Certificati di investimento - Capitolo 8

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A Bruxelles è arrivato il tempo delle trattative politiche, si comincia a lavorare alla formazione di quella maggioranza in grado di blindare Ursula von del Leyen e gli alti dirigenti che sono da corredo alla presidenza. Il PPE ha già fatto sapere che i negoziati partiranno da Socialisti e Liberali, questi ultimi hanno subito messo un veto: Giorgia Meloni non deve far parte della coalizione. Nel bene e nel male tuttavia tutti dovranno tenere conto di Meloni e Le Pen in Ue. Il dialogo tra il Ppe e la leader del Rassemblement non è mai stato ipotizzabile. Quello con Meloni, invece, è stato una possibilità concreta fino ad una manciata di giorni fa. Ora von der Leyen deve muoversi con maggiore prudenza. Aprire esplicitamente a Meloni significherebbe perdere i voti di S&D e Renew, o almeno di una loro parte. Il Ppe, avvezzo da decenni a trattative complesse e levantine, ne è perfettamente consapevole. Allo stesso tempo ha tutta l'intenzione di mettere sul tavolo un punto: sono loro i vincitori delle Europee di fronte ad un asse franco-tedesco uscito quasi a pezzi dalla tornata elettorale. Il Ppe lo dirà chiaramente nelle trattative tra i gruppi parlamentari e in quelle tra i leader europei, chiedendo il rispetto dell’esito del voto. Si comincerà il 17 giugno con la cena informale dei 27. I negoziatori saranno Donald Tusk e Kyriakos Mitsotakis per il Ppe, Pedro Sanchez e Olaf Scholz per i Socialisti. La maggioranza Ursula, senza i Greens, è di 400 seggi, 40 in più dei 360 richiesti. Con i 53 membri dei Verdi anche il pericolo dei franchi tiratori sarebbe marginale.
 
Che la Salis sia un'attivista di sinistra è fuori discussione, altrimenti non si spiegherebbe la sua partecipazione a quella manifestazione antifascista che l'ha portata all'attenzione delle cronache.
Ciò premesso gli sforzi di delegittimazione che sta facendo la stampa di destra è degna di essere impiegata in ben altre battaglie.
Nel campo avverso ci sono moltissimi esempi di comportamenti esecrabili al massimo livello, altro che lanciare un petardo all'interno del recinto di un carcere o intonare un coro contro le forze dell'ordine, che vengono sottaciuti ed addirittura giustificati non si sa bene in ossequio a quale pretesa di immunità.

Per me il punto è che non capisco come ci si possa candidare al Parlamento europeo con queste condanne e queste pendenze giudiziarie in corso.
Per i reati penali non mi risulta tra l'altro che ci sia protezione parlamentare...
 
In Italia un reato come quello che viene imputato alla Salis non ha alcun seguito giudiziario, perché viene perseguito solo a querela di parte, che non c’è stata. Non riportiamo inesattezze, per cortesia.

Il reato viene giudicato nel paese in cui è commesso, non dove è nato l'imputato.
 
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