Portafogli e Strategie (investimento) Dal Flight to Quality all'HY: nove mesi "after-Lehman", is debt back ? (vol. V) (1 Viewer)

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Imark

Forumer storico
Continuiamo a seguire l'andamento del default rate, valendoci principalmente delle indicazioni di Moody's, ossia dell'agenzia che ha il maggior numero di emissioni rateate.

Il default rate seguita inerzialmente nel suo percorso di risalita verso i massimi generati dal movimento ultimo di flight to quality, nonostante l'abbondante liquidità disponibile sui mercati consenta ad un numero crescente di emissioni HY di uscire dalla condizione di "distressed bonds" e di riguadagnare la riva dei titoli non a imminente rischio di default nei 48 mesi successivi.

Storicamente, il picco viene raggiunto quando già la fase ultima di un andamento recessivo si è conclusa e - statisticamente - circa sei mesi da che il ciclo della liquidità si è riavviato.

Facciamo dunque il punto: in Europa il default rate è passato ad agosto all'8,2% (era al 6,7% a luglio e allo 0,7% ad agosto 2008). Negli USA agosto segna un default rate al 12,2% (era all'11,9% il dato rivisto a luglio ed al 3% quello di agosto 2008). In ambito globale, l'11,5% di agosto fa seguito all'11% di luglio e al 2,5% di un anno fa.

Se il default rate continua a crescere per inerzia, il distressed rate - che anticipa la presenza di minori/maggiori tensioni sul fronte della liquidità in chiave prospettica - segna invece ancora un miglioramento, portanto il totale dei bond distressed al 30,1%, in calo rispetto al 34,4% di luglio (i lettori del 3D ricorderanno che eravamo attorno al 70% ad inizio anno).

Da notare tuttavia come l'enorme ammontare di liquidità riversato sui mercati nell'ultimo anno non sia valso a riportare il distressed rate al di sotto dei livelli su cui esso si attestava un anno fa, nell'agosto 2008, quando era distressed il 20,4% dei bond HY.

Dunque il 30,1% di oggi si confronta con il 20,4% di un anno fa, e questo quando siamo alla vigilia di una ripresa dell'inflazione su base annua che verrà molto probabilmente nei prossimi mesi, indotta dal raffronto fra i dati di fine 2008 e poi del 2009 - all'insegna di un forte raffreddamento delle dinamiche inflazionistiche - e i dati di fine 2009 e 2010, che potrebbero segnare un andamento almeno leggermente migliore.

Il raffronto del distressed rate attuale con quello dell'agosto 2008 lascia anche intravedere la possibilità di una ripresa in tempi non troppo lunghi della risalita del default rate in caso di risalita dei tassi di interesse: si è riusciti a fare diga nei confronti della valanga dei default annunciati annullando il costo del denaro ovunque e pompando liquidità nelle banche e nel settore finanziario in genere.

C'è da chiedersi con quale velocità una risalita anche minima dei tassi si riverberebbe sulle aspettative del mercato nei confronti del debito HY, e di sponda sul distressed rate.

Le stime correnti di andamento del default rate per Moody's vanno gradualmente assestandosi: il picco di ciclo si dovrebbe fare ovunque nel Q4/2009. Per l'Europa a quota all'11,4% (per scendere al 6,5% nell'agosto 2010), per gli USA a quota 13,2% (per ritornare al 4,1% ad agosto 2010, in prossimità della media storica) e globalmente al 13,3% (con ritorno al 4,3% nell'agosto 2010).

Moody's: European speculative-grade defaults rise again in August


Global default rate edges up; US rate also rises

New York, September 09, 2009 -- The European speculative-grade default rate, on an issuer-weighted basis, increased to 8.2% in August 2009 from 6.7% in July, says Moody's Investors Service in its monthly default report. In August last year, the rate had been considerably lower at 0.7%.

The corresponding US rate also rose, to 12.2% in August 2009 from a revised 11.9% in July and from 3.0% in August 2008. The global rate edged up to 11.5% from a revised level of 11.0% in July and 2.5% in August last year.


A total of 15 Moody's-rated corporate debt issuers defaulted in August 2009, which takes the year-to-date default count to 205. In comparison, only 50 defaults were recorded in the comparable period of 2008. Default counts have fallen in recent months since peaking at 44 defaulters in March. The average monthly default count was 17 per month in July and August compared to 29 per month from January to June. Of the 15 defaults in August, 11 were by North American issuers while the remaining defaulters were from Europe.

Measured on a dollar volume basis, the European speculative-grade bond default rate jumped to 5.9% in August 2009 from 4.6% in July. Moody's notes that this rate was much lower in August 2008, at only 1.0%.

In the US, the dollar-weighted speculative-grade bond default rate rose to 19.2% in August 2009, up from July's revised level of 18.9%. The comparable rate in August 2008 was 2.8%. Globally, the dollar-weighted speculative-grade bond default rate was 17.5% in August 2009, up from a revised level of 17.0% in July. A year ago, this rate was 2.6%.

Moody's distressed index improved to 30.1% in August 2009 from a revised level of 34.4% in July. A year ago, however, the index was considerably lower, at 20.4%.

In the leveraged loan market, a total of five Moody's-rated loan defaulters were recorded in August 2009, all by North American companies. The trailing 12-month US leveraged loan default rate rose to 9.4% in August from a revised 8.9% in July. One year previously, the loan default rate stood at 2.9%.

Looking ahead, Moody's default rate forecasting model predicts that the European speculative-grade default rate will peak at 11.4% in Q4 2009, before easing to 6.5% in August next year, while the US rate is set to peak at 13.2% in Q4 2009 and then decline sharply to 4.1% a year from now. Globally, the rating agency forecasts that the speculative-grade default rate will peak at 12.6% in Q4 2009 and then drop to 4.3% by August 2010.

"The global forecast is made under the baseline scenario which incorporates Moody's Economy.com's forecast for a peak US unemployment rate of 10% in 2010. If the US unemployment rate were to increase substantially above 10% in the coming year, then default rates would likely be significantly higher than indicated under the model's baseline scenario," says Moody's Director of Corporate Default Research Kenneth Emery.

Across industries over the coming year, Moody's expects default rates to be highest in the Durable Consumer Goods sector in Europe and the Advertising/Printing/Publishing Media sector in the US.
 

ginestra

Forumer attivo
Continuiamo a seguire l'andamento del default rate, valendoci principalmente delle indicazioni di Moody's, ossia dell'agenzia che ha il maggior numero di emissioni rateate.

Il default rate seguita inerzialmente nel suo percorso di risalita verso i massimi generati dal movimento ultimo di flight to quality, nonostante l'abbondante liquidità disponibile sui mercati consenta ad un numero crescente di emissioni HY di uscire dalla condizione di "distressed bonds" e di riguadagnare la riva dei titoli non a imminente rischio di default nei 48 mesi successivi.

Storicamente, il picco viene raggiunto quando già la fase ultima di un andamento recessivo si è conclusa e - statisticamente - circa sei mesi da che il ciclo della liquidità si è riavviato.

Facciamo dunque il punto: in Europa il default rate è passato ad agosto all'8,2% (era al 6,7% a luglio e allo 0,7% ad agosto 2008). Negli USA agosto segna un default rate al 12,2% (era all'11,9% il dato rivisto a luglio ed al 3% quello di agosto 2008). In ambito globale, l'11,5% di agosto fa seguito all'11% di luglio e al 2,5% di un anno fa.

Se il default rate continua a crescere per inerzia, il distressed rate - che anticipa la presenza di minori/maggiori tensioni sul fronte della liquidità in chiave prospettica - segna invece ancora un miglioramento, portanto il totale dei bond distressed al 30,1%, in calo rispetto al 34,4% di luglio (i lettori del 3D ricorderanno che eravamo attorno al 70% ad inizio anno).

Da notare tuttavia come l'enorme ammontare di liquidità riversato sui mercati nell'ultimo anno non sia valso a riportare il distressed rate al di sotto dei livelli su cui esso si attestava un anno fa, nell'agosto 2008, quando era distressed il 20,4% dei bond HY.

Dunque il 30,1% di oggi si confronta con il 20,4% di un anno fa, e questo quando siamo alla vigilia di una ripresa dell'inflazione su base annua che verrà molto probabilmente nei prossimi mesi, indotta dal raffronto fra i dati di fine 2008 e poi del 2009 - all'insegna di un forte raffreddamento delle dinamiche inflazionistiche - e i dati di fine 2009 e 2010, che potrebbero segnare un andamento almeno leggermente migliore.

Il raffronto del distressed rate attuale con quello dell'agosto 2008 lascia anche intravedere la possibilità di una ripresa in tempi non troppo lunghi della risalita del default rate in caso di risalita dei tassi di interesse: si è riusciti a fare diga nei confronti della valanga dei default annunciati annullando il costo del denaro ovunque e pompando liquidità nelle banche e nel settore finanziario in genere.

C'è da chiedersi con quale velocità una risalita anche minima dei tassi si riverberebbe sulle aspettative del mercato nei confronti del debito HY, e di sponda sul distressed rate.

Le stime correnti di andamento del default rate per Moody's vanno gradualmente assestandosi: il picco di ciclo si dovrebbe fare ovunque nel Q4/2009. Per l'Europa a quota all'11,4% (per scendere al 6,5% nell'agosto 2010), per gli USA a quota 13,2% (per ritornare al 4,1% ad agosto 2010, in prossimità della media storica) e globalmente al 13,3% (con ritorno al 4,3% nell'agosto 2010).

Moody's: European speculative-grade defaults rise again in August

Global default rate edges up; US rate also rises

New York, September 09, 2009 -- The European speculative-grade default rate, on an issuer-weighted basis, increased to 8.2% in August 2009 from 6.7% in July, says Moody's Investors Service in its monthly default report. In August last year, the rate had been considerably lower at 0.7%.

The corresponding US rate also rose, to 12.2% in August 2009 from a revised 11.9% in July and from 3.0% in August 2008. The global rate edged up to 11.5% from a revised level of 11.0% in July and 2.5% in August last year.

A total of 15 Moody's-rated corporate debt issuers defaulted in August 2009, which takes the year-to-date default count to 205. In comparison, only 50 defaults were recorded in the comparable period of 2008. Default counts have fallen in recent months since peaking at 44 defaulters in March. The average monthly default count was 17 per month in July and August compared to 29 per month from January to June. Of the 15 defaults in August, 11 were by North American issuers while the remaining defaulters were from Europe.

Measured on a dollar volume basis, the European speculative-grade bond default rate jumped to 5.9% in August 2009 from 4.6% in July. Moody's notes that this rate was much lower in August 2008, at only 1.0%.

In the US, the dollar-weighted speculative-grade bond default rate rose to 19.2% in August 2009, up from July's revised level of 18.9%. The comparable rate in August 2008 was 2.8%. Globally, the dollar-weighted speculative-grade bond default rate was 17.5% in August 2009, up from a revised level of 17.0% in July. A year ago, this rate was 2.6%.

Moody's distressed index improved to 30.1% in August 2009 from a revised level of 34.4% in July. A year ago, however, the index was considerably lower, at 20.4%.

In the leveraged loan market, a total of five Moody's-rated loan defaulters were recorded in August 2009, all by North American companies. The trailing 12-month US leveraged loan default rate rose to 9.4% in August from a revised 8.9% in July. One year previously, the loan default rate stood at 2.9%.

Looking ahead, Moody's default rate forecasting model predicts that the European speculative-grade default rate will peak at 11.4% in Q4 2009, before easing to 6.5% in August next year, while the US rate is set to peak at 13.2% in Q4 2009 and then decline sharply to 4.1% a year from now. Globally, the rating agency forecasts that the speculative-grade default rate will peak at 12.6% in Q4 2009 and then drop to 4.3% by August 2010.

"The global forecast is made under the baseline scenario which incorporates Moody's Economy.com's forecast for a peak US unemployment rate of 10% in 2010. If the US unemployment rate were to increase substantially above 10% in the coming year, then default rates would likely be significantly higher than indicated under the model's baseline scenario," says Moody's Director of Corporate Default Research Kenneth Emery.

Across industries over the coming year, Moody's expects default rates to be highest in the Durable Consumer Goods sector in Europe and the Advertising/Printing/Publishing Media sector in the US.

ciao mark
e' sempre un piacere leggerti
vorrei sapere alla luce di queste considerazioni, come hai posizionato il tuo portafoglio ? da quello che ho letto mi sembri prudente in questo periodo come me .
personalmente io ho paura di aver esagerato tra liquidita' e cct 75% con solo
10% in corporate IG con scadenza media a 3\4aa,
10% in titoli AA durata trentennale legato al differenziale 10-2aa (rabo)
5% in obbl perpetue bancarie ( antonveneta)
azioni 0%
considerando che e' un portafolglio con orrizonte temporale lungo ( 25aa alla pensione) salvo disgrazie....
ti ringrazio del tuo parere...
 

Imark

Forumer storico
ciao mark
e' sempre un piacere leggerti
vorrei sapere alla luce di queste considerazioni, come hai posizionato il tuo portafoglio ? da quello che ho letto mi sembri prudente in questo periodo come me .
personalmente io ho paura di aver esagerato tra liquidita' e cct 75% con solo
10% in corporate IG con scadenza media a 3\4aa,
10% in titoli AA durata trentennale legato al differenziale 10-2aa (rabo)
5% in obbl perpetue bancarie ( antonveneta)
azioni 0%
considerando che e' un portafolglio con orrizonte temporale lungo ( 25aa alla pensione) salvo disgrazie....
ti ringrazio del tuo parere...

Ciao Ginestra, sto gradualmente smobilizzando il mio portafoglio sul TF, specie emittenti e titoli più deboli e tornando ad avere un po' più liquidità (sono attorno ad un 30%), però ho ancora una componente abbastanza robusta di TF corporate a scadenza media emittenti IG, non ho ancora incrementato il TV... attendo sull'equity per poter andare short...

Sono meno prudente di te: non ho titoli di stato (tratto quasi esclusivamente corporate)...

Tu sei molto sbilanciato sulla liquidità, ora devi valutare un po' il da farsi: equity dopo uno storno, oppure TF un po' più lungo ... qualche TV con floor (vedi 3D di Balcarlo sul FOL) potrebbe tornare utile anch'esso, magari in sostituzione dei CCT...
 

ginestra

Forumer attivo
Ciao Ginestra, sto gradualmente smobilizzando il mio portafoglio sul TF, specie emittenti e titoli più deboli e tornando ad avere un po' più liquidità (sono attorno ad un 30%), però ho ancora una componente abbastanza robusta di TF corporate a scadenza media emittenti IG, non ho ancora incrementato il TV... attendo sull'equity per poter andare short...

Sono meno prudente di te: non ho titoli di stato (tratto quasi esclusivamente corporate)...

Tu sei molto sbilanciato sulla liquidità, ora devi valutare un po' il da farsi: equity dopo uno storno, oppure TF un po' più lungo ... qualche TV con floor (vedi 3D di Balcarlo sul FOL) potrebbe tornare utile anch'esso, magari in sostituzione dei CCT...

grazie per i consigli che condivido e spero di riuscire a mettere in pratica con il timing giusto....
 

gonzalito76

Nuovo forumer
Torno a focalizzare sul tema del 3D con un articolo che prende spunto dal fatto che ancora oggi poco meno di 1/3 del bond HY USA quota su livelli distressed, e qualcuno nota che è un dato decisamente alto rispetto al livello che si registra in coincidenza con una ripartenza del ciclo economico.

Tale situazione pone un interrogativo, che è lo stesso che sta ponendosi il mercato (vedi 3d sulle indicazioni operative su titoli HY) ovvero: è sovraestimata la ripresa economica oppure è eccessivo il quantitativo di bond HY distressed ?

E' chiaro che - se la risposta fosse la prima - assisteremmo nei mesi a venire, dopo una ripresa del PIL USA nel Q3/2009, ad un nuovo calo della crescita, e dunque l'eccesso di bond su prezzi distressed starebbe a significare che l'andamento della crescita economica USA si attesterà su livelli bassi, indicati da un analista sentito dall Reuters al di sopra dello 0% ma al di sotto dell'1% in termini di crescita del PIL su base annua.

Al contrario, se la crescita dovesse essere più sostenuta di così, allora il livello dei bond HY distressed sarebbe anomalmente alto, e ciò vorrebbe dire che ci sarebbe del valore nel comparto che non trova ancora espressione nei corsi attuali.

Chi legge al link qui sotto, si rende conto che - seppure fra qualche perplessità - il mercato sembra puntare attualmente su questa seconda ipotesi.

http://www.investireoggi.it/forum/o...azioni-operative-su-titoli-hy-vt44773-12.html

Il punto è che il debito HY in scadenza negli anni a venire è elevatissimo (S&P parla di 700 mld $ di bond HY con emittenti a rating B- o inferiore o che scambiano su livelli distressed) e - se si avverassero le stime di crescita più ottimistiche - è illusorio che i tassi USA possano restare a zero ancora a lungo.

In queste condizioni, basterebbe una loro pur contenuta ripartenza a segnare la fine di questo piccolo ciclo del debito e la risalita del default rate.

US junk bond spreads signal slow economic recovery

Wed Aug 26, 2009 4:18pm EDT

By Dena Aubin - Analysis

NEW YORK (Reuters) - The sanguine view of stock investors about the U.S. economy is not borne out by the credit market, which is signaling that a recovery from the longest downturn in decades may be painfully slow.

Risks of continued high defaults and massive refinancing needs of the most precarious corporate borrowers are keeping credit spreads high, especially on high-yield bonds, signaling the economy is not out of the woods.

"We are still priced for near recession at the moment and certainly notably below average growth," said Christopher Garman, founder of Garman Research in Orinda, California. High-yield bond spreads are reflecting about a 9 percent default rate, "which would put economic growth around zero to 1 percent," he said.

Spreads would typically have to reflect a default rate more within the normal range of about 5 percent to signal an economy growing more than about 1.5 percent, Garman said.

Economists polled by Reuters last week said the economy is recovering more strongly than previously expected but next year will be lackluster and risks of a double-dip downturn remain.

After shrinking by 1 percent in the second quarter on an annualized basis, U.S. gross domestic product will grow 2.4 percent in the current quarter, according to a poll of about 70 economists.

High unemployment and consumer debt will hamstring the economy after an initial rebound, however, respondents said, and they still see a 25 percent chance of a double-dip recession.

SPREADS PREFIGURED MEGA-DEFAULTS

Though not considered a traditional economic indicator, corporate bond spreads typically widen ahead of recessions and rising defaults as investors demand more yield for increased risk. Widening spreads also brake the economy as they make it more expensive for corporate borrowers to fund hirings and expansion.

Spreads on high-yield bonds roughly doubled in the six months before the recession that started in December 2007. As the credit crisis came to a head a year ago, spreads on many junk bonds and even some investment-grade bonds widened to "distressed" levels of more than 10 percentage points over Treasuries, prefiguring mega-defaults by Lehman Brothers, Washington Mutual, Tribune Co and others.

About 31 percent of high-yield bonds are still trading at distressed levels, down from a peak of about 87.5 percent in November but still high by historical standards, suggesting many companies remain vulnerable, Martin Fridson, chief executive of Fridson Investment Advisors in New York, said.

"The fact that you have as many as nearly one third of issues still at distressed levels would indicate it's not a boom time coming soon," he said.
Government incentives for first-time home buyers and the cash for clunkers program for auto buyers are probably just borrowing growth from future quarters, so the 2.4 percent growth expected in the third quarter "is probably not a sustainable level for the next year," he said.

DEBT OVERHANG WORRIES RATERS

That was echoed in a report from Standard & Poor's on Monday, which warned that though the worst of the recession is past, recovery will likely be slower than normal as default risk remains high for the weakest borrowers.

The ranks of firms with very low credit quality remains high, with 168 nonfinancial companies rated in the lowest grades, CCC-plus or below, compared with 67 at the end of 2007, S&P said.

Riskier companies also have heavy debt loads coming due over the next few years.

Through 2014, nearly $700 billion of debt will mature from companies that have ratings of B-minus or below or debt trading at distressed levels, S&P said.

"Although the worst is likely behind us, it would be a mistake to infer that we are permanently out of the danger zone," S&P said.
(Reporting by Dena Aubin; Editing by Kenneth Barry)

Ciao i98mark.... mi permetto di ricollegarmi a questo interessante articolo da te postato per una richiesta..

Esiste che tu sappia uno specifico report di S&P, o un'altra fonte, con uno spaccato del debito corporate in scadenza nei prossimi anni? Avevo visto qualcosa di simile su zerohedge per il CRE... non so se sui corporate hai trovato info a proposito...

sarebbe interessante sapere da qui al 2014, quanti bn di debito sono da rifinanziare ogni anno... :)
 

lupomar

Forumer attivo
Ciao Ginestra, sto gradualmente smobilizzando il mio portafoglio sul TF, specie emittenti e titoli più deboli e tornando ad avere un po' più liquidità (sono attorno ad un 30%), però ho ancora una componente abbastanza robusta di TF corporate a scadenza media emittenti IG, non ho ancora incrementato il TV... attendo sull'equity per poter andare short...

Sono meno prudente di te: non ho titoli di stato (tratto quasi esclusivamente corporate)...

Tu sei molto sbilanciato sulla liquidità, ora devi valutare un po' il da farsi: equity dopo uno storno, oppure TF un po' più lungo ... qualche TV con floor (vedi 3D di Balcarlo sul FOL) potrebbe tornare utile anch'esso, magari in sostituzione dei CCT...

Grazie anche da parte mia, come al solito dai indicazioni importanti.

Una cosa non capisco. Non hai azioni e addirittura aspetti il momento giusto per shortare? Che strumenti usi?

:ciao:
 

Giontra

Forumer storico
L'andamento del Markit CDX Indices (5 Year) Emerging Markets
negli ultimi 3 (quasi 4) mesi
 

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Imark

Forumer storico
Ciao i98mark.... mi permetto di ricollegarmi a questo interessante articolo da te postato per una richiesta..

Esiste che tu sappia uno specifico report di S&P, o un'altra fonte, con uno spaccato del debito corporate in scadenza nei prossimi anni? Avevo visto qualcosa di simile su zerohedge per il CRE... non so se sui corporate hai trovato info a proposito...

sarebbe interessante sapere da qui al 2014, quanti bn di debito sono da rifinanziare ogni anno... :)

Ciao Gonzalito, sono a risponderti con molto ritardo: ricordo di aver postato qui mesi addietro un report di Fitch che prendeva in esame proprio le scadenze sul rifinanziamento del debito corporate di qui al 2016, notando un fortissimo innalzamento dei livelli di debito in scadenza a partire dal 2011 e fino al 2014. In sostanza, si rilevava come il calo dei tassi nel 2001 dopo lo scoppio della bolla IT e la vicenda delle torri gemelle ed insieme la difficoltà a finanziarsi in borsa tramite adc, sempre a partire da allora, avesse portato negli anni fra il 2002 ed il 2004 ad una forte salita delle emissioni decennali, che vengono in scadenza nei prox anni...
 

Imark

Forumer storico
Grazie anche da parte mia, come al solito dai indicazioni importanti.

Una cosa non capisco. Non hai azioni e addirittura aspetti il momento giusto per shortare? Che strumenti usi?

:ciao:

Ciao Lupomar, penso che la crescita dell'equity sia stata molto sostenuta e sconti un ottimismo circa l'andamento della crescita futura che, se motivato, si tradurrebbe in un repentino ritorno dei tassi a livelli normali, altrimenti avrà comportato una sopravvalutazione della crescita degli utili delle società quotate...

Aggiungerei che c'è interesse a non creare un'altra bolla azionaria, il cui sgonfiamento in coincidenza con il ritorno ad una situazione di normalità dell'economia reale potrebbe innescare una nuova caduta del ciclo economico... devono trovare una maniera per convogliare liquidità alle imprese ed alle famiglie, non di alimentare una salita borsistica che nelle sue dimensioni attuali, trova ragion d'essere nel denaro "regalato" alle banche...

Insomma, sta andando troppo forte, IMHO...

Gli strumenti sono ETF armonizzati... qui ne trovi alcuni per andare short[FONT=&quot] senza leva...

Db X-Trackers Cac 40 Short Etf

Db X-Trackers Dj Euro Stoxx 50 Short Etf

Db X-Trackers Dj Stoxx 600 Banks Short

Db X-Trackers Djstxx600 Healt Care Short

Db X-Trackers Djstxx600 Oil & Gas Short

Db X-Trackers Djstxx600 Technology Short

Db X-Trackers Djstxx600 Telecom Short

Db X-Trackers Ftse 100 Short Etf

Db X-Trackers S&P 500 Short Etf

Db X-Trackers Shortdax Etf

Lyxor Etf Short Strategy



Per andare short con leva, fra gli altri:


Sgam Etf Xbear Dj Eurostoxx 50

Sgam Etf Xbear Ftse Mib
[/FONT]

 

Imark

Forumer storico
Il miglioramento generalizzato della situazione della liquidità degli emittenti corporate speculativi segnala il prossimo raggiungimento del picco del default rate, secondo Moody's. La riapertura ampia dei mercati obbligazionari agli emittenti HY ha generato una crescita degli upgrade del rating riguardante la liquidità degli emittenti speculativi, con un ratio di 2 upgrade per ciascun downgrade negli ultimi 4 mesi.

In tal modo, Moody's suggella anche verbalmente per gli USA (le società alle quali l'agenzia assegna un liquidity rating sono in larga misura nordamericane) la chiusura del precedente ciclo di flight to quality e l'inizio di un nuovo ciclo del debito.

Da noi in Europa, andranno considerati fattori storici che differenziano l'HY nostrano da quello a stelle e strisce: dal minore livello accesso di emittenti HY al mercato obbligazionario rispetto a quanto si vede negli USA, specie in una fase di fermo del mercato degli LBO, alla maggiore cautela che la BCE vorrà adottare rispetto alla FED in termini di andamento dei tassi rispetto all'inflazione.

Sul piano dell'operatività, il modo meno rischioso di sfruttare un tale ciclo sarà quello di intervenire in trading sulle nuove emissioni, per chi vi fosse abilitando, bissando la pesca miracolosa effettuata nel primo semestre sul corporate IG.

Attenzione tuttavia: quella pesca miracolosa è stata sostanzialmente a basso rischio, qui invece l'alea è decisamente più elevata, restando soggetta sia ad eventuali spinte rialziste su tassi che si collocano a livelli storicamente molto bassi, sia all'emergere eventuale di nuovi fronti di crisi finanziaria. Sul piano della tempistica, si possono ipotizzare, IMHO, 9 mesi buoni: il tempo necessario per gli USA per collocare a basso rendimento una mole consistente di nuovi titoli di stato ed alle banche di tutto il mondo per operare un qualche risanamento dei propri bilanci approfittando dell'approvvigionamento di liquidità a costi molto bassi...

Rammentate che i bond HY sono meno sensibili dei bond IG ai primi stadi di crescita del livello dei tassi, entro margini considerati ancora di recente quali espressione di una politica monetaria espansiva nei confronti del ciclo economico (ossia fino al livello del 4%), ma diventano molto più sensibili dei primi in caso di salita ulteriore dei tassi...

La situazione attuale dei tassi rappresenta peraltro una novità assoluta, che impone un monitoraggio più attento di questo nuovo ciclo del debito, nel senso che può ben essere che una sensibilità in negativo all'andamento dei tassi per i bond HY torni a manifestarsi ben prima di una risalita dei tassi attorno alla quota del 4% prima indicata...

Moody's: SGL Trends Suggest Default Rate Peak is Near

New York, September 21, 2009 -- Five consecutive months of improvement in Moody's Liquidity-Stress Index suggest that corporate liquidity is on the mend and a peak in the default rate is within sight, said the ratings agency's latest Speculative-Liquidity Monitor.

"This reversal of fortune is evident in the improving trend of our Speculative-Grade Liquidity ratings this year," said Moody's VP-Senior Analyst John Puchalla.

Overall, upgrades topped downgrades 2-to-1 over the last four months as speculative-grade companies tapped a more receptive bond market to refinance debt and obtained amendments to loan covenants. Downgrades had topped upgrades 3-to-1 in the period from mid-2007 through the first quarter of 2009, as frozen credit markets and recession drained liquidity for speculative-grade companies.

Another sign of improvement comes from Moody's Liquidity-Stress Index (MLSI) which fell to 15.2% in August, a nine-month low, said the report.

Supporting this improvement in the index, the number of SGL-4 issuers -- the lowest rated in Moody's liquidity scale -- fell to 78 in August, down from a peak of 106 at the end of March. This decline included 21 upgrades from SGL-4, as well as rating withdrawals for companies that filed for bankruptcy.

"Improvement in the LSI indicates that the speculative-grade default rate should peak by the end of the year, consistent with Moody's forecast that it will top out in November 2009," said Puchalla.

The one-year default rate for all SGL-rated companies continued to climb in August to 13.3%, up from 13.1% in July, a sharp increase from 3.1% in August, last year.

The ratings agency's default-rate forecasting model now predicts that the U.S. spec-grade default rate (including all issuers, not just ones with SGL ratings) will rise from 12.2% in August to a peak of 13.2% in November 2009, before falling sharply to 4.1% in August 2010.

Overall, Moody's assigned Speculative-Grade Liquidity ratings to 513 issuers covering about $1.1 trillion of rated debt at the end of August. The majority of the SGL ratings are on U.S.-based issuers, although there are a handful of Canadian companies in the population.

In order to further improve ratings transparency, Moody's has begun publishing the four component scores that inform the rating agency's Speculative Grade Liquidity (SGL) ratings for non-financial corporate issuers. Although SGL component scores have been tabulated since liquidity ratings in were first introduced in 2002, this is the first time that the scores have been published.

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