino,oggi





IL COMMENTO

I MESSAGGI LANCIATI DA WASHINGTON

SERGIO ROMANODopo avere pubblicamente rinunciato alla installazione di uno scudo antimissilistico in Polonia e nella Repubblica Ceca, il presidente Obama e il segretario della Difesa Robert Gates, si sono affrettati a fare qualche apparente correzione di rotta.
Hanno dichiarato che la decisione è stata presa soltanto per ragioni tecniche ed economiche. E hanno aggiunto che l’America realizzerà comunque, entro il 2015, un programma antimissilistico con l’installazione di missili SM-3 di prima e seconda generazione a terra e sul mare, nell’Europa del nord e del sud.

Non è sorprendente.
Obama e Gates sanno che la loro decisione è stata interpretata in alcuni ambienti americani come una prova di debolezza, soprattutto nei confronti della Russia, e hanno cercato di dimostrare che queste critiche non hanno fondamento.

Ma la nuova linea militare della presidenza Obama, quali che siano le giustificazioni addotte successivamente, contengono un messaggio alla Russia che Mosca ha immediatamente raccolto con favore.
Vi saranno altri nodi da sciogliere, ma i rapporti russo-americani sono oggi potenzialmente migliori di quanto fossero durante la presidenza Bush.
Il messaggio di Obama, del resto, non è indirizzato soltanto alla Russia.

Quando giustifica il cambiamento della strategia americana dichiarando che Teheran non ha, almeno per il momento, un programma per la costruzione di missili di lunga gittata, il presidente ammette implicitamente che gli argomenti della precedente amministrazione erano senza fondamento e riconosce che l’Iran è un po’ meno pericoloso di quanto gli Stati Uniti, fino a poco tempo
fa, amassero descriverlo.
È un’affermazione che non piacerà a Israele dove il pericolo iraniano è stato utilizzato sinora come la principale giustificazione della riluttanza con cui il Governo Netanyahu ha accolto le proposte di Obama per il congelamento degli insediamenti e il rilancio del dialogo con i palestinesi.

Non è tutto.
Nella decisione di abbandonare la costruzione di uno scudo antimissilistico in Polonia e nella Repubblica Ceca, vi è anche un messaggio per i Paesi dell’Europa centro-orientale e del Baltico.

Dal momento del loro ingresso nella Unione europea questi Paesi hanno dimostrato di considerare il rapporto con gli Stati Uniti, in alcuni settori, più importante dei loro rapporti con Bruxelles e Strasburgo.
La presidenza Bush ha assecondato questa preferenza e se n’è servita probabilmente per rallentare la costruzione dell’Europa integrata.

Oggi questi Paesi sanno che possono esservi circostanze in cui gli Stati Uniti hanno altri interessi e obiettivi, più importanti ai loro occhi di quanto non siano i loro rapporti con Varsavia e con Praga.
È una buona notizia per il futuro dell’Unione europea.
 
..se ne parlo' qualche tempo addietro, quando ci si imbaldanziva dell' immagine di Obama.. ma c'era che guardava ai fatti..

Usa-Cina: il G2 spacca l’Occidente - rivista italiana di geopolitica - Limes


questa però è da commentare da un punto di vista psicologico perché è carina...

dopo le serie di ignobili fesserie che hai scritto ieri sera, come ultimo triste atto sei andato ad upparti quello che ritieni il tuo post "serio" : stracolmo di copiaincolla :D

MAmma che pena ragazzi :D
 
questa però è da commentare da un punto di vista psicologico perché è carina...

dopo le serie di ignobili fesserie che hai scritto ieri sera, come ultimo triste atto sei andato ad upparti quello che ritieni il tuo post "serio" : stracolmo di copiaincolla :D

MAmma che pena ragazzi :D




Guarda dopo le figure da scarso di intelletto di ieri sera....cioè dico...te l' ha dovuta spiegare ti rendi conto io quando l' ho aperta mi son detto "diavolo d'un gabrio...:lol::lol:vedrai che..." e ci sei cascato come prevedibile...;)...o quella di Bondi..Mitica.


Quindi è chiaro che queste cose sono ben sopra alle tue veramente immodeste capacità...
Chiaro che nn riesci a capire quanto è importante il battito di ali delle farfalle.
Vedi è cultura.
Quella vera. Che è poco diffusa. Infatti vende poche copie.Quindi ovvio: tu che ne sai?
Ma la sai la cosa bella? che Limes una delle migliori riviste sull'argomento è edita da Repubblica e nota MOLTO bene è assolutamente bipartisan dove spsso si trovano commenti ed articoli di autori di altra parte...Anzi mi sembra che proprio nel loro statuto prevedano una partecipazione diffusa a tutti anche ai nn addetti ai lavori...
Come dire (cosi' te lo spiego perchè se no chiaro che nn ci arrivi..) che ci sono almeno due livelli nella tua area di appartenenza.
Un livello cerca di capire il globo ed i suoi assetti come si modificano, quali sono gli aspetti le modalità e nn si cura del colore dell' altro ... anzi ben accetto perchè propone un punto di vista diverso...

Poi c'e' l' altro livello ...

Comunque: è una bella giornata.. vai a giocare a golf. Dai. ;)
 

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