Non ne ho visti, perché fino a questo momento la narrazione ufficiale è stata che il programma del FMI è correttamente impostato, le autorità stanno attuando al meglio delle possibilità le riforme necessarie, e nel lungo periodo le cose si aggiusteranno "con buona probabilità". Adesso che il risultato delle primarie ha scoperchiato il pentolone – e che la narrazione ufficiale è diventata "andava tutto bene finché non sono arrivati i populisti kirchneristi" – è possibile che comincino a fare capolino le prime ipotesi quantitative.
Nell'articolo che ho condiviso ieri, Chris Marsh stimava una necessità di ricapitalizzazione della BCRA fra il 10% e il 30% del Pil con un aggravio dei GFN di circa il 2% annuo, per coprire i quali sarebbe necessaria l'ennesima stretta fiscale. L'alternativa – e qui Marsh non dà numeri – è una sostanziosa ristrutturazione del debito.
La seconda ipotesi mi sembra molto più probabile della prima, almeno nel medio periodo. Circa l'entità dell'eventuale taglio, si potrebbe tornare a spulciare gli episodi recenti e fare qualche grossolana stima, ma vista la quantità di fattori extra-finanziari (soprattutto politici) e le incognite circa i tempi dell'ipotetica ristrutturazione, le stime sarebbero appunto irrimediabilmente spannometriche e potenzialmente fuorvianti.