se ot cancellate pure
è che la voce della svizzera..non la ascoltate mai..
da corriere del ticino,oggi
Il super yen soffoca il Giappone
Chiesta una dichiarazione congiunta da parte dei Paesi del G7
È stato il ministro delle Finanze Hirohisa Fujii a scoprire le carte nel giorno in cui la valuta nipponica ha aggiornato i massimi degli ultimi quattordici anni sul biglietto verde, sceso a quota 84,82 yen contro dollaro
TOKYO Il Giappone lancia l’ipotesi di una dichiarazione congiunta del G7 per «raffreddare» la corsa dello yen e arrestare la caduta libera del dollaro, preparandosi a possibili interventi a difesa della sua economia, alle prese con segnali di ripresa instabile e con rischi di deflazione.
È stato il ministro delle Finanze Hirohisa Fujii a scoprire le carte nel giorno in cui la valuta nipponica ha aggiornato i massimi degli ultimi 14 anni sul biglietto verde, sceso a quota 84,82, mentre in Borsa le preoccupazioni del default di Dubai World hanno abbattuto il Nikkei (–3,22%) e causato la quinta settimana consecutiva di chiusura con un saldo al ribasso. «Vorrei rispondere in modo flessibile con una dichiarazione comune sulle valute», ha rilevato Fujii in merito all’opzione G7, al termine della riunione di gabinetto, aggiungendo di essere «flessibile» sulle modalità per contattare le autorità valutarie di USA ed Europa e di essere «molto preoccupato» per i corsi monetari.
Le oscillazioni unilaterali yen/dollaro sono dannose e «l’attuale fluttuazione è anormale», ha osservato il ministro, rimandando al testo del summit finanziario del G7 di Istanbul, tenutosi un mese fa, contro i movimenti disordinati: «continuiamo a monitorare i mercati valutari attentamente e a cooperare come appropriato», recitava il comunicato finale. In un ulteriore segnale di allerta, in vista di un possibile intervento diretto sui mercati che manca da marzo del 2004, il Governo e la Bank of Japan (BoJ) hanno cominciato a verificare con le banche commerciali il rapporto di cambio dollaro/yen.
Nonostante gli sforzi per rilanciare i consumi interni (la spesa delle famiglie ha segnato un promettente +1,6% a ottobre), l’economia nipponica dipende a doppio filo dall’export: «è importante considerare che l’industria basata sulle esportazioni sarà duramente colpita dal rialzo dello yen», ha commentato in serata il premier, Yukio Hatoyama. «Di riflesso – ha aggiunto – c’è necessità a sufficienza per prendere in considerazione misure economiche, tra cui un budget di bilancio supplementare». Toyota e Nissan, ad esempio, hanno registrato a ottobre la prima produzione globale in aumento per la prima volta in 15 mesi: il colosso mondiale dell’auto ha fatto stime sul secondo trimestre ipotizzando un dollaro in media a 90 yen, mentre la Nissan (con la Honda) si è più prudentemente fermata a 85 yen.
Ebbene, quanto a Toyota, la variazione di uno yen in meno nel valore del dollaro è causa di 30 miliardi di yen (circa 350 milioni di franchi) di minori profitti operativi, in base alle proiezioni degli analisti. Proprio ieri, tra gli altri dati macroeconomici diffusi, la disoccupazione di ottobre si è ridotta al 5,1% (dal 5,3% di settembre), mentre l’inflazione «core» (al netto di alcune voci volatili) ha avuto una flessione annua del 2,2% e l’ottavo mese consecutivo di contrazione, rilanciando il rischio deflazione. «La situazione è ancora fragile, seguiremo gli sviluppi sui mercati e il loro possibile impatto. Poi prenderemo le misure necessarie», ha assicurato il vicepremier e ministro della Strategia nazionale, Naoto Kan. Inflazione ancora giù, –2,2% in ottobre Brusca frenata in Giappone per i prezzi al consumo: in ottobre, l’inflazione core (al netto di alcune voci volatili) ha registrato una flessione annua del 2,2%, pari all’ottavo mese consecutivo di contrazione. Il dato diffuso dal Ministero degli affari interni e delle comunicazioni è in sostanziale linea con le attese degli analisti e rilancia i timori legati alla deflazione. L’inflazione core registrata a novembre nei 23 quartieri di Tokyo, indicatore che anticipa la tendenza a livello nazionale, ha segnato un calo dell’1,9%, contro quello del 2% ipotizzato dalle previsioni medie.
Powered by © Corriere del Ticino