CERCASI CONTROFIGURA... PER TUTTA LA DURATA DELLE FESTE NATALIZIE

Tanti auguri "primaverili" di buon Natale e felice anno nuovo da Alice Bel Colle

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Bel panorama anche dalle tue zone ;)

Questa foto l'ho fatta martedì :confused:
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Grazie a Visual Capitalist vi presentiamo le migliori azioni del mercato USA per prestazioni nell’ultimo decennio,
e potreste avere qualche sorpresa, oltre che un po’ di invidia.

Perchè se 100 dollari investiti nel SP500, come indice, sono diventati 344 dollari, rendendo oltre due volte l’investito,
al contrario l’investimento nella migliore azienda sarebbero diventati oltre 3800.

Un bel risultato, facilmente conseguibile….. bastava solo saperlo prima!!

Iniziamo vedendo le 20 migliori azioni dell’ultimo decennio:



Netflix è in testa a questa lista.
Chi avesse investito 10 anni fa 100 euro in Netflix ora ne avrebbe 3867.
Però non tutte le aziende che sono riuscite ad ottenere questo risultato sono dei colossi dei servizi online, come Netflix.

Vediamo una lista completa più semplicemente leggibile





Marketaxess è una società multinazionale che gestisce delle piattaforme per il trading.
Abiomed produce impianti medici avanzati, fra cui diversi modelli di cuori artificiali.
Transdigm invece è una società di componentistica aerospaziale e militare avanzata.
Broadcom invece si occupa di microprocessori ed accessoristica elettronica.
Align technology si occupa invece di alta tecnologia biomedica, soprattutto legata al settore dell’ortodonzia.

Quindi, in generale, possiamo vedere come la rappresentazione dei vari settori economici sia piuttosto varia.

Possiamo vederla meglio in questa successiva immagine dove le società sono suddivise per settore di appartenenza.



Come vediamo il grosso, come numeri, è collegato al settore IT, seguiti dai servizi al consumatore (compresi quelli commerciali, come Amazon) ,
ma anche il settore legato alla sanità ha una fetta importante. Rimane rilevante ancora il settore industriale tradizionale.

Il fatto che le prestazioni siano state ottime negli ultimi 10 anni non significa che rimangano tali in futuro:
ad esempio la posizione di Netflix è attualmente minacciata dal nuovo servizio streaming di Disney che, negli USA , sta rapidamente conquistando fette di mercato.
 
Poche ore dopo che Recep Tayyip Erdogan aveva annunciato un voto ai primi di gennaio del Parlamento di Ankara
per autorizzare un intervento diretto turco in Libia, è arrivata la richiesta diretta da parte di Tripoli
per l’intervento nel paese Nord Africano, al fianco del governo di accordo nazionale.

Una dichiarazione fatta mentre il ministro dell’Interno di Tripoli, Fathi Bashagha, in visita a Tunisi,
faceva sapere che “in caso di escalation” il suo governo avrebbe chiesto il sostegno militare della Turchia.

Quindi presto vedremo le truppe di Ankara sul suolo africano, a 109 anni dalla guerra Italo-Turca che li sloggiò da quel territorio.

L’ennesima, colossale, sfacciata sconfitta per la politica estera italiana, in questo caso della di Conte e del Fancente Funzioni di Ministro degli esteri Di Maio.

In pochi giorni quel poco che restava di influenza italiana in Nord Africa è stato spazzato via
da un mix di indecisione di intervenire direttamente e di incapacità di scegliere una parte.

Alla fine Conte ha dovuto telefonare a Putin per cercare di ottenerne la mediazione con il Generale Haftar e con Al Sisi che lo sostiene

.In questo caso il problema sarà il superamento del caso Regeni, che ancora avvelena i rapporti con Il Cairo,
ma la Real Politik indica che, ormai l’unico modo per salvare il salvabile è l’ennesimo ribaltamento di fronte e schierarsi al fianco di Russia ed Egitto
e puntare sul governo di Bengasi, o almeno ad una soluzione che non lo escluda completamente.

Vincono Putin, Al Sisi e perfino Trump, che ha aperto un rapporto con il generale.

Ora che succederà? Il rischio è che lo scontro si trasferisca sul campo.

Erdogan rivela una sempre più pericolosa spinta espansionistica che lo mette in contrasto con i vecchi amici, cioè la Nato, ma anche con i nuovi, cioè la Russia.

Nonostante le forniture militari salta all’occhio il contrasto diretto in Siria a cui si accompagna ora quello, probabile in Libia.

Gli USA e la Nato che fanno?

Questo è uno dei misteri: Trump sembra deciso a disimpegnarsi e la Nato non è in grado di impostare una seria strategia locale.
La Grecia si schiera con Haftar, e l’Italia fa il pesce nel barile.

Del resto con uomini del calibro di Di Maio e Conte non si può fare che la figura del merluzzo.
 
Forze a qualcuno è sfuggito che il 5/12/2019, in occasione della riunione NATO a Londra, Francia, Germania e Inghilterra,
(Italia esclusa) si sono riuniti col sultano. per discutere della situazione mediorientale e nord africana.

Non vorrei essere maligno, sicuramente nell'occasione, il sultano ha avuto il nulla osta, per fare quello che sta facendo,
in cambio della spartizione della ricchezze libiche.

“Prima di tutto”, dobbiamo dire che il nostro primo ministro e ministro degli esteri,
sapevano tutto ma, “intelligentemente”, volevano vedere come andava a finire.
 
Con i grilli che cantano e le sardine vestite da merluzzi
l'attuale governo non può che fare il pesce in barile.
 
Della legge di bilancio approvata a scatola chiusa l’altra notte dalla maggioranza giallo-rossa non se ne parla più.

Oggi tutti sono concentrati sulle dimissioni del Ministro pentastellato della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca Lorenzo Fioramonti.

Al di là delle ragioni reali che hanno spinto il ministro alle dimissioni, una cosa è certa:
per la cultura e la scuola questa manovra finanziaria non prevede proprio un bel niente.
Quindi le dimissioni del ministro, che per il suo dicastero aveva chiesto 3 miliardi senza ottenere nulla, sono condivisibili e dignitose.

Ma è di altro che vi vogliamo parlare.
Secondo quanto previsto dalla legge di bilancio, a partire da luglio 2020 vi sarà una
maggiorazione dei prezzi fino a circa il 35%
sulle bottigliette di plastica contenenti bevande zuccherate.

È il mix esplosivo delle così dette plasti-tax e sugar-tax (tasse sulla plastica e sulle bevande zuccherine).

Insomma, per farla breve, una bottiglietta di coca cola o di succo di frutta da un litro costerà circa 40-50 centesimi in più rispetto ad oggi.
Nulla di che, dicono Conte e Company.

In particolare, la sugar-tax viene presentata come una tassa buona perché quel tipo di bevande sono nocive alla salute.
Non c’è dubbio che ci sia del vero in questo, ma è la soluzione giusta quella di aumentare le tasse su questo prodotto?
E siamo poi certi che in questo modo verranno scoraggiate le vendite?

In buona sostanza, se oggi una bottiglietta di coca cola o di succo di pompelmo ci costa circa 1,50 euro,
da luglio
ci costerà poco meno di 2 euro.

Un aumento, secondo la maggioranza giallo-rossa, quasi impercettibile, o comunque socialmente sostenibile anche per le classi meno abbienti.

Cosa volete che siano 40 o 50 centesimi in più per 1 litro di aranciata?


La questione, tuttavia, non può essere letta in modo così superficiale.

Su chi li “scarica” l’azienda quei 40-50 centesimi in più per ogni litro?
Cioè, da dove li recupera dovendo comunque mantenere un elevato livello di competitività?


Non di certo diminuendo il suo profitto.

Il rischio d’impresa non può subire un contraccolpo del genere, non sarebbe economicamente sostenibile.
Del resto, le nostre aziende vivono (anche in questo settore) una competizione selvaggia con le aziende di altri Paesi europei,
quindi per poter continuare ad essere competitive non possono permettersi di aumentare i prezzi del 35%.

Ma neanche di molto meno, a dire il vero. Sarebbero, come si suol dire, completamente “fuori mercato“.

E allora saranno costrette a scaricare il peso della competitività (dei prezzi) sul lavoro,
cioè licenziando una parte del personale, oppure riducendo i salari o non assumendo più nuovo personale,
rendendo maggiormente precario il rapporto lavorativo degli occupati.


Non è dunque una mera questione di “soli 40-50 centesimi a bottiglietta”.

È il massacro di un intero comparto produttivo che vede nell’Emilia-Romagna una delle Regioni italiane maggiormente colpite
.
Gli agricoltori e i produttori delle province emiliane e romagnole saranno quelli che ne pagheranno lo scotto più alto.
Ma non solo. Coca Cola sta addirittura pensando di lasciare l’Italia e trasferire la produzione in Albania.

Il governo delle quattro sinistre sta distruggendo un intero settore produttivo del Paese,
vendendovi questo scempio come una “battaglia verde” per il bene del Pianeta. Fandonie.

Si tratta dell’ennesimo colpo mortale al tessuto produttivo italiano
.

A gennaio i cittadini dell’Emilia-Romagna hanno una grande occasione: mandare a casa i “ladri di democrazia”.

Un voto popolare che punisca la coalizione di centrosinistra potrebbe risultare decisivo per fermare
lo scempio previsto da luglio in avanti, infatti un’auspicata sconfitta di Bonaccini
avrebbe certamente ripercussioni sulla tenuta del governo nazionale.


Mentre le sardine parlano del vuoto cosmico, i giallo-rossi mettono centinaia di migliaia di persone nelle condizioni di perdere il lavoro
e centinaia di imprese di chiudere o trasferire la produzione all’estero. Siamo nelle mani di un governo che rema contro gli interessi nazionali.

In conclusione, tassa sulla plastica e tassa sullo zucchero sono solo le foglie di fico
dietro le quali si nasconde una legge di bilancio inadeguata per un paese destinato a rimanere in agonia.
 
Qualcuno penserà che oggi, a causa della digestione pesante delle feste, vogliamo buttarla in sociologia.

Può darsi, ma il ragionamento, per il lettore che avrà voglia di seguirlo fino in fondo,
e se mi consentirà l’inciso di sapore shakespeariano, non è del tutto astruso e a fine anno è sempre tempo di diete e di bilanci per tutti.

Lo scopo, del tutto intellettuale, delle seguenti considerazioni, che non vogliono fare la morale a nessuno
ma solamente constatare e prendere atto dello status quo, è quello di fotografare lo “stato della nazione”,
ovvero quello che, se fossimo negli Stati Uniti d’America, potrebbe essere il senso del discorso presidenziale sullo “stato dell’Unione”.

Ecco: il nostro è ormai chiaramente lo stato della disunione.
E cioè, senza andare troppo per le lunghe e per sviluppare il ragionamento dalla fine
anche per chi fa fatica a leggere un testo complesso, i famosi analfabeti funzionali, il problema dell’Italia sono gli italiani.

Perché, se non ve ne fosti accorti, il clima che si respira è ormai da invidia sociale;
un clima dovuto al fuoco di ritorno di una povertà reale che ha portato il livello del dibattito pubblico su qualsiasi tema
ad un parossismo di ignoranza diffusa e cavalcata con bruta arroganza oltre ogni limite di sopportazione,
che si potrebbe anche chiamare tranquillamente violenza. Verbale, relazionale, al bar, per strada, on-line, costante.

L’attenzione su una manovra economica da Soviet Supremo è passata in secondo piano,
la gente ha fame, ma qualcuno le tasse, a fronte di servizi pari a zero, ponti che crollano e un livello politico sottozero,
le deve stra-pagare, solo per farli contenti.

L’ignorante rivoluzionario è pago se gli danno pochi spiccioli al mese con un reddito di cittadinanza temporaneo,
perché tanto, come la cicala, lui non pensa che l’obolo per i masanielli finirà e nel frattempo le imprese avranno chiuso,
sbarrato, strozzate dalle tasse e dai debiti contratti per continuare a pagare gli stipendi, i contributi e tutto il resto dei balzelli occulti.

Perché costoro, quelli che non hanno mai avuto un’impresa in proprio, che non hanno mai lavorato,
che si sono laureati con lo stipendio da parlamentari e si sono anche rifatti il guardaroba grazie a tutti noi,
hanno gioito e gioiscono nel far passare il concetto che l’informazione è gratis, che la professionalità è zero,
che la cultura è dell’élite e il pluralismo delle voci libere è il nemico del popolo
.

Quello stesso popolo che evidentemente pensa lento ma sputa veloce sentenze a morte se un ragazzo
a cui avevano appena ridato la patente tolta per droga stronca due vite in un colpo solo
e non vede che siamo pieni di padri e di madri che nonostante gli sforzi non riescono a tenere i figli,
ricchi o poveri, lontani dalla droga, che dimentica troppo in fretta le ragazzine fatte a pezzi o lasciate a morire nei capannoni su materassi luridi.

Sono quelli che si concentrano sul fatto che a vent’anni chi guida un suv è ricco, è un privilegiato.
E ricco è male e quindi devi morire alla gogna del baretto, mediatico e non.

Devono essere parenti di quelli che non capiscono che quella droga è anche il frutto di un’accoglienza indiscriminata
e che le tasse che hanno disintegrato il ceto medio sono il costo di decenni di welfare mal concepito di suo
e poi anche regalato ad altri che in cambio hanno dato, ad oggi, molto poco o nulla, ma di sicuro tanta droga.

Ma soprattutto, questi indignati speciali, questi invidiosi seriali, questi che provano anche a tenersi gli appartamenti ministeriali in centro
al prezzo di una camera in periferia, sono il frutto della cultura che non hanno e che vogliono togliere anche a noi.

Già, forse è meglio drogarsi che prendere coscienza del livello politico zero a cui assistiamo inermi da anni.
L’Italia ormai è spaccata in due: quelli che capiscono e quelli che non capiscono un tubo.

Il problema dell’Italia sono gli italiani che questi cialtroni li hanno mandati a governare
.

L’augurio, insomma, è per un 2020 governati da gente che almeno sappia dove sta Matera
e che la Russia non è un Paese del Mediterraneo, che non parli di “Pinochet in Venezuela”
o di “lobby dei malati di cancro”, e che chi non lo sa mandi a governarlo qualcuno che l’abbia almeno letto da qualche parte.
 
Faccia a faccia fra Lucia Bergonzoni, candidata Lega in Emilia Romagna,
e Cazzola, ex sindacalista, che guiderà la lista dell’attuale governatore Bonaccini del PD (in incognito….).

Ne vedete delle belle.
Si parte con calma, parlando di giustizia e dell’abortita, o abortenda, riforma Bonafede, fortemente voluta dai Cinque Stelle, ma che il PD ha deciso di bloccare.
Si parla del ruolo sproporzionato della magistratura, che decide spesso di bloccare la politica anche quando questa è democraticamente legittimata.
Quindi si parla dei mancati versamenti dei parlamentari M5s al partito, crollati dopo novembre (minuto 18).
Si parla quindi di finanziamento della politica e di scarsa trasparenza dei pentastellati.

Al minuti 25 poi il “Raffinato” Cazzola compara la Bergonzoni al “Cavallo” di Salvini, simile a Caligola che nominò senatore il proprio cavallo Incitatus

. La candidata leghista non si tira indietro e risponde completamente a tono, mettendo avanti i propri 70 mila voti alle comunali,
l’esperienza da sottosegretario e sottolineando come i “Democratici” abbiano utilizzato verso di lei temi sessisti e spesso impronunciabili, salvo poi dare del sessista agli altri.

Serena Grandi, Vittorio Sgarbi, Rondoni sono dalla parte della candidata.

Cazzola dice i suoi obiettivi:

  • Europa,
  • Globalizzazione,
  • Euro,
  • Accoglienza
Così sapete bene cosa vuole Cazzola.
Quindi parla di occupazione e la Bergonzoni, affrontando il tema della Cassa integrazione in crescita e di esportazioni, mostra di essere molto preparata.
Quindi la Maglie chiude la questione mettendo in luce quanto sia ignobile la campagna della sinistra, spinta dalla paura di perdere.
 
Vi presentiamo attraverso un tweet, il discorso di Gianluigi Paragone nel quale il parlamentare pentastellato
presenta la lunga lista di “Onesti” grillini che , nel corso del 2019, si sono “Dimenticati” di presentare il rendiconto
e quindi il rimborso di parte del loro stipendio, oppure lo hanno fatto solo in parte.

Una bella lista che comprende anche presidente di commissione fra cui Carla Ruocco
(quella che voleva perseguitare i falliti perchè “Evadono il fisco”) o perfino il recente ex ministro Fioramonti.

Fra questi nomi anche quello di un membro dei probiviri che dovrà giudicare Paragone per non aver votato la finanziaria.

Tutti questi non hanno rendicontato gli incassi, le spese e quindi versato al Movimento parte del rimanente, come previsto dallo statuto e come elemento fondante proprio del grillismo.

Insomma gli “Onesti” sono un po’ più deboli quando la questione riguarda i loro portafogli.

Buon ascolto.

#Paragone #show! In un colpo solo tira fuori i nomi degli "onesti" del #M5s che non hanno restituito nulla o quasi,
Ministri, Presidenti di Commissione! Come mai #DiMaio, capo del #M5s, non ha denunciato questo inganno?
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#Rimborsopoli
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— RadioSavana #resilienza19 (@RadioSavana) December 27, 2019
 

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