CMC Ravenna 6,875% 2017-22 (XS1645764694) - 6% 2017-23 (XS1717576141)

Vi segnalo un altro problema non da poco. Molti istituzionali hanno la Cmc in fondi obbligazionari che per statuto non possono avere equity o assimilati e pertanto sono costretti a vendere a qualsiasi prezzo.

in effetti molti fondi sono gia' stati costretti ad uscire anche solo perche' per statuto non possono tenere titoli distressed o con rating non inv.
 
CMC Bondholders Are Said to Hire PJT and Houlihan for Debt Talks
Monday, April 8, 2019 05:41 PM
By Antonio Vanuzzo and Luca Casiraghi

(Bloomberg) --
Investors holding bonds issued by troubled Italian builder CMC di Ravenna have hired financial advisers as they seek to minimize losses in a debt restructuring, according to people familiar with the matter.

A group of international funds with about 30 percent of 575 million euros ($647 million) issued across two CMC bonds appointed PJT Partners Inc., the people said, asking not to be named because they’re not authorized to speak publicly. A second group mandated Houlihan Lokey Inc.’s Italian unit Leonardo & Co., the people said.

CMC is due to submit a detailed restructuring plan to a court in Ravenna, Italy on Monday. The plan envisages full repayment of secured creditors and suppliers, while unsecured creditors will have to suffer a loss on their holding, according to a statement published last week. CMC also plans to sell some real estate holdings as part of the arrangement.

Representatives for CMC and Houlihan Lokey declined to comment on the appointments. Officials at PJT did not immediately respond to emails requesting comment.

Italy’s construction industry is reeling from years of government spending cuts, foreign ventures that went bad and slow economic growth. The country’s six largest builders are either insolvent or negotiating with creditors, leaving lenders on the hook for 102 billion euros and putting at risk thousands of jobs.

The appointment of Leonardo & Co. was first reported by Reorg Research.

To contact the reporters on this story:
Antonio Vanuzzo in London at [email protected];
Luca Casiraghi in London at [email protected]

To contact the editors responsible for this story:
Vivianne Rodrigues at [email protected]
Chris Vellacott, Abigail Moses
 
Corriere di Romagna 10/04/19
Cmc, ecco il piano per salvarsi Soci senza utili per i prossimi 10 anni - di ALESSANDRO CICOGNANI

Non è previsto alcun taglio dei dipendenti, ma si va verso una riorganizzazione aziendale
RAVENNA Per dieci anni i soci di Cmc non potranno partecipare alla distribuzione degli utili della società. È questo uno dei passaggi fondamentali della proposta di concordato preventivo in continuità, depositato lunedì mattina in tribunale dalla cooperativa ravennate. Qualora il documento redatto dai legali della società dovesse essere omologato, la Cmc ha infatti previsto di coprire la maggior parte dei propri debiti attraverso la formula degli "strumenti finanziari partecipativi" dal 2021 al 2030. Tradotto, i creditori avranno così un posto in consiglio di amministrazione e acquisiranno diritti di voto in assemblea pur non diventando soci della cooperativa. Ma soprattutto avranno diritto a spartirsi il cento per cento degli utili eventualmente distribuiti a copertura dei crediti vantati.
Non è certo una buona notizia per i 304 soci cooperatori di Cmc e per gli atri 500 soci pensionati, ma purtroppo per loro la strada tracciata non poteva essere diversa. E non c' è dubbio che la continuità aziendale venga prima di tutto, nella speranza tra dieci anni di tornare a percepire eventualmente degli utili.
I debiti Scendendo nel dettaglio del concordato depositato in tribunale, si può arrivare a chiarire una volta per tutte quale sia l' attuale situazione finanziaria del colosso ravennate delle costruzioni. In totale la Cmc ha in pancia 2 miliardi di debiti da dover coprire. Nel dettaglio 590 milioni sono relativi ai due bond che vedono tra gli obbligazionisti anche Credit Agricole, Algebris, Muzinich, Ubs, Mediolanum, Vontobel, Julius Baer e Alliance Bernstein. A questi si aggiungono 500 milioni di euro verso le banche, con Unicredit, Bnl, Intesa e Bank of China tra le più esposte. Si passa poi a 300 milioni di euro di debiti verso fornitori e altri 100 milioni verso i cosiddetti "fornitori strategici", ossia quelli senza i quali le commesse attive non potrebbero essere completate. Infine vi sono 100 milioni per tributario e previdenziale e altri 400 milioni di euro come fondo rischi. In questo caso si tratta di debiti potenziali, che potrebbero derivare dall'eventuale escussione di fideiussioni bancarie.
L' idea dei legali di Cmc, in questo momento, sarebbe quindi quella di procedere a una liquidazione dei creditori privilegiati e dei fornitori strategici, quindi circa 200 milioni di euro, rimandando gli altri appunto agli strumenti partecipativi dal 2021.
I tempi Certo i tempi non saranno brevi come ci si poteva attendere in un primo momento. Dopo una prima fase di studio da parte dei commissari, che saranno chiamati a fare le loro valutazioni sulle oltre mille pagine depositate in tribunale, la parola passerà proprio ai creditori per la votazione del concordato. La cosiddetta assemblea dei creditori che dovrebbe riunirsi a settembre, per poi arrivare all' omologa entro fine anno - qualora non vi fossero chiaramente intoppi intermedi. Buone notizie arrivano invece per i lavoratori. Se Cmc dovrà inevitabilmente passare attraverso una ristrutturazione aziendale- è prevista la diminuzione degli attuali 35 dirigenti e 11 consiglieri e la dismissione di alcuni immobili a partire sempre dal 2021 - al momento non è tuttavia previsto alcun taglio dei dipendenti. Nell'ottica invece della continuità aziendale la cooperativa è chiaramente al lavoro per l' acquisizione di nuove commesse, in particolare con uno sguardo puntato dritto verso l' estero, visto che al momento in Italia il settore è ancora in grave difficoltà. L' ultimo tassello riguardagli Stati Uniti, dove Cmc prevede di ridurre la propria partecipazione dentro la Di Fazio industries inc con sede a New York (attualmente controllata al 66,6%) portandolo sotto quota di maggioranza al 49%. La società americana, che è in salute, fatica infatti ad avere accesso al credito perché Cmc è in concordato. Il progetto è quindi quello di ridare la maggioranza alla famiglia Di Fazio, in modo che la società possa andare avanti senza problemi e, perché no, fruttare anche per la stessa coop ravennate.
 
10/04/19 il Fatto Quotidiano
E anche questa volta i lavori sulla statale Palermo-Agrigento finiscono tra 2 anni - di Alan David Scifo

Canicattì. La strada più inaugurata da premier e ministri, sempre insicura e incompleta
Il taglio del nastro c' è stato, ma per avere una nuova strada più sicura che sostituisca la vecchia e pericolosa Statale 640 nel suo tratto da Canicattì allo svincolo per la A19 , bisognerà attendere altri 16 mesi.
Nell' aprile 2018 Valerio Mele, coordinatore regionale di Anas, aveva dichiarato la Ss.
640 "Strada degli scrittori", nel suo secondo lotto, "completa all'82%" con prossima apertura nel marzo 2019. Lo scorso marzo però l' unica inaugurazione, la quarta nel giro di 10 anni, ha portato solamente alla ripresa dei lavori per gli agognati 28 km che dovrebbero risolvere una parte dei problemi dei tanti automobilisti impegnati ogni giorno in un tratto di strada estremamente insicuro, tra gallerie non illuminate, svincoli tortuosi e strettoie pericolose che hanno causato numerosi incidenti, anche mortali.
Alla base di questo ritardo la crisi della CmcRavenna, azienda a un passo dal fallimento che per tre mesi ha bloccato i lavori sulla statale, così come sull'Agrigento-Palermo altra pericolosissima arteria oggi costellata da semafori e interruzioni. Alla ripresa dei lavori però, il nuovo traguardo per il completamento è stato spostato addirittura al giugno 2020, 8 anni dopo la posa della prima pietra del secondo lotto, avvenuta nel 2012. Altrettanti anni erano serviti per aprire il primo lotto, 33 km, inaugurati da Angelino Alfano e Graziano Delrio, nel 2017 rispettivamente ministro degli Esteri e ministro delle Infrastrutture. Perché La 640 è ormai diventata la strada delle inaugurazioni: la prima pietra vide protagonista Altero Matteoli, allora ministro delle Infrastrutture nel quarto governo Berlusconi, e sempre Alfano, stakanovista della politica, al tempo ministro della Giustizia. Nel 2016 è stata la volta di Matteo Renzi, accompagnato da Graziano Delrio, in una staffetta in cui è stato inaugurato un altro tratto del secondo lotto, ed era stata indicata un nuovo termine per la chiusura. Poi è stata la volta, già citata, di Alfano e Delrio e infine quella dello scorso mese che ha visto la visita del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e diversi rappresentanti della Lega e del Movimento 5 Stelle.
Tutti i politici passano però per quella via, come fosse un passaggio obbligatorio, sempre per una nuova inaugurazione che però porta a poco, considerati i termini di chiusura dei cantieri, rinviati di un anno alla volta. Il nuovo termine è adesso quello del giugno 2020, ma potrebbe slittare ancora. Nonostante la ripresa dei lavori con l' Anas che ha pagato le aziende creditrici della Cmc, società sull'orlo del fallimento che ha bloccato per tre mesi l' opera, il completamento di quel "18%" della strada potrebbe richiedere ancora diverso tempo se si considerano i problemi dell' azienda costruttrice di Ravenna che ha in appalto anche la Agrigento-Palermo. Su quella statale però il completamento sembra essere ancora un miraggio e per 100 km oggi occorrono anche più di tre ore.
 
Il Resto del Carlino Ravenna 11/04/19
Cmc, spuntano i primi 45 esuberi
- di Lorenzo Tazzari
Ieri incontro in Regione per decidere anche il futuro di venti dirigenti
PER LA CMC è l' ora degli esuberi. La lettera è del 5 aprile ed è stata inviata a un lungo indirizzario di organizzazioni sindacali, Ispettorato del lavoro e Agenzia del lavoro. La Cmc - si legge nella missiva - ha avviato la procedura di licenziamento per la riduzione di personale di 45 lavoratori «in forza e amministrativamente in carico presso la sede di Ravenna». La procedura richiama l' accordo firmato da Cmc e sindacati il 4 febbraio al ministero del Lavoro.
Tra le misure previste c' è «un piano di gestione del personale che, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali, prevede tra le altre misure l' attivazione di una procedura di riduzione licenziamento collettivo, sulla base del criterio di non opposizione». I 45 che lasceranno la Cmc sono probabilmente vicini alla pensione o hanno trovato un altro posto di lavoro. A lasciare la sede saranno 15 quadri/impiegati amministrativi, 15 quadri/impiegati tecnici, 10 operai edili operanti nei cantieri Italia e 5 operai edili operanti nei servizi generali di sede e ufficio impianti e macchine. I criteri di scelta riguardano 'la non opposizione da parte dei lavoratori eccedenti al licenziamento collettivo. Non sono previsti contributi in denaro da parte della cooperativa per coloro che lasceranno il posto di lavoro.
Da 381 dipendenti della sede ravennate di via Trieste si scende così, per ora, a 336. Ma il numero degli esuberi è più alto. In Regione è infatti aperto un tavolo per l' esubero di 20 dirigenti. Ieri si è svolto un incontro tra un funzionario delegato dall'assessore alle Attività produttive con il ruolo di 'mediatore', i vertici di Cmc e i sindacati. Nell' incontro precedente, una settimana fa, non si era trovato l' accordo sulle modalità operative di licenziamento dei 20 dirigenti. Ieri il funzionario ha chiesto ulteriori dettagli all' azienda per cui si tornerà al tavolo tra una settimana. Includendo i 20 dirigenti eccedenti, i dipendenti della sede si ridurrebbero a 316.
Per lunedì è stata convocata una riunione tra vertici aziendali e sindacati, mentre nel pomeriggio si terrà l' assemblea del personale.
La notizia degli esuberi arriva a tre giorni dal deposito in Tribunale a Ravenna del piano e della proposta di concordato, approvati dall'assemblea della Cooperativa muratori e cementisti il 30 marzo e illustrato al Mise il 4 aprile. Piano e proposta prevedono la continuità aziendale della cooperativa e la soddisfazione integrale dei creditori in prededuzione, di quelli privilegiati e dei fornitori strategici, oltre che la soddisfazione parziale e non monetaria degli altri creditori chirografari con l' attribuzione di strumenti finanziari partecipativi.
 
Corriere di Romagna 10/04/19
Cmc, ecco il piano per salvarsi Soci senza utili per i prossimi 10 anni - di ALESSANDRO CICOGNANI

Non è previsto alcun taglio dei dipendenti, ma si va verso una riorganizzazione aziendale
RAVENNA Per dieci anni i soci di Cmc non potranno partecipare alla distribuzione degli utili della società. È questo uno dei passaggi fondamentali della proposta di concordato preventivo in continuità, depositato lunedì mattina in tribunale dalla cooperativa ravennate. Qualora il documento redatto dai legali della società dovesse essere omologato, la Cmc ha infatti previsto di coprire la maggior parte dei propri debiti attraverso la formula degli "strumenti finanziari partecipativi" dal 2021 al 2030. Tradotto, i creditori avranno così un posto in consiglio di amministrazione e acquisiranno diritti di voto in assemblea pur non diventando soci della cooperativa. Ma soprattutto avranno diritto a spartirsi il cento per cento degli utili eventualmente distribuiti a copertura dei crediti vantati.
Non è certo una buona notizia per i 304 soci cooperatori di Cmc e per gli atri 500 soci pensionati, ma purtroppo per loro la strada tracciata non poteva essere diversa. E non c' è dubbio che la continuità aziendale venga prima di tutto, nella speranza tra dieci anni di tornare a percepire eventualmente degli utili.
I debiti Scendendo nel dettaglio del concordato depositato in tribunale, si può arrivare a chiarire una volta per tutte quale sia l' attuale situazione finanziaria del colosso ravennate delle costruzioni. In totale la Cmc ha in pancia 2 miliardi di debiti da dover coprire. Nel dettaglio 590 milioni sono relativi ai due bond che vedono tra gli obbligazionisti anche Credit Agricole, Algebris, Muzinich, Ubs, Mediolanum, Vontobel, Julius Baer e Alliance Bernstein. A questi si aggiungono 500 milioni di euro verso le banche, con Unicredit, Bnl, Intesa e Bank of China tra le più esposte. Si passa poi a 300 milioni di euro di debiti verso fornitori e altri 100 milioni verso i cosiddetti "fornitori strategici", ossia quelli senza i quali le commesse attive non potrebbero essere completate. Infine vi sono 100 milioni per tributario e previdenziale e altri 400 milioni di euro come fondo rischi. In questo caso si tratta di debiti potenziali, che potrebbero derivare dall'eventuale escussione di fideiussioni bancarie.
L' idea dei legali di Cmc, in questo momento, sarebbe quindi quella di procedere a una liquidazione dei creditori privilegiati e dei fornitori strategici, quindi circa 200 milioni di euro, rimandando gli altri appunto agli strumenti partecipativi dal 2021.
I tempi Certo i tempi non saranno brevi come ci si poteva attendere in un primo momento. Dopo una prima fase di studio da parte dei commissari, che saranno chiamati a fare le loro valutazioni sulle oltre mille pagine depositate in tribunale, la parola passerà proprio ai creditori per la votazione del concordato. La cosiddetta assemblea dei creditori che dovrebbe riunirsi a settembre, per poi arrivare all' omologa entro fine anno - qualora non vi fossero chiaramente intoppi intermedi. Buone notizie arrivano invece per i lavoratori. Se Cmc dovrà inevitabilmente passare attraverso una ristrutturazione aziendale- è prevista la diminuzione degli attuali 35 dirigenti e 11 consiglieri e la dismissione di alcuni immobili a partire sempre dal 2021 - al momento non è tuttavia previsto alcun taglio dei dipendenti. Nell'ottica invece della continuità aziendale la cooperativa è chiaramente al lavoro per l' acquisizione di nuove commesse, in particolare con uno sguardo puntato dritto verso l' estero, visto che al momento in Italia il settore è ancora in grave difficoltà. L' ultimo tassello riguardagli Stati Uniti, dove Cmc prevede di ridurre la propria partecipazione dentro la Di Fazio industries inc con sede a New York (attualmente controllata al 66,6%) portandolo sotto quota di maggioranza al 49%. La società americana, che è in salute, fatica infatti ad avere accesso al credito perché Cmc è in concordato. Il progetto è quindi quello di ridare la maggioranza alla famiglia Di Fazio, in modo che la società possa andare avanti senza problemi e, perché no, fruttare anche per la stessa coop ravennate.

Quindi secondo questo articolo sugli SFP finirebbero non meno di 1,5 mld di debiti e che si dovrebbero spartire i "copiosi" utili che farebbero questi qui, per circa 9 anni. Certo come no, questo piano passerà certamente, nel caso sarebbero dei veri e propri geni, abilissimi sul come far pagare agli altri la propria incompetenza. Tra l'altro stanno già riducendo i dipendenti (non solo i dirigenti), quando dichiaravano che non si prevedevano riduzioni sul personale italiano, ennesima bugia, perchè stupirsi.
 
Ultima modifica:
Obbligazioni Senior: Definizione, Rendimento e Vantaggi


Oggi parliamo di obbligazioni senior, particolari bond che prevedono il riborso prioritario di questo titolo nel caso in cui l’emittente dovesse fallire o essere sottoposto a liquidazione.

Le definizioni di scuola, come purtroppo spesso accade, sono poi poco esplicative e non ci permettono di comprendere in che senso un determinato titolo o una determinata tecnica possono effettivamente aiutarci a investire.

Per questo motivo abbiamo deciso di preparare per te una guida completa alle obbligazioni senior, per permetterti di comprendere in assoluta autonomia se sia il caso o meno di inserire questa tipologia di titoli nel tuo portafoglio.

Guida all'articolo [nascondi]

Obbligazioni senior: cosa significa?
Le obbligazioni senior sono delle speciali obbligazioni – in genere rilasciate da aziende e dunque di tipo corporate, che vengono rimborsate con precedenza rispetto alle obbligazioni ordinarie e alle obbligazioni junior.

Che vuol dire? La differenza si manifesta in caso di difficoltà dell’emittente, ovvero di chi dovrebbe rimborsare il capitale preso in prestito.

Immagina di comprare bond ordinari emessi da un qualunque gruppo bancario. Le cose si mettono male per il gruppo e non ha più la possibilità di onorare i suoi debiti. Chi ha in mano obbligazioni senior viene rimborsato con precedenza rispetto a tutti gli altri creditori. Questo vuol dire che nel caso in cui il denaro ottenuto dalla liquidazione non dovesse essere sufficiente, i primi a poter essere rimborsati, appunto, sono i detentori di obbligazioni senior.

Cosa vuol dire questo in concreto? Vuol dire che le obbligazioni senior sono titoli più sicuri e che, di conseguenza, rendono meno.

Ricapitolando:

  1. Le obbligazioni senior sono più sicure sia rispetto alle obbligazioni ordinarie, sia rispetto alle obbligazioni junior o subordinate;
  2. In quanto appunto privilegiate e dunque più sicure, hanno rendimenti mediamente più bassi.
Cosa succede in caso di insolvenza
In caso di insolvenza dell’ente o della compagnia che ha emesso i titoli, si aprono le procedure di liquidazione. Il tribunale, se si tratta di azienda italiana, nomina un curatore fallimentare che liquida appunto i beni dell’azienda per cercare quantomeno di ripagare i creditori, obbligazionisti inclusi.

Con le somme recuperate dalla liquidazione si pagano i creditori innanzitutto tra i privilegiati, ovvero appunto gli obbligazionisti senior.

Le differenze tra obbligazioni senior e subordinate
Si tratta di due titoli speculari. Mentre infatti le obbligazioni senior permettono di essere rimborsati con prelazione, le obbligazioni subordinate (o junior) prevedono invece un rimborso subordinato rispetto a obbligazionisti senior e obbligazionisti ordinari. Se quelli senior sono i bond più sicuri, quelli junior sono quelli più rischiosi.


LEGGI ANCHE

Paesi emergenti: definizione, migliori investimenti, fondi e obbligazioni

In cosa sono diverse le obbligazioni senior da quelle ordinarie
Sono in tutto e per tutto identiche, fatta eccezione per la precedenza di rimborso. Nel caso in cui l’azienda che ha emesso le obbligazioni non dovesse avere problemi, non ci sono differenze di sorta.

La differenza importante tra obbligazioni senior e ordinarie si manifesta quando l’emittente del titolo è in difficoltà: nel caso di procedure concorsuali, di fallimento o di liquidazione, l’obbligazionista senior gode di maggiori tutele e viene appunto rimborsato con precedenza.

Obbligazioni senior e azioni privilegiate: quali sono le differenze?
Siamo in presenza di due titoli estremamente diversi. Con l’obbligazione (senior o meno) si diventa infatti creditori dell’impresa che emette il titolo. Con le azioni (privilegiate o meno) si diventa azionisti/soci.

Le differenze sono enormi e sicuramente la loro spiegazione esula dalla specificità di questa guida. Per il momento ci basti ricordare che entrambi sono titoli privilegiati:

  1. Per le obbligazioni senior il privilegio sta nell’essere rimborsati con priorità rispetto agli altri creditori
  2. Per le azioni privilegiate il privilegio sta nell’avere maggiori diritti di voto, un vantaggio che per i piccoli e medi investitori è assolutamente inutile.
Obbligazioni senior e Bail In
Per quanto riguarda il Bail In, ovvero le normative in merito introdotte dal recepimento dei regolamenti comunitari, la situazione è molto complessa per gli obbligazionisti senior. Questi infatti, combinando la lettera delle normative nazionali e europee, si troverebbero in posizione subordinata rispetto ad altre categorie di creditori.

La Banca d’Italia ha richiesto un intervento del parlamento per normalizzare la situazione, cosa che però non è ancora avvenuta.

In caso di Bail In dunque chi ha acquistato obbligazioni senior prima dell’entrata in vigore delle nuove normative si troverebbe in posizione subordinata, e dunque senza quel privilegio che avrebbe portato appunto ad acquistare i titoli in questione.

Una situazione spinosa, che rende le obbligazioni senior bancarie molto poco appetibili, almeno per il momento.

GIANLUCA GROSSI

 

Users who are viewing this thread

Back
Alto