Corriere di Romagna 10/04/19
Cmc, ecco il piano per salvarsi Soci senza utili per i prossimi 10 anni - di ALESSANDRO CICOGNANI
Non è previsto alcun taglio dei dipendenti, ma si va verso una riorganizzazione aziendale
RAVENNA Per dieci anni i soci di Cmc non potranno partecipare alla distribuzione degli utili della società. È questo uno dei passaggi fondamentali della proposta di concordato preventivo in continuità, depositato lunedì mattina in tribunale dalla cooperativa ravennate. Qualora il documento redatto dai legali della società dovesse essere omologato, la Cmc ha infatti previsto di coprire la maggior parte dei propri debiti attraverso la formula degli "strumenti finanziari partecipativi" dal 2021 al 2030. Tradotto, i creditori avranno così un posto in consiglio di amministrazione e acquisiranno diritti di voto in assemblea pur non diventando soci della cooperativa. Ma soprattutto avranno diritto a spartirsi il cento per cento degli utili eventualmente distribuiti a copertura dei crediti vantati.
Non è certo una buona notizia per i 304 soci cooperatori di Cmc e per gli atri 500 soci pensionati, ma purtroppo per loro la strada tracciata non poteva essere diversa. E non c' è dubbio che la continuità aziendale venga prima di tutto, nella speranza tra dieci anni di tornare a percepire eventualmente degli utili.
I debiti Scendendo nel dettaglio del concordato depositato in tribunale, si può arrivare a chiarire una volta per tutte quale sia l' attuale situazione finanziaria del colosso ravennate delle costruzioni. In totale la Cmc ha in pancia 2 miliardi di debiti da dover coprire. Nel dettaglio 590 milioni sono relativi ai due bond che vedono tra gli obbligazionisti anche Credit Agricole, Algebris, Muzinich, Ubs, Mediolanum, Vontobel, Julius Baer e Alliance Bernstein. A questi si aggiungono 500 milioni di euro verso le banche, con Unicredit, Bnl, Intesa e Bank of China tra le più esposte. Si passa poi a 300 milioni di euro di debiti verso fornitori e altri 100 milioni verso i cosiddetti "fornitori strategici", ossia quelli senza i quali le commesse attive non potrebbero essere completate. Infine vi sono 100 milioni per tributario e previdenziale e altri 400 milioni di euro come fondo rischi. In questo caso si tratta di debiti potenziali, che potrebbero derivare dall'eventuale escussione di fideiussioni bancarie.
L' idea dei legali di Cmc, in questo momento, sarebbe quindi quella di procedere a una liquidazione dei creditori privilegiati e dei fornitori strategici, quindi circa 200 milioni di euro, rimandando gli altri appunto agli strumenti partecipativi dal 2021.
I tempi Certo i tempi non saranno brevi come ci si poteva attendere in un primo momento. Dopo una prima fase di studio da parte dei commissari, che saranno chiamati a fare le loro valutazioni sulle oltre mille pagine depositate in tribunale, la parola passerà proprio ai creditori per la votazione del concordato. La cosiddetta assemblea dei creditori che dovrebbe riunirsi a settembre, per poi arrivare all' omologa entro fine anno - qualora non vi fossero chiaramente intoppi intermedi. Buone notizie arrivano invece per i lavoratori. Se Cmc dovrà inevitabilmente passare attraverso una ristrutturazione aziendale- è prevista la diminuzione degli attuali 35 dirigenti e 11 consiglieri e la dismissione di alcuni immobili a partire sempre dal 2021 - al momento non è tuttavia previsto alcun taglio dei dipendenti. Nell'ottica invece della continuità aziendale la cooperativa è chiaramente al lavoro per l' acquisizione di nuove commesse, in particolare con uno sguardo puntato dritto verso l' estero, visto che al momento in Italia il settore è ancora in grave difficoltà. L' ultimo tassello riguardagli Stati Uniti, dove Cmc prevede di ridurre la propria partecipazione dentro la Di Fazio industries inc con sede a New York (attualmente controllata al 66,6%) portandolo sotto quota di maggioranza al 49%. La società americana, che è in salute, fatica infatti ad avere accesso al credito perché Cmc è in concordato. Il progetto è quindi quello di ridare la maggioranza alla famiglia Di Fazio, in modo che la società possa andare avanti senza problemi e, perché no, fruttare anche per la stessa coop ravennate.