Boldrin ( Scelta Europea): autonomia di Lombardia e Veneto in Europa Federale

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Forumer storico
21 maggio 2014

Di Federica Sterza – Michele Boldrin, capolista di Scelta Europea nella circoscrizione del nord-est, in un’intervista a Data24news spiega i punti chiave del suo progetto politico per l’Europa. Nelle parole di quello che è stato uno dei fondatori di “Fare per Fermare il Declino” emerge chiaramente che, per riuscire a realizzare un cambiamento vero in Europa, è necessario prima “dare più potere al Parlamento europeo”.

Manca meno di una settimana alle elezioni. Come procede la campagna elettorale?

La campagna elettorale è una cosa frenetica, non riesci mai a capire bene cosa succede. Come è andata la campagna lo si scopre solo quando si contano i voti. Spero ovviamente stia procedendo bene. Noi stiamo andando contro corrente, come ho appena realizzato ad un dibattito al quale ho partecipato: siamo l’unico partito che vuole più Europa, vogliamo cambiare ma siamo anche l’unico partito che pensa che bisogna essere più europei e non meno europei”.

Quindi quali sono i punti cardine del programma per le europee di Scelta Europea?

I punti sono di sicuro tanti ma di fondo sono più Europa, più potere al Parlamento e lavorare per costruire un’Europa federale, ricominciare insomma un processo interrotto quasi vent’anni fa di costruzione di un mercato vero, un mercato del lavoro in primis. Soprattutto noi chiediamo di dare più potere al Parlamento, tra i quali, la difesa, la politica estera e la gestione dell’immigrazione, in particolare per la questione che riguarda le frontiere. Porteremo la questione delle frontiere, sia per quello che riguarda la politica estera sia per quello che riguarda la politica militare di difesa, sia il luogo dove si gestisce l’entrata e l’uscita di essere umani. Noi pensiamo che questo dovrebbe essere di competenza esclusiva del Parlamento. Noi vogliamo un’Europa liberale e libera, e soprattutto vogliamo un’Italia che cresca in Europa.

Nel programma si legge: “È indispensabile difendere e anzi rafforzare il sistema dell’euro, ma anche superare l’attuale deficit delle istituzioni europee”. In che modo contate di farlo?

Noi siamo all’interno di un sistema monetario unico e solo con quindici anni di ritardo, siamo riusciti ad avere un regolatore bancario. Noi vorremo che il regolatore bancario fosse indipendente e con molta autorità. E poi occorre costruire le banche europee, cioè occorre integrare i mercati bancari europei. Oggi i mercati sono segmentati per nazione ma così non funziona, è l’ostacolo maggiore al buon funzionamento della Banca centrale. Una Banca centrale non può funzionare bene se non ha di fronte delle banche che coprano più o meno l’intera area. Questa è una riforma politica importantissima che i governi devono intraprendere. Il mercato europeo va costruito facendo attività di antitrust innanzitutto. È inutile continuare a dire “vogliamo la Fed” se non hai Citibank che è una banca nazionale che copre tutto il territorio americano, le devi costruire e soprattutto non possono essere concentrate tutte in un paese, ma devono essere sparse in tutta Europa.

Voi vorreste, entro il 2025, la creazione degli Stati Uniti d’Europa. Come si realizza un progetto del genere?

Questa cosa va pensata bene. Noi crediamo che quello che si fece a suo tempo, da parte di fatto del PPE e del PSE, fu la classica fuga in avanti di politici un po’ populisti da un lato e pronti a prendere il decisioni politiche dall’alto senza sapere cosa stavano facendo. Non si può fare una Costituzione completa dalla mattina alla sera, se si vuole fare un’europa federale, occorre costruirla un po’ alla volta. Noi pensiamo che questo compito possa essere dato al Parlamento, un Parlamento costituente, che a mano a mano che riceve competenze esclusive e maggiori poteri, costruisce anche una Costituzione europea. Di questi tempi poi, se ci si pensa, tanti sono i movimenti indipendentisti, dalla Catalogna, alla Scozia, fino ad arrivare al Veneto e alla Lombardia che rivendicano dei diritti d’autonomia storici, a mio avviso ragionevoli.

Quindi lei sarebbe favorevole all’indipendenza del Veneto?

La questione è che fino ad ora la cosa non è stata trattata nel modo giusto. Il problema non è essere indipendente ma essere una comunità federata all’interno di una costituzione europea nella quale hai certe autonomie. Per esempio negli Usa ci sono delle identità che si autogovernano su certe cose, la scuola, la cultura, i trasporti. È un progetto che, se pensato all’interno di un quadro costituzionale, si può fare. L’idea di dire “noi ora facciamo lo Stato Veneto” è una fuga in avanti che non porta da nessuna parte. In questi giorni a Padova, proprio per iniziare a ragionare su questa cosa, ci siamo incontrati per affrontare il discorso e capire quale potrebbe essere la via da percorrere. Queste istanze possono essere portate in Europa, ma devono essere affrontate legalmente e costituzionalmente.

Due temi caldi: sovraffollamento delle carceri e immigrazione. Qual è la posizione di Scelta europea?

Sulla questione delle carceri la nostra è la classica posizione liberale. Noi pensiamo che le carceri siano sovraffollate per due ragioni. Uno perché in Italia si buttano via i soldi in sussidi e sprechi, invece le carceri si possono anche costruire attraverso investimenti pubblici e d’altro lato crediamo che le carceri possano essere meno affollate non tanto facendo indulti e amnistie, ma depenalizzando alcuni piccoli reati. Inoltre occorre che il sistema giudiziario italiano venga riformato drasticamente, perché una grande percentuale delle persone che sono in carcere lo sono per carcerazione preventiva e questa è una seria violazione di ogni diritto umano. Sull’immigrazione noi crediamo ci sia tantissimo populismo da parte di tutti i partiti politici. O li si criminalizza o si fa passare l’idea che noi dobbiamo accettare tutti perché siamo generosi. Occorre creare canali che consentano agli immigranti di venire ma occorre avere anche la capacità di costruire un deterrente contro quei paesi dittatoriali che usano le loro popolazioni come arma di ricatto. Necessario è trovare una politica d’immigrazione comune, che potrebbe trovare il Parlamento nel momento in cui avesse maggiori poteri.


Michele Boldrin: "Per cambiare in Europa bisogna dare più potere al Parlamento" | Data 24 News | Sondaggio | Media | Politica
 
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