Titoli di Stato area Euro Comitato Risparmiatori Grecia - Uniamoci

Se vogliamo proprio dirla tutta, i bilanci "taroccati" furono presi per buoni da tutti gli stati membri per accogliere la Grecia entro la moneta unica (BCE in primis) nonostante la mancanza della certificazione Eurostat sul bilancio statale.
Una mancanza, direi ... voluta.

Quello di Simitis fu poca cosa (e comunque entro un quadro di bilancio "sostenibile") se paragonato al predecessore di Gyorgos Papandreou che nel 2009 asseriva un deficit/PIL al 5% poi rivelatosi oltre il 15%.

Detto questo la creazione del "buco" è ascrivibile all'intera società greca (in Italia ne sappiamo qualcosa): debito in cambio di voti.
Insomma una società piuttosto corrotta e clientelare.

Le riforme messe in opera da quattro anni a questa parte, hanno cercato di migliorare la struttura dello Stato.


Se proprio vogliamo essere precisi i bilanci "truccati" seguono anche l'ingresso della Grecia nell'Eurozona (2001) quindi la connivenza è stata anche sucessiva a quell'evento. Di certo l'ingresso è stato fortemente "voluto" in particolare dalla Germania che si dice abbia sottoscritto un protocollo per il "Condono" dei danni di guerra patiti dalla Grecia e la moratoria della nota BIT del 1962.

Le malefatte di SIMITIS NON furono poca cosa perchè il Bilancio Statale ante maquillage era da Stato appunto Spazzatura. La sua azione ripetuta negli anni a partire dal '96 è stato dimostrato ampiamente nei pubblici processi è di una gravità tale che le conseguenze, oltre che ahimè ricadere sui Risparmiatori coinvolti, specialmente determinerà un'involuzione sociale greca che si stima in un quarto di secolo.
Per lui è comunque pendente il Giudizio Divino, cui non sfuggirà di certo.

Papandreu è suo sucessore o meglio quello che indichi tu: Giorgio, predecessore è stato suo padre Andreas (fino al 1996) che viceversa, senza infamia e senza lode ha contribuito ad un onesto progresso della Grecia seguendo l'esempio del padre Giorgio (nonno dell'attuale), meritoriamente considerato fra i Padri della Patria.

Ecco Tommy uno squarcio di storia recente ellenica, ma se vuoi possiamo anche andare oltre.............
 
Se proprio vogliamo essere precisi i bilanci "truccati" seguono anche l'ingresso della Grecia nell'Eurozona (2001) quindi la connivenza è stata anche sucessiva a quell'evento. Di certo l'ingresso è stato fortemente "voluto" in particolare dalla Germania che si dice abbia sottoscritto un protocollo per il "Condono" dei danni di guerra patiti dalla Grecia e la moratoria della nota BIT del 1962.

Le malefatte di SIMITIS NON furono poca cosa perchè il Bilancio Statale ante maquillage era da Stato appunto Spazzatura. La sua azione ripetuta negli anni a partire dal '96 è stato dimostrato ampiamente nei pubblici processi è di una gravità tale che le conseguenze, oltre che ahimè ricadere sui Risparmiatori coinvolti, specialmente determinerà un'involuzione sociale greca che si stima in un quarto di secolo.
Per lui è comunque pendente il Giudizio Divino, cui non sfuggirà di certo.

Papandreu è suo sucessore o meglio quello che indichi tu: Giorgio, predecessore è stato suo padre Andreas (fino al 1996) che viceversa, senza infamia e senza lode ha contribuito ad un onesto progresso della Grecia seguendo l'esempio del padre Giorgio (nonno dell'attuale), meritoriamente considerato fra i Padri della Patria.

Ecco Tommy uno squarcio di storia recente ellenica, ma se vuoi possiamo anche andare oltre.............

Direi che possiamo fermarci qua ... Simitis ebbe gravi e pesanti responsabilità, non lo nego.

Ma la frattura ebbe luogo tra il 2008/2009, quando il PIL iniziò a scendere e si aprì un buco che diventò una voragine... non più colmabile per il calo del PIL.

I maneggiamenti con derivati e strumenti vari di cartolarizzazioni non dichiarati, portò poi a scoperchiare la pentola degli imbrogli.

La conclusione fu quella che poi abbiamo conosciuto due anni dopo. Credo che abbiamo la stessa percezione degli eventi ...
 
Ultima modifica:
Benissimo mi fermo e cambio argomento riportando dal FOL:

l’articolo dedicato allo specifico tema, pubblicato in data 11 aprile 2013 sul sito internet: “Intermarket&More”.

Anche se in modo un po’ lato, sul blog di Intermarketandmore abbiamo parlato dell’arrivo delle CAC (clausola azione collettiva) sui nostri BTP, CCT e BOT. Diversi lettori continuano a chiedere sia via email che nei commenti un po’ di chiarezza su queste clausole. Eccovi serviti con una serie di appunti del sottoscritto sul questa bella “fregatura Made in Bruxelles”.
Ma andiamo con ordine e partiamo col decreto.

E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 18 dicembre 2012 il decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 7 dicembre 2012, con il quale è stabilito che, a partire dal 1° gennaio 2013, le nuove emissioni di titoli di Stato aventi scadenza superiore ad un anno saranno soggette alle clausole di azione collettiva (CACs).

Il decreto precisa che per nuove emissioni si intendono quelle la cui prima tranche è emessa a partire dal 1° gennaio 2013.

L’introduzione delle CACs nei titoli di Stato, obbligatoria ai sensi del Trattato sul Meccanismo Europeo di Stabilità segue lo schema approvato dal Comitato Economico e Finanziario dell’Unione Europea.

Fanno parte integrante del decreto due allegati, il primo dei quali (allegato A) riporta le clausole per tutti i tipi esistenti di Buoni del Tesoro Poliennali, inclusi quelli indicizzati all’inflazione (BTP€i e BTP Italia), e di Certificati di Credito del Tesoro, inclusi quelli zero-coupon (CTZ).

L’allegato B, invece, riguarda eventuali emissioni di titoli aventi caratteristiche differenti o di diversa tipologia rispetto a quelli citati,. Le CACs saranno introdotte anche per le emissioni sui mercati internazionali.

Le CACs hanno impatto anche sull’attività di stripping così come prevista nel nuovo decreto ministeriale, anch’esso del 7 dicembre 2012, in quanto non vi sarà fungibilità tra componenti separate di titoli soggetti alle CACs e componenti separate di titoli non soggetti alle dette clausole. (MEF)

Per la cronaca, le CAC (acronimo di “clausole di azione collettiva”) sono proprio quelle clausole che qualche mese fa (marzo 2012) hanno permesso alla Repubblica della Grecia di modificare unilateralmente le condizioni contrattuali dei bond statali, tralasciando quello che è il pensiero degli investitori e dei risparmiatori che in merito, avrebbero avuto qualcosa da dire…

Immaginatevi quindi la scena. Lo Stato, emittente dei Titoli governativi, potrà decidere in modo autonomo se e come cambiare eventuali condizioni di un BTP o di un CCT. Non male eh? Ma questo, voi lo sapevate?

Sia ben chiara però anche un’altra cosa. L’avvento delle CAC non è una volontà tutta italica, bensì riprende una direttiva europea.

Inoltre NON si applica a tutti i bond governativi ma SOLO a quelli emessi dal 01/01/2013 con scadenza superiore ai 12 mesi. E non a tutti questi titoli, solo al 45% degli stessi emessi in un anno (è lo Stato che decide a chi appiccicare la CAC e a chi no).
Però le CAC taglieranno le gambe a qualsiasi interventismo dei risparmiatori, che dovranno SUBIRE le decisioni dell’emittente.

Morale: le regole del gioco sono cambiate. Prima, nel grande gioco d’azzardo dei mercati, lo Stato rischiava di vincere sempre.
Adesso non c’è più dubbio. Faranno quello che vogliono e il risparmiatore sarà perdente in partenza. Unica nota positiva. Il fatto che le CAC sono solo sui nuovi bond emessi dal 2013.
Magari allora meglio buttare un occhio alle vecchie emissioni.

Dream Theater – Intermarket&more, Trading e finanza

11 Aprile 2013


Un altro bel segnale che le cose stanno cambiando (in peggio) per gli amanti della finanza che specula sui Tds, non ci sarà la tobin tax, ma in compenso ci sono le CAC anche per gli amatissimi BTP CCT e compagnia bella.

Come non accorgersi che i tempi si fanno duri? Forse perchè in giro non se ne parla? E vorrei ben vedere quanti Risparmiatori accorrerebbero sapendo come son cambiati i termini della partita, specialmente alla luce del "Credit Event" greco.
 
La CAC è un regalo della Merkel.

Benissimo mi fermo e cambio argomento riportando dal FOL:

l’articolo dedicato allo specifico tema, pubblicato in data 11 aprile 2013 sul sito internet: “Intermarket&More”.

Anche se in modo un po’ lato, sul blog di Intermarketandmore abbiamo parlato dell’arrivo delle CAC (clausola azione collettiva) sui nostri BTP, CCT e BOT. Diversi lettori continuano a chiedere sia via email che nei commenti un po’ di chiarezza su queste clausole. Eccovi serviti con una serie di appunti del sottoscritto sul questa bella “fregatura Made in Bruxelles”.
Ma andiamo con ordine e partiamo col decreto.

E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 18 dicembre 2012 il decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 7 dicembre 2012, con il quale è stabilito che, a partire dal 1° gennaio 2013, le nuove emissioni di titoli di Stato aventi scadenza superiore ad un anno saranno soggette alle clausole di azione collettiva (CACs).

Il decreto precisa che per nuove emissioni si intendono quelle la cui prima tranche è emessa a partire dal 1° gennaio 2013.

L’introduzione delle CACs nei titoli di Stato, obbligatoria ai sensi del Trattato sul Meccanismo Europeo di Stabilità segue lo schema approvato dal Comitato Economico e Finanziario dell’Unione Europea.

Fanno parte integrante del decreto due allegati, il primo dei quali (allegato A) riporta le clausole per tutti i tipi esistenti di Buoni del Tesoro Poliennali, inclusi quelli indicizzati all’inflazione (BTP€i e BTP Italia), e di Certificati di Credito del Tesoro, inclusi quelli zero-coupon (CTZ).

L’allegato B, invece, riguarda eventuali emissioni di titoli aventi caratteristiche differenti o di diversa tipologia rispetto a quelli citati,. Le CACs saranno introdotte anche per le emissioni sui mercati internazionali.

Le CACs hanno impatto anche sull’attività di stripping così come prevista nel nuovo decreto ministeriale, anch’esso del 7 dicembre 2012, in quanto non vi sarà fungibilità tra componenti separate di titoli soggetti alle CACs e componenti separate di titoli non soggetti alle dette clausole. (MEF)

Per la cronaca, le CAC (acronimo di “clausole di azione collettiva”) sono proprio quelle clausole che qualche mese fa (marzo 2012) hanno permesso alla Repubblica della Grecia di modificare unilateralmente le condizioni contrattuali dei bond statali, tralasciando quello che è il pensiero degli investitori e dei risparmiatori che in merito, avrebbero avuto qualcosa da dire…

Immaginatevi quindi la scena. Lo Stato, emittente dei Titoli governativi, potrà decidere in modo autonomo se e come cambiare eventuali condizioni di un BTP o di un CCT. Non male eh? Ma questo, voi lo sapevate?

Sia ben chiara però anche un’altra cosa. L’avvento delle CAC non è una volontà tutta italica, bensì riprende una direttiva europea.

Inoltre NON si applica a tutti i bond governativi ma SOLO a quelli emessi dal 01/01/2013 con scadenza superiore ai 12 mesi. E non a tutti questi titoli, solo al 45% degli stessi emessi in un anno (è lo Stato che decide a chi appiccicare la CAC e a chi no).
Però le CAC taglieranno le gambe a qualsiasi interventismo dei risparmiatori, che dovranno SUBIRE le decisioni dell’emittente.

Morale: le regole del gioco sono cambiate. Prima, nel grande gioco d’azzardo dei mercati, lo Stato rischiava di vincere sempre.
Adesso non c’è più dubbio. Faranno quello che vogliono e il risparmiatore sarà perdente in partenza. Unica nota positiva. Il fatto che le CAC sono solo sui nuovi bond emessi dal 2013.
Magari allora meglio buttare un occhio alle vecchie emissioni.

Dream Theater – Intermarket&more, Trading e finanza

11 Aprile 2013


Un altro bel segnale che le cose stanno cambiando (in peggio) per gli amanti della finanza che specula sui Tds, non ci sarà la tobin tax, ma in compenso ci sono le CAC anche per gli amatissimi BTP CCT e compagnia bella.

Come non accorgersi che i tempi si fanno duri? Forse perchè in giro non se ne parla? E vorrei ben vedere quanti Risparmiatori accorrerebbero sapendo come son cambiati i termini della partita, specialmente alla luce del "Credit Event" greco.

Durante la crisi del debito greco la teutonica ha dichiarato che ogni stato membro dell'eurozona deve essere il garante del proprio debito pubblico e quindi può fallire o ristrutturare il debtio. Da ciò consegue l'esigenza di introdurre la CAC nei titoli di stato. La storia della crisi dei debiti sovrani inizia da quella famigerata dichiarazione.
 
Benissimo mi fermo e cambio argomento riportando dal FOL:

l’articolo dedicato allo specifico tema, pubblicato in data 11 aprile 2013 sul sito internet: “Intermarket&More”.

Anche se in modo un po’ lato, sul blog di Intermarketandmore abbiamo parlato dell’arrivo delle CAC (clausola azione collettiva) sui nostri BTP, CCT e BOT. Diversi lettori continuano a chiedere sia via email che nei commenti un po’ di chiarezza su queste clausole. Eccovi serviti con una serie di appunti del sottoscritto sul questa bella “fregatura Made in Bruxelles”.
Ma andiamo con ordine e partiamo col decreto.

E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 18 dicembre 2012 il decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 7 dicembre 2012, con il quale è stabilito che, a partire dal 1° gennaio 2013, le nuove emissioni di titoli di Stato aventi scadenza superiore ad un anno saranno soggette alle clausole di azione collettiva (CACs).

Il decreto precisa che per nuove emissioni si intendono quelle la cui prima tranche è emessa a partire dal 1° gennaio 2013.

L’introduzione delle CACs nei titoli di Stato, obbligatoria ai sensi del Trattato sul Meccanismo Europeo di Stabilità segue lo schema approvato dal Comitato Economico e Finanziario dell’Unione Europea.

Fanno parte integrante del decreto due allegati, il primo dei quali (allegato A) riporta le clausole per tutti i tipi esistenti di Buoni del Tesoro Poliennali, inclusi quelli indicizzati all’inflazione (BTP€i e BTP Italia), e di Certificati di Credito del Tesoro, inclusi quelli zero-coupon (CTZ).

L’allegato B, invece, riguarda eventuali emissioni di titoli aventi caratteristiche differenti o di diversa tipologia rispetto a quelli citati,. Le CACs saranno introdotte anche per le emissioni sui mercati internazionali.

Le CACs hanno impatto anche sull’attività di stripping così come prevista nel nuovo decreto ministeriale, anch’esso del 7 dicembre 2012, in quanto non vi sarà fungibilità tra componenti separate di titoli soggetti alle CACs e componenti separate di titoli non soggetti alle dette clausole. (MEF)

Per la cronaca, le CAC (acronimo di “clausole di azione collettiva”) sono proprio quelle clausole che qualche mese fa (marzo 2012) hanno permesso alla Repubblica della Grecia di modificare unilateralmente le condizioni contrattuali dei bond statali, tralasciando quello che è il pensiero degli investitori e dei risparmiatori che in merito, avrebbero avuto qualcosa da dire…

Immaginatevi quindi la scena. Lo Stato, emittente dei Titoli governativi, potrà decidere in modo autonomo se e come cambiare eventuali condizioni di un BTP o di un CCT. Non male eh? Ma questo, voi lo sapevate?

Sia ben chiara però anche un’altra cosa. L’avvento delle CAC non è una volontà tutta italica, bensì riprende una direttiva europea.

Inoltre NON si applica a tutti i bond governativi ma SOLO a quelli emessi dal 01/01/2013 con scadenza superiore ai 12 mesi. E non a tutti questi titoli, solo al 45% degli stessi emessi in un anno (è lo Stato che decide a chi appiccicare la CAC e a chi no).
Però le CAC taglieranno le gambe a qualsiasi interventismo dei risparmiatori, che dovranno SUBIRE le decisioni dell’emittente.

Morale: le regole del gioco sono cambiate. Prima, nel grande gioco d’azzardo dei mercati, lo Stato rischiava di vincere sempre.
Adesso non c’è più dubbio. Faranno quello che vogliono e il risparmiatore sarà perdente in partenza. Unica nota positiva. Il fatto che le CAC sono solo sui nuovi bond emessi dal 2013.
Magari allora meglio buttare un occhio alle vecchie emissioni.

Dream Theater – Intermarket&more, Trading e finanza

11 Aprile 2013


Un altro bel segnale che le cose stanno cambiando (in peggio) per gli amanti della finanza che specula sui Tds, non ci sarà la tobin tax, ma in compenso ci sono le CAC anche per gli amatissimi BTP CCT e compagnia bella.

Come non accorgersi che i tempi si fanno duri? Forse perchè in giro non se ne parla? E vorrei ben vedere quanti Risparmiatori accorrerebbero sapendo come son cambiati i termini della partita, specialmente alla luce del "Credit Event" greco.

Le CAC servono a regolamentare (a norma di legge) la "ristrutturazione" dei titoli, qualora un emittente si trovi in difficoltà.
Per quanto riguarda la Grecia, queste regole sono state introdotte con la "forza", in quanto non presenti.
Quindi non vedo particolari problematicità per l'Italia (e per tutti i TdS dell'Eurozona) ... oppure credi che ristrutturino solo i titoli con le CAC (cioè solo le nuovi emissioni del 2013)?
In caso di default non credo che il legislatore si faccia questi problemi... se un titolo abbia o meno la CAC ...
 
Ultima modifica:
Durante la crisi del debito greco la teutonica ha dichiarato che ogni stato membro dell'eurozona deve essere il garante del proprio debito pubblico e quindi può fallire o ristrutturare il debtio. Da ciò consegue l'esigenza di introdurre la CAC nei titoli di stato. La storia della crisi dei debiti sovrani inizia da quella famigerata dichiarazione.

La storia della crisi dei debiti sovrani nasce dal fatto che classi politiche di Mercenari populisti, corrotti, incapaci ed irresponsabili li hanno fatti dilatare oltre ogni ragionevole limite e naturalmente per "scaricare" l'incapacità di governare, in assenza di una minima morale, hanno inteso trasmettere ai Risparmiatori le colpe di tali inettitudini. Questa è la visibile "problematicità".
La Storia ne sarà testimone. Dio il Giudice.

Dalla parte dei Risparmiatori del resto NON esiste alcun contraltare, salvo evitare quelle scommesse, e le CAC ne sono solo una delle conseguenze, ma neppure la più nefasta.
Rappresentano la legalizzazione di un fatto diffuso nel dettaglio, ma che mai ci si sarebbe aspettati di vedere nel riferimento statale, una sorta di licenza al furto. Un tempo rubare era una vergogna, "ristrutturare" altrettanto; oggi una triste necessità quasi ammessa da una decadente morale.
La sostanza è che il grado di rischio di questi titoli aumenta caro Tommy che ti piaccia o meno. Di fatto chi scrive con i Tds ha chiuso.

Mala tempora currunt.
 
Ultima modifica:
Comunque i segnali anti-risparmiatore si sono moltiplicati in questi anni (ultimo il caso Sns olandese).
Secondo me è fatto collegato all'esservi da una parte un potere in realtà povero, ma senza limiti, dall'altra una ricchezza mal rappresentata, cioè i risparmiatori sono divisi, polverizzati.
In mezzo si sono messe a ruspare (in Italia) poche cosiddette Associazioni di Consumatori, le quali in realtà altro non sono che escrescenze deviate del potere stesso.
Non è questa la soluzione.
L'associazione dobbiamo farla tra noi, sino al punto di poter trattare con banche e stati :eek:.
Purtroppo sinora le difficoltà ci hanno frenato. Inoltre, per natura c'è una tendenza diretta prima di tutto al proprio gain personale.

Le cose possono cambiare.
Grillo con la rete ha messo su un partito del 25% :eek:
Noi, quelli di noi che sono davvero credibili per età, convinzioni, moralità, non dico che dovremmo fare un partito, ma almeno riunire una forza grande un decimo rispetto a Grillo, quello è alla nostra portata. La rete c'è anche per noi.
Ma occorre pensarci quando le cose vanno bene (ora), non quando si è nei guai. Perché ora siamo forti, allora siamo stati e saremo (se accadrà :titanic: ) deboli.
 
Le prime avvisaglie che qualcosa non andava si ebbe durante la campagna elettorale dell'autunno 2009, con l'accusa a ND da parte del PASOK di aver falsificato i conti del bilancio dello Stato.

Successive prime incrinature dello spread a dicembre 2009. Pesanti perdite poi a gennaio 2010, con un aumento vertiginoso degli interessi sulle nuove emissioni.
Papandreou è messo già alle "corde" nel mese di febbraio, vengono intavolate le prime trattative con il FMI.
A marzo 2010 è già palpabile la "disfatta".

Ora, è del tutto lecito che un "risparmiatore" non legga i giornali e non senta radio e televisione ma in banca quando si sottoscrivono i prospetti dei bond è indicato il rating dell'emissione.
Quando si investe in investimenti non "IG", il dato viene comunicato ... con tutto quello che comporta.

Quando indicavo la data di "dicembre 2009" era solo per dividere il lasso temporale, tra i possibili "ignari" e quelli "consapevoli".
Molto più correttamente sarebbe da indicare qualche mese più avanti, quanto la Grecia finì nella spazzatura.

Come pure è piuttosto difficile sostenere che un titolo acquistato precedentemente al 2010 e successivamente venduto e riacquistato quando il prezzo scendeva (o saliva) l'acquirente era inconsapevole di quello che succedeva in Grecia e (dalla banca) non informato.


Caro Tommy, con il senno di poi ......
Io ti posso assicurare che fu la mia banca a propormi nel marzo 2010 un TdS greco 2016 ( a 89, meglio di come quotavano i BTP nostrani di pari duration qualche mese fa) dicendomi che avrei guadagnato anche sul corso, una volta rientrata la questione. Definire "consapevoli" quelli che hanno acquistato TdS greci nei primi mesi 2010 mi sembra veramente un azzardo. Consapevoli di cosa?
 
Caro Tommy, con il senno di poi ......
Io ti posso assicurare che fu la mia banca a propormi nel marzo 2010 un TdS greco 2016 ( a 89, meglio di come quotavano i BTP nostrani di pari duration qualche mese fa) dicendomi che avrei guadagnato anche sul corso, una volta rientrata la questione. Definire "consapevoli" quelli che hanno acquistato TdS greci nei primi mesi 2010 mi sembra veramente un azzardo. Consapevoli di cosa?

Che il prezzo scendeva e il paese aveva richiesto aiuto finanziario alla cosiddetta Troika.
Qualche mese più avanti i titoli erano diventati junk (sottoscrivibili dopo aver firmato liberatorie oppure essere in una determinata posizione Mifid).

A mio avviso, come dicevo l'altra volta, potrebbe essere possibile un'azione contro la propria banca nel caso di acquisto titoli in IG (poi passati a junk) senza nessuna altra comunicazione da parte della banca sino allo PSI di marzo 2012.
Escluderei quelli che hanno nel frattempo movimentato i titoli, in quanto si suppone che la banca abbia comunicato lo stato di fatto dei GGB... con relativo rischio a carico del cliente.

Questo è quello che penso: le posizioni devono essere vagliate una ad una dal proprio legale di fiducia, ogni caso è specifico.
 
Ultima modifica:

Users who are viewing this thread

Back
Alto