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Finmeccanica nella bufera: Guarguaglini verso dimissioni
Titolo in caduta libera dopo le indagini su finanziamenti illeciti e giri di fatture false
Oggi, ore 17:42 -
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PRESTO CDA SU CASO ENAV-SELEX. PRESIDENTE GUARGUAGLINI DOVREBBE DIMETTERSI
Il titolo Finmeccanica è nella bufera, con perdite anche oggi oltre il 5%, che cumulate con quelle delle ultime tre settimane, hanno portato a un crollo del 36% dall’inizio del mese. L’accelerazione delle perdite è dovuta all’inchiesta sugli appalti Enav-Selex Sistemi Integrati, che ha portato all’arresto del direttore vendite di Selex, Manlio Fiore e all’autosospensione del direttore per le relazioni esterne di Finmeccanica,
Lorenzo Borgogni, braccio destro dell’attuale presidente Pier Francesco Guarguaglini.
Secondo quanto si apprende, lo stesso presidente avrebbe annunciato la convocazione a breve di un cda straordinario, con all’ordine del giorno proprio il caso giudiziario, che sta travolgendo i vertici della società. Ci si attende che Guarguaglini rassegni le dimissioni, oppure che rimetta le deleghe pesanti alle strategie e alle relazioni esterne. Tutto questo, mentre è già in corso un cda straordinario di Selex Sistemi Integrati, per discutere degli arresti di Fiore e della posizione dell’amministratore delegato Marina Grossi, moglie di Guarguaglini, entrambi indagati nell’inchiesta. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, nei verbali dell’interrogatorio dello scorso gennaio, Borgogni avrebbe ammesso di avere ricevuto mazzette dalle società con cui Finmeccanica intratteneva rapporti, per un totale di 5 milioni e 600 mila euro.
A rischio la posizione della Grossi, su cui pendono accuse di corruzione, false fatturazioni e frode fiscale, nell’ambito dell’indagine Enav, il cui ad Guido Pugliesi è agli arresti domiciliari.
La vicenda si alimenta di un capitolo politico, che vedrebbe coinvolti diverse personalità di spicco del centrodestra, che avrebbero agito per piazzare uomini a loro vicini ai vertici delle società.
Il legale del manager Borgogni ha, tuttavia, precisato che il fatto di ammettere da parte del suo assistito di avere agevolato alcune relazioni tra i vertici aziendali e i livelli istituzionali non implica che egli abbia in alcun modo ricevuto un qualche beneficio diretto e illecito da tale operazione.
TITOLO GIU’ ANCHE PER I CONTI IN ROSSO DELL’ULTIMA TRIMESTRALE
Come se non bastassero gli scandali giudiziari, in realtà, anche i fondamentali della società stanno giustificando il calo sostenuto delle azioni, che oggi valgono intorno a tre euro. La scorsa settimana, i dati dell’ultima trimestrale hanno esitato un trend molto negativo, mostrando una perdita di 324 milioni nei primi nove mesi dell’anno, contro un utile di 321 milioni nello stesso periodo del 2010. Al contempo, gli ordinativi risultano in calo del 21% a 10,5 miliardi e anche il portafoglio ordini scende del 5% a 12,2 miliardi.
Il risultato operativo adjusted risulta in rosso per 767 milioni, il margine operativo in calo dell’1,5% e la variazione di cassa in negativo di 1,6 miliardi. (F
inmeccanica in crisi, obbligazioni sotto pressione)
L’indebitamento netto scende, invece, del 5% a 4,6 miliardi, così come gli investimenti in ricerca e sviluppo restano fissi al 10% dei ricavi, ma scendono in valore assoluto, per effetto del calo dei ricavi stessi.
Per questo, la scorsa settimana l’ad Giuseppe Orsi aveva annunciato un piano drastico, per contenere entro un anno l’indebitamento netto a 2,5 miliardi, il che avverrebbe sia abbattendo i costi che attraverso la vendita di alcuni asset.
Su quest’ultimo aspetto, si sta puntando a
vendere Ansaldo Breda, il 55% di Ansaldo Energia, la partecipazione nella società americana DRS Technologies, che porterebbe nelle casse di Finmeccanica 600 milioni di dollari, il 15% in Avio e la partecipazione del 25% nella società missilistica europea MBDA.
Riguardo ai costi generali e amministrativi, si prevede un loro abbattimento di 30 milioni nel 2012 e di 100 milioni nel 2013, mentre non sarà distribuito l’utile relativo al presente esercizio. In relazione all’esercizio 2010, l’utile distribuito era stato di 258 milioni.
L’obiettivo sarebbe di riportare la società all’utile verso la fine dell’anno prossimo, cosa che avverrebbe solo se il piano fosse messo in atto sin da ora, senza tentennamenti.
Al momento, Finmeccanica vale meno di 2 miliardi e solo il controllo del Tesoro per il 34% non ha consentito fino ad oggi che fossero effettuate scalate per rilevarne il controllo. Ma dati i prezzi appetibili, è probabile che si possa fare avanti qualcuno, per tentare di scalare la società.
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