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911

Piano piano
sulle farmacie..uno che ci bazzica mi ha appena scritto

"ma lo sai ora? e' NORMALE sta pratica"


da 20 anni lavoro in farmacie private e uno schifo come nel filmato non l'ho mai visto, mi chiedo come facciano i miei colleghi (non titolari di farmacia) a lavorare per deliquenti del genere.

Ps: le asl hanno il dovere di fare dei controlli, forse da quelle parti questa usanza non c'è
 

tontolina

Forumer storico
Ciao, beh allora proprio non riesci a guardare a 360°.................vabbè, chissà che un giorno non succeda e allora ...........:down:
ieri sra l'ex ministro leghista castelli è stato bistrattato da un Operaio Sardo
nella trasmissione di SEVIZIO PUBBLICO
[ame=http://www.youtube.com/watch?v=_v_Ko-h6n90&feature=related]Operaio a Castelli: Non mi rompere i coglioni! - YouTube[/ame]
 

tontolina

Forumer storico

MARCO12

Forumer storico
se la cancelliera non fa gli eurobond poi le mercedes e q-cells se

tipo azioni | isin de0005558662 | mercato xetra

se li mangierà leri....vuoi che copriano i nostri tetti con il tuo fotovoltaico??bene permetterci di andare in banca a prendere i soldi al 3% e non al 7%...fai scendere lo spread altrimenti il fotovoltaico te lo nmangerai a colazione...

http://it.finance.yahoo.com/q/ta?s=q...l&q=l&p=&a=&c=


i compiti li stiamo facendo,si puo fare ancora di piu sopratutto tagliando del 50% lo preco della spesa politica e pubblica e le pensioni fuori di senno....si puo fare tanto sull'evasione e speriamo che il professor monti inizi prorpio dai professori con le lezioni private...sono stufi di pagare in nero x i miei zucconi...
Percui la cancelliera o vuole gli eurobond che porterebbero i tassi nell'eurozona uguali x tutti o lei se ne esce x favore....non possiamo stare insieme e farci battaglia fra di noi con tassi che vanno dal 30 a zero??? Come fa una azinda greca o italiana a prendere i soldi in prestito x competere ad armi pari con un azienda tedesca che gli danno i soldi a zero!!!
O la cancelliera lo capisce questo o è meglio per tutto che se ne esca..si svaluterà l'euro cosi vendiamo di piu....
Basta deve decidere la germania...che ci ha distrutto con 2 guerre e adesso lo sta facendo con questa 3 guerra ..basta che si venda le sue auto e le sue celle fotovoltaico fuori dall'europa che prende anche incentivi...
Basta cancelliera
 

tontolina

Forumer storico
Fonsai: esposto Adusbef su valutazione Premafin e buonuscita Ligresti

Accertare la "super valutazione" di Premafin da parte di Unipol e la buonuscita garantita alla famiglia Ligresti. E' quanto chiede l'associazione dei consumatori Adusbef in un esposto inviato ieri alla Procura di Milano, dopo l'accordo non vincolante che prevede la fusione fra Unipol Assicurazioni e il gruppo Fondiaria-Sai. Adusbef, spiega il presidente dell'associazione Elio Lannutti, "ha chiesto di accertare, anche con l'acquisizione dei bilanci infragruppo degli ultimi tre anni, le ragioni di una super valutazione fatta da Unipol che strapaga l'azionista Ligresti in Premafin, ricapitalizza la holding per metterla in condizione di seguire l'aumento di capitale della controllata Fonsai e infine vara la fusione a quattro, tra Premafin, Fonsai, Milano Assicurazi
Unipol verso ingresso in Premafin, ok Finsoe - Notizie Investireoggi.it
Sembra fatta. Unipol, sta per fare il suo ingresso nella holding finanziaria Premafin.Lo ha confermato il segretario del consiglio di amministrazione di Fondiaria Sai e legale vicinissimo notoriamente ai Ligresti, Fausto Rapisarda, il quale, tuttavia, ha fornito alcuni dettagli dell’operazione, che riscrivono un pò le tappe, rispetto alle indiscrezioni delle scorse settimane.
UNIPOL IN PREMAFIN ATTRAVERSO AUMENTO DI CAPITALE – Ad esempio, si apprende che Unipol entrerà sì in Premafin, ma non attraverso l’acquisto delle quote in mano alla famiglia del costruttore siciliano, come sempre si era ipotizzato fino a ieri, bensì tramite un aumento di capitale da 400 milioni, che la holding effettuerà in modalità riservata. Dopo la sottoscrizione di tale aumento, Unipol dovrebbe diventare azionista di controllo, mentre i tre fratelli diluirebbero il loro capitale a una quota che non sembra ancora molto chiara, ma che viene indicata tra un minimo del 10% a un massimo del 25%, in ogni modo non garantendo loro più il controllo.
Tale modalità di ingresso in Premafin sarebbe conseguente ai rilievi della Consob, che ha chiesto ai vertici delle società coinvolte di rendere l’operazione più vicina al mercato. Questo garantirà a Bologna di evitare l’Opa su Premafin, per cui gli azionisti di minoranza sarebbero così trattati in modo equo, rispetto al piano inizialmente previsto, che era stato persino oggetto di un esposto alla Procura di Milano da parte di qualche associazione dei consumatori, in quanto mirato solo a salvare i Ligresti, garantendo loro anche una lauta buona uscita (76,9 milioni per la rilevazione delle loro quote del 50% complessivo e 14 milioni di euro, pari a 2,8 milioni all’anno per cinque anni, per un patto anti-concorrenza).




AUMENTO CAPITALE FONDIARIA SAI PIU’ FORTE – A questo punto, non solo Unipol arriverà a controllare Premafin, avendone sottoscritto l’aumento di capitale, ma procederà anche alla partecipazione all’altra ricapitalizzazione, quella in FonSai, che sarà maggiore del previsto. Al cda del 23 dicembre scorso si era parlato di un aumento di capitale tra 660 e 750 milioni, ma a causa di perdite maggiori delle previsioni, si è stabilito all’ultimo cda di aumentarlo di 1,1 miliardi. Pertanto, la quota che la holding di controllo dovrebbe così sottoscrivere ammonterebbe intorno ai 380 milioni, ma la compagnia bolognese potrebbe anche partecipare con risorse proprie.
Si è anche stabilito nell’accordo che sarà divulgato i prossimi giorni, dopo i cda delle rispettive società, che i Ligresti non ricopriranno alcuna carica nel nuovo assetto societario, ma anzi cesseranno le cariche attualmente da loro ricoperte, a fare data dalla sottoscrizione dell’accordo. (Fondiaria Sai: aumento capitale sale a 1,1 mld di euro)

AUMENTO CAPITALE UNIPOL ENTRO MAGGIO – Quanto alle tappe successive, esse sono in linea grosso modo con quanto trapelato già da giorni. Innanzitutto, si passerà per altri due aumenti di capitale, quelli di Unipol e di FonSai. I cda di queste due compagnie saranno convocati per approvare le linee dell’operazione, mentre entro marzo saranno convocate anche le assemblee dei soci, per arrivare ad effettuare la ricapitalizzazione entro maggio. Al contrario, l’assemblea straordinaria di Premafin è convocata successivamente, a maggio.
Quindi, le tappe sarebbero le seguenti:

Unipol e FonSai varano aumento di capitale a maggio e successivamente anche Premafin, la cui sottoscrizione sarà coperta da Unipol.

A luglio, ottenuta la certezza dall’Antitrust che l’operazione non comporterà l’obbligo di lanciare un’Opa a cascata, vale a dire sulla controllata FonSai, si metterà mano alla fusione a quattro tra le società Premafin, Unipol, FonSai e Milano Assicurazioni. Quest’ultima è una controllata FonSai e ha già attuato una ricapitalizzazione per 350 milioni la scorsa estate.
Il sigillo all’operazione ieri è giunto anche da Finsoe, la finanziaria di controllo di Unipol, che ha benedetto il piano varato dai vertici della controllata.
Tuttavia, il mercato pare non apprezzare il progetto di fusione e in mattinata tutte le quattro società coinvolte sono pesantemente in perdita a Piazza Affari, con un crollo del 30% registrato da Premafin, forse dovuto quest’ultimo all’aumento di capitale previsto. (Premafin sospesa, Fondiaria Sai a picco: lunedi nero dei Ligresti).
Unipol perde il 3,8%, FonSai il 9,2% e Milano Assicurazioni il 4,8%. Gli operatori sono scettici sulla possibilità che questa fusione possa comportare benefici per i bolognesi, in quanto si temono sovrapposizioni di business e la possibilità che il portafoglio Unipol peggiori qualitativamente, per effetto della commistione con quello (ritenuto qualitativamente più scadente) di FonSai.
 

tontolina

Forumer storico
dopo averci affamato
ci prendono anche per il qulo

I parlamentari si tagliano l'indennità
ma lo stipendio netto non cambia


I 1300 euro in meno al mese evitano che con il contributivo ottengano buste paga più alte.



ROMA - Via al taglio degli stipendi per i politici. Oppure no? Andando a studiare bene la sforbiciata approvata ieri si scopre che a fronte dei circa 200 parlamentari più importanti (dai presidenti di Camera e Senato ai presidenti di commissione) - per cui scatta un taglio del 10% dello stipendio pari a 300-400 euro in meno al mese per un risparmio complessivo delle due Camere valutabile in 7/800 mila euro - il deputato «semplice» continuerà a guadagnare circa 5.000 euro netti per la sola indennità grazie ad un taglio nominale di 1.300 euro lordi al mese che saranno accantonati in un fondo ad hoc. Al netto, inpratica, non cambia nulla.

L'escamotage. Com'è possibile? L'operazione serve ad impedire che - a causa del nuovo sistema di calcolo contributivo delle loro pensioni che si può scaricare dalle tasse - i deputati potessero ottenere paradossalmente buste paga più pesanti. In sintesi: per la maggioranza dei peones gli introiti rimarranno gli stessi mentre i parlamentari più importanti ci rimettono qualcosa. Ma vediamo nel dettalio le decisioni prese ieri dall’ufficio di presidenza della Camera cui oggi dovrebbe adeguarsi anche il Senato. Sui tagli delle loro spese le due Camere hanno infatti deciso di procedere in parallelo, per evitare disparità nei trattamenti di deputati e senatori. Il nuovo regolamento conferma anche che dal primo gennaio 2012 è sparito il vecchio e convenientissimo vitalizio ed è partito il calcolo della pensione dei parlamentari con il sistema contributivo. Un sistema che dovrà essere applicato anche ai dipendenti del Palazzo e che, come detto, per Montecitorio comporterà un taglio apparente delle indennità di 1.300 euro.

«Sacrifici». Un escamotage, quest’ultimo, per evitare che i tagli ai costi della politica, con il conseguente adeguamento del trattamento pensionistico dei parlamentari a quello del resto degli italiani, determinassero un aumento dell’assegno mensile del deputato che sarebbe emerso grazie al diverso trattamento fiscale dei versamenti contributivi. Nel caso dei vitalizi, infatti, la trattenuta veniva tassata mentre i versamenti contributivi sono deducibili cioè procurano un calo delle tasse. I 1.300 euro in meno, in ogni caso, verranno depositati in un fondo a tutela di eventuali ricorsi. «Si tratta di scelte sagge ed equilibrate - dice Renzo Lusetti - segretario di presidenza - in linea con i sacrifici che abbiamo chiesto agli italiani».

I portaborse.
Alla Camera (il Senato lo farà oggi), è stato inoltre deciso che potrà essere rimborsata in modo forfettario solo la metà dei contributi versati dal Parlamento per gli assistenti parlamentari. L’altra metà dovrà essere giustificata con fatture [insomma potranno incassare esentasse ed in nero solo la metà!]. «Entro un mese» annuncia inoltre il questore della Camera, Antonio Mazzocchi, presenteremo una proposta di legge per regolamentare la figura dei cosiddetti portaborse. Quanto ai deputati, uno studio esaminato dall’Ufficio di Presidenza della Camera dovrebbe finalmente porre fine all’infinita polemica sui guadagni dei parlamentari italiani comparati a quelli dei loro colleghi euroepi. I deputati italiani, infatti, secondo questo studio possono contare su una indennità mensile di circa 5.000 euro netti (escluse le diarie giornaliere che fanno incassare almeno altri 300 euro al giorno ed esentasse; bisogna inoltre sommare tutti quei privilegi che pagamo noi... ) a fronte dei 5.035 euro dei colleghi francesi, dei 5.110,31 euro dei tedeschi e dei 6.200 euro dei parlamentari europei.

Tetto per i manager pubblici. Per i dirigenti di authority, ministeri, agenzie, società pubbliche di vario titolo (ma non per Eni, Enel, Poste e altre aziende quotate) sta per scattare un tetto agli stipendi. I manager pubblici non potranno guadagnare più di circa 310mila euro lordi l’anno, ovvero della retribuzione del primo presidente della Corte di Cassazione.

Martedì 31 Gennaio 2012 - 08:59 Ultimo aggiornamento: 12:52
I parlamentari si tagliano l'indennit ma lo stipendio netto non cambia - Il Messaggero
 
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