è tornato! Macchia nera è tornato!
Un Dottore troppo Sottile
02/05/2012 - Il ruolo nel Psi di Craxi. I riflettori della Seconda Repubblica. L'abbandono della politica. Il ritorno nell'era Monti. Le tante, troppe vite di Giuliano Amato. Che torna per insegnare allo Stato a risparmiare. Dall'alto della sua pensione da mille euro al giorno
di
Dario Ferri
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E’ stato ministro e poi premier, consigliere e poi leader, accademico e politico lontano dal teatrino banale dei partiti e capace di conquistare autorevolezza e stima degli avversari.
Il Dottor Sottile Giuliano Amato una personalità riuscita ad
attraversare tutte le ere della vita politica del paese. Sopravvissuto alle magagne della prima Repubblica ha avuto un ruolo di primo piano nella Seconda.
Ora il professore Mario Monti lo chiama a collaborare con il governo chiamato a trainare l’Italia fuori dalla crisi economica. Come lui pochi possono vantare un’immagine così immacolata.
Quanto meritata e quanto frutto della sua scaltrezza?
TANGENTOPOLI – Fu esponente nel Psi di Craxi, di cui fu vice. Le inchieste dei Tangentopoli non lo travolsero direttamente. Ma lui, il Dottor Sottile, fu il vice del segretario simbolo incontrastato dei finanziamenti illeciti ai partiti da privati sui quali indagava il Pool di Mani Pulite e che, uscito allo scoperto, provocò la caduta del vecchio regime partitocratico.
Correva l’anno 1992.
Fu scaltro Amato, allora numero due del Garofano ed ex braccio destro di Bettino a Palazzo Chigi, a minimizzare sulle responsabilità del capo. “In questo sistema si è generalizzata la tassa sui lavori pubblici, come a Milano. Così una quota del costo che debbo caricare per un’opera si traduce in una tassa che qualcuno si spartitrà”, raccontava al Corriere della Sera venti anni fa analizzando le ragioni del degrado che condusse il Paese ad essere strozzato dall’impero delle tangenti e della corruzione. Niente mazzette o favori. Amato parlava di “tassa”. Ed ovviamente, salvaguardava i partiti, tutti, soprattutto il suo. Sulle cause del fenomeno precisava: “Spesso si tratta di singoli. Ne sono convinto anche per il Psi”.
LA DIFESA DI CRAXI – “La colpa del partito – aggiungeva Amato – non è di essersi preso quei soldi, ma di aver caricato su quella gente che riceve i soldi. Il partito non ha preso denari. Provo a spiegare il peculiare del socialista da fare a pezzi, da eliminare. Dopo che ci siamo sciolti dai ‘giuramenti’, dal gramscismo, dal togliattismo, dal dogmatismo e da tutti gli ismi, molti marpioni dissero: ‘Questo è il partito che fa per noi, senza gli ismi’. Insomma, un partito dove era permesso tutto”. Salito a Palazzo Chigi come presidente del Consiglio della restaurazione nel giugno del ’92, assunse posizioni in difesa di Craxi che suscitarono malcontento anche all’interno dello stesso Psi. Le sue sortite a difesa del segretario inquisito divisero il partito tra chi sosteneva le gesta del premier una posa del cappello alla poltrona del leader e chi un semplice gesto di fedeltà e lealtà verso il capo storico del Garofano.
LA SECONDA REPUBBLICA – Scomparsi i partiti tradizionali, archiviata l’esperienza del partito Socialista, Amato non aderì a nessun partito e decise di non candidarsi alle elezioni del ’94 che avrebbero dato avvio al nuovo corso.
Ritornò a galla qualche anno più tardi, quando si avvicinò ai Demcoratici di Sinistra. Fu prima ministro delle Riforme e poi del Tesoro durante
i governi D’Alema I e II e poi nuovamente presidente del consiglio nel 2000 fino alla fine della legislatura (2001). Nel 2002 fu nominato dal Consiglio Europeo come vicepresidente della Convenzione Europea. eletto nuovamente parlamentare italiano nel 2006, fu nominato ministro dell’Interno da Romano Prodi, ed indicato, negli stessi giorni come possibili successori di Carlo Azeglio Ciampi alla presidenza della Repubblica. Nel 2007 fu membro del Comitato Nazionale del Pd che riuniva i futuri leader del nuovo partito del centrosinistra.
L’ADDIO ALLA POLITICA – Un anno più tardi (giugno 2008) arrivò l’addio alla politica. Lo ha ricordato Luca Sappino su
L’Espresso. “Sono i
n politica da cinquant’anni. Ho acquisito posizioni di preminenza offrendo idee ed esperienze. Posso continuare a farlo, finchè il cervello funziona, senza bisogno di un posto al governo o in Parlamento”, disse il dottor Sottile in un’intervista al Corriere. Nella stessa occasione spendeva parole di elogio per il suo vecchio leader politico. “Craxi – disse il Dottor Sottile – sarà ricordato come un grande statista e un grande politico, che a causa della gestione finanziaria del partito finì per rovinarsi e pagare anche per altri. In calce alle innovazioni degli Anni ’80 il suo nome c’è sempre”. E ancora: nel ’92 ”ho fatto quello che era giusto fare. Davanti all’inasprirsi dell’azione giudiziaria penale, contro persone arrestate magari per un semplice contributo elettorale,
ritenni giusto depenalizzare il finanziamento illecito. Ma non potevo cancellare dal codice penale la concussione o la corruzione”.
IL RITORNO – Oggi, arriva il ritorno alle poltrone che contano. Non dalle consuete porte principali di Montecitorio o Palazzo Madama, o Palazzo Chigi. Ma da quelle secondarie di una consulenza fornita dal governo. Un esecutivo che, per quanto tecnico, o accademico, si trova ad assumere importanti decisioni politiche. Il Consiglio dei ministri ad Amato ha conferito l’incarico di fornire al premier analisi e orientamenti sulla disciplina dei partiti per l’attuazione dei principi di cui all’articolo 49 della Costituzione, sul loro finanziamento e sulle forme esistenti di finanziamento pubblico, in via diretta o indiretta, ai sindacati. Questioni, di questi tempi, molto care a tutte le formazioni politiche.
1000 EURO AL GIORNO – Non è la prima volta che dopo l’annunciato abbandono che Amato si fa vedere dalla parte della politica avanzando proposte politiche. Poco più di un anno fa aveva proposto una tassa patrimoniale per mettere in sesto i conti pubblici del paese. Proprio lui che, dal primo gennaio 1998 – lo ha scritto Mario Giordano nel suo Sanguisughe –
percepiva una pensione Inpdap da ex professore universitario da 22.048 euro lordi, totale annuo di 264.577 euro, e una pensioncina da parlamentare di 9.363 euro lordi. Complessivamente assegni dal valore di circa 17mila euro netti al mese, 1064 euro lordi al giorno.