31/03/19 Corriere di Romagna
Cmc resta una coop e il piano di salvataggio passa all' unanimità - di ANDREA TARRONI
Il piano concordatario preparato dagli advisor è stato presentato ieri mattina all' assemblea dei soci. Entro l' 8 aprile sarà depositato al Tribunale di Ravenna
RAVENNA La Cmc prova a ripartire, con un voto unanime, compatto. Il piano concordatario preparato dagli advisor (Mediobanca e lo studio Trombone con lo studio del professor Andrea Zoppini e l' avvocato Fabrizio Corsini come consulenti legali) è stato presentato ieri mattina all'assemblea dei socie non ha ricevuto alcun voto contrario. Ora, entro l' 8 aprile sarà depositato al Tribunale di Ravenna.
La Cmc rimarrà una cooperativa e non nasceranno aziende spa che ne rileveranno una parte del portafoglio ordini. E si ripagheranno tutti i creditori ad eccezione dei "chirografari" (in particolare i detentori di bond) ai quali si proporrà, in qualche modo, di partecipare alla società e di accompagnare il processo di risanamento del gruppo: per loro la soddisfazione del debito sarà infatti parziale e non monetaria.
Questi i dati che si colgono dalla presentazione ai soci, avvenuta ieri mattina all'interno del Grand Hotel Mattei di Ravenna.
Se i bondholder dovranno attendere pertanto, non così sarà per i creditori privilegiati e i fornitori strategici che saranno risarciti integralmente.
Il denaro necessario sarà recuperato con la continuità aziendale e attraverso la generazione dei relativi flussi di cassa, ed attuando una spending review con una ristrutturazione organizzativa. Per Cmc rimane fondamentale comunque «continuare l' attività - spiega lo stesso gruppo in una nota- in modo da generare flussi di cassa positivi (compresi quelli relativi alle commesse in corso) in eccesso rispetto alle necessità finanziarie della gestione corrente, assicurando la miglior soddisfazione dei creditori, oltre alla prosecuzione dei rapporti di lavoro e dei rapporti commerciali».
Per il piano che Cmc presenterà al Tribunale si preannuncia strategica anche la risoluzione dei vari contenziosi, in particolare, è ovvio, quello con Anas.
Sempre sulla nota dell' azienda infatti si rileva come sia previsto «l' incasso di tutti i crediti, sia relativi a claims afferenti a commesse terminate, sia commerciali odi altra natura». Poi verranno ceduti alcuni asset non strategici «in particolare immobiliari, sia di Cmc sia della controllata Cmc Immobiliare SpA».
Un ruolo fondamentale, è la stessa Cmc a farlo trapelare, lo giocheranno i tempi.
Le tappe della risoluzione La crisi potrebbe avere, se l' iter non dovesse subire inciampi, una sua svolta entro la fine dell' anno con l' omologa da parte del Tribunale del concordato in bianco. Ma prima il piano dovrà essere asseverato da un advisor esterno e passato ai commissari (la terna composta da Antonio Gaiani, Luca Mandrioli e Andrea Ferri). I tre consulenti nominati dal Tribunale in tre mesi decideranno se dare prosecuzione al piano. In quel caso dopo l' estate (presumibilmente entro ottobre) si darà luogo all' adunanza dei creditori. Un passaggio delicato dove risulterà fondamentale il ruolo dei bondholder, dopo il quale il piano potrà essere giudicato dal Tribunale che, entro l' anno, dovrà decidere se omologare o meno il concordato.
«Entro 90 giorni dall'omologazione - conclude Cmc con la il suo resoconto - saranno emessi strumenti finanziari partecipativi (Sfp), dotati di diritti patrimoniali e amministrativi. I risultati positivi attesi dalla continuità aziendale contribuiranno a valorizzare gli Sfp destinati a soddisfare i creditori chirografari non classificati come fornitori strategici. Saranno così assorbiti i flussi netti generati dalla Società negli anni 2020 e 2021, e a seguire (dal 2022 e fino al 2030), i suddetti flussi saranno destinati alle distribuzioni di dividendi e riserve attribuite ai titolari di Sfp, con immediato effetto liberatorio per Cmc».