BUND-TBOND-VM99-se trikeko è magicooo cicciolina è verginee (2 lettori)
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dan24
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E' inarrestabile la corsa del petrolio: il greggio a New York ha fatto segnare un nuovo massimo, superando quota 108 dollari. Il rialzo, rispetto all'apertura delle contrattazioni, è stato impressionante: si era partiti infatti da quota 105. Intanto il vice presidente degli Usa, Dick Cheney, è volato in missione in Medio Oriente con lo scopo di convincere l'Arabia a fare pressione sull'Opec perchè aumenti la produzione di greggio.
Lo scopo di Cheney è di indurre tutti i Paesi produttori a rivedere le loro posizioni, in particolare ad aumentare le quote di produzione in modo che il prezzo scenda.
Pesanti sono state anche le parole del presidente venezuelano, Hugo Chavez, secondo cui un eventuale conflitto in America Latina spingerebbe i prezzi del petrolio a 200 dollari al barile. Dopo lo sconfinamento delle truppe colombiane nel territorio ecuadoriano infatti la situazione tra Caracas e Bogotà non è facile. E le tensioni potrebbero sfociare in un'ulteriore accelerata del greggio.
E preoccupazione per l'andamento delle quotazioni è stata espressa anche da Alessandro Ortis, presidente dell'Authority per l'Energia, che ha parlato di uno "tsunami" per il caro greggio. Dal primo aprile le tariffe rischiano di subire una nuova impennata, registrando un +3,9% per l'elettricità ed un +4,1% per il gas, con un incremento su base annuna di oltre 17 euro l'anno per la luce e di quasi 40 euro per il gas.
EFFETTI NEGATIVI LIMITATI GRAZIE A EURO FORTE
La moneta unica riesce, almeno in parte, a limitare i danni dei continui rincari petroliferi, come ha sottolineato in un'intervista Pasquale De Vita, numero uno dell'Unione Petrolifera. "Se nel 2007 non avessimo avuto un euro forte - ha spiegato - avremmo pagato benzina e gasolio dai 7 agli 8 centesimi in più. La bolletta petrolifera, cioè quello che il Paese ha sborsato per importare petrolio, nel 2007 sarebbe stata, senza l'effetto euro, di 2 miliardi di euro in più". "Noi soffriamo in Europa meno di quelli dell'area del dollaro" ha ricordato De Vita.
CARO- GREGGIO: COLPA DELLE SPECULAZIONI
E mentre il greggio sembra davvero non fermarsi più, le voci di speculazioni si fanno sempre più insistenti. Di questo parere anche Alberto Clò, presidente del centro studi Rie (Ricerche industriali ed energetiche). "Se si guardano i fondamentali reali" ha spiegato "la situazione di oggi è migliore di quella di un anno fa, quando il barile era a 50-55 dollari". Secondo l'economista, "la domanda cresce meno di quanto si attendeva ed è aumentata la capacità produttiva".
A spingere le quotazioni è dunque "la componente finanziaria" che rispetta logiche completamente diverse.
"Il petrolio è diventato l'investimento più redditizio e rende di più che gli investimenti sulle obbligazioni o sulle divise. A ciò si deve aggiungere la perdita di valore del dollaro che accentua la pressione della componente finanziaria".
"Se questa è la situazione" sottolinea l'economista "vi è poco da poter rispondere nel breve periodo. Serve una maggiore consapevolezza delle autorità internazionali". E ha anche poco senso chiedere ai Paesi esportatori di aumentare la produzione perchè "l'Opec produce quello che il mercato richiede e non si fa del male da solo".
questa è la ca.gata più grande che potevo leggere e sentire negli ultimi tempi...Cheney che vuole convincere gli arabi a fare pressione sull'opec per aumentare la produzione...BUAAAAAAAAAAAAA
E DOVE SE LA FICCANO LA EXTRA-PRODUZIONE SE LA DOMANDA SCENDE TRA LE CHIAPPE?...E POI GIORGINO VUOLE FAR SCENDERE IL PREZZO DEL PETROLIO??? MA IN CHE FILM?...
CHE STRUNZATE
Lo scopo di Cheney è di indurre tutti i Paesi produttori a rivedere le loro posizioni, in particolare ad aumentare le quote di produzione in modo che il prezzo scenda.
Pesanti sono state anche le parole del presidente venezuelano, Hugo Chavez, secondo cui un eventuale conflitto in America Latina spingerebbe i prezzi del petrolio a 200 dollari al barile. Dopo lo sconfinamento delle truppe colombiane nel territorio ecuadoriano infatti la situazione tra Caracas e Bogotà non è facile. E le tensioni potrebbero sfociare in un'ulteriore accelerata del greggio.
E preoccupazione per l'andamento delle quotazioni è stata espressa anche da Alessandro Ortis, presidente dell'Authority per l'Energia, che ha parlato di uno "tsunami" per il caro greggio. Dal primo aprile le tariffe rischiano di subire una nuova impennata, registrando un +3,9% per l'elettricità ed un +4,1% per il gas, con un incremento su base annuna di oltre 17 euro l'anno per la luce e di quasi 40 euro per il gas.
EFFETTI NEGATIVI LIMITATI GRAZIE A EURO FORTE
La moneta unica riesce, almeno in parte, a limitare i danni dei continui rincari petroliferi, come ha sottolineato in un'intervista Pasquale De Vita, numero uno dell'Unione Petrolifera. "Se nel 2007 non avessimo avuto un euro forte - ha spiegato - avremmo pagato benzina e gasolio dai 7 agli 8 centesimi in più. La bolletta petrolifera, cioè quello che il Paese ha sborsato per importare petrolio, nel 2007 sarebbe stata, senza l'effetto euro, di 2 miliardi di euro in più". "Noi soffriamo in Europa meno di quelli dell'area del dollaro" ha ricordato De Vita.
CARO- GREGGIO: COLPA DELLE SPECULAZIONI
E mentre il greggio sembra davvero non fermarsi più, le voci di speculazioni si fanno sempre più insistenti. Di questo parere anche Alberto Clò, presidente del centro studi Rie (Ricerche industriali ed energetiche). "Se si guardano i fondamentali reali" ha spiegato "la situazione di oggi è migliore di quella di un anno fa, quando il barile era a 50-55 dollari". Secondo l'economista, "la domanda cresce meno di quanto si attendeva ed è aumentata la capacità produttiva".
A spingere le quotazioni è dunque "la componente finanziaria" che rispetta logiche completamente diverse.
"Il petrolio è diventato l'investimento più redditizio e rende di più che gli investimenti sulle obbligazioni o sulle divise. A ciò si deve aggiungere la perdita di valore del dollaro che accentua la pressione della componente finanziaria".
"Se questa è la situazione" sottolinea l'economista "vi è poco da poter rispondere nel breve periodo. Serve una maggiore consapevolezza delle autorità internazionali". E ha anche poco senso chiedere ai Paesi esportatori di aumentare la produzione perchè "l'Opec produce quello che il mercato richiede e non si fa del male da solo".
questa è la ca.gata più grande che potevo leggere e sentire negli ultimi tempi...Cheney che vuole convincere gli arabi a fare pressione sull'opec per aumentare la produzione...BUAAAAAAAAAAAAA
E DOVE SE LA FICCANO LA EXTRA-PRODUZIONE SE LA DOMANDA SCENDE TRA LE CHIAPPE?...E POI GIORGINO VUOLE FAR SCENDERE IL PREZZO DEL PETROLIO??? MA IN CHE FILM?...
CHE STRUNZATE
dan24
Forumer storico
siamo alla pura follia.....ogni ca.zzo di dato di m.erda trogolo sudicio a favore dell'euro...tutti e dico tutti...IO E DICO IO DEVO SOLO ANDARE A FA.RE IN KULO...TESTA DI CAZZO DI NON SONO ALTRO ...ANCHE STAMANI MI DICEVA LONG DA 1,5355....NEANCHE MI SONO FLATTATO..NO SEMPRE DENTRO ADESSO CON 900K...IL SUICIDIO FINANZIARIO....PORKO DI QUEL GIORNO MALEDETTO DI M.ERDA...CHE NON HO CHIUSO A 1,44