il Resto del Carlino Ravenna 21/11/19
«Porto di Molfetta, assolvete i vertici Cmc»
La richiesta del Pm di Trani sugli ex dirigenti Calderoni e Foschini. Per la società domandata sanzione pecuniaria fino a 30mila euro
Tutti da assolvere: Giorgio Calderoni e Dario Foschini, coinvolti in qualità di ex vertici della Cmc di Ravenna nell' inchiesta sulla costruzione del porto turistico di Molfetta, in Puglia. Queste le richieste del Pm di Trani, che per una delle imputazioni, prescritta per le persone fisiche ma che non può esserlo per quelle giuridiche, chiede che alla Cooperativa ravennate sia inflitta una sanzione pecuniaria tra i 25mila e i 30mila euro. Si avvia a conclusione il processo sul cosiddetto porto fantasma, che a tutt' oggi resta incompleto, e la sentenza è prevista a dicembre. La Cmc rimase coinvolta in quanto capofila di un' associazione temporanea di imprese - la Molfetta Newport - che si aggiudicò l' appalto secondo l' accusa barando sulla gara. I costi dell' opera, infatti lievitarono enormemente, da 72 a 147 milioni di euro. L' offerta base di 55 milioni avanzata dall' Ati, molto competitiva grazie a un ribasso del 10%, infatti, non avrebbe tenuto conto della complessità del progetto, che avrebbe necessitato di interventi di bonifica dei fondali dagli ordigni bellici e che in corso d' opera vi sarebbe stata l' ulteriore necessità di varianti che avrebbero determinato un allungamento di tempi e costi, portando gli imputati a beneficare di fondi che non avrebbero dovuto ricevere.
Calderoni aveva per Cmc procura speciale ed è imputato di vari reati che vanno dall' associazione per delinquere, truffa allo Stato, falso, abuso d' ufficio, violazioni paesaggistiche e ambientali. Per tutti questi la Procura pugliese al termine del dibattimento davanti al tribunale collegiale ha chiesto l' assoluzione perché i fatti non sussistono o non costituiscono reato. Per altre figure che gravitano intorno a Cmc - Maurizio Cavaliere, Silvestro Costa e Carlo Parmigiani - chiesto il non doversi procedere per intervenuta prescrizione o assoluzione per insussistenza del fatto, mentre l' allora presidente Cmc Massimo Matteucci, pure inizialmente coinvolto, nel frattempo è deceduto.
La Cooperativa è difesa dagli avvocati Ermanno Cicognani e Filippo Sgubbi. Nel corso del processo è emerso che le varianti aggiuntive non furono stravolgimenti, ma rifiniture che miglioravano l' opera, come ha confermato l' Anac, l' autorità anticorruzione. Riguardo all' unico capo di imputazione di cui per Cmc si chiede la condanna, questo fa riferimento alla fornitura di scogli per costruire i moli ritenuti di qualità scadente.
Ma in questo caso - ha osservato la difesa - l' Ati Molfetta Newport sarebbe stata parte lesa e non partecipe della truffa, in quanto quel materiale lo pagava lei. Proprio da una delle intercettazioni si sente Parmigiani, a nome di Molfetta Newport, che si lamenta del materiale e dice che non va bene.
Su un totale di 45 indagati iniziali, poi in parte scremati, faceva parte anche l' ex sindaco di Molfetta e senatore di Forza Italia Antonio Azzolini per il quale vine chiesta una pena a un anno e mezzo per alcuni reati di falso.
Secondo l' accusa l' ex sindaco avrebbe cantierizzato la mastodontica opera, pur sapendo che non si sarebbe mai realizzata per via delle migliaia di ordigni bellici sommersi, al solo fine di incamerare i fondi pubblici e con quelli, falsificando il bilancio comunale, ripianare l' indebitamento che altrimenti avrebbe portato il suo Comune alla bancarotta.