CRISI UCRAINA-GUERRA.POLITICA ETICA MORALE CONSIDERAZIONI RANDOM

Io ho già espresso la mia tesi in modo esplicito. Col benaltrismo non si porta a casa la pagnotta e la crescita economica, perché molte delle materie prime e dei manufatti che usiamo ogni giorno arrivano da paesi poco democratici o poco etici o che non salvaguardano la salute e la sicurezza dei lavoratori. Non solo dalla Russia.
Affermazioni realistiche e che condivido. Guardando il risultato elettorale ungherese, direi che a differenza di quanto ci propinano quotidianamente i media, la maggioranza delle persone comuni non è così favorevole alle sanzioni. Sarei curioso del risultato di un referendum italiano su sanzioni si/no. ascoltando le chiacchere da bar, la gente è preoccupata e parla molto sugli aumenti di prezzi, benzina, gas, ecc. e ben poco sulla guerra, percepita come lontana.
 
Si vuole la pace inviando più armi, il ragionamento non fa una grinza.

(ANSA) - STRASBURGO, 06 APR - "La guerra deve finire il prima possibile ma non in qualunque maniera possibile. Se finisce con un Paese distrutto e dominato, con milioni di morti e sfollati allora non deve finire così. Dobbiamo continuare ad appoggiare l'Ucraina fornendole. Ci vogliono meno applausi e più aiuti, più armi". Lo ha detto l'Alto Rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell intervenendo alla plenaria del Parlamento Ue.
"Abbiamo dato un miliardo di euro all'Ucraina, può sembrare tanto ma è quello che paghiamo ogni giorno a Putin per l'energia. Da quando è iniziata la guerra gli abbiamo dato 35 miliardi di euro", ha sottolineato. "Bisogna porre fine a un livello di de-responsabilizzazione degli europei rispetto al problema della difesa ma sarebbe un grave errore se tutti gli Stati membri aumentassero proporzionalmente le loro spese nella difesa rispetto a quelle attuali perché rischiamo di moltiplicare gli attuali doppioni tenendo le stesse lacune. Occorre un approccio coordinato per ottimizzare le risorse dei contribuenti", ha poi aggiunto Borrell.

 
Affermazioni realistiche e che condivido. Guardando il risultato elettorale ungherese, direi che a differenza di quanto ci propinano quotidianamente i media, la maggioranza delle persone comuni non è così favorevole alle sanzioni. Sarei curioso del risultato di un referendum italiano su sanzioni si/no. ascoltando le chiacchere da bar, la gente è preoccupata e parla molto sugli aumenti di prezzi, benzina, gas, ecc. e ben poco sulla guerra, percepita come lontana.

Borrell non capisce la differenza tra pagare 35 miliardi per ricevere in cambio energia vitale per l'economia, e dare 1 miliardo di euro all' Ucraina per .... lascio a te completare la frase ....

a) difendere la libertà
b) alimentare la guerra anziché le trattative di pace
c) ....
 
Borrell non capisce la differenza tra pagare 35 miliardi per ricevere in cambio energia vitale per l'economia, e dare 1 miliardo di euro all' Ucraina per .... lascio a te completare la frase ....

a) difendere la libertà
b) alimentare la guerra anziché le trattative di pace
c) ....
è molto.....lungimirante il Borrell
postato da no way su 3d certificati
 
Brussels wants to replenish gas inventories to 80% of capacity by October, a task only possible if Europe buys Russian gas

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Russian natural gas flows into Europe via Ukrainian pipelines reached a four-month high this week

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Last year, the EU was able to secure enough gas during the spring and summer to rebuild its stocks to 77.3% of capacity by October from April’s low of 29.1%, even after Russia’s Gazprom PJSC stopped selling extra gas on the spot market from late summer onward, only supplying what utilities have bought under long-term contracts. Applying a similar swing for this year would leave EU gas storage at almost 74% by October; not as high as Brussels wants, though not dangerously low. Add in liquified natural gas supplies from the U.S., Qatar and a handful of other friendly nations, and Europe could easily achieve its gas storage target.

 
Questo aumenta la competitività delle imprese europee ... :rotfl:

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A surge in European energy prices means the region is now
spending almost a tenth of its GDP on energy, the highest share since 1981. See
the red line in the chart. This is why we think the impact of the energy shock will
be greatest in Europe, and we see a risk of stagflation there
.

 
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