CERCASI CONTROFIGURA... PER TUTTA LA DURATA DELLE FESTE NATALIZIE

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Nella folle notte delle spedizioni dell’antivigilia di Natale la CGT, il maggiore sindacato francese di sinistra,
taglia la luce ad Amazon dalle 23.30 sino alle 7.30 di questa mattina.

Ad essere colpita, come riporta Le Parisien, è stata la filiale di Blanc Mesnil che distribuisce oltre 50 mila colli al giorno.

L’operazione, tecnicamente oltre i limiti della legge, ma comune in Francia, fa parte della campagna di lotta contro la riforma pensionistica
che Macron vuole imporre a tutti i francesi, ma nel caso specifico si accompagna anche alla campagna contro gli eccessi lavorativi
richiesti ai propri lavoratori dal colosso delle vendite online americano: infatti, specificamente, si è richiesto all’azienda un’uguaglianza retributiva
fra tutti i centri ed un minor utilizzo del lavoro interinale, che viene invece impiegato in massa nel periodo natalizio.

Gli scioperi comunque proseguono e si calcola che il 50% della rete di trasporti pubblici francese sia ferma,
il tutto alla vigilia di Natale quando la gente si sposta per le vacanze o per ricongiungersi con le famiglie.

Gli scioperi andranno avanti ancora almeno sino a fine anno e la SNCF, la società ferroviaria francese,
ha annunciato che potrà garantire solo il 60% dei TGV nel prossimo weekend, invitando i cittadini a cambiare treno, se non ancora confermato.

I sindacati sembrano decisi a proseguire sino alla fine la propria lotta contro Macron e le manifestazioni dei Gilet Gialli sono ancora attive.
 
Le firme ci sono e il referendum si può fare.

Stiamo parlando ovviamente della consultazione referendaria sulla riforma costituzionale che prevede
la riduzione del numero dei parlamentari da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori.

Cosa comporta questo per la tenuta della legislatura?

Salvo sorprese le firme saranno depositate il 12 gennaio in Cassazione.

A quel punto la Corte di Cassazione ha 30 giorni per verificare la regolarità delle firme e l’ammissibilità referendaria.

Successivamente la palla passa al governo, che a sua volta ha 60 giorni per indire il referendum,
fissando la data non prima di 50 e non oltre 70 giorni dalla data in cui viene emesso il decreto.

Facendo realisticamente due conti, se il governo prendesse tutti i giorni a sua disposizione per indire il referendum confermativo,
questo potrebbe tenersi non prima del 31 maggio e non oltre il 20 giugno.

Va ricordato che l’art. 4 della legge costituzionale che ha tagliato il numero dei parlamentari prevede
che la riforma sia operativa a partire dal sessantesimo giorno successivo alla sua entrata in vigore,
quindi dopo il sessantesimo giorno dalla promulgazione del Capo dello Stato, in caso di esito confermativo del referendum popolare.

Ciò significa che se non si votasse prima, ItaliaViva, LeU, piùEuropa e forse altri partititi in via di formazione
rischierebbero di non eleggere nessuno dei loro al Senato e solo una spicciolata di deputati a Montecitorio.

Ma anche i 5Stelle per la verità non sarebbero messi bene.

Pericolo che si può evitare se le Camere fossero sciolte prima del referendum.

In tal caso la prossima Legislatura sarebbe a Costituzione vigente, cioè con 945 parlamentari fino al 2025,
col taglio dei parlamentari operativo solo dalla Legislatura successiva, salvo che il Parlamento
– nel corso della prossima Legislatura – non proceda a nuova riforma che abroghi quella attuale.

Una crisi di governo entro fine febbraio/inizi di marzo che metta il Presidente della Repubblica
nelle condizioni di sciogliere le Camere è dunque inevitabile se Renzi & Company desiderano ancora fare politica.

Certo, in soccorso dei giallo-rossi potrebbero arrivare i seggi della Carfagna, ma a quel punto
– di fronte alla possibilità di andare al governo col centrodestra – anche la ex modella
che convenienza avrebbe ad estinguersi politicamente come già successo a Alfano?

A questo punto consideriamo qualche data.

Le elezioni regionali si terranno il 24 o il 31 maggio, quindi sarebbe opportuno
– sia per una questione di costi che per una ragione di comodità – tenere le elezioni politiche contestualmente alle elezioni regionali.

Ciò vuol dire che le Camere andrebbero sciolte non oltre la seconda decade di marzo,
giusto in tempo per approvare una legge elettorale proporzionale e tenere contento Renzi e gli altri partiti di governo
sulle nomine più importanti nelle aziende di Stato, nomine che si possono fare anche con governo dimissionario.

Insomma, gira e rigira il problema dei “governativi” è quello di piazzare qualcuno dei loro nei posti-chiave
e attrarre un po’ di consenso, creando qualche problemino a Salvini col proporzionale.

Il referendum, giusto per non mischiare capre e cavoli, potrebbe a quel punto tenersi la seconda decade di giugno,
più o meno come già accaduto nel 2006: elezioni politiche ad aprile e referendum costituzionale a giugno.

Ci attende un nuovo anno ricco di sorprese.
 
Quando Pd e M5s decisero di andare al governo insieme, lo fecero lavandosi la bocca con la Costituzione contro i “pieni poteri” invocati da Salvini.

Bèh, la sapete una cosa? Pd, 5Stelle, ItaliaViva e LeU hanno approvato stanotte la legge di bilancio con soli due passaggi parlamentari
(non era mai successo, minimo son sempre stati tre) e senza alcuna possibilità per il Parlamento di emendare la legge (anche questo non era mai successo).

Altro che “pieni poteri”!

Lo scorso anno (maggioranza giallo-verde), la legge di bilancio fu approvata gli ultimi giorni dell’anno pur di garantire i tre passaggi parlamentari,
dove nel secondo passaggio vi furono importanti modifiche parlamentari in sede di commissione.
Ma nell’ultimo passaggio (il terzo) furono bruscamente contingentati i tempi ed il Pd fece ricorso alla Corte costituzionale.

La Consulta respinse il ricorso per inammissibilità, ma nelle motivazioni ebbe modo di affermare che – benché la procedura adottata fosse legale –
continuando con questo modo di operare si sarebbe gravemente svilito il Parlamento.

I giornaloni ne parlarono per settimane, accusando i “sovranisti” di calpestare il Parlamento.

Quest’anno è addirittura peggio, molto peggio.

Soli due passaggi (cosa mai accaduta) e nessuna modifica da parte delle Camere (cosa mai successa).


Ma giornaloni e media stanno zitti.

Se la democrazia parlamentare è uccisa da sinistra, allora tutto è consentito.


PD e 5Stelle volevano ridare centralità al Parlamento, ma lo hanno semplicemente calpestato.

Tanto poi i “fascisti” sono sempre gli altri.
 
Rilancio questa splendida sintesi di 7+ sempre sulle “SARDINE”, che elabora la situazione politica
e come le “SARDINE” cercano di sostenere un governo che non dovrebbe esistere
in base AI PROGRAMMI ELETTORALI delle elezioni politiche (nato solo grazie all’INCIUCIO DEI 5 STELLE),
partendo da una costola “OCCULTA” del PD, come spiega il file del prof. Ratto! E anche Vitangeli di 7+

“Non abbiamo consenso e lo stiamo perdendo sempre più (PD), dobbiamo fare in modo che la gente ci voti,
allora chiediamo un voto CONTRO SALVINI, COME PRIMA SOPRAVVIVEVAMO “COME ARGINE” A BERLUSCONI, PER FARE QUESTO SI USA L’ESCA DELLE SARDINE”


ESATTAMENTE COME LA FRANCIA. MACRON E’ STATO CREATO “CONTRO” LA LE PEN,
PER MANTENERE LA PRESA NEOLIBERISTA E FARE LE RIFORME LACRIME E SANGUE
CHE HANNO FATTO ESPLODERE LA PROTESTA IRRIDUCIBILE DEI FRANCESI (ONORE A LORO),
MENTRE DA NOI LE HANNO GIA’ FATTE TRAMITE IL PD
( “CI VUOLE IL GRENBIULE ROSSO PER NON FAR VEDERE GLI SCHIZZI DI SANGUE DELLA MACELLERIA SOCIALE”),
CUI LA STORIA LASCERA’ ETERNA IGNOMINIA (E ORA ANCHE AI 5 STELLE CHE SI SONO VENDUTI PER LA POLTRONA DA VERI MORTI DI FAME)

Quindi le SARDINE sono un'operazione di marketing PIDDINO per FOTTERE come al solito le masse,
in particolare le masse giovanili che ancora non hanno PROVATO SULLA LORO PELLE gli effetti delle politiche neoliberiste
con cui il PD ha devastato imprese e lavoratori per decenni e lasciato spolpare l’Italia dai potentati Finanziari europei.

Lo dimostra la nuova finanziaria che si scaglia in modo ignobile contro Piccole e Medie Imprese e commercianti come male assoluto dell’EVASIONE ITALICA.

Peccato che devastando loro, con una tassazione criminale del 65/68 % complessivo ,
distruggono la struttura produttiva del paese a favore delle multinazionali estere di cui sono gli SCAGNOZZI E I VICERE’,
DISTRUGGERANNO IL GETTITO FISCALE, PERCHE’ CHIUDERANNO CENTINAIA DI MIGLIAIA DI IMPRESE E COMMERCIANTI
PER PAURA DELLA DITTATURA FISCALE INSTAURATA….ANCHE L’IMPERO ROMANO CROLLO’ PER ECCESSO DI TASSAZIONE!!

Vitangeli unisce i puntini e spiega il ruolo dei media a libro paga della finanza nel lancio delle Sardine, come fu per Pisapia, movimento Tsipras, ecc., ecc.

Ma quello che spaventa sono i toni delle Sardine, che minacciano apertamente l’area politica di Salvini e la Meloni
ISTIGANDO L’ODIO NELLE MASSE GIOVANILI ITALIANE SPROVVEDUTE, cosa che potrebbe portare a una nuova strategia della tensione.

“ O Babbo Natale PORTALE VIA QUESTE PIETOSE SARDINE O BELLA CIAO, BELLA CIAO…..”

Cari italiani non fatevi prendere per il cu…ingannare come polli!

Il 2020 può essere l’anno della svolta, del recupero della Costituzione Italiana, in particolare nella sua PARTE ECONOMICA
che vincola l’Italia ad essere pienamente sovrana, A PERSEGUIRE LA PIENA OCCUPAZIONE TRAMITE
UN FORTISSIMO INTERVENTO DELLO STATO NELLA PROPRIETA’ E GESTIONE DEI SERVIZI ESSENZIALI
E DEI MEZZI DI PRODUZIONE DELLA RICCHEZZA STRATEGICI!!

Cari italiani pretendete che i candidati dei partiti siano persone preparate, SENZA PROBLEMI DI EGO IPERTROFICO ALLA RENZI,
senza psicopatie (1) (2) e con una professione già avviata (basta vedere cosa riescono a fare 3 persone competenti come Borghi, Bagnai e Rinaldi nella Lega),
basta con il motto “CHI NON HA NE ARTE NE PARTE IN POLITICA GIOCHI LE SUE CARTE”!!
Dopo il M5S LA MISURA dei “dilettanti allo sbaraglio”, della politica come posto di lavoro, della carriera politica basata sulla “lingua” e non sul cervello…..E’ AMPIAMENTE COLMA!!

ITALIA LIBERA, SANA, SOSTENIBILE, EQUA, EQUILIBRATA E SOPRATTUTTO SOVRANA.


questi due video di 2 stimati professori in medicina fanno capire che forse è l’ora di mettere di farci governare da malati mentali
ossessionati dal potere come compensazione delle loro malattie mentali.

Impressionante il secondo video SU MACRON!
 
L’incresciosa vicenda di Asti – il Tribunale pronuncia sentenza prima che la difesa abbia esposto le proprie ragioni – non deve farci gridare allo scandalo.

Deve farci riflettere.

Da troppo tempo, tolleriamo che si predichi ai quattro venti un’ideologia che, di questo fatto, è la causa.

Perché disperdere le prove raccolte in indagini, senza l’intervento della difesa?
Perché, quando cambia il giudice (quello che dovrà decidere il destino di una persona, mica uno di passaggio),
ricominciare tutto daccapo e non accontentarsi dei verbali già raccolti?
Perché, dunque, ascoltare la difesa?
Vorrete mica sostenere che il Tribunale non sa che cosa fare?
Vorrete mica essere così sfrontati da ritenere insufficienti le indagini del pubblico ministero?

Ecco dove siamo arrivati. Siamo arrivati qui.

Le cose capitano quando esistono le condizioni che lo consentono, o, peggio, lo favoriscono.

Dietro i progetti di semplificazione del nostro mirabile Guardasigilli c’è il disegno di cancellazione di quelle forme che,
secondo lui e i suoi ispiratori, sono delle semplici perdite di tempo, che ostacolano la punizione dei colpevoli.

La vicenda di Asti, quindi, leggetela in questa prospettiva.

Ma a tutti coloro che protestano per la clamorosa “gaffe” del Tribunale di Asti, ricordo l’incipit di uno dei libri più belli mai letti,
“Il mistero del processo” di Salvatore Satta, giurista il cui solo nome dovrebbe fare impallidire l’intrepido Presidente del Consiglio.

Satta apre “Il mistero del processo” dicendo “Narrano le storie che...”.
Le storie di cui parla Satta raccontano che, nel 1792, mentre il Tribunale Rivoluzionario era intento a giudicare un drappello di ufficiali fedeli al Re,
una folla inferocita fece ingresso nell’aula urlando: “Dateli a noi!”.

Il Presidente del Tribunale, tendendo il braccio, zittì i rivoltosi ed affermò perentoriamente: “Gli accusati sono sotto la spada del Tribunale”.

Pensate voi, dice Satta, che quegli sciagurati avessero speranza di salvezza? No, nessuna speranza.
Li aspettava il patibolo, già allestito per l’occasione. E allora perché giudicarli, chiede l’Autore?
Per dare legittimazione ad una condanna già scritta; per rivestire di forma l’inesorabile.

Quelle “storie” di cui parla Satta non sono cambiate; continuano a raccontarci le stesse cose.
Oggi, però, abbiamo fatto un passo in avanti: le forme non sono più fonte di legittimazione della decisione,
ma un intralcio da eliminare, per consentire che la giustizia del popolo faccia il suo corso.

A chi pensa che io stia parlando dei magistrati, rispondo così: io parlo di voi; io parlo di quelle ignobili idee giacobine che vi ispirano;
parlo della vergogna che dovreste provare al solo pensiero delle sciocchezze che avete in zucca; parlo dei pericoli che corre la democrazia, a causa vostra.

Dei magistrati che condividono il vostro pensiero, non degli altri ai quali va tutto il mio rispetto, non parlo: io non parlo della servitù. Non è elegante.
 
Tutti i media si stanno occupando di quello che potremmo chiamare l’affaire Gregoretti.

Non conosco, com’è ovvio, le carte processuali, esclusa la richiesta di archiviazione pubblicata nei giorni scorsi,
e non le possono conoscere neanche però quelli che si sono lanciati a testa bassa con proclami giustizialisti, e mi limiterò a qualche pensiero.

Nonostante vi sia chi fa di tutto per render il quadro fluido, evanescente, dove tutto è possibile, come il suo contrario,
c’è un dato oggettivo indiscutibile: esiste ancora, sebbene sempre più solo sulla carta, un principio,
fondamentale in ogni ordinamento democratico, quello della separazione dei poteri.

È un principio di garanzia, sempre più bistrattato, se non ignorato, attraverso lo strumentale utilizzo di altro,
altrettanto importante principio, e cioè l’uguaglianza di tutti di fronte alla Legge.

Osservando le vicende politiche, giudiziarie e politico–giudiziarie, o viceversa, che poi è uguale, degli ultimi decenni,
si può notare una sempre maggiore invadenza di alcuni magistrati nel campo della politica.

I magistrati debbono certamente perseguire i reati, da chiunque commessi e quindi anche dai politici,
ma se uno di loro compie un atto politico, di governo, interloquendo con altri Stati, vi sembra normale che quel che fa,
e di cui deve rispondere all’elettorato, possa esser messo in discussione da altro organo dello Stato,
che certo non ha poteri, né prerogative di indirizzo politico del Paese?!


Questa invasione si risolve in un palese tentativo di influenzare e condizionare l’azione politica in senso stretto, altro che adempimento a un dovere!

Se un governo porta avanti una certa politica e interloquisce e tratta con altri governi, non è attraverso lo strumentale
e distorto utilizzo del principio di obbligatorietà dell’azione penale, che i magistrati possono andare a mettersi di mezzo.

Nel caso Gregoretti, alcuni dati sono certi, e cioè che l’azione dello Stato era indirizzata a garantire il rispetto delle Leggi e dell’ordine pubblico,
confrontandosi con i governi interessati sul tema ancora irrisolto della ripartizione, e certo non a sequestrare chicchessia.

E il reato per cui vorrebbero processare Salvini, neppure sussiste tecnicamente, perché per la sua sussistenza
occorre una condotta materiale molto precisa: la privazione della libertà di movimento!


Il permanere, assistiti, curati rifocillati, a bordo di una nave, e non su una di quelle bagnarole con cui hanno attraversato il Mediterraneo,
in attesa del completarsi del complesso iter amministrativo, di cui il primo problema è costituito dall’identificazione,
può esser assimilato alla privazione della libertà di cui parla il codice?!


Anche a lasciar da parte il fatto che, in qualsiasi Paese, si entra rispettandone le Leggi,
e quei signori entrando senza titolo le hanno violate, sequestrare una persona significa, sia per l’italiano che per il codice penale,
sottrarle volontariamente e illegittimamente la libertà.

Nel caso dei c.d. “naufraghi”, “profughi”, “migranti”, o come volete chiamarli, non avendo titolo per entrare in un Paese,
ove siano sbarcati, comunque NON possono circolare liberamente, tant’è che vengono portati in specifici centri di raccolta dai quali NON possono uscire.


E allora?

Qualcuno vuol dire che il sequestro di persona permane anche dopo lo sbarco?!

Signori, qualcuno si rende conto dell’abnormità di queste affermazioni!?

Ci sarebbe ancora molto da dire, ma lo spazio è quello che è, e passiamo all’altro tema scottante si cui si stanno dibattendo tutti.

Il Presidente del Consiglio e il vice hanno affermato, urbi et orbi, di non aver saputo nulla della questione della nave Gregoretti.
Lasciamo perdere i documenti che Salvini ha preannunciato produrrà, ma davvero qualcuno può credere a questa baggianata!?


Quei due vogliono far credere che mentre l’intero Paese, tutti i media, nessuno escluso, dibatteva della sorte di quelli a bordo di quella nave,
e soprattutto di quel che pubblicamente, più volte al giorno, diceva Salvini, loro non ne sapevano nulla!?

E allora, dato che è impossibile che non sapessero nulla, e che quindi oggi mentono in modo spudorato,
spieghino loro perché, se non erano d’accordo con il Ministro dell’Interno, nonché vice premier, non hanno fatto né detto nulla allora.


Se fosse così allora sarebbe veramente preoccupante, non per Salvini, per la Gregoretti, per i migranti, o per la magistratura … ma per noi!

Significherebbe che il Presidente del Consiglio e uno dei suoi due vice in questo Paese, non sanno cosa accade dentro casa loro!
 

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