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tontolina

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Il Fondo europeo di stabilità finanziaria (FESF) e il Meccanismo europeo di stabilità (MES) contro i popoli di Europa

- Damien Millet – Éric Toussaint – François Sana -
Tradotto da Curzio Bettio
In reazione alla crisi greca e di fronte al rischio rappresentato dal contagio delle crisi del debito sovrano, gli Stati membri dell’Eurozona, invece di aggredire il problema alle sue radici, nel maggio 2010 hanno istituito con grande urgenza il Fondo europeo di stabilità finanziaria(FESF).
Costituito in Lussemburgo, questo Fondo temporaneo (era previsto che doveva vedere la sua fine nel luglio 2013) [1], è stato concepito per rassicurare i mercati finanziari.
Il Fondo ha come obiettivo quello di assicurare la stabilità finanziaria dell’Eurozona, fornendo l’aiuto di urgenza a quei paesi della zona euro in preda a difficoltà finanziarie.
In buona sostanza, il FESF può fornire capitali freschi ai paesi che si rivolgono al Fondo per ottenere aiuto. Inoltre, ha la possibilità di acquistare i nuovi titoli del debito pubblico emessi sul mercato primario, a condizione che il paese in oggetto metta in opera un programma di austerità molto rigoroso e severo, che fa ricordare il sapore amaro della “salsa Fondo Monetario Internazionale” servita ai paesi del terzo mondo dopo gli anni ’80. [2]
Il FESF può anche intervenire sul mercato secondario, cosa che gli permette di alleggerire del carico le banche che possiedono titoli del debito pubblico dei paesi “a rischio”.
Come si finanzia il FESF? Il Fondo emette obbligazioni che sono garantite dagli Stati membri dell’Eurozona in proporzione della loro partecipazione al capitale della Banca Centrale Europea. Sulla carta, inizialmente la sua capacità di intervento consisteva in 250 miliardi di euro, poi si è arrivati ai 440 miliardi di euro, prima di arrivare ai 1.000 miliardi di euro, il 27 ottobre 2011.
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Malgrado tutti questi sforzi, gli Stati membri della zona euro non sono riusciti a riassicurare i mercati, che esigono sempre di più: “Proprio quando doveva essere designato a raccogliere centinaia di miliardi di euro dai mercati per far fronte alla crisi dei debiti sovrani, da quel momento il Fondo suscita la diffidenza degli investitori. Il FESF ha dovuto fare doppia fatica per scovare 3 miliardi di euro per andare in aiuto dell’Irlanda. E ha dovuto concedere un tasso di interesse decisamente elevato. In cinque mesi, il differenziale con i tassi tedeschi si è più che triplicato.[3]!”
In realtà, al di là degli effetti propagandistici dei diversi vertici europei, nel dicembre 2011 il FESF aveva a disposizione solo 20 miliardi di euro, che era riuscito con grande fatica a raccogliere sui mercati finanziari attraverso la via traversa della vendita di obbligazioni. [4] Si trattava di una somma proprio inadeguata rispetto alle necessità.
Inoltre, dal momento in cui il FESF aveva per missione quella di andare in aiuto degli Stati più indebitati dell’Eurozona e delle banche private sull’orlo dell’abisso del fallimento, il Fondo rischia di aggravare ancor di più l’indebitamento dell’Europa (particolarmente se entrano in gioco le garanzie degli Stati membri dell’Eurozona), contribuendo quindi all’esplosione della zona euro.
D’altra parte, la Commissione europea, completamente presa in contropiede dagli avvenimenti e messa a confronto con lo scacco del FESF, all’inizio del novembre 2011 ha chiesto un’accelerazione dei lavori con l’obiettivo di rinforzare la capacità di intervento di questo Fondo, ma tutto ciò non è servito a nulla.
Il mese successivo, il Consiglio europeo decideva di anticipare di un anno l’entrata in funzione dell’istituto successore del FESF, il Meccanismo europeo di stabilità (MES) [5], che a sua volta doveva costituire un’effettiva istituzione finanziaria internazionale, il cui paniere di intervento doveva essere fissato sui 500 miliardi di euro, comprensivi dei 250 del FESF.
Ben fornito in parte dagli Stati, nei fatti il MES sarà uno strumento permanente del trasferimento di ricchezza dai popoli alle banche. A dimostrazione di ciò, il quadro legale del MES sottometteva i popoli a fornire garanzie e fideiussioni alle banche.
Per istituire il MES, il Consiglio di Europa del marzo 2011 ha modificato l’articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea con il seguente collegato: “Gli Stati membri che usufruiscono dell’euro come moneta possono attuare un meccanismo di stabilità che sarà attivato quando si renderà necessario ed indispensabile per preservare la stabilità dell’Eurozona nel suo complesso. La concessione, a titolo del meccanismo, di tutta l’assistenza finanziaria necessaria sarà subordinata ad una stretta e rigorosa condizionalità. [6]”
L’articolo 9 del Trattato che istituisce il MES precisa: “ I membri del MES si impegnano in maniera irrevocabile e incondizionata a versare su richiesta il fondi esigibili dal direttore generale in virtù del presente paragrafo entro i sette giorni successivi alla ricevuta della suddetta domanda. [7]”
Gli articoli 27 e 30 accordano personalità giuridica al MES, che potrà intentare procedimenti giudiziari (per esempio, contro uno Stato che non versa le somme richiestegli), ma godrà (come pure i membri della direzione e del suo personale) di immunità diplomatica.
Per di più, i documenti del MES non saranno assolutamente a disposizione per essere resi pubblici: “gli archivi del MES e tutta la documentazione che gli appartiene o che detiene sono inviolabili.”
(articolo 27)
Dopo gli accordi del dicembre 2011, il MES verrà governato secondo la regola della maggioranza qualificata: per essere valida, una decisione dovrà raccogliere almeno il parere favorevole dell’85 % di coloro che hanno diritto al voto; in precedenza era prevista l’unanimità. Questo conferisce un diritto di veto di fatto a tre paesi che detengono più del 15% dei voti: la Germania (27,1 %), la Francia (20,4 %) e l’ Italia (17,9 %).
Qualsiasi altro paese non potrà da solo opporsi ad una decisione del MES, come è avvenuto nell’autunno del 2011 nel caso della Finlandia o della Slovacchia.
In conclusione, ecco una istituzione che sarà permanente, antidemocratica, inattaccabile sul piano giuridico, occulta, e che potrà esigere, non importa quale sia il paese dell’Eurozona, con una scadenza di una settimana, miliardi di euro “in maniera irrevocabile e incondizionata”!
Questi sono segnali che non ingannano: l’Europa della finanza utilizza la crisi e la questione del debito pubblico per assumere i pieni poteri. Il suo credo è “austerità per i popoli!”
Note :
[1] Il Consiglio europeo di dicembre 2011 ha anticipato di un anno la sostituzione del FESF con il MES, nel luglio 2012.
[2] Damien Millet e Éric Toussaint, “60 domande, 60 risposte sul debito, il FMI e la Banca mondiale”, Bruxelles-Genève, CADTM-Syllepse, 2008.
[3] Marianne, 12-18 novembre 2011.
[4] Pierre-Henri Thomas, “L’Europa non tira fuori il suo bazooka », Le Soir, 10-11 dicembre 2011.
[5] Vedere il sito http://www.interpellation-mes.be
[6] http://www.european-council.europa….
[7] Per il testo del Trattato in inglese, vedere http://consilium.europa.eu/media/12…

Per concessione di Tlaxcala
Fonte: CADTM - Le FESF et MES contre les peuples d
Data dell’articolo originale: 01/03/2012
URL dell’articolo: TLAXCALA: Il Fondo europeo di stabilità finanziaria (FESF) e il Meccanismo europeo di stabilità (MES) contro i popoli di Europa


 

gecko

Forumer storico
Una storia che tutti dovrebbero leggere per riflettere a che punto siamo arrivati:
Mafia, stato, magistratura, carabinieri, sembra un racconto sudamericano, di quelli che pensi non possa accadere nel tuo paese
Vittima di camorra e dello Stato: Federcontribuenti denuncia abuso,
post pubblicato in Segreti di Stato, il 18 ottobre 2011
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Domani mattina intorno le 9, un giudice esecutivo, aiutato dalle forze dell'ordine e da personale del pronto soccorso butteranno in strada il sig. Orsino Luigi, affetto da grave insufficienza cardiaca: sfrattato dalla sua casa che ha salvato dagli attacchi della camorra ma non dagli attacchi dello Stato.
L'incredibile e raccapricciante storia di due persone, marito e moglie: Luigi Orsino ed Esposito Giuseppina. Giovani e rampanti avviano nel 1979 la loro attività che, nel corso degli anni, cresce e fiorisce fino ad interessare la camorra che vi entrerà, con prepotenza, attraverso un commercialista poi scoperto essere appartenente al clan Vollaro.
Il clan Vollaro è un clan camorristico operante nella zona est di Napoli, zona completamente messa a tappeto dalle estorsioni.
Inizialmente la famiglia Orsino paga il pizzo, lo paga con disgusto ma accettandolo come un compromesso al quale non ci si può opporre. Raggiunti da richieste sempre più alte di denaro da parte del clan, la famiglia Orsino, ricorre ad aiuti finanziari offerti da il loro amico di fiducia nonché loro commercialista dal 1979.
Questo commercialista, per anni amico di famiglia degli Orsini, si trasformerà in usuraio ed estorsore. Da bravo camorrista, il commercialista, punterà una pistola al suo ex cliente ed amico per fare bene intendere che non si scherza e tanto meno si ha la pazienza di aspettare soldi promessi. Gli interessi toccano il 400%. Orsini non riesce più a pagare, quindi il clan passa alle maniere dure: con violenza inaudita si appropria inizialmente di qualche immobile degli Orsini che sarà costretto a cedergli gratuitamente. L'avvoltoio non si accontenta, della preda, vuole pure le ossa. A questo punto falliscono le aziende: le banche pignorano il restante delle proprietà Orsini e, in modo rocambolesco, parte dei pignoramenti finiscono nelle tasche dei suoi aguzzini camorristi. Il prestito usuraio nascosto dietro una finanziaria dello stesso commercialista in seguito procedente della istanza di fallimento.
Il Giudice delle esecuzioni immobiliari del Tribunale di Nola si rifiuta di voler considerare il caso nel suo insieme e ritiene che non è sua competenza valutare i risvolti penali (denunciati alla Procura della Repubblica), relegando il caso a semplice fallimento doloso, quanto in realtà era sempre stato, e tale riconosciuto dallo stesso tribunale fallimentare, fallimento semplice non fraudolento.
Nel 2004 presentano denuncia alla Procura della Repubblica contro usurai ed estorsori, nessun magistrato li ha mai convocati. A convocarli i carabinieri di San Sebastiano a cui resero dettagliata deposizione circa i fatti riguardanti l’usura. Dal 2004 al 2010 silenzio da parte delle istituzioni e degli organi giuridici che hanno solo diviso in due tronconi il fascicolo iniziale: uno per l’usura ed uno per l’estorsione, nonostante si fosse dimostrato che i reati erano contigui e perpetrati da personaggi in complicità tra loro. ( Proc. N° 52969/05 e 11335/10. )
Nel giugno del 2010 il Giudice che si occupava delle indagini sull’usura ha archiviato la procedura senza neanche avvertire le vittime privandoli del diritto di un ricorso. Lo stesso giudice, pur archiviando la notizia, ha ritenuto di concedere ai coniugi i benefici previsti dall’art. 20 della legge 44/1999 (il 25/11/2010) che prevede la sospensione dei termini esecutivi per le vittime della criminalità organizzata: ma allora perchè ha archiviato il caso? La motivazione dell’archiviazione è che per il giudice, le vittime, avevano rapporti antecedenti con l'usuraio, dimenticando che nella denuncia, le vittime, avevano spiegato che il loro commercialista, nonché amico di famiglia, non lo sapevano membro del clan camorristico. Nel frattempo tutti i beni sono stati venduti forzosamente dal Tribunale, la casa in cui abitano è stata anch’essa venduta e domani mattina arriverà il giudice esecutivo. Minacce, intimidazioni, attentati di ogni genere: spari contro gli esercizi commerciali e l'abitazione, furto di automezzi, rapimento di un figlio (durato pochi minuti), la macchina della signora speronata, percosse al sig. Orsini, uccisione del cane a colpi d’arma da fuoco. Atti vandalici, un ordigno incendiario gettato nel cortile di casa, un individuo introdottosi nel giardino di casa ha aggredito la signora spingendola per le scale interne al giardino stesso.
In questa pazza storia, finita solo ieri pomeriggio nella mani della Federcontribuenti, si riscontrano gravi inadempienze e superficialità da parte degli organi giuridici investiti, dalle vittime per mezzo denuncia, del ruolo di tutori dei diritti e della giustizia. I coniugi Orsino non hanno potuto godere di una adeguata, quanto esperta, difesa legale: rimasti senza soldi, vivono della beneficenza della parrocchia, si sono dovuti mettere nelle mani di un legale d'ufficio.
Questa è una sfida che lo Stato non può permettersi di perdere.
La Federcontribuenti fa ufficiale richiesta agli organi preposti di sospendere il procedimento esecutivo a danno della famiglia Orsini. La Legge stabilisce che non si può procedere a pignoramento quando si è vittime della criminalità organizzata. Inoltre va ricostruita la vicenda giudiziaria, vanno periziati i conti correnti a provare la pratica dell'anatocismo, vanno spiegati i silenzi in procura. Per tanto, secondo i legali della Federcontribuenti, non sussistano i requisiti di Legge per procedere allo sfratto esecutivo, anzi, ritiene la vendita all'asta dei beni degli Orsini un ulteriore abuso.




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permalink | inviato da ROBERTALEMMA il 18/10/2011 alle 9:54 | commenti (0) |



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tontolina

Forumer storico
alla povera gente tagliano le pensioni
la sanità
gli asili nido
la scuola
ma a mediaset dei bei regali da 3 miliardi, dovuti per posizione dominante del suo padrone
mica poco nèèèèèèèèèèè

Manovra: Fli, su frequenze Tv da Governo illecito penale Dowjones
ROMA (MF-DJ)--"A maggior ragione in tempo di crisi dove il mancato introito da parte dello Stato anche di pochi euro si scarica sulle famiglie e sull'italiano medio, fermo restando che firmeremo e voteremo un emendamento che obblighi alla gara pubblica, ci sentiamo di porre all'Agcom e al Governo una semplice domanda: se l'assegnazione a Mediaset e Rai delle nuove frequenze digitali Tv e' a titolo gratuito, diciamo un simpatico cadeau per le aziende del Presidente del Consiglio, invece che mediante una regolare asta la quale potrebbe fruttare tre miliardi di euro, siamo sicuri che l'operazione non sia un vero e proprio illecito penale e contabile? Gradiremmo una risposta non a noi, ma agli italiani che in fondo sono gli 'azionisti' sia del Governo, sia delle Autorita' indipendenti, sia di noi parlamentari". E' quanto chiede Carmelo Briguglio, vice presidente vicario dei deputati di Fli. com/dar
(END) Dow Jones Newswires
August 22, 2011 04:35 ET (08:35 GMT)
“Il governo Monti e le frequenze Tv: delusione in arrivo” | News Finanza & Economia - Investireoggi.it

Attualità, Hot News
“Il governo Monti e le frequenze Tv: delusione in arrivo”

Il governo, deludendo molti, potrebbe proporre un'asta al ribasso per la vendita delle frequenze tv, favorendo nettamente Rai e soprattutto Mediaset


Sembrerebbe che il governo Montia sia riuscito a trovare un compromesso per la spinosa faccenda dell’assegnazione delle frequenze tv. Il governo Monti si è trovato fortemente pressato da Mediaset e, ovviamente, dal Pdl sulla questione.
Ma questo tema molto delicato potrebbe, insieme alla riforma della Rai e della Giustizia porre a rischio la stabilità dell’esecutivo di Monti.

A quanto sembra le frequenze tv saranno assegnate tramite una gara, il Beauty Contest, ma sarà una gara “Low cost”, quindi a prezzi stracciati.[equità e giustizia.... tutti devono pagare... i cittadini da un pezzo.....]

La cosa ovviamente non andrà certo a favorire emittenti locali e piccole tv, ma solo e soltanto Mediaset e il Cavalier Berlusconi.
Quindi ancora una volta, con grande disappunto di molti e grande delusioni di chi nella giustizia di questo governa credeva, la soluzione trovata sarà a favore di Mediaset.

La possibile soluzione

In Italia, è risaputo, il monopolio delle tv è detenuto dalla Rai e dalla Mediaset; le due aziende, insieme a Telecom Italia Media, secondo un fonte del governo, avrebbero incaricato una commissione per cercare di aggirare o chiudere la procedura di infrazione italiana nei confronti dell’UE; infrazione che ha provocato una sanzione dovuta al mercato distorto delle frequenze televisive nostrane.
Sul tavolo del governo, ed in particolare su quello del Ministro Passera ci sono tre passi da compiere per uscire da questa situazione e risolvere la faccenda:
1) cambiare le leggi di assegnazione delle frequenze tv tramite una nuova legge da votare in Parlamento (ma sinceramente, passerebbe una legge del genere con una maggioranza formata dal Pdl?);
2) il lancio di un nuovo bando di gara sulle frequenze tv italiane, dopo una riscrittura delle delibere Agcom in proposito;
3) Inviare alla Comunità Europea la nuova modalità di gara per ottenere l’approvazione e procedere con la gara di appalto.

Le previsioni non sono affatto rosee

Passera ha indetto una sospensione del Beauty Contest, ovvero l’assegnazione gratuita dei sei fasci di frequenze che si sono liberati col passaggio al digitale terrestre, fino al19 aprile, Per fare in modo di vendere le stesse tramite una gara; ma probabilmente la gara per l’assegnazione delle frequenze slitterà a fine anno.
Anche se Mediobanca ha valutato, tra le frequenze che dovrebbero essere liberate dall abnda larga entro il 2015 (l’Unione Europea, infatti, entro il 2015 rimetterà in sesto il sistema delle frequenze con una rimappatura completa), un valore di 1 miliardo di euro sulle frequenze, valutazione fin troppo ottimistica a parere di molti.
Ma il timore che serpeggi in questo momento è che, con la gara dei prezzi al ribasso, l’esecutivo di Monti venda a Rai e Mediaset le frequenze a largo spettro per poche decine di milioni di euro

La via del Governo

Quindi a questo punto il governo Monti prenderebbe la via più semplice per chiudere la partita delle frequenze tv, un compromesso al ribasso, una gara a prezzi stracciati che accontenterebbe il Pdl e Mediaset; infatti Mediaset non ha affatto intenzione di pagare cifre astronomiche per delle frequenze di cui, diciamocelo chiaramente, non ha bisogno, così ecco arrivare, quasi fatti appositamente per il Biscione, i saldi sulle frequenze, una svendita fuori stagione
 

Jailbreak74

Hic sunt leones
Il mio TP è 3.76€

sempre che la politica fiscale e quella energetica non muti

nuovamente lo scenario

e che il buon Fulvietto non ci abbia nascosto un AdC alle porte.

Anche perché mi risulta difficile arrivare a una PFN di 30 mld entro

il 2016 :D
 

tontolina

Forumer storico
Il mio TP è 3.76€

sempre che la politica fiscale e quella energetica non muti

nuovamente lo scenario

e che il buon Fulvietto non ci abbia nascosto un AdC alle porte.

Anche perché mi risulta difficile arrivare a una PFN di 30 mld entro

il 2016 :D
se taglia il dividendo del 20% non credo che ci sia un altro ADC

poi l'utile x azione è 0,44
per cui il TP ragionevole è appunto tra 3,52 e 4,40
cioè tra 8 e 10volte l'utile netto

tieni pure in debita considerazione che il rapp. debito/Mol è stato riportato entro i parametri di solvibilità a 2,5
 

tontolina

Forumer storico
Corruzione ed evasione due facce della stessa medaglia



Scritto da Enrico Zanetti
http://www.finanzaelambrusco.it/com...-due-facce-della-stessa-medaglia.pdf?type=rawhttp://www.finanzaelambrusco.it/com...ia.html?type=raw&tmpl=component&print=1&page=http://www.finanzaelambrusco.it/com...tZmFjY2UtZGVsbGEtc3Rlc3NhLW1lZGFnbGlhLmh0bWw=


Share3

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Allarmi e casi di cronaca, l’ultimo in Lombardia, continuano a susseguirsi sul problema della sempre più dilagante corruzione nella politica e nel settore pubblico, ma le iniziative legislative continuano a latitare. Bisogna riflettere con quella calma e quella prudenza che mai è stata invece ritenuta necessaria sul fronte della lotta all’evasione fiscale, per la quale provvedimenti istintivi e sommari assunti a furor di popolo costituiscono la regola degli ultimi anni. Eppure, evasione fiscale nel settore privato e corruzione nel settore pubblico sono due facce della stessa medaglia: entrambe sono comportamenti che impoveriscono la collettività, piegando la ragione comune all’interesse individuale. Anzi, se proprio si dovesse fare un’invero sciocca classifica di chi è più parassita tra l’evasore e il corrotto (sciocca perché parassiti lo sono entrambi e tanto basta), non vi è dubbio alcuno che il corrotto lo sia più dell’evasore, posto che quest’ultimo si prende quantomeno la briga di creare la ricchezza su cui omette, poi, di adempiere il proprio obbligo contributivo.
Perché, allora, la politica, le alte cariche istituzionali del Paese e i supertecnici con superstipendi che presidiano Pubbliche Amministrazioni, Agenzie e authority varie sostengono a spada tratta qualsiasi misura draconiana contro l’evasione fiscale, ma al tempo stesso condividono la necessità di procedere con i piedi di piombo sul fronte della corruzione? La risposta più maliziosa, ma oggettivamente anche più immediata, è che la loro non sia la battaglia di legalità dei padri della patria nel nome del bene comune, ma una semplice difesa dello status quo. Nell’istante in cui scarseggiano le risorse finanziarie per mantenere inalterato l’apparato statale, l’evasione fiscale diventa un reato che mette in pericolo lo status quo e, come tale, diventa meritevole di essere perseguito con quella determinazione che altre forme di illegalità assolutamente equivalenti non meritano, perché, evidentemente, non sono l’illegalità e l’equità il punto.
Se mai vedrà la luce in Italia un intervento legislativo serio contro la corruzione, è comunque auspicabile che esso non si concentri più di tanto sull’aspetto penale. Le pene possono essere inasprite, ma non è quello il punto decisivo, esattamente come non lo è per la lotta all’evasione fiscale, nonostante, anche nelle recenti manovre di Tremonti e di Monti, se ne abbia fatto ricorso a piene mani. Evasione e corruzione sono reati patrimoniali, frutto dell’ingordigia individuale. Lo spauracchio maggiore per chi li commette non è tanto farsi qualche mese o anno di galera (per poi tornare fuori e godere della propria malversazione), ma l’altissima probabilità, una volta scoperto, di vedersi portare via rapidamente il triplo o il quadruplo di quanto negli anni ha accumulato alle spalle della collettività.
Si dovrebbe applicare lo stesso trattamento anche per i corrotti. Se si ritiene che lo stato di emergenza sia tale da poter mandare in soffitta il garantismo patrimoniale nei confronti del presunto evasore fiscale, che ricorre al giudice, ma rimane comunque tenuto a versare almeno il 30% anche in pendenza di giudizio, si faccia altrettanto per il presunto corrotto, oppure non lo si faccia affatto.
D’altro canto, è difficile pensare che un’indagine condotta da un magistrato inquirente non possa vedersi riconosciuto lo stesso credito, in pendenza di giudizio, che già oggi viene riconosciuto a un accertamento fiscale condotto da un “mero” funzionario del Fisco. È indubbio che tutto ciò aumenterebbe ancora lo Stato di polizia finanziaria che sta venendo scientemente costruito, ma almeno ripristinerebbe quell’equilibrio che oggi manca totalmente e che, proprio in quanto assente, sta portando a dei veri e propri eccessi a senso unico.
Vivere in un Paese pieno di contribuenti che evadono e di politici e dirigenti pubblici che si fanno corrompere non è piacevole. Vivere in un Paese in cui è lo Stato stesso, con le sue leggi e quelle che mancano, a certificare che il politico o dirigente pubblico potenzialmente corrotto sia un sovrano da trattare con i guanti, mentre il cittadino potenzialmente evasore è un suddito da perseguire con ogni mezzo, va molto, ma molto oltre lo spiacevole.
 

Jailbreak74

Hic sunt leones
Inutile è piantata

molto probabile che in settimana ritesta i 2,80


in assenza di buone nuove non vedo come

si faccia a spalare tutta la m3rd4 che glia hanno

buttato addosso


cmq ritornato flat

:squalo: serve il 5% di indice per 6 tick di Enel

e l'indice a differenza di Enel è in ipercomprato

e una pausa potrebbe esserci




Cmq appena l'RSI da segnali incoraggianti
appena si schiarisce l'orizzonte rientro


:)
 
Stato
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