COMUNQUE IL PRIMO ANNO DI ISOLAMENTO E' IL PIU' DIFFICILE POI CI SI ABITUA

”Addomesticare” significa in generale trasformare l’ambiente, le piante e gli animali adattandoli ai bisogni umani.

L’esempio più lontano nei tempi di addomesticamento di un animale è quello del cane, animale domestico per eccellenza.

La specie umana, per come la conosciamo, potrebbe anche essere, sotto il profilo biologico,
il risultato di un processo di auto-addomesticamento, nel senso che gli esseri umani hanno “selezionato” i loro simili
soprattutto sulla base della loro capacità di socializzare.

Meglio stare con chi mostra di avere un istinto di socialità che con chi è ostile e aggressivo. È comprensibile.

Filosoficamente questo è spiegato da Aristotele con la sua idea dell’uomo come “animale sociale”.

L’uomo per vivere ha bisogno di altri, di essere a contatto con gli altri uomini.

Beninteso, l‘uomo non perde per questo la sua individualità, bensì la forma all’interno di una comunità di cui si sente parte.

Le decisioni vengono prese in comune, le modalità possono essere diverse,
ma l’idea di fondo è che tra gli umani non ci sia un superiore che “addomestica” altri a lui inferiori.

L’uomo si lascia formare, educare, istruire, non addomesticare. È una costante antropologica.

È questo – se vogliamo – anche dal punto di vista politico, l’essenza della democrazia, che è la negazione del potere paterno.

In fondo è proprio questo il significato del celebre attacco di John Locke a Robert Filmer, che difendeva la monarchia assoluta,
identificando il potere paterno con il potere politico.

Per Locke nell’organizzazione politica di uno Stato nessuno può prendere il posto del padre, siamo tutti figli, figli del padre celeste.

Contro il paternalismo politico di Filmer Locke, insomma, difende la libertà degli uomini.

Kant la vedeva allo stesso modo di Locke.


Ci sono voluti secoli per realizzare nella storia questo pensiero, e solo di recente – se ci pensate bene –
siamo riusciti a superare l’ultima forma di paternalismo: il paternalismo medico,
secondo il quale nella relazione terapeutica era comunque il medico a decidere che cosa era bene per il suo paziente, che cosa si doveva fare per lui.

E il paziente doveva semplicemente adattarsi. Da decenni per fortuna le cose sono cambiate.

Ma ora a causa dell’emergenza epidemiologica abbiamo messo in discussione tutto questo.

Lo Stato di diritto si è trasformato in Stato terapeutico.

E nello Stato terapeutico le decisioni le prendono coloro che di solito si occupano della nostra salute: i medici.

Noi tutti – sani o malati poco importa, col virus siamo tutti potenzialmente malati – siamo diventati pazienti,
che – come nelle superate concezioni del paternalismo medico – non hanno alcun diritto di autodeterminazione:

la cura l’hanno stabilita loro, i medici, e noi, malati, non possiamo che accettarla, non esiste in questo caso alcuna possibilità di “rifiuto di cure”.

Il cittadino è diventato un paziente passivo, sottoposto alle terapie di Stato, il quale attraverso i suoi esperti si prende cura di lui.

Una cura ben strana perché non si tratta di controllare la pressione del sangue, il fegato, il cuore,
ma i nostri movimenti fuori di casa, le persone che siamo autorizzati, per “affetto stabile”,
a incontrare, le cose che compriamo, i luoghi che frequentiamo, impedendo di andare a scuola i ragazzi,
all’università i giovani e se uno lo desidera persino di andare a Messa, o prendere il sole.


Siamo tutti impotenti, ridotti a semplici oggetti di manipolazione, in un senso più profondo di quanto sinora si potesse immaginare.

Ci stanno spogliando a poco a poco dei tratti della nostra umanità e della nostra libertà senza che questo
grazie all’anestetico della propaganda – susciti sinora particolari resistenze nella popolazione.

E ora siamo nudi, animali da addomesticare.

Accettiamo tutto questo passivamente perché i medici lo fanno per il nostro bene, per salvare la nostra vita.

E per paura di perderla abbiamo accettato ciecamente tutte le terapie che ci sono state imposte, senza poterle neppure discutere pubblicamente.

Anche chi vorrebbe opporsi si sente intrappolato e immobilizzato e alla fine spesso si arrende.

D’altro canto che senso ha lottare contro un virus?

Meglio adattarsi a lui, come sostiene qualche virologo oggi alla moda.

Non è lui, il virus, che deve adattarsi a noi, ma siamo noi che dobbiamo adattarsi a lui.

L’addomesticamento, non del virus, ma di noi stessi è perfettamente riuscito.

Ciò che per certi versi sorprende, e sociologicamente preoccupa, non sono tanto le reazioni degli adulti
– se guardi la televisione tutto il giorno è evidente che orami sei diventato uno “schiavo volontario”-,
ma dei giovani che hanno accettato senza fiatare di non uscire di casa, come se fosse la cosa più normale del mondo,
di evitare di baciare la propria ragazza, come se fosse la cosa più normale del mondo,
di rinunciare alla “pizzata” o di andare in discoteca al sabato sera, come se fosse la cosa più normale del mondo.

Nessuna protesta giovanile, neppure di fronte alle lezioni digitali sia a scuola sia all’università.

Tutto accolto con passività, con rassegnazione. Non è un buon segno.

Se sono riusciti senza difficoltà ad addomesticare persino i giovani ci sono poco speranze per tutti di uscire dalla gabbia.
 
A proposito, il signore sul colle più alto di Roma, da che parte sta?

Tutto si può dire dell'abitante del colle, meno che non sia coerente:
lui da che parte sta l'ha chiarito subito, appena eletto, e da allora non ha mai avuto nemmeno un tentennamento.

...No, temo che non sia la parte del Popolo Italiano. Ma dalla parte di quelli che l'hanno nominato.
 
Il mio primo giro in bike e subito una pugnalata :sad:
Hanno asfaltato un bellissimo sterrato in mezzo alle vigne. Azz... Abbiamo le strade che sembrano campi minati e mi vanno ad asfaltare una strada che utilizzano esclusivamente i proprietari dei vigneti :wall:
IMG_20200504_141151.jpg
 
Il mio primo giro in bike e subito una pugnalata :sad:
Hanno asfaltato un bellissimo sterrato in mezzo alle vigne. Azz... Abbiamo le strade che sembrano campi minati e mi vanno ad asfaltare una strada che utilizzano esclusivamente i proprietari dei vigneti :wall:Vedi l'allegato 556847


Sei sicuro che non ci sia sotto qualcosa di molto marcio???

L'asfalto regge meglio tanti bei Bestioni. . carichi di pattume?? ??

Magari mascherine usate o fasulle.

Ovviamente prima inizia tutto con una bella cava di ghiaia. .. Così fanno posto per il resto dopo.
 
Sei sicuro che non ci sia sotto qualcosa di molto marcio???

L'asfalto regge meglio tanti bei Bestioni. . carichi di pattume?? ??

Magari mascherine usate o fasulle.

Ovviamente prima inizia tutto con una bella cava di ghiaia. .. Così fanno posto per il resto dopo.

non credo... li ci sono solo vigneti DOC :confused:... manca "lo spazio" ... comunque ormai non mi stupisco più di nulla :wall:
 
Ieri il sedato mondo politico italiano, esautorato dai DPCM di Conte e ridotto ad una sorta di comparsa,
ha avuto un sobbalzo con l’Arena di Giletti dove il PM Nino Di Matteo ha rivelato che il ministro della giustizia Bonafede
aveva nominato lui come responsabile del DAP, la Direzione Affari Penitenziari, ma la risposta negativa dei boss della Mafia aveva bloccato la sua nomina.

Prendiamo le parole dirette di Di Matteo trascritte per noi dalla Forcheri per SE:

A giugno 2018 quando venne nominato il dott Basentini (…) Venni raggiunto da una telefonata del ministro
il quale mi chiese se ero disponibile ad accettare il ruolo di capo del DAP o, in alternativa, di Direttore generale degli affari penali,
il posto che fu di Giovanni Falcone. Chiesi 48 ore di tempo per dare una risposta.
Nel frattempo – è molto importante che si sappia -alcune note informazioni che il GOM (gruppo operativo mobile)
della polizia penitenziaria aveva trasmesso alla procura nazionale antimafia ma anche alla direzione del DAP,
quindi penso che fossero conosciute dal ministro, avevano descritto la reazione di importantissimi capi mafia
legati anche a Giuseppe Graviano e ad altri stragisti, all’indiscrezione che io potessi essere nominato al dap,
che dicevano se nominano Di Matteo è finita. 48 ore dopo andai a trovare il ministro, avevo accettato,
ma disse che fondamentalmente ci avevano ripensato, avevano deciso di nominare il Dott Basentin
i”

Praticamente per Di Matteo le nomine al Ministero della Giustizia di Bonafede le nomine le fanno i mafiosi,
e questo fatto ha causato un bel po’ di confusione nella politica , dove il CDX in parte chiede la testa di Bonafede (Lega e FdI)
in parte chiede riferisca in Parlamento (Forza Italia, sempre più parte integrante della maggioranza..).


Però, per avere un quadro completo, dobbiamo aggiungere due capitoli:

  • prima di tutto che le voci sulla mancata nomina di Di Matteo NON sono assolutamente una novità,
  • perchè nel 2018 se ne parlò già con dovizia di particolari in questo blog, con tanto di frasi dette dei mafiosi del genere
  • “Se viene questo Nino Di Matteo siamo consumati, per noi è finita” ed intercettate dalla polizia penitenziaria,
  • per cui tutto questo non è una novità assoluta
  • antimafia2000.png
  • Proprio questa sera Claudio Borghi ha postato un video nel quale aggiunge un altro importante mattone alla costruzione.

  • Ricordando i primi momenti del governo Giallo-Verde ricorda come lui, con l’incarico di presidente di commissione bilancio della Camera,
  • cercò di opporsi, almeno per la bandiera, alla creazione della Procura europea, ma gli fu detto di desistere
  • perchè questa doveva andare ad un italiano, proprio il PM Di Matteo, perchè doveva ricevere una compensazione per quello che gli era stato tolto

Quindi il cerchio dei sospetti e delle prove si chiude.

Perchè Bonafede non nominò al DAP Di Matteo?

Quali ragioni lo fermarono?

Fu veramente una scelta fatta sotto pressione dei boss della Mafia?

Di Matteo doveva ricevere una compensazione con la nomina alla Procura Europea?

Tutte queste domande dovrebbero essere risposte da Conte e dal suo ministro Bonafede.
 
Fossi in voi, non mi fermerei in superficie, limitandomi a dire cose che sappiamo già.

Alfonso Bonafede
, con i suoi sodali, è di certo il peggior ministro della storia repubblicana.

A questo punto, mi interessa poco che Bonafede si dimetta o no.

Voglio vedere, piuttosto, come si posizioneranno i falchi che lo hanno insufflato fino a ieri,
compilando la sua agenda e dettando i provvedimenti.

Il velo è squarciato.

Naturalmente, e in perfetto stile pentastellato, in diretta tv.

.
 

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