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Rimini, due lucciole nelle grinfie del fisco: non dichiaravano redditi ma avevano beni di lusso
Rimini, due lucciole nelle grinfie del fisco: non dichiaravano redditi ma avevano beni di lusso | tiscali.notizie
Non dichiaravano alcun tipo di reddito, ma avevano una casa in centro e una macchina di lusso di loro proprietà. Sono le due escort fermate dalla Guardia di finanza di Rimini che, dopo le opportune verifiche, dovranno versare quanto hanno evaso negli ultimi anni. Le "sfortunate" lucciole, come racconta Il Corriere di Romagna, sono le prime di una lista destinata ad allungarsi se i futuri pronunciamenti delle varie commissioni tributarie daranno ragione al lavoro delle Fiamme Gialle che hanno incrociato i dati patrimoniali delle due donne con le dichiarazioni dei redditi.Lo ha stabilito una sentenza della Cassazione - La chiave di volta - come ricorda il quotidiano romagnolo - è una sentenza della Corte di Cassazione del 13 maggio 2011 che ha risolto positivamente la questione relativa alla tassazione (imponibilità) dei proventi derivati dalla attività di meretricio, ribaltando il precedente pronunciamento della commissione tributaria competente. Una volta fatte legittimamente le pulci a conti bancari e patrimoniali, si determina un'inversione dell'onere della prova, a carico del contribuente. Se le due donne dovessero raccontare che si tratti di regali di facoltosi clienti, sarebbero questi ultimi a tremare.
Rimini, due lucciole nelle grinfie del fisco: non dichiaravano redditi ma avevano beni di lusso
Rimini, due lucciole nelle grinfie del fisco: non dichiaravano redditi ma avevano beni di lusso | tiscali.notizie
Non dichiaravano alcun tipo di reddito, ma avevano una casa in centro e una macchina di lusso di loro proprietà. Sono le due escort fermate dalla Guardia di finanza di Rimini che, dopo le opportune verifiche, dovranno versare quanto hanno evaso negli ultimi anni. Le "sfortunate" lucciole, come racconta Il Corriere di Romagna, sono le prime di una lista destinata ad allungarsi se i futuri pronunciamenti delle varie commissioni tributarie daranno ragione al lavoro delle Fiamme Gialle che hanno incrociato i dati patrimoniali delle due donne con le dichiarazioni dei redditi.Lo ha stabilito una sentenza della Cassazione - La chiave di volta - come ricorda il quotidiano romagnolo - è una sentenza della Corte di Cassazione del 13 maggio 2011 che ha risolto positivamente la questione relativa alla tassazione (imponibilità) dei proventi derivati dalla attività di meretricio, ribaltando il precedente pronunciamento della commissione tributaria competente. Una volta fatte legittimamente le pulci a conti bancari e patrimoniali, si determina un'inversione dell'onere della prova, a carico del contribuente. Se le due donne dovessero raccontare che si tratti di regali di facoltosi clienti, sarebbero questi ultimi a tremare.