News, Dati, Eventi finanziari Con cedole al 5/6%, perchè noi italiani, non ci ricompriamo il debito italiano?

Persino il nano francese ha mandato a f.klo il britannico autartico:D:DCameron;)


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Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2011 alle ore 19:47.
L'ultima modifica è del 01 dicembre 2011 alle ore 18:19.






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Nicolas Sarkozy (Afp)


«Serve una maggiore disciplina sui e tutti i paesi dell'Eurozona devono seguire la regola d'oro del pareggio di bilancio». Il presidente francese Nicolas Sarkozy, nel discorso sulla crisi dell'Eurozona a Tolone, ribatte il tasto della riforma dei trattati europei. «Noi e la Germania saremo fianco a fianco per una loro riforma». Sull'Eurotower il presidente Sarkozy non si sbilancia più di tanto. «La Bce è indipendente e se lo sarà prenderà le decisioni giuste» dice il presidente francese. «L'Europa - ha aggiunto Sarkozy - rischia di essere spazzata via dalla crisi se non riuscirà a riprendersi». L'attuale situazione «è estrema».
Il presidente francese ha annunciato che lunedì riceverà a Parigi la cancelliera Angela Merkel e che insieme faranno «delle proposte franco-tedesche per garantire l'avvenire dell'Europa». Sarkozy ha detto che, nell'ambito dell'Eurozona, è necessario che si prendano «senza indugi decisioni a maggioranza qualificata». «L'ingrazione europea passerà attraverso (decisioni) intergovernative perché l'Europa deve fare delle scelte strategiche, delle scelte politiche», ha aggiunto il capo dello Stato.

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È iniziato un nuovo ciclo economico di riduzione del debito che dovrà coinvolgere tutte le economie sviluppate. «Questo nuovo ciclo - ha detto - è differente dal precedente. Il prossimo ciclo sarà un ciclo di riduzione del debito che sarà accompagnato da un aggiustamento nel quale dovranno essere prese in esame tutte le politiche economiche dei paesi sviluppati».
«Sono convinto che per mantenere la fiducia ed evitare la paura, bisogna dire la veritá ai francesi» e cioè che «la crisi è seria, che è destinata a durare, e toccherá la crescita, la disoccupazione e il potere d'acquisto» ha detto Sarkozy. Nel suo discorso a Tolone ha sottolineato come «i nostri sforzi per aumentare la produttivitá sono stati notevoli» eppure «per i francesi è sempre più difficile proiettarsi nel futuro».
«Per uscire dalla crisi bisogna lavorare di più, non di meno», ha continuato il capo dell'Eliseo, criticando esplicitamente uno dei cavalli di battaglia dei governi socialisti francesi degli anni '90. «Oggi si può dire che la pensione a 60 anni e la legge sulle 35 ore settimanale sono stati degli errori gravi» ha detto.
Le accuse di Sarkozy sono anche contro le politiche liberiste che «hanno messo l'economia al servizio quasi esclusivo della speculazione e dell'ossessione del breve termine». Sarkozy ha parlato di «un ciclo di riduzione del debito che sará differente da quelli che lo hanno preceduto e sará accompagnato da un aggiustamento delle politiche economiche dei paesi sviluppati». Ma, ha aggiunto, «la crisi ha spinto ad accelerare il ritmo delle riforme, non a fermarle o a rallentarle».
Ricordando gli interventi compiuti dallo scoppio della crisi Sarkozy ha comunque sottolineato che «non sono gli azionisti delle banche a essere stati protetti, ma lo sono stati i risparmi dei francesi e i loro posti di lavoro. Non una sola banca ha chiuso i battenti, non un centesimo di depositi è andato perduto».
«Dobbiamo continuare ad investire, perchè la chiave del nostro futuro è nella produttività e nella competitività» ha detto. «La Francia ha qualità eccezionali per affrontare tutte le concorrenze e tutte le sfide».
La tv francese iTele, all'inizio della trasmissione in diretta del discorso del presidente da Tolone, ha detto che un vertice franco-tedesco si svolgerà lunedì prossimo a Parigi. Per il capo dell'Eliseo, a cinque mesi dalle presidenziali del 2012, l'obiettivo è riconciliare la Francia del «sì e la Francia del no», spingendo per un'Europa integrata, anche se basata sul metodo intergovernativo.

«Sarkozy in campagna: Candidato a spese» dello Stato, titolava oggi il quotidiano di sinistra, Liberation. Domani, anche la cancelliera tedesca Angela Merkel si esprimerà dal Bundestag su crisi ed Europa. Viste le attuali difficoltà del tandem franco-tedesco a parlare con una voce sola, secondo molti osservatori, è probabile che dai due discorsi emergerà la distanza che separa attualmente Parigi e Berlino. «Ci sarà un contributo francese e un contributo tedesco, poi ci sarà una posizione comune al summit dell'8 e 9 dicembre. Non prima», ha riconosciuto ieri a Bruxelles, il ministro francese delle Finanze, François Baroin, lasciando intendere che l'accordo franco-tedesco non è ancora a portata di mano.


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Quest'emerito testa di k.acio, dopo essersi avvantaggiato dell'euro pur mantenendo la sterlina:eek: minaccia pure?????:down::down::D:D




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L' Europa Il summit I ribelli È l' Italia a mediare coi britannici e i loro alleati del Nord

Cameron (l' euroscettico) corre in difesa della City E guida il «fronte del no»

Non ho un mandato per trattare una riforma dei Trattati. La Svezia ritiene che non sia questa la priorità Fredrik Reinfeldt, premier svedese



DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES - Se verso le sette di sera David Cameron ha imboccato la scala e si è recato nella sala di rappresentanza italiana al primo piano del Consiglio europeo, è stato perché in quel momento l' atmosfera era già arroventata. Cameron aveva già minacciato il veto, giurato di voler difendere gli interessi britannici sopra ogni altra cosa. Nella sala al primo piano lo attendeva Mario Monti, per un colloquio privato ma con due convitati invisibili chiamati Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, certo consapevoli - se non sponsor - di quel «sondaggio». Come di quello condotto sempre da Monti con Donald Tusk, premier della Polonia, cioè dell' altra grande fortezza alle porte dell' euro: con tutti, Monti ha agito da mediatore, anche a nome di Merkel e Sarkozy, come spiega una fonte diplomatica italiana. Alle sette di sera, le parole di Cameron più quelle dei finlandesi (dentro l' eurozona) e degli svedesi (fuori) avevano già delineato la rivolta contro il nuovo Trattato europeo proposto da Parigi e Berlino. Rivolta guidata dalla Gran Bretagna, e quanto meno non osteggiata dagli Usa. Cameron - l' uomo di Londra, anzi della City di Londra - è stato da subito chiaro e duro: «Noi abbiamo evidentemente bisogno di riportare la stabilità nella zona euro, e questo è bene per i Paesi europei e anche per la Gran Bretagna, ma noi dobbiamo anche proteggere gli interessi britannici». Non solo. Due ore prima, nel lasciare Downing Street, aveva già lanciato il messaggio: «Io farò del mio meglio per la Gran Bretagna e spero che noi raggiungeremo un accordo che sarà buono per Londra. Ma se non otterrò quello che voglio, non avrò alcuna esitazione a porre il mio veto su un Trattato a 27». Può darsi che fosse il classico «bluff», prima dell' apertura dei negoziati. Ma sull' istante, è suonato come un vero «altolà» a Parigi e Berlino. Ma che cosa preoccupa tanto Cameron, cioè la City di Londra, visto che la Gran Bretagna dispone anche di alcuni «opt-out», deroghe che possono consentire di «chiamarsi fuori» dalle decisioni della Ue? Le preoccupazioni sono molte. E la prima l' avrebbe confidata a Monti lo stesso Cameron, che ha parlato di «grossi problemi sul piano interno»: si riferiva alla forte opposizione nel partito conservatore, agli 80 «backbenchers» (membri del Parlamento che non hanno incarichi di governo) che lo assediano e sono in gran maggioranza euroscettici. La seconda preoccupazione dell' inquilino di Downing Street è ancora più concreta: teme che un Trattato Ue modificato tocchi le regole europee sui servizi finanziari che sono particolarmente care alla City, vale a dire alle sue banche. Oppure le norme sugli orari di lavoro. Spiega una fonte britannica qualificata e vicina al governo: «Non dimenticate che dei premier conservatori britannici, 4 su 5 sono caduti proprio a causa dei rapporti con la Ue. E che la City produce da sola l' equivalente del 10 per cento di tutto il nostro prodotto interno lordo. I suoi ricavi finanziari dall' estero equivalgono quasi all' export nazionale. E poi vi stupite se qui Cameron si trova in difficoltà? All' inizio lui adorava la Ue. E anche ora vorrebbe salvare l' euro ma dalla City gli hanno acceso i riflettori sulla schiena». Forse ci sono anche questioni di prestigio geopolitico, dietro la «rivolta». Ma una cosa è certa: non è nato a Londra, ma a Österhaninge, nella contea di Stoccolma, quel Fredrik Reinfeldt che pure ha parlato all' apertura del Consiglio. E ha usato, come primo ministro della Svezia, parole ancora più dure e definitive di quelle di Cameron: «Da noi in Svezia non vi sarebbe alcun sostegno al cambiamento del Trattato». Il Parlamento finlandese l' ha invece bollato come «anticostituzionale». La rivolta degli anglosassoni, e dei vichinghi, continua a montare. Luigi Offeddu [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA **** Sui giornali inglesi The Guardian Per il quotidiano britannico «Cameron arriva a Bruxelles sotto il peso delle pressioni euroscettiche del suo governo e dell' isolamento in Europa» The Times Per il giornale conservatore «Cameron lotta per massimizzare il potere britannico nella Ue mentre viene sfidato dai Tory anziani» The Daily Telegraph Per il quotidiano «Cameron fronteggia un' altra rivolta tra le sue schiere. I ribelli Tory chiedono un referendum sull' accordo per l' euro»
Offeddu Luigi

Pagina 7
(9 dicembre 2011) - Corriere della Sera
 
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Anche Soros, ha fiducia nell'Italia e si compra btp, come già avevamo abticipato:-onoi.;)

News
09/12/2011 19.22 | Tutte | Indietro
Caldissime



Anche Soros scommette sui Btp




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A pochi giorni dal picco della crisi del debito sovrano italiano il finanziere George Soros ha comprato Btp a mani basse. Cinque settimane fa, infatti, il mago dei fondi hedge si è comprato un pacchetto di titoli di Stato europei del valore di circa due miliardi di dollari, la maggior parte dei quali erano appunto governativi italiani. La notizia è stata data dal Wall Street Journal, che ha spiegato che Soros con i suoi fondi ha comprato quel portafoglio di bond dai libri di MF Global Holdings, la società di gestione di fondi Usa, guidata da Jon S. Corzine, ex ceo di Goldman Sachs ed ex governatore del New Jersey, recentemente andata in bancarotta.

MF Global aveva sui suoi libri circa 6,3 miliardi di dollari di titoli di Stato europei prima del crack e della richiesta di Chapter 11 lo scorso 31 ottobre. Soros, insomma, a vent’anni della ormai famosa scommessa contro la sterlina, che nel 1992 affondò la valuta britannica fruttandogli un miliardo di dollari, ora scommette a favore dell’euro e soprattutto dell’Italia. Certo, con un buon paracadute, visto che sempre il Wall Street Journal ha rivelato che Soros ha acquistato i titoli da Kpmg, che sta amministrando il processo di fallimento di MF Global, spuntando un prezzo addirittura inferiore al valore di mercato di quel momento.
 
Domani ci accattiamo:Dqualcosa a zero commissioni, incrementando il portafoglio?;):ciao::ciao:


BTP Day 12 dicembre 2011: Titoli di Stato all’asta

Dopo il 28 novembre, altra data per le aste dei BTP programmata per il 12 dicembre 2011

10 dicembre 2011 , ore 14:59 - 1 Commento


BTP Day : investire in Titoli di Stato
Il BTP-Day è un’iniziativa che vuole agevolare coloro che hanno intenzioni di investire in Titoli di Stato Italiani; tale iniziativa è sostenuta dall’ABI che, con il suo impegno, da un chiaro segnale di esempio nel rilanciare l’economia italiana in questo difficile momento.
A questa iniziativa possono aderire tutti i cittadini, tranne coloro che rientrano nella categoria degli investitori istituzionali.
Per aderire all’iniziativa basta rivolgersi alla propria banca che, nelle giornate del BTP-Day, non applicherà commissioni sulle operazioni di sottoscrizione di Titoli di Stato.
All’iniziativa però non parteciperanno tutte le banche, ma solo quelle che decidono di dare il loro assenso all’adesione che è volontaria; per conoscere l’elenco delle banche che aderiranno all’iniziativa basterà collegarsi al sito dell’ABI.
L’iniziativa, quindi, è un passo che le banche fanno verso i cittadini che hanno desiderio di investire in Titoli di Stato Italiani, rinunciando alle loro commissioni per tali operazioni, che nei giorni del BTP-Day saranno gratuite.
L’unica spesa a carico del cliente resta, solo nel caso non abbia mai operato in titolo, quella di aprire un deposito titoli presso la propria banca, preventivamente.
Le spese che riguardano il deposito titoli, sia fiscali che di gestione, non rientrando nell’iniziativa dell’Abi, restano quindi a carico del cliente.

BTP-Day 12 dicembre 2011 – Titoli di stato di durata 1 anno

L’iniziativa del 12 dicembre si differenzia da quella del 28 novembre per un solo particolare: il 28 novembre sono stati messi all’asta Titoli di Stato già emessi e già i circolazione tra gli investitori, mentre per il 12 dicembre l’asta riguarderà Titoli di Stato di nuova emissione, di durata annuale con scadenza il 14 dicembre 2012. Dunque i cosiddetti Btp a 1 anno.
Sull’acquisto di tali titoli non saranno applicate le commissioni che il cliente avrebbe pagato alla propria banca per sottoscrivere tali Titoli di Stato.
 
ma non c'è un forum su telecom???
volevo entrare su telecom perchè sempre??? è vero quel che si dice che vuole vendere telecom italia media di mentana prodi ecc ecc???
dovrebbe entrare un po di soldini???
mi sembra che telecom stia facendo un testa e spalla rialzista cosa dite???
io provo ad accumulare un di telecom risparmio
 
Ma è proprio vero che rischiamo di fallire?????:-o:cool:
Riguardo al taglio delle pensioni, prima di tagliare a coloro che versano regolarmente i contributi da decenni....non si poteva iniziare atagliare quelle regalate?:eek::D:D


ORIGINALE CANADESE RICARICABILE
Postato il Martedì, 13 dicembre @ 06:41:03 CST di davide
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DI EUGENIO BENETAZZO
eugeniobenetazzo.com

Chi non ricorda agli inizi degli anni ottanta gli sketch di cabaret all'interno della trasmissione televisiva Drive-in dell'allora trio comico napoletano i “trettrè” (nella foto) quando nel mettere in scena una burla pittoresca non esitava a esternare il loro climax comico con la spassosa esternazione “originale canadese ricaricabile” ! Una bufala plateale come quella di comperare un orologio tarocco costruito in Canada e dalle caratteristiche tecniche mirabolanti. Non so se qualcuno se ne è accorto ma gli italiani di recente hanno vissuto in prima persona l'escalation mediatica di una burla di cotanta macchinazione e lungimiranza. Mi sto riferendo nello specifico al cosiddetto Decreto Salva Italia (che dovrebbe essere ribattezzato più appropriatamente come Salva Banche e BTP).




Fatemi capire: c'era bisogno di un governo tecnico di autorevoli esponenti accademici per tassare i risparmi degli italiani, aumentare l'imposizione indiretta e ridimensionare le rendite pensionistiche ? Perchè se questa doveva essere la missione governativa tanto valeva prendere un manipolo di laureati per corrispondenza all'Università di Paperopoli e il risultato forse sarebbe stato migliore. Che buggeratura, che fregatura, che turlupinatura: originale, canadese, ricaricabile ! Siamo sullo stesso piano degli sketch dei Trettrè ! Queste sarebbero le famose riforme del paese ? Così si rilancia la crescita del paese ? Così si crea stabilità ai conti pubblici ? Quanto terrorismo finanziario è stato fatto in queste ultime settimane per farvi accettare la manovra di sodomizzazione nazionale ?



Fermatevi un momento a riflettere: vi hanno inculcato l'idea che il paese stava per fallire, non si sarebbero potuti pagare pensioni e stipendi pubblici. Ma come fa a fallire un paese che ha 2 trilioni di debito e 8 trilioni di attivi della sua popolazione ? Avete mai sentito che un'azienda è fallita perchè aveva 100.000 euro di debiti, ma aveva tra liquidità e patrimonio immobiliare del suo titolare oltre 400.000 euro ? Com'è che la popolazione si indegna per la riforma delle pensioni italiane, ma nessuno si sogna di contestare la pensione sociale che viene erogata agli extracomunitari con semplice permesso di soggiorno, i quali grazie al ricongiungimento familiare dei loro genitori anziani incassano 550 euro mensili senza aver mai versato contributi all'INPS. Ancora nel paese ci sono faide fratricide tra destra e sinistra quando non hanno alcuna logica di esistenza visto che i loro due modelli economici di ispirazione sono completamente falliti: il comunismo nel 1989 e il capitalismo nel 2008.



Oggi l'unico modello economico sopravvissuto è risultato essere solo il socialismo, se non avessimo avuto in questi tre anni gli interventi dei singoli stati saremmo tornati indietro di cento anni e più. Inoltre vista la continua escalation mediatica di timore sul debito pubblico, sappiate che quest'ultimo ormai è già stato ripagato, o almeno il capitale è stato ampiamente già restituito da tempo, oggi ci stiamo preoccupando solo di restituire la capitalizzazione di interessi su interessi che si sono assommati negli anni. Una exit strategy veramente da governo tecnico che mi sarei atteso invece sarebbe stato il congelamento degli interessi sui titoli governativi detenuti da non residenti, affiancato ad un programma di ristrutturazione della durata del prestito. Altro che originale, canadese, ricaricabile.

Eugenio Benetazzo
Fonte: Eugenio Benetazzo .:::. Il più autorevole economista fuori dal coro in Italia
Link: Eugenio Benetazzo .:::. Il più autorevole economista fuori dal coro in Italia
 
...e se facessimo come i cittadini islandesi, che si sono rifiutati di pagare le banche??:D:ciao:


EUROPA, A TE LA SCELTA: RIBELLATI CONTRO LE BANCHE
Postato il Martedì, 13 dicembre @ 16:12:02 CST di marcoc
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O ACCETTA LA SCHIAVITÙ DEL DEBITO

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DI CHARLES HUGH SMITH
OfTwoMinds.com

È esplosa la bolla europea del debito, e la rivalutazione del rischio e del debito non può essere rimessa dentro alla bottiglia

Europa, la questione è veramente semplice: o ti ribelli contro le banche o accetti decenni di schiavitù dai debiti. Tutte le milioni di parole pubblicate sulla crisi europea del debito possono essere distillate in una manciata di dinamiche molto semplici. Una volta che le abbiamo capite la scelta tra resistenza e schiavitù si rivela essere l'unica scelta: le altre “opzioni” sono illusorie.

1. L'euro ha costituito una fantasia molto attraente ma di breve durata: le produttive economie del nord della UE possono raccogliere profitti in due modi: A) vendere in quantità i loro beni e servizi ai loro meno produttivi vicini meridionali perchè questi non sono stati capaci di prendere in prestito grosse somme di denaro a bassi (cioè “quasi-tedeschi”) tassi di interesse, e B) prestare a queste nazioni consumatrici grosse somme di denaro con una leva stratosferica, cioè 1 euro di capitale a garanzia di 26 euro di prestito/debito.

Queste nazioni meno produttive hanno anche avuto una fantasia molto attraente: che il loro attuale tasso di produttività (cioè la quantità di beni e servizi creati dalle loro economie) potesse essere sollevato tramite debiti a basso interesse che supportassero sia un livello di consumi molto più elevato, che il cattivo investimento in beni come auto e case di lusso.

Stando a Europe's Currency Road to Nowhere (WSJ.com):

L'Europa settentrionale ha alimentato la sua crescita con le esportazioni. Essa ha gestito un grosso disavanzo commerciale, il più estremo proprio con quegli stessi paesi dell'Europa meridionale che sono ora in pericolo. La produttività è cresciuta drammaticamente rispetto al sud, ma non la valuta.

Ciò spiega almeno in parte il miracolo dell'export e della manifattura tedesche degli ultimi 12 anni. Nel 1999 le esportazioni costituivano il 29% del PIL tedesco. Nel 2008 esse erano il 47% del PIL, un incremento molto superiore a quello di Italia, Spagna e Grecia, dove il rapporto è cresciuto di poco o è persino calato. Il contributo netto delle esportazioni al PIL tedesco (la percentuale sul totale dell'economia di esportazioni meno importazioni) è cresciuto quasi di otto volte. A differenza di quasi ogni altro paese ricco, dove il contributo manifatturiero all'economia è significativamente calato, in Germania esso è cresciuto, mentre il prezzo dei beni tedeschi diventava sempre più attraente rispetto a quelli di altri paesi. In un certo senso, la valuta tedesca è stata per l'Europa meridionale quello che la Cina è stata per gli USA.


Inondata di profitti da esportazioni e prestiti, la Germania e i altri mercantilisti (nazioni esportatrici) hanno anche aumentato la quantità di denaro che prendevano in prestito—perchè no, vista una crescita così forte?

Ma tutto ciò si è rivelata una fantasia finanziaria catastrofica. L'euro sembrava essere magico: permetteva alle nazioni importatrici di comprare e prendere in prestito di più, e permetteva alle nazioni esportatrici di raccogliere immensi profitti dalla crescita delle esportazioni e dei prestiti.

Detto altrimenti: il rischio e il debito erano entrambi immensamente sottovalutati dall'illusione che la crescita senza fine del consumo basato sul debito potesse continuare per sempre. L'euro era in un certo senso una truffa che serviva gli interessi di chiunque ne fosse coinvolto: con i rischi considerati quasi zero, anche i tassi di interesse erano vicini a zero, e sempre più debito poteva essere ottenuta con a garanzia una piccola base di capitale e produttività.

Ma ora la realtà ha rialzato i prezzi del rischio e del debito, e l'ingenua leadership della UE sta tentando di rinfilare il genio nella bottiglia. Purtroppo, il carico del debito è soverchiante e la produttività troppo debole per appoggiare la fantasia del rischio zero e dei bassi tassi.

Doug Nolan del “Credit Bubble Bulletin” ha riassunto la realtà in poche parole, “la bolla europea del debito è scoppiata”. Nolan spiega il meccanismo base in La Mitologica “Grande Moderazione”:

Per anni il debito Europeo ha avuto una valutazione errata su un mercato globale con eccesso di liquidità, di speculazione e di leva finanziaria. Paesi come Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia hanno immensamente beneficiato dalla percezione che l'integrazione monetaria europea garantisse il debito e la stabilità economica e legislativa.

In modo simile a quanto avvenuto per la bolla USA di Wall Street e dei mutui, il mercato è stato per anni contento di ignorare gli eccessi nel credito e alimentare le fragilità del sistema, scegliendo di valutare le obbligazioni sul debito in base all'aspettativa bassa di default, all'abbondante liquidità, agli strumenti speculativi facilmente disponibili e una regime legislativo che assicurava la stabilità del mercato. La cosa importante è che questo sfondo ha creato il perfetto ambiente di mercato per la speculazione selvaggia e l'uso della leva finanziaria, in uno scenario globale insuperabile nella sua capacità di eccesso. La gestione degli interessi dei bond europei è stata probabilmente uno degli sforzi speculativi più lucrosi della storia. (link via U. Doran)


In parole povere questa è la dura realtà: ora che il debito e il rischio sono stati rivalutati, i debiti europei sono completamente, totalmente impagabili. Non c'è modo di continuare ad accrescere il Monte Cervino del debito con i vecchi ed economici tassi di interesse, e non c'è modo di posticipare le migliaia di miliardi di euro di debito che vanno a scadenza con i vecchi tassi di interesse prossimi allo zero.

Non pensate di rimborsare i debiti, sovrani, aziendali e privati—la rivalutazione del rischio e del debito implica che persino il pagamento degli interessi è impossibile. Considerate questo diagramma di una piccola fetta del debito totale della UE:

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Non c'è modo di rinfilare nella bottiglia il genio della rivalutazione, e non c'è nemmeno modo di posticipare questo debito o farne altro – e per supportare gli alti costi strutturali del welfare dei governi di Eurolandia e i loro stupefacenti debiti, comunque bisognerebbe fare altri debiti in quantità da capogiro.

L'austerità non rimetterà nella bottiglia il genio della rivaluazione e dell'esplosione della bolla. Succede una cosa divertente quando una frazione sempre maggiore del reddito nazionale viene dirottata a servizio del debito (per pagare gli interessi e posticipare i debiti esistenti verso nuovi debiti a interesse maggiore): c'è sempre meno surplus disponibile per investimenti e consumi, e dunque sia la produttività basata sugli investimenti che i consumi basati sui debiti crollano.

Ciò lascia le nazioni con una minore produttività e un minor PIL, il che vuol dire che ci saranno anche meno entrate dovute alle tasse e sempre più bancarotte, mentre aziende e individui accettano la realtà che i loro debiti non possono essere ripagati.

Il genio della rivalutazione del debito risponde a questo declino del reddito nazionale, del surplus e delle tasse rivalutando il rischio di default sempre di più, e così i tassi di interesse salgono ulteriormente. Ciò rende ancora più costoso mantenere l'esisente montagna di debiti, e così sempre meno reddito nazionale è disponibile per il consumo, gli investimenti e le tasse.

Questo è ciò che viene detto un loop di feedback positivo, o “loop di feedback di rinforzo”: ogni azione rinforza la precedente. I debiti e il rischio sono rivalutati al rialzo, il fardello del debito riduce il reddito nazionale disponibile per investimenti, consumi e tasse, che rivaluta verso l'alto il rischio e così via.

Perciò Europa, vedi che c'è solo una scelta: o accetti un'infinita schiavitù al debito con sempre maggiori interessi e minore reddito e produttività, o ti ribelli contro la tua patetica leadership di lacché e rinunci all'intera montagna di debiti impagabili. Prendi il toro per le corna e rinuncia all'euro, causa iniziale delle tue fantasie e del tuo collasso, e ritorna alle valute nazionali che permettono al mercato di scoprire il vero prezzo della tua produttività e della tua capacità di prendere denaro in prestito.

Rinunciare all'euro non vuol dire rinunciare alle libertà dell'Unione Europea: le due cose sono legate mani e piedi solo nella mente della tua debole leadership, che è alla mercè delle banche, sopravvalutate di un fattore 26 contro 1 e sempre sull'orlo dell'insolvenza.

Lascia che le banche implodano facendo bancarotta, cancella dai bilanci gli “asset” privi di valore del debito, e lascia che il mercato valuti le monete e tutto il resto. L'unica alternativa è la schiavitù al debito.

Tutte le altre proposte e alternative sono semplici variazioni di una sola fantasia: che l'irresponsabile leadership possa ingannare il genio della rivalutazione con banali trucchi da salotto. Non può. Chiunque comprenda la situazione sa che la bolla del debito è già scoppiata, e il rischio e il debito non possono essere riportati a livelli da pura fantasia.

La rivalutazione è già avvenuta, e non può essere revocata o rinfilata nella bottiglia. La Grande Bolla Europea del Debito è esplosa, e ora tutto si riduce a una semplice scelta: schiavitù ai debiti o aperta ribellione contro le banche che si sono approfittate così disinvoltamente della fantasia dell'euro.

Non c'è una via di mezzo, perchè il debito non può essere ripagato, né oggi né in futuro. Non può essere rimpastato, mascherato o nascosto: può solo essere cancellato.

A te la scelta Europa; scegli saggiamente. Se vuoi un modello di salute e di crescita guarda all'Islanda. Loro hanno rinunciato ai loro impagabili debiti e alla schiavitù al debito, e hanno lasciato che il mercato rivalutasse la loro moneta, il loro debito e il loro rischio. Per loro l'incubo è passato [si veda qui. N.d.t.]; hanno scelto saggiamente. Ora è il tuo turno di decidere.

La schiavitù del debito cadrà su di te, non sulle banche o sulle tue elite.

Titolo originale: "It's Your Choice, Europe: Rebel Against the Banks or Accept Debt-Serfdom"

Fonte: charles hugh smith: writer/designer
Link
05.12.2011

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO
 
scusate la mia ignoranza in materia, provo ad immagine ad un possibile default della zona italia -> euro, o ad un acquisizione del debito da parte della cina (per tenerci ancor più col gappio al collo...)

ma ipoteticamente se uno volesse mantenere un pò di risparmi ora come ora dove li vai a mettere ti compri un lingotto piccolo da nascondere nei tramezzi di casa? O.o LOL
 
scusate la mia ignoranza in materia, provo ad immagine ad un possibile default della zona italia -> euro, o ad un acquisizione del debito da parte della cina (per tenerci ancor più col gappio al collo...)

ma ipoteticamente se uno volesse mantenere un pò di risparmi ora come ora dove li vai a mettere ti compri un lingotto piccolo da nascondere nei tramezzi di casa? O.o LOL


......in caso di default/uscita dall'euro, la nuona moneta varrebbe circa il 30% in meno, compresi i risparmi liquidi:Dprobabilmente i beni reali ovvero azioni di aziende sane ad alto roe....si deprezzerebbero meno, anzi, se esportano se ne avvantaggerebbero in competitività.;):ciao:
 
....col contributo di un mio carissimo amicoe chi vuol capire (esser lieto ...sia)
capisca.;):ciao:


Draghi esplicito: BANKS CAN BUY BACK THEIR OWN BONDS OR GOV BONDS WITH FUNDS FROM BCE

DRAGHI - BANKS CAN BUY BACK THEIR OWN BONDS, OR GOVERNMENT BONDS, WITH FUNDS THEY GET FROM ECB


E' chiaro cosa vuole fare la BCE: liquidità illimitata alle banche e poi queste potranno fare il lavoro per la BCE.

Raccolgono all'1% e possono comprare titoli al 6.....


Dopodomani prima asta a tre anni
 

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