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Stato
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Buongiorno.

Io non capisco quanti parlino, a proposito del governo Monti, di rigore e austerità.

Il rigore e l'austerita li si praticano riducendo le spese degli enti che dipendono direttamente dal governo, nel caso specifico i Ministeri.

Non certo mettendo le mani nelle tasche altrui.

Questo non e' rigore, questo e' parassitismo vampiresco, della peggiore specie.
 
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ecco le conseguenze dell'austerity

Zona euro, Eurostat: in 2011 cala deficit/pil, aumenta debito

lunedì 23 aprile 2012 11:02

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MILANO (Reuters) - Nel 2011 all'interno della zona euro si è evidenziata una riduzione del deficit ma un aumento del rapporto debito/Pil. E' quanto mettono in evidenza i dati Eurostat diffusi stamane.
L'istituto europeo di statistica ha quantificato il deficit complessivo della zona euro per il 2011 al 4,1% del Pil, in calo dal 6,2% della fine del 2010.
Ma il debito, all'interno del blocco della valuta unica, è aumentato all'87,2% del Pil alla fine del 2011 dall'85,3 dello stesso periodo dell'anno precedente.
A guidare la classifica dei Paesi più indebitati è la Grecia, con un debito pari al 165,3% del Pil. L'Italia è seconda con il 120,1%, seguono il Portogallo con il 107,8%, il Belgio con il 98,0%, la Francia con l'85,8% e la Germania con l'81,2%.
- Sul sito Reuters.com altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su Reuters Italia (@reuters_italia) su Twitter
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è pur vero che il deficit è diminuito
ma senza crescita il debito di eurolandia è insostenibile
 
Monti sa bene quel che fa quindi le sue scelte non sono colpose ma dolose;
ecco cosa dice un suo allievo
Cose che politici e banchieri non diranno mai - YouTube
ieri sera ho visto un pezzo di Report
ed ho capito il motivo per cui Monti ha venduto la nostra democrazia per un regime didattoriale finanziario [pareggio di bilancio associato all'ESM e all'impunibilità dei suoi membri]

ha obbedito non ai principi economici che insegnava già nel lontano 1974 come docente alla Bocconi

ma ha fatto suoi i dictat della TRILATERALE
come messo ben in evidenza dalla trasmissione di ieri
 
Buongiorno.

Io non capisco quanti parlino, a proposito del governo Monti, di rigore e austerità.

Il rigore e l'austerita li si praticano riducendo le spese degli enti che dipendono direttamente dal governo, nel caso specifico i Ministeri.

Non certo mettendo le mani nelle tasche altrui.

Questo non e' rigore, questo e' parassitismo vampiresco, della peggiore specie.
ne parlano i giornali e le tv che dipendono dal governo e dai contributi pubblici.
la gente non credo abbia simpatia per questo gabinetto monti.
E' arrivato il momento di mandarlo a casa al signor monti e ai suoi professoroni di sto *****.:up:
 
intanto in Lombardia c'è qualcuno che non ha nè diamanti nè oro e neppure fondi in Tanzania ed a Cipro......

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di redazione 18/04/2012


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Finmeccanica, sequestri in Svizzera
ecco la pista che porta alla Lega


L'indagine napoletana si intreccia con quella sui soldi
al Carroccio. Indagato il superconsulente di Agusta





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di Sara Menafra
ROMA - Passava per la scrivania di un blasonato consulente che vive tra Lugano e Nuova Delhi, il rapporto tra la controllata di Finmeccanica Agusta Westland e la Lega Nord. Ieri, i pm della procura di Napoli si sono precipitati in Svizzera per perquisire tutte le fiduciarie intestate a lui, Guido Raph Haschke, iscritto al registro degli indagati per riciclaggio e corruzione internazionale.

A rivelare il suo nome agli inquirenti è stato l'ex capo delle relazioni esterne di Finmeccanica, Lorenzo Borgogni, sentito più volte a Napoli e riascoltato recentemente anche dai magistrati di piazzale Clodio. Borgogni, che dice di averlo saputo in ambito aziendale - e dunque sul punto le verifiche sono prudenti e ancora in atto - racconta che proprio Haschke si sarebbe occupato della compravendita di 12 elicotteri Agusta Westland in India. Ad affidargli l'incarico, Giuseppe Orsi l'attuale amministratore delegato di Finmeccanica ma all'epoca al vertice di Agusta. Che gli avrebbe chiesto, a margine della consulenza costata in tutto 41 milioni, di mettere da parte altri 10 milioni di euro «per le esigenze» della Lega Nord.

Una vera e propria tangente, insomma, che sarebbe stata consegnata su indicazione di Giuseppe Orsi in persona, la cui vicinanza alla Lega Nord non è mai stata un segreto per nessuno.L'episodio raccontato e confermato da Borgogni, non sarebbe l'unico di cui si è occupato il consulente. L'ipotesi su cui lavorano i pm napoletani Vincenzo Piscitelli, Francesco Curcio, John Henry Woodcock e l'aggiunto Francesco Greco è che di meccanismi come questo le aziende del gruppo Finmeccanica ne abbiano creati anche altri. Una galassia di fiduciarie, tra le quali la principale sarebbe la Gadit, create per accumulare fondi neri destinati alla politica e che rappresenterebbero, spiega un investigatore, la «cassaforte delle tangenti». Tutte in Svizzera, dove Hascke ha da tempo la cittadinanza pur essendo nato e cresciuto in Italia.

Sotto la lente degli investigatori c'è in particolare la fiduciaria Gadit, intestata al consulente. Ma quelle perquisite e riconducibili a lui sarebbero anche altre. E in ognuna di queste, il consulente potrebbe aver nascosto una fetta di denaro da dare alla politica. Nelle scorse settimane, i pm napoletani avevano convocato Haschke come persona informata sui fatti, ma lui ha risposto di essere cittadino svizzero e che non sarebbe mai andato a Napoli se non sulla base di una rogatoria internazionale. In realtà l'imprenditore sessantenne con una passione per le corse in auto d'epoca, ha vissuto nella zona del torinese fino alla seconda metà degli anni '90.

Nell'ambiente industriale si è fatto conoscere prima di tutto come consulente per aziende fornitrici della Fiat che avessero intenzione di lanciarsi nel mercato internazionale. Si è fatto strada grazie al lavoro presso la Word Bank di Washington e un rapporto consolidato con alcune aziende torinesi vicine alla famiglia Agnelli. Quindi, lo spostamento in Svizzera e i contatti con Agusta Westland raccontati, sebbene indirettamente, da Lorenzo Borgogni di Finmeccanica.

La decisione di avviare rapidamente le perquisizioni in Svizzera è stata presa dai magistrati napoletani nei giorni scorsi, dopo l'ultimo interrogatorio di Borgogni e un incontro al vertice a Roma, a piazzale Clodio, coi magistrati romani che pure indagano su Finmeccanica. Alcune verifiche potrebbero essere avviate anche sulla Alenia Aermacchi, altra società del gruppo Finmeccanica, in cui da tempo lavora la moglie di Roberto Maroni, Emilia Macchi. Ieri mattina, Piscitelli e Curcio erano a Lugano, al fianco dei magistrati svizzeri, per assistere alle perquisizioni in tutte le fiduciarie. Il materiale raccolto - documenti e scritture contabili soprattutto - sarebbe moltissimo.

Lunedì 23 Aprile 2012 - 22:52 Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Aprile - 08:31
 
la UE ha mangiato la foglia e....
Nei prestiti alla Grecia spunta la clausola per pagare in dracme

Nei prestiti alla Grecia spunta la clausola per pagare in dracme- LASTAMPA.it

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Il commissario Ue Olli Rehn




+ La Ue punta al salvataggio obbligatorio


L’Ue imbarazzata: solo una precauzione

MARCO ZATTERIN

corrispondente da bruxelles
Pronti a tutto, anche a non trattare nella moneta di casa. E’ una mossa precauzionale e certo ispirata dalla flessibilità, quella della Bei, che ha cominciato a inserire un’inedita clausola nei contratti con Grecia, Irlanda e Portogallo - i tre paesi che Ue e Fmi hanno salvato dalla bancarotta per consentire di rimborsare i prestiti contratti in una valuta diversa dall’euro. «Così offriamo maggiori opportunità», assicurano fonti dell’istituzione lussemburghese. Vero. Però lo è anche che sarebbe una via di uscita qualora Eurolandia perdesse qualche pezzo, oppure si rompesse. Se Atene dovesse uscire, ad esempio, avrebbe pieno diritto di pagare in dracme.

«Processo alle intenzioni», si difendono alla Banca europea per gli investimenti, organismo comunitario che nel 2010 ha finanziato progetti per 72 miliardi, l’88 per cento dei quali all’interno dell’Unione europea. «E’ una procedura standard ha spiegato una portavoce -. In questa situazione di crisi e di alta volatilità la banca adegua i suoi contratti finanziari in diversi paesi, e non soltanto in Grecia. Il fatto che una società sia in grado di rimborsare in una valuta differente dalla sua non vuol dire che la valuta del paese debba cambiare». Se però dovesse succedere, la Bei sarebbe comunque in grado di incassare il dovuto. Non è una differenza da poco.

I greci lo hanno notato subito e il giornale Kathimerini che ha scritto la notizia non ha fatto i complimenti. Ha notato che la clausola sotto accusa è stata inserita a inizio aprile nel contratto per un finanziamento da 70 milioni firmato con la Ppc (Public power corporation), la società elettrica ellenica, per la costruzione di una nuova centrale a gas a Megalopoli, nel Peloponneso. All’occasione, la Bei avrebbe introdotto due novità: la possibilità di cambiare le regole del negoziato valutario e la scelta della legislazione britannica come foro a cui fare riferimento in caso di irregolarità del rimborso. Il quotidiano greco parla di un legame diretto fra la mossa e la possibile uscita dall’Eurozona.

La quale, ricordano da sempre i portavoce della Commissione, «non è prevista dai Trattati». Gli accordi su cui è basata la moneta unica, fissano procedure per accedere al club dell’euro ma non per abbandonarlo. Cosa che, secondo più osservatori, potrebbe invece essere uno scenario possibile per Atene qualora il pesante risanamento negoziato con Bruxelles non riuscisse ad andare in porto. Trovandosi troppo debole per ripagare il suo pensante debito, non avrebbe altra scelta se non gettare la spagna e ritorna alla dracma. «Pura fantascienza», dice un portavoce Ue.

Messa di fronte alla fonte di dietrologie, la Commissione Ue ha risposto con un certo imbarazzo, rinviando le domande alla banca di Lussemburgo. Amadeu Altafaj, portavoce del commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn, ha cercato di spegnere il fuco ricordando «che la comunità internazionale insieme con l’Europa ha adottato tutte le misure necessarie per aiutare la stabilità in Grecia e scongiurare il pericolo di una uscita dall’Eurozona». Sinora, almeno avedere l’andamento quotidiano dei listini e dei mercati, il messaggio non è passato come si sperava. Ieri nelle Borse s’è vissuta una delle peggiori giornate dell’anno, prova che chi compra e vende titoli continua a pensare che la tempesta che agita l’Ue in recessione sia lungi daleessere conclusa. Il che giustifica anche la cautela della Bei, per quanto involontaria e poco ortodossa sia.
 
In un anno il deficit/Pil dell'Irlanda scende di 18 punti. Il salvataggio è riuscito? Ecco i numeri del miracolo e a quale prezzo


di Antonio Larizzahttp://www.ilsole24ore.com/art/fina...ficitpil-irlanda-crolla-120916.shtml#comments


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Per salvarsi dal default l'Irlanda ha dovuto nazionalizzare le principali banche e chiedere l'intervento dell'Unione europea, che ha approntato un piano di salvataggio da 85 miliardi di euro, finanziato attraverso il fondo salva-Stati Efsf. Oggi, a poco più di un anno dal salvataggio, si iniziano a intravvedere i primi risultati della cura. Risultati migliori delle aspettative. E, sebbene la strada verso l'uscita del risanamento conservi alcune insidie, c'è già chi parla - forse con un eccesso di ottimismo - di "miracolo irlandese". Impressione confermata anche osservando l'andamento dello spread tra titoli irlandesi e Bund tedeschi negli ultimi due anni.
In Irlanda risultati migliori delle attese
I dati appena diffusi da Eurostat sui paesi a rischio parlano chiaro e infondono un certo ottimismo.

Nel 2011 la Spagna ha registrato un rapporto deficit-Pil pari all'8,5%, contro il 9,3% del 2010.

In Grecia il deficit è sceso dal 10,3 al 9,1%,

mentre in Irlanda dal 31,2 al 13,1%, un risultato impressionante, che conferma Dublino al primo posto nella classifica dei Paesi dell'Eurozona con maggior disavanzo nel 2011. L'Irlanda si conferma quindi il Paese messo meglio tra tutti gli Stati assistiti.
Ma quali sono i segreti di questo successo inatteso, almeno in tempi così brevi? Ecco alcune delle mosse messe in atto dal governo.
grafici

Spread tra titoli Irlandesi e Bund (a 10 anni)





http://www.ilsole24ore.com/art/fina...da-crolla-120916.shtml?articoli&uuid=AbGr0LSF


Accesso al credito garantito
In Irlanda, dopo la crisi, sono rimaste di fatto due sole banche (Bank of Ireland e Allied Irish), avendo le altre determinato, largamente, la bolla immobiliare ed essendo esplose, letteralmente, con la bolla stessa. I due istituti una volta ricapitalizzati hanno ricominciato a garantire credito. E il meccanismo è ripartito. Favorendo ripresa e crescita del Pil.
La corporate tax attrae le multinazionali del web
L'Irlanda ha confermato la sua politica fiscale, mantenendo la corporate tax al 12,5%. Questo ha attirato i grandi nomi del web: Twitter, Google, Intel, CitiGroup, Dell, Facebook, per citare i più noti.



Creditori ripagati con case e terreni pignorati
L'Irlanda ha poi trovato una soluzione originale al bailout che ha coinvolto le sue banche nel corso della crisi finanziaria che ha portato alla cancellazione di crediti inesigibili per 32 miliardi di euro. Il National Asset Management Agency, l'agenzia creata come bad bank di titoli tossici, ha offerto ai propri creditori appartamenti e appezzamenti di terreno pignorati nel corso dello scoppio della bolla immobiliare, in cambio dell'azzeramento dei propri crediti per un ammontare di 67,5 miliardi di euro.



Bene l'export: venduta anche la carne dei purosangue
L'Irlanda è anche tra i paesi dove, sempre secondo Eurostat, nel 2011 sono stati registrati i surplus più grandi.

Al primo posto si piazza la Gerrmania (+13,1 miliardi nel mese di gennaio 2012),

seguita dall'Olanda (+4,2 miliardi)

e, appunto, l'Irlanda (+3,2 miliardi). In particolare, nel primo trimestre del 2011 le esportazioni di Dublino hanno fatto segnare un +3,1%, per poi ripiegare a +1% nel secondo trimestre. Una curiosità: a trainare l'export, anche la vendita della carne equina - molto richiesta sul mercato. La carne dei purosangue finiti nei mattatoi nazionali mentre si inaspriva la crisi degli allevatori. E destinati alle macellerie dell'Unione.


I nodi ancora da sciogliere
Certo, il miracolo è lungi dall'essere compiuto. Sempre nel 2011 il rapporto deficit/Pil più alto registrato in Europa è stato quello dell'Irlanda (13,1%), seguita da Grecia (9,1%) e Spagna (8,5%). E l'Irlanda è ancora tra i 14 stati membri che hanno un livello di debito superiore al 60%. Insieme a Grecia e Italia. Ma a differenza di questi ultimi due paesi, visti gli ultimi dati, l'Irlanda sembra in grado di rispettare l'impegno preso con l'Europa in occasione del salvataggio: raggiungere, nel 2012, un deficit pari all'8,6% del Pil.
 
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