Tuttavia, la Costituzione prevede anche che il Presidente della Nazione o del Congresso possa sottoporre alla consultazione popolare questioni di interesse generale in modo non vincolante , cioè senza obbligo di rispettare la volontà degli elettori. In questo caso il voto non è obbligatorio ed è ciò che definisce la consultazione “non vincolante”.
Per realizzare questo appello è necessario che entrambe le Camere approvino una legge di convocazione con il voto della maggioranza assoluta dei legislatori. Vale a dire, se non ci fossero maggioranze parlamentari per approvare qualsiasi disegno di legge, sarebbe necessario avere maggioranze anche per indire il plebiscito.
Tradotto : per indire , eventualmente, il plebiscito serve, comunque, la maggioranza in entrambe le Camere.
Dagli articoli che ha anche postato Tommy pare che molti articolisti e soprattutto Milei nell'intervista televisiva in cui ha parlato di tale eventualita' paiono dimenticarsi di questo passaggio.
Troverei difficile immaginare che , contemporaneamente, le Camere respingessero il DNU (direbbero che l'ambito e' talmente vasto da essere al di fuori delle facolta' di decretazione d'urgenza e chiederebbero la trasformazione del DNU in vari progetti legislativi) ed entrambe nello stesso tempo dessero il via libera alla consultazione popolare.
Uno puo' essere a favore o contro le lenzuolate liberalizzatrici di Milei (e' ovvio da che parte debba stare un bondista) pero' di questi problemi costituzionali se ne parlo' (allegai la costituzione argentina) prima che Milei prendesse il potere; gia' allora prevedeva il ricorso al plebiscito. Le lenzuolate liberalizzatrici possono essere positive per un bondista, eventuali forzature costituzionali meno.